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Il potere di Laura


di lasfinge
28.11.2023    |    6.298    |    1 8.9
"Le sue mani salgono rapide, lo slip bagnato si sposta rapidamente mentre sente le dita dentro di lei..."
Laura si siede sulla sua terrazza e si accende l’ennesima sigaretta. Guarda il posacenere, son davvero tante e non sono ancora le 8 di sera. E’ tornata dal lavoro presto, ha provato a sdraiarsi a letto per riprendere le energie.
Ha una gran voglia di vedere Paolo stasera e le sta montando il senso di colpa per la notte scorsa. Allunga le lunghe gambe chiare sulla sedia davanti e reclina il capo godendosi il fumo della sigaretta che le entra in profondità.
Chiude gli occhi e ripensa a come la sbatteva forte quello stronzo di Vittorio ieri notte. Le pare di sentirlo ancora sopra di lei. Allunga istintivamente la mano verso l’alto, come fatto stanotte per evitare che i colpi la spingessero fino a sbattere la testa. Pensa a come voleva trattenere le urla per non dargli la soddisfazione di godere così platealmente e al suo sorriso di vittoria mentre riapriva gli occhi dopo aver gridato il suo primo orgasmo.
Non fumava marjuana a letto da tanto, non fuma quasi mai. Non ha saputo dir di no quando lui le ha chiesto senza troppi convenevoli un pompino tra un tiro e l’altro. Odia non sentirsi padrona della situazione, figurarsi non riuscire a ribellarsi ad uno che usa il suo cazzo per schiaffeggiarla e trovarsi invece a leccarlo più in profondità.
Anche questa sigaretta è finita, si guarda le cosce e vede i lividi della notte, le ginocchia segnate da quando questa mattina all’alba dopo una notte insonne lui la ha presa da dietro. Non finiva mai, non voleva che finisse mai nemmeno lei, solo che lui se ne andasse dalla sua vita subito dopo.
Non sa se Paolo noterà quei lividi e l’odore di lui, che Laura si sente addosso come una denuncia della notte scorsa che noterebbe chiunque; non è bastata la doccia a lavarlo via.
Le viene la tentazione di confessare, lui che a parole è così aperto, chissà se lo sarà anche a conoscere le cose reali.
Era ancora intontita dal sesso, dal sentirsi in balia di uno che forse l’ha usata per realizzare una sua vecchia fantasia. Farsi l’ex amante di suo fratello, chissà quanto tempo ci aveva pensato. E anche lei sapeva che lo aveva sognato in quel momento di una vita passata, ma lo aveva considerato immorale, ancora più immorale. Mentre a letto si riprendeva, sentendo le gambe tremare, lui si era fatto una doccia a casa sua come se fosse la sua doccia. Era andato di là a prepararsi un toast, lo aveva mangiato facendo un caffè per entrambi. Si era vestito, la aveva baciata con la lingua con ancora il sapore di marijuana, vino e sesso addosso e le aveva detto che oggi aveva un impegno a cena con amici, ma che sarebbe passato da lei a mezzanotte, di farsi trovare pronta perché l’avrebbe scopata ancora più di stanotte.
Laura era rimasta senza parole, tra l’impegno per la sera che aveva già con Paolo che attendeva da settimane, il senso di colpa, ma anche la voglia di averne ancora.
Guarda l’orologio, dovrebbe uscire in questo momento per arrivare puntuale da Paolo, ma non ha voglia di farlo. Gli uomini devono attenderla, aspettarla. Il senso di colpa diventa voglia di sentirsi desiderata, da tanti uomini, regina come è nelle fantasie di Paolo.
Tarda senza motivo infatti, era già pronta, le mancavano solo le scarpe beige e le calze nere che ha comprato per l’occasione. Chiama un taxi e avvisa Paolo del ritardo. Lui vuole giocare coi messaggi mentre l’attende, lei non ha più voglia di virtualità, le nega anche la foto chiesta in taxi, basta sognare, Paolo, ora devi conquistarmi. In realtà la foto alle gambe, Laura se la fa e si perde a guardarla perché si sente sexy. Le calze scure non coprono solo i lividi, ma la fanno sentire dannatamente attraente. Perché non le ha comprate prima, si chiede.
Quel quarto d’ora in taxi si perde tra i suoi pensieri, quando scende e se lo trova davanti si ritrova all’improvviso tra le sue braccia. È esattamente come l’aveva immaginato, pensa quasi che è recitare in un film di cui conosce la parte. Lui che si avvicina, le mette una mano dietro la testa finchè le bocche si avvicinano. Si sente quasi come con i primi baci del periodo dell’università, così intensi che si perde tutto il resto. Un bacio di quelli che tutta la città è sullo sfondo, la mano di lui che le accarezza il culo ricordandole che non sarà solo un bacio.
Si staccano, si prendono per mano dirigendosi al ristorante. Sembra di conoscerlo già Paolo, parlano del più e del meno, del lavoro, di come lui tenga stretti allo stesso modo i suoi misteri e il ginocchio di lei, per fortuna l’altro quello senza lividi.
Laura è interdetta, è coinvolta, si sente leggera come “hakuna matata”. Doveva essere un gioco tra di loro, invece è davvero senza pensieri come avevano immaginato. Quando lui va a pagare sono le 23.50 e lei guarda il cellulare, vede le tre chiamate perse e i messaggi di lui. “Arrivo un po’ prima”. “Non voglio perder tempo a toglierti il reggiseno, fatti trovare nuda”. “Apri, son sotto”.
Ci pensa un attimo, non risponde nemmeno alla chiamata che arriva proprio mentre guarda il cellulare e Paolo sta tornando a prenderla al tavolo. Laura è libera. “Mi inviti da te?”, le dice Paolo, “Andiamo in un altro bar” risponde lei baciandolo.
Non camminano a lungo, si siedono presto l’uno davanti all’altro.
“Era vero quello che dicevi, non sei geloso?” Chiede Laura. Si siede comoda, allunga i piedi, vorrebbe fumare un’altra sigaretta ma sono al chiuso, le appoggia un piede tra le gambe. Lo tasta in attesa della risposta.
“Si, lo so che è strano ma è una cosa che mi eccita”. Risponde Paolo.
“Stanotte ho scopato, tanto. Sai chi è, so che hai capito chi è.”
Gli occhi di Paolo brillano di eccitazione e preoccupazione. “E stanotte vuoi me?”. “Si”, risponde Laura mentre sentiva già l’eccitazione di Paolo crescere tra le sue gambe. Pensa che è la conferma che questa cosa lo eccita davvero e si scopre a fare confronti attraverso il piede, chissà se è grosso.
Gli racconta della marjuana, del senso di colpa, di quanto ha goduto. Lui le carezza le dita mentre lei parla. Laura ha bisogno di una sigaretta. E anche di scopare Paolo.
Escono dal bar, sono ormai le due di notte. I messaggi che ha ricevuto nel frattempo confermano che Vittorio se ne è andato, che son crollate le sicurezze di lui e lei si sente sempre più sicura.
Accende una sigaretta proprio all’uscita del bar mentre Paolo si avvicina. Allunga le mani sotto la sua gonna, lì all’ingresso ormai vuoto nella tarda notte. Le sue mani salgono rapide, lo slip bagnato si sposta rapidamente mentre sente le dita dentro di lei. Chiude gli occhi e aspira forte la sigaretta.
“Soffia nella mia bocca”. Dice Paolo e così Laura fa. Una, due, tre volte. Mentre le dita la portano ad un inatteso orgasmo, lì all’aperto, le sembra quasi di venire nella sua bocca attraverso il fumo.
Salgono su un taxi, in silenzio, si guardano di lato e si sorridono. Forse stanchi anche se sanno entrambi che la notte non è ancora finita.
Un piano di scale li porta all’ingresso dell’appartamento di Laura. Entrano e Laura sposta di lato la bicicletta mentre Paolo si guarda intorno. Laura si leva le scarpe e l’abito, resta in un bellissimo intimo nero mentre Paolo la guarda.
Vuole assolutamente mostrargli la sua terrazza, lo porta fuori con la scusa dell’ultima sigaretta della sera. E lì che si sente sicura. Paolo si siede davanti a lei, un po’ come se fosse il suo posto. Lei allunga le gambe su quelle di Paolo, è in maniera quasi naturale che lui si porta le dita del piede sinistro alla bocca. Le bacia e le succhia una ad una mentre Laura si gode la sua sigaretta. Quando ha finito lo vede inginocchiarsi davanti a lei. La mano di Laura sui suoi capelli mentre sposta lo slip e inizia a leccarla. La nemesi di 24 ore fa. Si sente appagata nel rilassamento, Laura, è come la prosecuzione dell’orgasmo davanti al bar e anche questo giunge piuttosto rapidamente. Si guardano. I visi stanchi, ubriachi, ebbri anche della felicità di essersi incontrati.
Lei nuda, quasi. Lui totalmente vestito vanno verso la stanza da letto. Si sdraia Laura mentre lui si spoglia rapidamente, si mette un condom. In un attimo è sopra di lei. Entra, dolce come è stato finora, con un ritmo lento. Laura però è stanca di dolcezza, ora avrebbe voglia di essere scopata come ieri sera. “Più forte”, le dice, ma senza una reazione sufficiente. Laura sa che così non arriverà di nuovo all’orgasmo, forse stanca per l’ora decide di prendere l’iniziativa.
Lo gira bruscamente e sale sopra. Entra fino in fondo ad occhi chiusi. Prende il suo ritmo, lui cerca di baciarla, lei un po’ lo lascia fare per poi spostarsi, lo sta rallentando dal suo ritmo. Colpo dopo colpo sente montare l’orgasmo. E’ la dolcezza di Paolo e la rudezza della notte prima insieme. L’orgasmo arriva e lei lo soffoca dentro di sé, solo piccolo gemiti senza urla, sente una lacrima sull’occhio mentre viene e si accascia su Paolo esausta. Esce con lui ancora duro, si addormenta appagata al fianco di Paolo lasciandolo lì senza esser venuto.
Ci penseremo domani, si dice chiudendo gli occhi.
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