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Prime Esperienze

NUOVI INCONTRI 1


di SweetMaster2023
02.10.2023    |    6.014    |    0 6.7
"Non solo non amo i ritardatari, ma vedere prima il luogo dell’incontro mi aiuta a rilassarmi..."
Il Generale Inverno non voleva arrendersi ai primi segnali di una primavera particolarmente precoce, c’era ancora voglia di calde coccole tra le lenzuola di una camera ben riscaldata, o rumori di acqua calda termale ad accompagnare giochi maliziosi di dita, di lingue, di mani che esplorano parti altrimenti nascoste.

Rispondo senza molte speranze ad un suo annuncio piuttosto esplicito lanciato da un sito di incontri al quale siamo iscritti entrambi, e trovo la risposta già il giorno dopo, con dei complimenti che non lasciano dubbi. Sono un pochino diffidente, vediamo se è seria, le chiedo il telefono e di continuare lo scambio di vedute su Whatsapp, e lei acconsente. Buon segno.

Nei giorni successivi iniziamo a conoscerci; sa graduare le sue emozioni, al contrario di me che tento spesso di sconfinare nel troppo esplicito, fino a chiederle di togliersi le mutandine quando ciattiamo. Rifiuta, ma con una motivazione più che condivisibile: nelle fasi preliminari non accetta ordini da nessuno.

La inseguo, mi tiene un po’ sulla corda, ma sa quando lasciar cadere gocce incandescenti sulla mia pelle eccitata:“Quando ho capito di essere sottomessa, ho accettato la mia natura di buon grado, e mi diverto un sacco in quel ruolo”.
“Io sono dominante, amo le schiavette sottomesse, ma penso anche che il confine tra chi esercita il potere e chi lo subisce sia molto sottile”.
“Ovviamente, le regole le faccio io, quindi il mio Padrone deve solo rispettarle”.
“...magari spingendoti sempre un pochettino oltre…”.
“Certo, ma sono sempre io a decidere se e quando fermarmi”.
“Hai la mia parola”.
“Devo avere anche tanta fiducia in chi mi domina”.
“Cercherò di conquistarla, la fiducia: così difficile da ottenere, così facile da perdere…”
La discussione continua tra alti e bassi: ha bisogno di parlare di sé, dei suoi mille incontri, delle cose che le dan fastidio; osservo che il suo linguaggio è un pochettino troppo infarcito di parolacce per i miei gusti, a me non piace la volgarità gratuita, mentre adoro quella finalizzata al sesso, per esempio.
Intuisco che per lei sia come uno sfogo emotivo, lascio correre, siamo certamente molto diversi, ed è normale che sia così.

Inizio a incalzarla facendole domande dirette e sempre più esplicite, mi ecciterebbe se accettasse di rispondere:“Cosa ti piace particolarmente?”.
Mi racconta di aver avuto diverse relazioni che han seguito le regole del BDSM, quindi intuisco che sa il fatto suo, e di questo son molto contento.
“Sono anche fistata, anche se è parecchio tempo che non me lo fanno più, penso di aver bisogno di un po’ di allenamento prima di riuscirci nuovamente”.

A sentire queste parole il mio pene diventa subito duro, lo sento fremere, è come se avessi preso una scarica elettrica che ha attivato improvvisamente tutti i sensi: la troia è fistata! Il sogno di tutti i padroni!
“Faremo tutto con calma, non ti devi preoccupare”, tento di tranquillizzarla.
Non mi sembra affatto preoccupata.

Il giorno dopo, al telefono, ci scambiamo i complimenti perché ci piace la nostra voce, lei dice che la mia le suona molto dolce; sono felice che sia di suo gradimento, penso che la voce comunichi molte più emozioni di quelle che solitamente siamo abituati ad attribuirle, e poi è uno strumento versatile, a saperla usare bene, perché si possono graduare l’intensità, la frequenze, il ritmo, la cadenza e anche altre sfumature.
Anche la sua mia piace, per adesso non lascia trasparire emozioni, cerco di immaginarla rantolare piacere, ma non mi riesce, è troppo presto.

“Prendi anche la cinghia?”, le chiedo a bruciapelo.
“No”.
“Strano…”, mi stupisco - “… e poi, dovresti dire non ancora, non un semplice no”.
“Non ancora, hai ragione… diciamo che dovrei fidarmi molto del mio Padrone per accettarla”.
“Hai ragione anche tu. E ceffoni, li accetti?”.
“Sì, ma non ne prendo da diverso tempo, e anche qui vale il discorso di prima”.

Mi fermo perché capisco che sarà molto più interessante discutere di questi dettagli roventi vis à vis, gli occhi affondati in quelli dell’altra, le mani che toccano la pelle… so già che quando le chiederò le stesse cose accarezzandole la clitoride e l’ano, risponderà senza reticenza alcuna, sottovoce, languida, tra un bacio e l’altro e con le gambe aperte.

“Possiamo vederci in videochiamata?”, le chiedo.
Rifiuta:”Preferisco di persona”. Capisco che deve avere poca stima della propria immagine, e rifletto sul fatto che a me importa molto più la personalità della bellezza esteriore: una donna sottomessa, che sa concedere tanto, fa breccia nel mio desiderio molto, molto più di una bella bambolina che non sa, o non riesce, a lasciarsi andare facilmente.
“Ci vediamo domani, allora?”.
“Va bene, ti mando ora e posto in cui incontrarci. Scusa se non ti do ancora il mio indirizzo, vediamoci in un luogo pubblico affollato, come la stazione dei treni, se sei d’accordo”
“Stavo per proportelo io”, ammetto.
“Hai letto i miei racconti”?
“Non ho ancora avuto tempo”.
“Beh, l’ultimo che ho scritto era pensando a te”.
Forse dice una piccola bugia, ma che importa, l’importante è il pensiero malizioso che mi ha dedicato.
“Diciamo che ho inserito molti elementi che ti permetteranno di capire cosa mi piace e cosa no”.
“Lo farò appena possibile, adesso mi hai incuriosito”.
“Ci conto, a domani”.
“Un bacio”.

Alla sera, malgrado sia molto stanco e dopo aver messo a letto mia madre anziana e ammalata, riesco a leggere qualche suo scritto; aveva ragione, sono abbastanza espliciti, ma non trovo molti elementi nuovi rispetto a ciò che mi aspettavo: conosco le donne sottomesse, so bene cosa desiderano e come farle divertire.
Mi colpisce però la sua consapevolezza, la sua capacità di accettare la sua natura e di cercare di soddisfarla senza troppo ritegno.
Decido di messaggiarla ancora: “Posso chiederti ancora una cosa?”, le chiedo.
“Dimmi…”.
“Visto che nei tuoi racconti parli spesso del fatto che ti piacciono i plug-in, mi piacerebbe che arrivasi all’incontro avendone già uno dentro, meglio ancora nel culetto, in modo che possa poi scoprirlo quando deciderò di toccarti sotto”.
“Non ti prometto niente, sarà in ogni caso una sorpresa, sia che ce l’abbia, sia che sia poi tu a infilarmene uno…”, risponde molto maliziosamente. “A domani, buonanotte”.
“Buonanotte anche a te, piccolina”, le auguro teneramente.



Arrivo sul luogo dell’appuntamento con dieci minuti buoni di anticipo, come sono abituato a fare sempre. Non solo non amo i ritardatari, ma vedere prima il luogo dell’incontro mi aiuta a rilassarmi.
“Ciao, piacere, Anna”.
“Il piacere è mio, Gabriele”, le dico sorridendole. Non faccio finta, sono proprio contento di vederla.
Il primo impulso sarebbe quello di abbracciarla subito e ficcarle tutta la lingua in bocca, ma mi trattengo, più per il fatto che c’è molta gente intorno che non per paura di deluderla; penso, anzi, che a lei piacerebbe anche.
Riesco a stento a controllarmi, la invito invece a bere subito qualcosa al bar della stazione; iniziamo a guardarci, a scoprirci, a valutare quanto siamo reciprocamente distanti da come ci eravamo immaginati. Discorsi di circostanza, scopro subito che sa il fatto suo, la guardo spesso negli occhi, e ovviamente mi chiedo se abbia il culetto infilato oppure no. Lei non fa nulla per farmelo capire, è brava, il maschietto va lasciato macerare nella sua curiosità infantile il più possibile.

La faccio salire in auto aprendole lo sportello, come so piacerle per via del fatto che lo ha scritto nei suoi racconti: lo averei comunque fatto, è un gesto di cortesia che nobilita chi lo fa molto più di chi lo riceve.
Decido di portarla in un parco pubblico che conosco lì vicino: fa freddo, ma il sole ci aiuta a star bene, su una panchina ben esposta.
La afferro subito per un braccio e stavolta le entro a fondo con la lingua; penso se toccarla subito sotto, ma prima ancora che abbia deciso se farlo o no, mi mette una mano sul pene già duro e inizia lei ad accarezzarmi.
“Bevi tutto”, le ordino versandole in bocca parecchia saliva: mi piace vederla bere un mio liquido, è il primo passo verso una confidenza maggiore.
Beve la mia saliva, e mi da la sua, che gusto avidamente.

A dispetto della reale temperatura, che comunque sarà intorno ai 15 gradi, siamo già molto caldi.
Le accarezzo il viso, lei pensa sia un segno di dolcezza, fino a quando le afferro un orecchio e la fisso negli occhi con sguardo severe:“Adesso inizia il gioco, sei pronta?, le chiedo tirandole forte il lobo.
“mmm. Sì, sono pronta…”, mi dice sottovoce.
Sento un po’ di paura nella sua voce, mi piace, iniziano le emozioni, è il momento di spingere.
“Adesso risponderai alle mie domande”.
“Certo, adesso sì…”.
“Intanto, chiamami Signore, quando rispondi”.
“Sì Signore…”.
Continuando a tirarle l’orecchio, ma in modo meno vigoroso, la bacio ancora a fondo, e stavolta con la mano vado sotto a toccarle l’inguine…. Non ha gli slip, sento subito i peli sotto le dita, tra i quali inizio a farmi largo alla ricerca del magico bottoncino.
Quando lo trovo, salgo col dito alla sua bocca e glielo metto in bocca per lubrificarlo.
Mi succhia il dito a fondo, lo estraggo e inizio a masturbarla dolcemente, ora con la mediazione della saliva.
“Ti piace?”, le chiedo scioccamente.
“Certo, molto….”, sospira.
“Dillo che hai voglia del cazzo”, volgare.
“Ho voglia i cazzo”, mi dichiara sussurrando.
Parte il primo ceffone; non è forte, ma fa rumore. Si irrigidisce.
“Come devi chiamarmi?”
“Ho voglia di cazzo, Signore”.
La adoro e la bacio di novo, mentre il dito finalmente entra nella vagina e inizia a infilarla dolcemente.
“Hai il plug dentro?”, le chiedo cercando intenzionalmente che la sua risposta anticipi la mia scoperta.
...
Eh no! Non vi svelerò se fosse infilata o meno, mi piace conservare questo segreto per noi soli, ma concludo il racconto dicendo che è stata una bellissima esperienza, condotta in tutta sicurezza, senza esagerare mai, con grande soddisfazione per entrambi.
Quante volte sarai venuta, Anna? E quante volte vorrai ancora venire, la prossima volta?

Di certo ti porterò molto oltre, ci saranno la cinghia e il fisting, le manette, i ceffoni e le inculate più profonde, ma questa sarà la prossima storia.
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