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Prime Esperienze

Una storia anale dalla mia adolescenza - prima parte


di JeanClaude87
19.09.2023    |    9.827    |    7 10.0
"Inizio a scoparla piano, piano..."
Era il settembre di vari anni fa.
Ero ancora un ragazzo e i primi giorni ottobre, con le sue giornate a mano a mano più corte e i pomeriggi sempre più freschi, mi portavano un gusto malinconico. Così dopo lezione spesso mi ritrovavo a passeggiare senza una meta per i portici della mia città, per ore e ore finché la luce del sole a poco a poco non svaniva lasciando spazio a quella calda arancione dei lampioni. Durante i miei giri incontravo sempre gruppi di ragazze che uscivano dall'università. Stregavano la mia attenzione i loro seni pieni non molto coperti da magliette a volte ancora troppo estive. I loro capezzoli che si percepivano sotto i reggiseni. Le loro gonne svolazzanti che lasciavano intravedere gambe lisce. I loro pantaloni aderenti che mi facevano fantasticare su quei culi rotondi e sodi. A quel punto tornavo a casa eccitatissimo.

In quei mesi non frequentavo nessuna ragazza. Ero felice di esplorare la mia sessualità di ventenne da solo.Mi masturbavo ogni giorno provavo nuovi meccanismi per provare piacere. Avevo scoperto di avere una fantasia particolarmente spiccata e spesso mi ritrovavo nella vasca da bagno ad accarezzarmi tutto il corpo. Fantasticavo su tutte quelle tette di ogni forma che mi erano rimasti in mente. Mi riaffioravano quei culi che avevo visto e che non riuscivo a farmi passare di testa. Immaginavo come le avrei fatte godere. Come le avrei leccate e che gusto avrebbero avuto. Sognavo le innumerevoli maniere nelle quali le avrei volute penetrare con forza per poi spargere i miei liquidi ovunque su di loro. Mentre la mia mente vagava, con una mano mi toccavo delicatamente la pelle del mio pene che piano piano diventava sempre più duro. Su e giù, piano piano. Con l'altra mi toccavo le palle accarezzandomi le gambe e il culo. A volte mi insalivavo un dito e, mentre con l'altra iniziavo a masturbarmi con vigore, me lo infilavo delicatamente nel mio buchino provando un gran piacere. Mi toccavo sempre più forte. Mi fermavo solo per fare colare dalla mia bocca un rivolo di saliva sulla mia cappella sempre più rossa e pulsante. Continuavo ad accarezzarmi il mio culo indugiando sul mio buchino. Molto presto non ne potevo più e schizzavo forte, ripetutamente, lasciandomi per qualche secondo in un momento di incoscienza.
Ripresi i sensi mi asciugavo e uscivo dal bagno sempre con un senso di incompiutezza e ancora vibrante di eccitazione.

Un pomeriggio durante una delle mie peregrinazioni mi ero fermato su una panchina, nella piazzetta davanti a casa. Assorto nei miei pensieri mi rendo conto di colpo che non sono più solo. Una ragazza bionda con un bel sorriso e due occhi dolci marroni si è seduta di fianco me. Con la coda dell’occhio sbircio meglio. La riconosco, vive nel mio palazzo nel nostro stesso piano. Si chiama Anna, ci conosciamo di vista ma nulla di più. Appena il mio sguardo scende di poco ho un sobbalzo, ha una maglietta bianca e non porta il reggiseno. Si intravedono i capezzoli resi turgidi dalla brezza fresca della sera. Non avevo mai visto delle tette così grosse da vicino e sono sinceramente eccitato. Mi inizia a venire duro.
Non sapendo bene cosa fare per approcciarla, in preda ad un misto di panico e rassegnazione, mi alzo e faccio per avviarmi verso casa pronto per la mia routine giornaliera.

Arrivato al portone di casa sento una voce che mi chiama. “Ehi! Aspetta! Non chiudere! Mi sono dimenticata le chiavi di casa”. Era lei. “Scusami ma ho scordato le chiavi in casa e non ho il telefono con me, mi puoi ospitare un’oretta finché le mi coinquiline non rientrano? Io sono preso alla sprovvista. Calcolo veloce: i miei per almeno un paio d’ore non saranno a casa. “Certo, nessun problema...”. Saliamo le scale, lei davanti. A momenti mi viene un colpo. Ha un culo rotondo, bello pieno. Attraverso i pantaloni aderenti si vedono le mutande che lo solcano a metà. Non riesco a non pensare a quel buchino che stanno coprendo. Inizio a fantasticare… scosterei il lembo di tessuto, strofinerei la punta del mio cazzo durissimo sulle sue pieghette e dopo averlo ben insalivato glielo infilerei piano piano tutto dentro mentre con le mani mi aggrapperei al suo seno morbido… Assorto come sono non mi rendo conto nemmeno che lei si è fermata davanti a me sul pianerottolo e le finisco addosso. Da dietro. Per un secondo il mio cazzo durissimo ha toccato il suo culo. Io ho sentito una scossa fortissima, quasi animale. Lei forse non se ne è nemmeno accorta. “Ehi ma tu non vivi qua? Dove stai andando?”. “Si si scusa ero sovrappensiero”.
Sovrappensiero…. Ero in tiro come non mai…


Apro la porta e la faccio accomodare. “Ti va qualcosa da bere per ingannare il tempo? Ho due birrette in fresco”. “Grazie mille, ho proprio sete. Ti aspetto qua in salotto”. Le servo da bere. Ho in mente una sola cosa. Il suo culo sulle scale. Solo che non ho nessuna idea di come realizzare il mio desiderio. Lei è molto intraprendente. Mentre sorseggiamo le birre, mi chiede che cosa studio, che interessi ho. Devo ammettere che oltre molto attraente è pure piacevole. Continuiamo a chiacchierare del più e del meno per un po’. Ad un certo punto la vedo arrossire ed iniziare a ridere. Io rimango un po’ stupito. “No sai è che ti devo rivelare un segreto. Sai che la finestra del nostro bagno è qui di fronte?” mi fa dicando la finestra della sala. “Si si certo.. Si vede pure da qua”. “E lo sai che dalla nostra finestra si vede lo specchio del vostro bagno?”. Terrore. “E sai che guardando nello specchio si vede parte della vostra vasca da bagno?”.
Ok, perfetto. Anche oggi ho fatto la mia figura di merda… Cerco di uscire dalla situazione come posso. Ironia salvami tu! “Ah sai che non lo sapevo. Quindi conosci tutte le marche dei nostri bagnoschiuma?”.
Lei ride. Forse ce l’ho fatta a mantenere la dignità. “No, però ho visto che hai un bel cazzo. Bello grosso. Io e la mia coinquilina ti guardiamo spesso quando ti masturbi.”

Sto morendo di imbarazzo. Però, ripensandoci… Non è che ci sta provando con me? Raccolgo tutta la mia forza interiore e rilancio. “Ah si? Sai che a volte penso a te mentre mi tocco?”. “Ah! Che porco che sei. E me lo dici così? E a che cosa pensi di grazia?”. Colgo la palla al balzo. Ho ancora in mente il suo culo. “Penso a te. A novanta. Mentre con le mani apri le tue chiappe per farmi entrare.”
Anna scoppia a ridere e ribatte. “Lo sapevo che eri un porco. Lo vedevo da come ti toccavi le palle, il culo mentre ti masturbavi. Come godevi a pieno“. Da un’occhiata all’orologio a parete. Mi rivolge di nuovo lo sguardo. E’ cambiato. Ora è seria. Determinata. Mordicchiandosi le labbra mi dice sotto voce:
“Abbiamo una mezzoretta e mi stai facendo bagnare… Ti va di farmi vedere questo tuo sogno?”
Si alza, si ferma davanti a me. Piano piano si toglie la maglia strizzandosi le tette. Sono grosse e sode. Ha dei capezzoli bellissimi e già turgidi. “Io e te ora faremo un patto. I mi metterò a pecora, come volevi tu. Visto che non abbiamo tempo voglio che usi il mio corpo solo per il tuo godimento. Se sarai abbastanza bravo, ci rivedremo e mi dovrai rendere il piacere. Con gli interessi” Io non capivo più nulla. Lei mi guarda, i suoi seni mi guardano. Non ero più in me. In un rantolo le dico: “Si certo…” Mi avvicino a lei, faccio per baciarla ma mi spinge via. “Questi non erano i patti, però puoi baciarmi il culo”.

Si spoglia velocemente. Si avvicina a me, mi slaccia i pantaloni e mi prende in mano il cazzo che ormai sta esplodendo. Inizia a masturbarmi piano e al primo scappellamento devo respirare a fondo per non venire. “Bene ora che ho controllato ed il tuo cazzo è della durezza giusta, cominciamo”
Si avvicina al divano, si siede rivolgendomi la schiena, appoggia le mani e il petto sullo schienale del divano. Con le mani si accarezza il culo e discosta le due chiappe, facendomi vedere la sua figa e il suo buchino. “Era così che te lo immaginavi? Vieni qua, dammi un dito che te lo insalivo”. Le porgo il mio dito medio, le se lo porta alla bocca e me lo lecca, me le ciuccia per bene. “Ora fai quello che sogni. Sfondami il culo, è tuo!” Io non ho più nessuna inibizione. Le spingo la schiena giù sul divano. Solo il suo culo rimane in alto all’aria. Piano piano le infilo un dito nel buchino. Poi due. Poi metto altra saliva. Sento che inizia a gemere. Si sta toccando la porca. Mi avvicino e inizio a sfregare il mio cazzo sulla figa e a spennellarlo sul su culo. “Anna, sei pronta?” “Si, ti prego sfondami!” Glielo impunto, spingo un po’. La cappella è dentro. Lei geme. “Com’è grosso, lo voglio tutto dentro”

Lo infilo tutto. Il suo culo è stretto e mi fa godere tantissimo. Inizio a scoparla piano, piano. Poi sempre più forte. Lei intanto si tocca. La sento che sta godendo. Ora la sto scopando forte senza più nessuna resistenza del suo buco del culo. Lei continua a toccarsi. Sento che inizia a contorcersi. “Mi stai sfondando e sto per venire….”. Aumento il ritmo e le prendo in mano le tette, proprio come avevo sognato poco prima. “Oddio vengooo oddioooo… Vieni con me, vieni con me!”. Ma io ho in mente un’altra cosa, rallento il ritmo ed esco. Mi pulisco il cazzo in una salvietta e la giro.
“Scusa ma non ti avevo detto come finiva il sogno… ora te lo faccio vedere”. Mi posiziono davanti alla sua faccia con il mio cazzo ed inizio a masturbarmi sempre più forte. Esplodo. Le schizzo la mia sborra calda ovunque, in faccia, in bocca, sul collo, sulle tette. “Ora puliscimelo”. Lei ubbidiente me lo lecca e me lo prende in bocca ingoiando tutta la sborra rimasta.
Non ho mai goduto così tanto. Siamo tutti e due sfiniti. Mi sdraio sul divano di fianco a lei.

Anna si gira e mi fa: “Ti aspetto per le 22. Niente scherzi. Voglio sedermi sulla tua faccia per almeno un’ora….”
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