Prime Esperienze

Il Cameriere


di Membro VIP di Annunci69.it lupus42
28.06.2022    |    165    |    2 6.0
"La serata scorre piacevole passeggiando per i navigli fermandoci per un happy hour, parliamo e parliamo, direi piacevole tutto sommato ed anche simpatico, ..."
… pesante oggi la lezione di diritto amministrativo, tutti quei codici quelle norme, un giorno come tanti che magari con il passare del tempo sarebbe finito del dimenticatoio delle anonime giornate delle nostra vita, del resto se ci riflettiamo ricordiamo anche a distanza di tempo solo quei giorni e quelle esperienze che ci segnano, eppure non sarebbe stato cosi, non sarebbe stato l’anonimo e uguale giorno come tanti.
“Posso offrile un caffè?”, l’inusuale improvviso invito di uno sconosciuto davanti a quel ristorante orami verso la chiusura di un anonimo cameriere dagli occhi verdi i tratti somatici del sud, moro, alto fisico normale, “va bene grazie”, e le parole che a volte escono dalla bocca in maniera istintiva senza che il cervello abbia il tempo di riflettere cosi di stomaco per poi ripensarci, “ma come mi viene di dire si”, ci sono cose inspiegabili nella vita quelle chimiche che spesso inconsapevoli si sviluppano improvvise, “sono Lupus piacere, accomodati pure vado a prendere il caffè, acqua naturale o gassata?”, “piacere sono Martina e grazie si gassata”, immersa nel suo logorroico linguaggio mi parla a sommi capi di se, che è li da diversi mesi, solo non ha molti amici e che mi ha vista passare diverse volte ed è subito stato attratto da me, solite cose di maschio cacciatore, “hai un bel sorriso, due begli occhioni sei molto bella”, non so perché ho accettato io timida universitaria la terzo anno di legge (ho fatto i conti pensi di aver azzeccato), lo ascolto senza interromperlo guardando spesso il fondo della tazzina vuota ormai da diversi minuti, “ok Lupus devo andare adesso grazie per il caffè”, “mi piacerebbe rivederti ancora Martina magari non mentre lavoro, mi lasceresti il tuo numero?”, domanda decisa e impertinente di chi ci prova, “d’accordo Lupus non ci sono problemi”, e cosi dopo avergli lasciato il mio numero riprendo la via di casa senza pensare più di tanto a quanto accaduto, piacevole si ma non oltre e poi mi ci voleva proprio un caffè e due chiacchiere per rilassarmi dopo la giornata all’università.
Squilla il cellullare, sono le circa le 20.00 di sera, numero sconosciuto, “pronto chi parla?”, “ciao Martina sono Lupus il cameriere ricordi? Ci siamo seduti abbiamo preso un caffè….” “si ciao Lupus certo ricordo bene, dimmi pure”, “ascolta non volevo disturbarti solo che mi piacerebbe uscire con te a bere qualcosa magari sai potremmo andare ai navigli ….” “ascolta Lupus ho molto da studiare e devo lavarmi i capelli (solita scusa ahhaha), e grazie dell’invito ma non posso”, “capisco Martina be non dico stasera io lunedì ho la giornata libera e magari potremmo organizzarci…..”, “ senti Lupus grazie dell’invito ma non mi sembra il caso sai cosi non ci conosciamo e cmq ……”, “vabbè ho capito Martina la verità e che io sono un semplice cameriere e tu oggi una studentessa universitaria e magari domani un grande avvocato e non vuoi che qualcuno ti veda in giro con me, ma guarda che le persone non vanno giudicate dal lavoro che fanno o dai soldi che guadagnano ma da come sono dentro e….”, “ma no che dici non mi è mai passato per la mente una cosa del genere e poi non sono una classista non è come pensi è solo che non mi va e basta”, la telefonata si era chiusa in maniera un po' burrascosa, la cosa mi aveva sconvolto essere accusata di discriminazione di classe era l’ultima delle accuse che mi si potevano rivolgere, piuttosto non sono mai stata una che esce con il primo sconosciuto a prescindere dal suo lavoro e tenore di vita, ma per chi cazzo mi ha presa questo, eppure c’era qualcosa in lui che mi aveva colpito un fremito dentro di me un quel non so allo stomaco che non ti lascia indifferente, a volte la vita ci mette davanti a delle scelte gli anglofoni le chiamano slidding doors, cosa sarebbe accaduto se….. vabbè una bella doccia e a nanna domani altra giornata piena in facoltà.
Nei giorni a venire dovendo fare sempre la stessa strada per tornare a casa notavo il suo sguardo fisso quasi maniacale su di me, nessun cenno nessuna parola solo occhiate che si dilungavano per tutto il mio passaggio, anche mia madre aveva notato lo sguardo insistente di questo ragazzo tanto da chiedermi se lo conoscessi o meno, il suo sguardo iniziava ad infastidirmi quella sensazione non piacevole di essere squadrata, fissata, quasi spogliata dalla testa ai piedi, violentata nel voler rompere il mio equilibrio psicofisico, ma non intimorita tanto che prendendo coraggio decisi di affrontarlo per mettere fine a questo pedinamento visivo.
“Allora la vuoi smettere di fissarmi come un maniaco quando passo di qui mettendomi in imbarazzo con i miei amici ed i miei familiari?”, “scusami io non volevo metterti in imbarazzo Martina e che mi piaci e ti penso e….”, “e cosa? Cosa vuoi da me?”, “ascolta ti faccio una promessa e giuro che la mantengo, dammi una chance esci una volta con me, beviamo qualcosa facciamo serata insieme e poi decidi se vedermi ancora o no, e ti garantisco che se decidi di non vedermi più io non ti darò mai più noia e accetterò la tua decisione”, “ti faccio sapere ok? ora devo andare ciao Lupus”.
Ma guarda questo impertinente ora mi ricatta anche, esci con me e non ti guardo più e cosa si aspetta che con una uscita a bere qualcosa io poi cada nelle sue braccia? Cretini gli uomini davvero cretini alcuni credono di avere l’uccello d’oro.
“Ciao Lupus sono Martina, ok accetto il tuo invito ma ad una condizione si va in giro per locali al centro di Milano niente posti strani”, “Ciao Martina sono felice che tu abbia accettato, tranquilla facciamo un giro per Brera ok?”. Lo avevo fatto avevo dato appuntamento al guardone seriale e la cosa strana e che ne ero felice, è strana la mente umana quella delle donne poi ancor di più, non mi piace e questo è acclarato, si è simpatico ma come tanti, non ha nulla di speciale, be forse gli occhi eppure ce una piccola forma di attrazione non ancora decifrabile che mi spinge ad andare oltre. Eccomi davanti allo specchio, il vestitino blu è perfetto, un filo di trucco non appariscente un po' di tacco non guasta mai e andiamo.
La serata scorre piacevole passeggiando per i navigli fermandoci per un happy hour, parliamo e parliamo, direi piacevole tutto sommato ed anche simpatico, “bene Lupus grazie della serata io devo andare adesso tra l’altro sono le 2 notte”, “ok Martina ti accompagno sai non vorrei che tu faccia brutti incontri lungo la strada”, e tutto accadde per un attimo quando passammo vicino quel violetto buio e maleodorante dove in una attimo mi ritrovai di spalle al muro, presa dall’enfasi del momento avevo la sua bocca contro la mia e come per una forma di attrazione chimica le nostre lingue in maniera spasmodica si intrecciarono come serpenti in una tana, le sue mani addosso ed un attimo le mie mutandine erano bagnate i miei piccoli e deliziosi capezzoli duri come due bottoncini, “ti voglio Martina”, mi sussurrava all’orecchio mentre due dita frugavano nelle mie intimità regalandomi intensi piaceri che mi sconquassavano il cervelletto dandomi scosse di andrenalina lussuriosa, lo lascia fare accarezzando la sua schiena spingendolo a me e offrendogli con movimenti lenti del mio bacino la mia figa ormai bagnata di umori. “abito qui vicino Martina”, mi disse in un attimo e prendendomi per mano quasi mi trascinò verso il suo monolocale a due passi da quel vicoletto. In attimo ero nuda nella sue braccia in piedi contro il muro il suo corpo contro il mio, sentivo la sua prepotente erezione premere sul mio bacino, in ginocchio accarezzando le sue cosce pronta ad ammirare la sua eccitazione mi ritrovo il suo cazzo davanti al naso, sento l’odore forte e acre di maschio ed una cappella di tutto rispetto bollente e dura preme sul mio viso. La mia timida bocca inizia ad assaporare quella mazza, leccandolo come fosse un gustoso e fresco calippo mi approprio pian piano del suo cazzo, accarezzo le palle mentre Lupus mi tiene raccolti i capelli con una mano spinge lentamente godendo del mio trattamento orale, punta i piedi e spinge il bacino cercando di infilarmi il suo cazzo in gola, ho conati di vomito, respiro a fatica e la mia figa gronda piacere e sento un filo lento di piacere scendere lungo le mie cosce. Presa di forza sbattuta sul letto a gambe aperte tenuta per le caviglie sento la sua bocca sfamarsi della mia figa che spruzza piacere, le sue labbra succhiano la mia clitoride gonfia di piacere mentre un primo intenso orgasmo mi fa vibrare come la corda di un violino, urlo il mio piacere e lungo le sottili mura del monolocale qualcuno nel cuore della notta si sveglierà di soprassalto invidiando il mio amante.
A pecorina adesso sento il suo cazzo farsi largo come coltello nel burro nella mia accogliente figa, martella schiaffeggiandomi le chiappe, resto senza fiato ogni volta che mi sembra di venir colpita alla cervice, come una pantera aggrappata con le unghia al lenzuolo il viso schiacciato sul cuscino e la sua verve lussuriosa che spinge come un forsennato nella mia giovane e vogliosa figa. Il sesso è un gioco che deve coinvolgere la mente, il corpo e l’anima, ancora un orgasmi fulminante intenso mi manda quasi in coma erotico, mi lascio cadere sul letto sembrerei svenuta svuotata dei miei fluidi svuotata della mia mente. E’ un toro sbuffa dalle narici mentre sudato mi guarda distesa ad occhi chiusi sul letto, ha il cazzo che pulsa ancora duro, vuole la sua ricompensa dopo avermi regalato diversi orgasmi, con gli occhi da cerbiatta e lo sguardo da mantide mi sollevo leggermente accarezzando le sue gambe, guardo il suo cazzo pulsare come una cagnetta in calore mi metto a quattro zampe riprendendo a succhiare l’arma del piacere. Sento i miei abbondanti e dolciastri fluidi sulla sua mazza lecco e succhio aspiro affondo con la bocca, lui si sega lentamente mentre mi gusto la sua cappella, pulsano le vene, respira lento ed affannato ma non mi fermo, il suo premio la mia bocca che è pronta ad accogliere il suo seme, lo guardo negli occhi con il suo uccello in bocca, gli sorrido, “vengo Martina, vengoooo sborrooooooo”, non batto ciglio, uno schizzo in gola direttamente, tossischo un secondo sul viso, riapro la bocca un terzo schizzo e poi lenti sussulti di un cazzo che come un vulcano continua a eruttare non lava ma nettare di vita, dolce, denso, intenso e bollente, ed io ingoio e succhio e ripulisco.
Recupero i miei vestiti stropicciati, mi rivesto lo guado beato sul letto soddisfatto di aver fatto sua la sua preda, crede lui forse, “dammi il tuo cell Lupus”, me lo porge, cancello il mio numero, “è un addio Martina?”, “non lo so Lupus ma i patti sono patti, io lo tengo il tuo numero forse ti richiamo forse no”, senza salutarlo esco dal suo monolocale lasciandomi alle spalle questa avventura, in bocca ancora il sapore del suo sperma, sul mio corpo ancora i segni della sua passione, non ho messo gli slip ho lasciato a lui un trofeo cosi potrà credersi toro quanto vorrà non mi interessa, e godendo del fresco della notte che accarezza la mia figa ancora bollente rientro a casa per tuffarmi sotto la doccia e poi farmi accarezzare nuda dalle braccia di Morfeo.
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