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Prime Esperienze

Desideri carnali inconfessabili di una donna degli anni 50


di motosex6769
31.08.2015    |    12.097    |    2 8.6
"Sta sognando di camminare in mezzo alla campagna tra gli agrumeti ed i mandorli con una sottile camicia da notte in seta ed uno scialle sulle spalle a piedi..."
Caterina è una donna di 20 anni , come tutte le donne degli anni 50, è sposata con un uomo che hanno scelto i suoi genitori ancora quando era bambina promettendola in sposa alla famiglia di lui, come di consueto si faceva nel sud d’Italia.
Sono passati due anni da quando si è sposata, lei non ama e non stima l’uomo che l’hanno obbligata a sposare, la sua anima ribelle, l’ha sempre portata a voler poter scegliere l’uomo che sarebbe diventato il suo compagno di vita, ma non ha mai osato ribellarsi al volere di suo padre.
Lui si chiama Gaetano, ha due anni più di lei e come tutti gli uomini del paesino in cui abita, la costringe ad una vita fatta di frustrazioni, non può uscire da sola non si può vestire come piacerebbe a lei, non può truccarsi, deve solo fare la brava mogliettina che lava stira e cucina per il suo uomo.
Non sono ancora venuti figli e questo è motivo di scherno da parte di tutti i parenti di lui ed anche direttamente da lui che la accusa di essere sterile, e quando lei si permette di rispondere volano schiaffi.
Quando lui ha voglia di fotterla, lei deve sottostare senza provare alcun piacere a quella penetrazione bestiale che soddisfa solo lui, che dopo qualche minuto con un grugnito inumano le viene dentro, mentre lei in silenzio prega di non rimanere in cinta, non vuole un figlio da quel mostro.
Finalmente è tutto finito e lei può girarsi ed addormentarsi e sognare quello che vorrebbe veramente, almeno non possono impedirle di sognare.
Il sonno arriva e con esso anche i suoi sogni che le scuotono l’anima ed il corpo, in questa notte torrida della Sicilia con una grande luna piena, il suo pensiero vaga, e nel sonno arriva anche il piacere.
Sta sognando di camminare in mezzo alla campagna tra gli agrumeti ed i mandorli con una sottile camicia da notte in seta ed uno scialle sulle spalle a piedi nudi, godendosi la brezza calda che arriva dal mare quando incontra il figlio del loro fattore che sta suonando l’armonica a cavalcioni di un ramo di un ulivo secolare.
Lui è di una bellezza sfolgorante carnagione color bronzo, occhi di un verde intenso e capelli neri come la pece, un fisico statuario, ha una camicia di lino bianca aperta quasi fino all’ombelico che lascia intravedere degli addominali scolpiti imperlinati di sudore per il gran caldo.
Lui appena la vede arrivare smette di suonare e comincia a fissarla intensamente come se volesse penetrarla con lo sguardo, lei si sente bruciare dentro osservata e perquisita da quegli occhi profondi, sente fremere la pelle e mentre prova queste sensazioni l e sale un desiderio incontrollabile di essere posseduta da quest’uomo così bello e così lontano dal suo mondo.
Lui scende dall’albero con un balzo, la prende per un braccio e la trascina nelle stalle e li la prende come mai non è stata presa da nessuno; la spoglia e la guarda tutta, lei che non è mai stata vista tutta nuda da nessuno, poi dopo averla adagiata sulla paglia morbida le allarga le gambe, e inizia con la bocca a baciarla nelle parti più intime nessuno mai aveva fatto una cosa simile, non sapeva neanche che una cosa così si potesse fare, le avevano sempre detto che certe cose sono peccato, ma mentre lui sta titillando con la lingua il suo clitoride lei si domanda come una cosa così bella e piacevole possa essere peccato.
Mentre lui insiste lei sente gonfiarsi sempre di più il suo piacere fino a quando dalla sua fica esce un fiotto di umori caldi e gelatinosi, ha raggiunto l’orgasmo si sente tutta un fremito dalla testa ai piedi e si sveglia tutta sudata e bagnata…………… in silenzio si alza dal letto e va in cucina a bere dell’acqua e a cercare di calmarsi da tutta l’eccitazione provata mentre Gaetano quella bestia di suo marito, che non si è accorto, di nulla russa beatamente a pancia all’aria nel loro letto.
Passano i giorni e le notti ed i desideri di Caterina, diventano sempre più intensi ed incontrollabili ogni volta che incontra lo sguardo di Saro, così si chiama il figlio del fattore.
Desidera così tanto incontrarlo nell’arco della giornata che non ha neanche più voglia di uscire e non litiga più con suo marito su questo punto, tanto che Gaetano si convince che finalmente Caterina ha capito e si è sottomessa diventando così una moglie modello come le altre.
In un’intensa giornata di sole, mentre Caterina era sulla terrazza della villa patronale vede Saro insieme agli altri braccianti nell’uliveto mentre battevano le olive, a torso nudo tutto imperlinato di sudore , ed avverte un brivido dentro ancora più forte del solito, immagina di leccare tutto il suo sudore da tutto il corpo ed in particolare dalle palle e dal cazzo di Saro, e sentire quel corpo umido su tutto il suo corpo, mentre la penetra mischiando sudore ed umori; allora pur di avvicinarlo chiama una cameriera e fa preparare tre caraffe di limonata ghiacciata per poter scendere all’uliveto e portare un po’ di refrigerio ai braccianti bruciati e riarsi dal forte sole (ovviamente una scusa per giustificare la sua discesa all’uliveto).
Per crearsi un’ulteriore albi chiede a Miriam una delle cameriere di accompagnarla aiutandola con le caraffe ed i bicchieri (non sapendo che sarebbe stato un grosso errore ), arrivate in prossimità del punto ristoro accanto agli ulivi dove stavano lavorando, appoggiarono le caraffe ed i bicchieri ghiacciati su un tavolaccio di fortuna costruito dai braccianti per potersi ogni tanto riposare e bere un po’ d’acqua .
Saro che era li vicino si avvicinò subito per dare una mano alle donne, il suo profumo di sudore mandorlato, arrivò a Caterina come un pugno nello stomaco che avvertì subito un leggero inumidirsi delle sue mutandine, mentre provava questo turbinio di emozioni, si accorse che Saro non la stava degnando neanche di uno sguardo, mentre era molto interessato a Miriam, giovane ragazza dalla pelle scura, capelli neri a riccioli, raccolti appena con un foulard , occhi neri come la pece ed un corpo morbido e sinuoso.
Tutto questo la fece quasi impazzire dalla gelosia, lei che bramava quest’uomo con tutta se stessa, e lui non la guardava neanche , e proprio davanti a lei si interessava ad una semplice cameriera, sicuramente molto bella ma certo non con il suo fascino, e la sua eleganza.
Allora fece di tutto per attirare l’attenzione di Saro, chiedendogli qualcosa del lavoro che stavano facendo e chiedendo di poter provare anche lei a battere le olive; così si tirò su il vestito, quasi fino al linguine, scoprendo due gambe lunghe e toniche leggermente muscolose, per salire sulla scala appoggiata all’albero, obbligò Saro ed anche gli altri braccianti a guardare ed a fare qualche pensiero peccaminoso.
Mentre saliva la scala sentiva lo sguardo di tutti gli uomini che erano li che la perquisivano, e lei che si sentì tanto troia ad essere guardata così, un po’ ebbe la tentazione di scendere e scappare via, ma la cosa le piaceva così tanto che si spinse oltre fece in modo che da sotto la gonna tirata su potesse fare capolino un po’ di pelo dalle mutandine a coulotte di seta che portava sapendo bene che a quella visione a quegli uomini si sarebbe sicuramente inturgidito il cazzo e specialmente a Saro……
Giunta quasi l’ora in cui sarebbe tornato a casa Gaetano le due donne, sbaraccarono il tavolo presero caraffe e bicchieri e si diressero verso la villa.
Gaetano quindi tornò a casa la cena era quasi pronta la tavola già apparecchiata con le migliori stoviglie e la più bella tovaglia in quanto a cena ci sarebbero stati anche i soci di Gaetano con le rispettive consorti.
Caterina proprio non aveva voglia di una serata noiosa e pesante con questi uomini che parlavano solo di lavoro e delle loro mogli che parlavano solo di pettegolezzi e figli, facendo chiare allusioni a lei che ancora non era stata in grado di dare un figlio a suo marito.
Per fortuna aveva ancora negli occhi e nei pensieri più intimi quel pomeriggio con tutte le emozioni che le aveva dato, così la serata le sembrò più sopportabile.
Giunse finalmente l’ora che se ne andarono tutti a casa e Gaetano che aveva bevuto troppo a cena ed anche nel dopocena, se ne andò a dormire.
Lei si soffermò ancora con la servitù a mettere ordine nella sala da pranzo, poi si recò in bagno si immerse nella vasca da bagno, e si rilassò, e mentre ripensava al pomeriggio al pensiero di tutti quegli uomini che la guardavano fece scivolare la sua mano tra le labbra della sua fica, a cercare il suo clitoride e cominciò a masturbarsi sempre più avidamente immaginando che fossero tutti quegli uomini con le loro mani callose ad insinuarsi dentro di lei ed aumentando di intensità e facendo correre sempre di più la fantasia raggiunse finalmente l’orgasmo.
Usci dalla vasca si asciugò si mise la sua camicia da notte di seta le sue coulotte, il suo scialle di raso e si affaccio alla finestra: era una serata calda e serena, la luna non era piena ed aveva un alone di caldo intorno, che la rendeva magica e poco luminosa, ad un tratto venne richiamata da delle risa che provenivano da sotto al porticato in prossimità delle stalle e vide due figure non ben distinte che si recavano dentro al portone principale d’entrata della zona dove venivano tenuti i covoni di paglia e le granaglie.
Allora, incuriosita, decise di andare a vedere, spense tutte le luci e nel buio cercando di fare il meno rumore possibile sgattaiolò fuori di casa.
Arrivò alla porta del deposito della paglia, la scostò appena per poter passare e la richiuse alle sue spalle, rimase per un po’ ferma nella penombra per abituare gli occhi alla semi oscurità dopo di che inizio a muoversi nella direzione da dove arrivavano i bisbigli ed i sospiri che le fecero accendere i sensi.
Arrivata in fondo alla stalla si fermò in un angolo al buio che gli permetteva di vedere senza esser vista e su una montagnola di granaglie vide Saro e Miriam completamente nudi che si baciavano avidamente i loro corpi presi in una frenesia di voglia che si strusciavano uno sull’altro si avvertiva quasi l’odore degli umori di questa promiscuità sessuale.
Fu presa da un’ira irrefrenabile, perché avrebbe voluto essere lei al posto di Miriam, ma allo stesso tempo si accorse che la sua fica era bagnata e che tutta quest’ira stava scemando lasciando il posto invece ad un desiderio immenso di gettarsi anche lei tra le granaglie in mezzo a loro e prendersi tutto il piacere da qualunque parte arrivasse.
Ad un certo punto Saro scese con le labbra sul ventre di Miriam e aprendole dolcemente le gambe si insinuò con la bocca sulla sua fica e inizio a leccarla, esattamente come aveva sognato Caterina, facesse con lei, qualche sera prima.
A quella scena che si consumava sotto i suoi occhi Caterina non resistette più e comincio a toccarsi, la sua fica era fradicia, non ricordava di averla mai sentita così bagnata, continuava a guardare ed a toccarsi sempre più voracemente, ad un tratto le scapò un mugolio di piacere che bloccò i due che si resero conto di essere osservati, e la videro nella penombra.
Miriam cercò di coprirsi come meglio poteva, mentre Saro in piedi nudo con il grande cazzo in tiro si avvicinò sempre di più a Caterina che da prima abbassò lo sguardo imbarazzata poi alzò lo sguardo a fissare Saro dritto negli occhi quasi a sfidarlo.
Lui si avvicinò con un sorriso malizioso e disse “guarda, guarda, chi c’è qua quella gran puttana della padrona che si diverte a guardare i suoi servi che fottono e dimmi un po’ ti toccavi mentre guardavi?” a quella frase Caterina avrebbe voluto scappare via piangendo, ma la sua voglia era più grande del suo onore e le parole le uscirono dalla bocca come un fiume in piena e disse “ si che mi toccavo ho voglia di godere! sono una donna prima che la padrona, e io ho le stesse voglie di una serva” a quel punto Saro la prese per un braccio e strattonandola la fece cadere sulle granaglie accanto a Miriam e nella foga del gesto le strappo lo scialle di raso poi si avvicinò a loro e stringendosi forte il cazzo nella mano e disse qua c’è abbastanza per far divertire tutte e due.
Caterina e Miriam si guardarono un po’ imbarazzate ma loro voglia le portò a sorridersi ed insieme si alzarono ed andarono ad inginocchiarsi davanti a quel totem del piacere ed in iniziarono a leccarlo e succhiarlo tutte e due insieme baciandosi e toccandosi a vicenda, Caterina non aveva mai provato un’eccitazione tale sentiva che dalle sue viscere scendeva quasi un’onda di piena di un fiume che allaga i campi, le sue mani si muovevano sul corpo di Miriam mentre leccava il cazzo di Saro, con le dita ora era dentro di lei e la perquisiva avidamente, e così faceva Miriam con la lei, ora Miriam la fece sdraiare tra i chicchi di grano r incomincio a tittillare con la lingua il suo clitoride mentre Saro a cavalcioni su di lei le offriva i coglioni alla sua bocca mentre le faceva salire e scendere il cazzo tra le tette.
Poi mentre lei leccava la fica di Miriam Saro era dietro di lei che la penetrava, con il suo enorme cazzo, che la faceva godere come mai nella sua vita prima piano poi sempre aumentando il ritmo fino a portarla quasi all’orgasmo, poi si interruppe di colpo mentre stava quasi per venire, provocandogli degli spasmi di sofferenza, poi costringendola sempre in quella posizione le abbasso la schiena dolcemente cercando con il suo cazzo l’entrata del suo culo, , spingendo dolcemente, lei provò a spostarsi non voleva essere deflorata nel culo da quel cazzo così grosso aveva paura di provare troppo dolore, lui la blocco e disse “ padrona puttana stai ferma non ti farò male”, prese un po’ di grasso di vasellina che usavano per la pelle delle selle, se ne sparse un poco sul cazzo se ne mise un poco su due dita e con gran maestria le infilò nel culo di Caterina che sobbalzò un attimo per il dolore iniziale ma poi cominciò a provare un piacere irrefrenabile, ora Saro che l’aveva lubrificata a dovere tolse le dita ed iniziò a spingere con il glande sul suo sfintere fino a fare entrare tutta la cappella lei non smetteva di godere e voleva avidamente che lui entrasse, e Saro che sembrava avesse letto nei suoi pensieri con un colpo da maestro entro tutto dentro di lei, che mugolo per il dolore, ma che ora mentre lui stantuffava dentro di lei mentre Miriam, che nel frattempo le era venuta in bocca, ora era sotto di lei e la stava leccando avidamente e succhiando allo spasmo il suo clitoride, Saro la martellava di colpi sempre più profondi e sempre più velocemente mentre Miriam continuava a leccarle la fica allora anche lei si gettò tra le gambe di Miriam e inizio a leccarla avidamente , era in una completa estasi e tutti gli odori degli umori che si mischiavano la facevano uscire di testa ad in certo punto sia Miriam si contrasse stava per venire sentì anche il cazzone di Saro che pulsava stava per godere anche lui e pure lei sentiva i suoi umori scendere ed arrivarono tutti al massimo del godimento ed ognuno di loro con il proprio grugnito di piacere raggiunse l’orgasmo.
Rimasero tra le granaglie nudi sudati, ed appagati Saro in mezzo e lei e Miriam una da un lato e lei dall’altro per un po’ poi rendendosi conto che si stava facendo veramente tardi, Caterina si rivestì e nel massimo silenzio e nel buoi della notte fonda tornò alla villa, non accorgendosi che nell’oscurità del grande giardino qualcuno la vide……..
In fatti , l’avvocato di famiglia che si era fermato a pernottare alla villa, perché aveva bevuto tanto e si era fatto troppo tardi, per il gran caldo si era svegliato, aveva preso un bicchiere d’acqua ghiacciata e si era seduto in giardino a prendere il fresco delle siepi, l’aveva vista sgusciare nel buio verso il granaio e l’aveva seguita senza che lei se ne accorgesse si era goduto lo spettacolino dalla finestra rotta masturbandosi il cazzo turgido fino ad innondarsi la mano di sperma caldo e gelatinoso; aveva poi aspettato di vedere quando sarebbe rientrata.
Calogero, così si chiamava l’avvocato, grassoccio con pochi capelli, un aria da porco, e due occhietti piccoli e cattivi come quelli di una faina, aveva sempre avuto una passione per Caterina, ma lei non lo aveva mai degnato di uno sguardo anzi lo disprezzava proprio, si sfregò le mani nascosto nel buio, avendo adesso un asso nella manica avrebbe fatto capire a Caterina che era a conoscenza del suo sconcio segreto, e se non si fosse concessa a lui avrebbe spifferato tutto a Gaetano ed a suo suocero (uomo ancor più rude e malvagio di suo marito).
La mattina dopo Caterina si alzo, stranamente felice ed appagata, ed incominciò la su giornata con una marcia in più, scese per la colazione e trovò già seduti in giardino sotto l’ombrellone Gaetano e l’avvocato che come al solito parlavano di lavoro; l’avvocato si alzò e si tolse il capello dicendo “ Buon giorno donna Caterina, riposato bene???” con un lampo maligno nello sguardo, che la gelò. Lei facendo finta di nulla rispose “ Buon giorno Dott. Calogero si grazie ho riposato molto bene” ma dentro di lei sapeva che quell’uomo schifoso sicuramente alludeva a qualcosa.

Mentre finivano di fare colazione l’avvocato tornò sull’argomento della notte precedente dicendo “ beati voi che non soffrite la calura di questa nostra Sicilia, io penso non mi abituerò mai, difatti ieri notte non ne potevo più del caldo e sono sceso in giardino a gustarmi un bel bicchierone di acqua ghiacciata, e ringrazio Dio che mi abbia svegliato questo maledetto caldo perché ieri notte ho assistito veramente ad una notte di plenilunio offuscato, veramente speciale” girando lo sguardo maligno verso Caterina inchiodandola alla sedia in preda al panico, pensando “Dio mio questo maledetto porco mi ha visto, ha visto tutto, ed ora cosa penserà di fare?”.
Appena finirono di fare colazione Gaetano disse” io vado a fare un giro nel podere a cavallo per vedere come sta andando la raccolta delle olive” e così dicendo si diresse verso le scuderie a prendere il cavallo che avevano finito di sellargli.
Caterina si alzò e si diresse verso casa per predisporre lo sgombero del tavolo di colazione e l’Avvocato la seguì a ruota, mentre stava per entrare in casa la blocco appoggiandola con forza al muro della villa, le infilò una mano sotto la gonna e con l’altra le tappo la bocca e disse mentre la frugava nelle sue parti intime “ Brutta puttanella porca, ho visto tutto ieri notte ed ho goduto nel guardarti, ora il tuo segreto è anche mio, e se non fai tutto quello che voglio il tuo segreto diventerà di pubblico dominio, e conoscendo tuo marito e soprattutto tuo suocero posso immaginare quello che potrebbero fare a te ed a quei due maiali dei tuoi servitori” ; continuò a frugarla con forza, facendole un male tremendo, continuò fino a quando quel gran porco non si sborrò nelle mutande, allora la lascio andare lei piangeva e si sentiva violata oltre che nel corpo anche nell’anima, non sarebbe mai riuscita a liberarsi da quel mostro, si rese conto di essere stata troppo imprudente e poco attenta la sera prima e fuggi in camera sua a disperarsi.
Ad un certo punto sente bussare alla porta, lei si asciuga le lacrime cercando di darsi un contegno e poi dice avanti si apre la porta e fa capolino Miriam, che dopo aver guardato la padrona si rende conto che c’è qualcosa che non va le si avvicina e le accarezza la testa a quel gesto Caterina si ritrae, vorrebbe raccontarle tutto, ma non ci riesce troppo pericoloso confidarsi, allora Miriam capisce che Caterina le sta nascondendo qualcosa, pensa che Gaetano l’ha picchiata nuovamente ma non vede segni di percosse.
Caterina ,ripreso il controllo di se, dice a Miriam, “ perché sei venuta a cercarmi, cosa succede problemi in cucina?” “ no signora nessun problema sono venuta a portarle un’ambasciata di Saro ci aspetta stanotte al pascolo sud al vecchio fienile per un altro gioco erotico” Caterina sente un brivido, questo invito la stuzzica parecchio ma teme di accettare perché ha paura che l’avvocato abbia pagato qualcuno dei braccianti che lavorano alla villa per tenerla d’occhio e riferirgli ogni suo movimento.
Allora lei risponde a Miriam “ Io non verrò l’altra notte e stato bello ma finisce tutto li” allora Miriam dice no mi scusi signora non era un invito quello di Saro era un imperativo ha detto che se stanotte non viene saremo noi a salire nella sua stanza. A quel punto Caterina si infuriò e disse “di a quel bifolco analfabeta che io non verrò e lui non si deve permettere di mettere piede in casa” anche se il suo corpo e la sua anima sapevano benissimo che appena la villa dormiva di un sonno profondo sarebbe uscita per andare a quel stuzzicante appuntamento.
Miriam allora guadagnò l’uscita dalla stanza della padrona si voltò la guardò con i suoi occhi profondi neri e maliziosi e le disse, “Tu stanotte verrai!!!!!!!ti aspettiamo abbiamo in serbo per te una bella sorpresa!!!!!!”
La giornata scivola via in turbinio di emozioni, il terrore di quel porco di avvocato che finalmente era tornato a casa sua, terrore delle eventuali spie, che poteva aver assoldato e la voglia irrefrenabile di provare ancora tutto quel piacere sessuale con Saro e Miriam.
Arriva l’ora di cena, Gaetano torna dai campi, e lei non sa come mandarlo a letto dopo cena in modo che si addormentasse subito, visto che lui era arrivato con idee libidinose che voleva assolutamente consumare in modo bestiale come al solito.
Mentre cenavano a Caterina venne in mente che aveva ancora delle gocce di sonnifero che le aveva prescritto il medico , così disse al maggiordomo che il caffè e l’whisky lo avrebbe servito lei a suo marito in biblioteca.
Si recarono in biblioteca e lei si apprestò a preparare le tazze ed il bicchiere con il ghiaccio quando Gaetano comodamente sdraiato sul divano la chiamò “ Caterina vieni qua” allora lei per non destar sospetto si girò ed andò verso di lui che nel frattempo si era aperto la patta dei pantaloni e teneva in mano il suo cazzo e le disse “ inginocchiati e suca Troia” lei come un automa obbedì all’ordine infilandosi in bocca quel cazzo neanche troppo duro e che puzzava di piscio; quel porco non si era fatto neanche la doccia; le veniva da vomitare ma la consolava il fatto che dopo si sarebbe presa la sua rivincita come donna e come femmina.
Finì tutto molto presto fortunatamente, così servì il caffè con qualche goccia di sonnifero a quel mostro, ed aggiunse un po’ di sonnifero anche nell’whisky per sicurezza, si sedette sulla poltrona di fronte a lui lavorando un po’ ad uncinetto aspettando che il medicinale facesse il suo effetto che non tardò ad arrivare.
Infatti Gaetano, dopo poco disse” mi è venuto sonno vado a dormire tu che fai” e lei disse” finisco di dare disposizioni per domani su cosa preparare e sulle cose da fare in casa ed arrivo anche io” sorridendo vide Gaetano andare di sopra quasi barcollando e cominciò a pensare come uscire senza farsi vedere e cosa indossare per l’occasione.
Si mise una sottoveste di raso nero, un paio di slip comprati di nascosto, di seta neri abbastanza striminziti, calze sottilissime anch’esse nere tenute su con giarrettiere di pizzo , scarpe con un po’ di tacco, ed uno scialle di seta grande che le copriva la testa e parte del corpo, scivolò fuori dalla porta di servizio usata dalla servitù per le consegne dei generi alimentari e si diresse verso il campo sud in direzione del vecchio fienile accelerando sempre di più il passo per la voglia di arrivare prima che poteva. Il cuore le batteva forte in petto di tanto in tanto si voltava per assicurarsi di non essere seguita da qualche scagnozzo dell’avvocato ma la voglia di arrivare era più forte di qualsiasi paura.
Giunta finalmente al vecchio granaio, scostò leggermente la porta ed entrò era tutto avvolto nell’oscurità, chiamò con voce flebile “ Saro, Miriam, sono qua sono riuscita venire” nessuno rispose e nell’oscurità vide una fiammella accendersi e spegnersi, qualcuno si era acceso una sigaretta, impaurita cercò di guadagnare l’uscita ma si accese una lampada e vide due o tre braccianti davanti alla porta che la bloccavano e la guardavano con avidità, si voltò e vide l’avvocato seduto su una balla di fieno, che le disse “ non è stato difficile comprarsi quella gran troia della tua serva, sapevo che non avresti resistito ad un altro incontro sconcio con il tuo stallone da monta del figlio del fattore e con quella vacca della tua cameriera ed invece sorpresa sorpresa eccomi qua vuoi fottere strano ed io ti faccio fottere strano, ragazzi prendetela e legatela allo steccato che ora ci divertiamo”.
Caterina era terrorizzata, tremava come una foglia cosa le avrebbero fatto questi energumeni , si mise ad urlare ma nessuno avrebbe potuto sentirla erano troppo lontani dalla casa, la presero di forza la legarono e ora l’avvocato era davanti a lei messa in ginocchio con il suo cazzo turgido la obbligò ad aprire la bocca e glielo insinuò fino in gola, mentre da dietro gli altri due le strapparono le mutande, uno cominciò a frugarla avidamente lei pensava di avere paura pensava ad uno stupro ma si scoprì invece stranamente eccitata da tutta questa situazione tanto che cominciò a succhiare il cazzo dell’avvocato molto avidamente al punto che disse “ brava troia succhia così che mi piace e da dietro gli altri due uno si sdraiò sotto di lei e iniziò a leccarla avidamente mentre lei si bagnava sempre di più, e l’altro invece prese il grasso di vasellina e come Saro la sera prima, la sodomizzo e lei godette e rigodette-
Era combattuta aveva ribrezzo di questi uomini eppure godeva, come mai? cosa le stava succedendo? Forse c’era qualcosa in lei che non andava………. Dopo aver raggiunto l’ennesimo orgasmo mentre i tre si davano il cambio sopra e sotto di lei ad un certo punto si tolsero tutti e tre chi dalla bocca chi dal culo la sciolsero e tutti e tre insieme masturbandosi le fecero colare la loro sborra calda sulla faccia dicendo “ bevi tutto Troia” lei da brava cagna quale si sentiva bevve tutto e pulì i loro cazzi con grande determinazione masturbandosi e raggiungendo quasi ancora un orgasmo quando si accese la luce e sentì la voce di Gaetano che le disse “ Ancora dentro la vaca da bagno stronza, occupi sempre il bagno, si fece una sana pisciata, ed aggiunse asciugati e muoviti, vieni a letto che ho voglia di fottere!!!!!!!!!!!


Fine.
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