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Prime Esperienze

Mia madre è una Santa...almeno di nome (parte 1)


di Phicomane
22.12.2017    |    31.123    |    8 8.4
"Divenni il suo schiavetto, la sua mano da sega e col passare del tempo anche la sua bocca, si dopo qualche mese cominciai anche a prenderglielo in bocca, a..."
(il racconto non ha un genere ben preciso essendo solo l'inizio di una storia un pò lunga, spero non troppo, questa prima parte la metto tra le prime esperienze, il resto deciderò dopo, buona lettura)

Questa è la storia (inventata) di quella Santa di mia madre.


Prologo

Per tutta la vita mia madre è stata condizionata dal suo nome di battesino, fin da quando aveva pochi anni c'era sempre stato qualcuno (genitori, nonni, vicini, ecc...) che le ricordavano che il nome che portava la "obbligava" ad avere un comportamento perfetto sotto ogni punto di vista, in casa e fuori, e così la piccola Santa prese questa sua missione alla lettera. Non disobbediva mai ai suoi genitori, a scuola era sempre una delle prime della classe, frequentava la parrocchia e stava alla larga dai ragazzi e dalle "cattive compagnie. Così era cresciuta, anche quando la sua femminilità era sbocciata e gli sguardi degli uomini erano diventati più frequenti, insistenti ed irriverenti mia madre Santa non aveva cambiato di una virgola il proprio stile di vita. Neanche quando suo padre portò in casa il gioielliere del paese il dott.Luigi Albeto, non proprio un bell'uomo, proponendolo quale futuro marito, mia madre Santa sempre ligia al dovere, acconsentì alle nozze senza alcuna rimostranza. Così mia madre Santa a 26 anni si sposò e andò a vivere nella grande casa della famiglia Albeto da sola con il nuovo, non più giovanissimo marito, di cui tutti in paese dicevano un gran bene ma che di certo non era il tipo d'uomo che facesse perdere la testa alle donne, tutt'altro, era un uomo comune e mediocre sotto qualsiasi punto di vista: estetico, intellettivo e anche tra le gambe non raggiungeva la sufficienza. Ma tutto ciò per mia madre Santa non contava, nonostante questo matrimonio facesse discutere il paese per lo strano accostamento tra il vecchio ragionier Albeto e la bellissima, seppur casta e pudica Santa, per lei contava solo seguire la retta via che il padre aveva tracciato e poi non avendo mai avuto altri uomini ed essendo arrivata illibata alle nozze non aveva alcun metro di paragone per giudicare il suo sposo.

I primi anni trascorsero sereni e pacifici, i due riuscirono ad avere anche un figlio (io) che venne su esile, bruttino e riservato come e forse più del padre (di cui non ho molti ricordi in verità). Ma 10 anni dopo il matrimonio tutto cambiò quando un infarto si portò via il marito che da poco aveva festeggiato i 59 anni, lasciando Santa da sola con il piccolo Guido (sempre io) di 4 anni e la gioiellerie di cui occuparsi...

Dopo un primo periodo di difficoltà mia madre Santa si dimostrò bravissima nell' occuparsi sia di che della gioielleria. Fino a potersi permettere due commessi che le permettevano di poter stare in casa, con me, per la gran parte della giornata. Gli anni passarono il nostro rapporto si fece sempre più stretto e "morboso" tanto che fino ai 14 anni mi faceva ancora il bagno e mensilmente mi prendeva le misure, altezza, spalle, petto e pene (che non è mai cresciuto più di tanto): "ma non dire così sei già un uomo come tuo padre" mi diceva e io ci avevo creduto fino a quando...


L'inizio

Qualcosa nelle nostre dinamiche cambiò dall'inizio del secondo anno di liceo, il primo lo avevo passato quasi da solo, senza legare con nessuno (come sempre) ma dal secondo cominciai a stringere amicizia con Renato, anche lui poco popolare anche se era più estroverso e fisicamente più robusto di me, ma per tutti era "strano", ed infatti lo era davvero ma io ancora non lo sapevo o facevo finta di non saperlo pur di avere un amico...
Renato come me era tra i più bravi della classe ed era un super patito di videogames ma in più rispetto a me aveva già maturato un fortissimo desiderio sessuale che "terrorizzava" le nostre compagne di classe, era un patito della masturbazione (come tutti gli adolescenti) e in particolare del porno con donne mature la cosiddette Milf.
Sempre più spesso Renato trascorreva il pomeriggio dopo scuola da me, prima a studiare e poi a giocare alla Play per ore. Un giorno si presentò a casa con il suo portatile perchè doveva mostrarmi qualcosa di meglio dei videogiochi e così quando lo aprì mi fece vedere la sua intera pornocollezione non so quanti giga di video avesse ma erano davvero tanti e da quel giorno mi iniziò al porno e alla masturbazione in compagnia...
Ogni pomeriggio finito di studiare chiudevo la porta e cominciava il rituale, luci soffuse, via jeans e mutande, fazzolettini a go go e porno a tutto schermo, riuscivamo a farcene anche 3-4 di seguito, riuscendo a guardare quasi tutti i generi esistenti: anal, gangbang, interracial, bukkake, studenesse, cameriere, insegnanti, nere, asiatiche, ecc ma alla fine finivamo sempre con il suo pallino le casalinghe: le Milf. Trascorremmo così tutto il secondo anno di liceo sempre rimanendo i migliori della classe.
Ovviamente mia madre Santa si era accorta che non giocavamo più ai videogiochi, in effetti una volta finita la nostra maratona era impossibile non sentire l'odore di cazzo e sperma che lasciavamo in camera, considerando che skizzavamo un pò ovunque e che i fazzolettini non bastavamo mai per pulire tutto, alla fine toccava sempre a lei rimettere tutto in ordine. Ma mia madre Santa non disse mai nulla, nè si scandalizzò mai, per lei qualsiasi cosa facesse suo figlio, così come suo marito o suo padre era sacrosanto e nessuno poteva dire il contrario: " tranquillo Guido puoi passare tutto il tempo che vuoi chiuso in camera, l'importante è che non trascuri lo studio, poi se ti va di farti le pugnette in continuazione non devi preoccuparti è normale per i maschietti soprattutto alla tua età devi sfogarti quando vuoi!"
Finita la scuola Renato andò dai nonni materni per l'estate e in pratica ci rivedemmo solo a settembre per l'inizio del terzo anno, e quando ci riincotrammo quasi non lo riconoscevo, era diventato ancora più alto e più robusto,mi disse che aveva passato l'estate a fare km di nuoto, ma soprattutto mi annuncio che non era solo la statura ad essere aumentata di tanto in pochi mesi, e che nel classico appuntamento pomeridiano in casa mia mi avrebbe spiegato meglio. E così fu non avendo compiti da fare, erano pur sempre i primi giorni di scuola, andammo subito al porno per recuperare il tempo perduto e non appena si sfilò i boxer capii' subito a cosa si riferiva a scuola, a Renato era cresciuto il cazzo e di parecchio, era sempre stato più sviluppato di me, ma adesso poteva tranquillamente "prestarlo" ad uno dei protagonisti dei nostri amiti film

"woow Renà ti è venuto su davvero un bel bastone, ma quanti cm saranno??!!" esclamai estasiato e, confesso, anche eccitato
"boh, prendi il righello e misuralo!" - senza esitare eseguiì presi il righello e incrociando lo sguardo di Renato, lo accostai al suo membro duro 22cm "woow" - esclami ancora, "dai toccalo, non morde, non fa male, senti cosa si prova a tenerne uno così grosso in mano" - mi disse serio, io dopo qualche secondo di esitazione lo feci, impugnai il suo bell'arnese e lo sentii pulsare nella mia mano, la cosa mi provocò un piacere forte e inaspettato che fece impennare anche il mio pisellino, "ti è venuto duro solo toccandolo e porcellino che non sei altro" - disse ridendo Renato, "dai misura anche il tuo" - "10 cm scarsi" dissi - "ti doppio ahaha...allora da adesso ti permetterò di farmi le seghe così anche tu potrai godere del mio grosso bastone...già ho proprio un bel bastone e tu hai proprio un pisellino da oggi ti chiamerà Lino, dimiutivo di pisellino e tu mi chiamerai Tone diminutivo di basTone, hahah" - scoppio a ridere, ma era tremendamente serio ed io solo allora mi accorsi di quanto realmente perversa e strana fosse la sua mente, ma non arretrai anzi la cosa mi eccitò ancora di più e cominciai a menargli il cazzo senza che il bisogno che mo le chiedesse...
Divenni il suo schiavetto, la sua mano da sega e col passare del tempo anche la sua bocca, si dopo qualche mese cominciai anche a prenderglielo in bocca, a fatica e in maniera impacciata riuscivo solo a leccargli la cappella ma a lui piaceva comunque, come me non aveva nessuna ragazza, solo la mia mano e la mia bocca, fino a quando un giorno mia madre Santa chiese a Renato perchè mi chiamesse Lino negli ultimi tempi...
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