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Prime Esperienze

la mia prima 50enne!


di onehotminute
10.10.2013    |    17.846    |    0 9.6
"Mi trovavo sui peli, neri e lisci, folti ma ben curati..."
Erano mesi che stavo su quel sito, finalmente una risposta tra i messaggi. Era una donna grande, quasi sui 50 anni, in serie difficoltà col marito, si erano separati da poco. Era sola e spaurita di trovarsi single dopo anni di matrimonio, vogliosa di sesso, ma ancora ferita. Dopo qualche messaggio decidemmo di incontrarci.
Non avevo visto il suo viso, stavo andando ad un appuntamento al buio con una totale sconosciuta, del doppio della mia età..sapevo solo che aveva delle tette enormi!
Parcheggiai e mi guardai intorno per non essere visto da nessuno, quasi come se stessi commettendo un crimine o una cosa di cui vergognarsi. Dopo varie telefonate trovai la porta e citofonai: "Ciao sono io!" lei: "Sali, sono al secondo piano." Comincia a salire le scale, lentamente, pensando a ciò che stavo facendo ed a ciò che avrei fatto.
Mi aspettava sul pianerottolo. Era una donna bassa, aveva delle belle forme, nel complesso magra, con il sedere un po' pendente. Aveva capelli lunghi neri, lisci come spaghetti. Anche gli occhi erano neri, non si distingueva la pupilla dall'iride, sembravano molto profondi. La bocca era piccolissima e con labbra finissime, quasi stonava nel suo viso. Aveva qualche ruga, soprattutto intorno alla bocca, doveva aver riso tanto, ma non in quel periodo.
Pensai che mi fosse andata bene, non era così brutta, ma neanche uno splendore di cinquantenne! Ci ripresentammo dandoci un bacio sulle guance, mi fece cenno di entrare. C'era molto imbarazzo, io speravo in lei, pensavo che essendo più grande avrebbe ben diretto la situazione, mi sbagliavo, era più timida di me! Stava in un monolocale, pieno di scatoloni a causa della separazione. Le chiesi un bicchier d'acqua e presi coraggio.
La invitai con me sul divano, e cominciammo a parlare. Parlammo del più e del meno, toccando argomenti seri, la sua separazione, il fatto che avesse una figlia della mia età, la solitudine, la mia università, il futuro. Mi disse che ero una brava persona e che la vita mi avrebbe riservato grandi cose. Il tempo passava veloce, avevamo parlato più di un'ora senza ancora aver accennato al motivo per il quale ci trovavamo lì.
Le misi il braccio intorno al collo e la tirai a me, con un sorriso. Lei capì cosa volevo e girandosi verso di me mi baciò. Fu quasi un bacio a stampo, io mi aspettavo la lingua, rimasi deluso e confuso. Mi venne verso l'orecchio e me lo succhio, sussurrandomi: "Non correre, cucciolo". Cominciai a baciarle il collo, profumava di mamma. Lo baciai e lo leccai, aveva i brividi. Con le mani le slacciai il reggiseno, lasciandole la maglia e le toccai i capezzoli, erano durissimi. Ci baciammo per circa dieci minuti buoni, adesso c'era tanta lingua, eravamo stesi sul divano e la situazione aveva decisamente cominciato a scaldarsi non poco. Lei era sopra di me e sentivo che spingeva il suo pube contro il mio, entrambi ancora vestiti. Sentivo il mio pene gonfiarsi, imprigionato dagli stretti e attillati jeans. Se ne accorse e decise di sbottonarmi. Incredibilmente avevo già la cappella fuori dalle mutande, era bagnata e gonfia.
Improvvisamente si alzò in piedi e tirandomi per mano mi condusse sul letto. Ero eccitatissimo e decisi di prendere in mano il gioco. Pensai tra me..Cucciolo?? Adesso ti faccio vedere..
Si sedette sul bordo quasi volesse assaggiarmi. La bloccai e le sfilai la maglietta togliendo anche la mia. La posizionai nel centro del letto e inizia a giocare coi suoi seni, di bocca e di mano. Poi delicatamente testai la situazione lì in basso.. era tutto un lago, potevo sentire il bagnato anche da fuori le mutandine. Scivolai giù fin l'ombelico, senza fretta di scendere, anzi con tutta la calma che avevo, quasi da farmi implorare. Mi trovavo sui peli, neri e lisci, folti ma ben curati. Abbassai i pantaloni e le mutande dai lati con entrambe le mani. Era nuda davanti a me.
Mi avvicinai alla sua fica, era aperta e con una goccia di succo pronta a colare. La odorai e la toccai, ebbe un gemito. Preso dall'eccitazione cominciai a leccarla, spingendo il mio viso contro il suo pube, "sporcandomi" la barba e il naso. La leccavo con passione, dappertutto, sopra nel clitoride turgido, e sotto vicino all'ano. Rimasi li almeno un quarto d'ora, mi piaceva, ce l'avevo durissimo e non vedevo l'ora di scoparla. Decisi di farlo, ma evidentemente non mi ero accorto che gradiva assai il mio servizio, tanto da tirarmi i capelli per farmi restare giù a finire il lavoretto. Felice del feedback, decisi di posticipare e continuai a leccare, strizzandole le tette. Era al limite ormai, ancora qualche minuto e mi avrebbe inondato di succo, con un orgasmo travolgente. Le misi qualche dito dentro, entravano che era una meraviglia! Mi venne voglia di azzardare di più, e infilai un dito anche nel culetto. La cosa le piacque tanto, strano non a tutte è gradito..lo infilai ancora di più e più in fondo mentre continuavo a leccare. Vedevo i suoi fianchi ondeggiare, e le sue mani sulla mia testa quasi ad essere sicuri che rimanessi lì. Si era irrigidita tutta, cominciò a tremare e ad ansimare con più foga. Sentivo le mie dita dentro di lei che venivano strette ad intervalli regolari, finchè si rilassò, con un gemito finale e sentì nella mia bocca il suo succo, caldo e cremoso.
Le lasciai qualche secondo per riprendersi e alzandomi in piedi mi abbassai i jeans e le mutande. Mi feci una sega con le mani sporche dei suoi umori, ero pronto per entrare. Si avvicinò per prenderlo in bocca, la respinsi, volevo solo scoparla forte, mi capì. Senza dire una parola si mise a "pecora" con la testa e il petto appoggiati sul letto mentre con entrambe le mani si allargava i glutei invitandomi ad entrare. Accolsi l'invito e lo misi tutto dentro in un sol colpo, facendola urlare, forse ero entrato troppo forte. Mi calmai, ormai non capivo più cosa stesse succedendo, mi abbandonai alla mia foga e lasciai che la passione ci travolgesse. Continuavo a pomparla, ero durissimo in tutto il corpo ma sentivo che non avevo troppa autonomia. Lei mi allontanò, facendomi uscire e sputandosi in un mano, si bagnò l'altro buco.
Accolsi con piacere anche questo invito. Lo misi dentro, questa volta con gentilezza, era stretto, e non entrava per nessun verso. Spinsi di più, e aspettai qualche secondo per dargli il tempo di dilatarsi. Riuscì nell'impresa, ero dentro, ma ancora non tutto. Cominciai a muovermi, mentre lei con le mani cercava di aprirsi il più possibile. Mi disse di scoparla con forza, e che non mi doveva importare di farle male. Mai nessuno mi aveva detto certe parole, rabbrividì e allo stesso tempo mi sentì come se stessi abusando di un oggetto a me sconosciuto ed estraneo. La scopai per qualche minuto, con molta violenza, andavo veloce e lo pestavo con forza fino in fondo. Urlava e mi stringeva una gamba con le unghie, più le facevo male più mi stringeva, più mi stringeva più le facevo male. Il momento del mio orgasmo era passato, ero in una fase stabile, sarei durato ancora per molto. Cambiammo posizione e facemmo una classica missionaria. Volevo farla godere un'altra volta, così glielo rimisi nella fica. Le allargai le gambe che tenevo aperte con le braccia. Le strizzavo le tette, le mettevo le dita in bocca, le stringevo il collo, le davo qualche schiaffo, le mettevo ancora dita nel sedere..ero impazzito!! Completamente abbandonati alla nostra furia e frenesia, vennè, stringendomi le braccia attorno al collo. Questa volta le urla si fecero fortissime, le dovetti tappare la bocca, i vicini e molto più in là ci avrebbero sicuramente sentito! Il suo orgasmo aveva finalmente smosso qualcosa, il mio.
Mi alzai in piedi e la misi a sedere nel bordo del letto. Per nessuna ragione me ne sarei andato senza prima aver provato la sua bocca. La presi per i capelli, li raccolsi in un ciuccio e la spinsi verso di me. Aprì la bocca e lo mise dentro tutto d'un fiato, rimanendo così per qualche secondo. Capì che doveva sdebitarsi per il mio lavoretto. Mi mise contro una parete, la mia schiena era a contatto con il muro, gelido e asciutto, lei in ginocchio davanti a me, mi guardava dal basso. Mi cinturò la vita con le braccia e si spinse il viso verso il mio cazzo. Cominciò a succhiarlo con le mani sempre dietro di me. Ogni pompata arrivava sempre più giù. Potevo vedere le lacrime nei suoi occhi, e la saliva che colava filamentosa verso le mie palle. Arrivò fino in fondo, il naso batteva nei miei peli. Con una mano ora stringeva la base del mio bastone di pelle mentre con la bocca mi scopava veloce.
Era giunto il momento di venire, la guardai per farglielo capire. Mi guardò e riabbassò gli occhi, mettendoci ancora più energia. Eccolo, lo sentivo in fondo, saliva piano piano. La mano stringeva sempre di più mentre la bocca succhiava come se volesse togliermi l'anima. Sentivo la cappella esplodere, era rossa come il fuoco e le vene azzurre sembravano fiumi in piena, pronti ad allagare le pianure più distese. Le feci cenno di spostarsi, ma lei con l'altra mano mi spinse ancora più dentro, dandomi modo di capire che non si sarebbe mossa di un pelo. Le esplosi in bocca tra spasmi e ansimi. Mi guardò con gli occhi sbarrati, in bocca il mio cazzo che pulsava e la sborra che colava da una parte. La guardai come per dire: "te l'avevo detto!". Rimanemmo a fissarci per qualche secondo, poi il suo sguardo divenne malizioso e prima di staccarsi ingoiò tutto.
Rimasi di sasso, ero sfinito e stupefatto. Si pulì la bocca con una mano, qualche goccia era andata persa nei suoi seni. Se la spalmò attorno ai capezzoli, giocandoci e ridendo mentre mi fissava, avida e soddisfatta.
Si alzò in piedi, e venne per darmi un bacio, poi si girò di scatto, convinta che non fosse una cosa da fare dopo un pompino. La presi, ormai qualsiasi cosa mi andava bene, la baciai, e senti nel suo viso l'odore del mio sesso, del mio sudore.
Andammo in bagno a sistemarci tra le risate e i sorrisi post orgasmici. Poco dopo ci rivestimmo in silenzio, stanchi e soddisfatti della bella scopata. Giunti alla porta ci facemmo i complimenti per le prestazioni e ci salutammo con un bacio. Io scomparì nelle scale da dove ero arrivato, con le gambe tremanti.
Non la senti mai più.....
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