Per Eva

Dedicato ad Eva:


Lavoravo a Brescia in quel periodo, ma abitavo a Roncadelle visto che gli affitti erano più bassi e la zona era ben servita, sia dall’autostrada che da un ampio centro commerciale. Proprio qui mangiavo, essendo solo e lontano dalla famiglia, quasi ogni giorno. Ci avevo infatti preso gusto nello sbizzarrirmi al self service, troppo stanco per cucinare dopo una giornata di lavoro.
Capitava che dopo cena, per digerire, facessi una passeggiata lungo le vie coperte e fu lì che notai quella ragazza.
La vidi assorta mentre osservava la vetrina d’ un negozio di intimo e ne fui incuriosito. Traspariva infatti dai suoi occhi la soddisfazione estetica concepita dalla sua immaginazione: non era solamente un guardare il suo, era un comporre la bellezza.
Ovviamente parte portante di questo progetto non poteva che essere il suo corpo, pensai ritrovandomi ad ammirarlo anche io.
Era slanciata ed atletica come solo una ragazza così giovane puo essere. Lisci capelli neri scivolavano sulla sua schiena con eleganza ed allo stesso tempo selvatica sensualità. Un seno ribelle si affacciava dalla scollatura senza scalpore, discretamente. Le sue gambe, esaltate da una gonna nera a mezza coscia, sfidavano la gravità sotto un sedere disegnato dalla natura con un compasso dorato. Avrà avuto manco 20 anni, ma dalle sue curve proveniva un canto di sirene tutt’altro che innocenti.
Non avevo mai tradito mia moglie, ma nessuno mi legò quando i miei passi presero a muoversi verso la sua aurea di mistero. Lei percepì la mia presenza probabilmente, ma non fece nulla per farmelo capire finchè non le fui quasi a portata di fiato. Allora mi guardò dapprima con aria indifferente, poi, forse stupendosi della fermezza con cui il mio sorriso le si parava puntualmente di fronte, con crescente frequenza e curiosità.
Io dividevo i miei sguardi fra lei e la vetrina, cercando di dare l’impressione di guardare soltanto in risposta al suo voltarsi. Il gioco andò avanti per un po’ di tempo, permettendo che tra noi si formasse una sorta di tacita confidenza. L’intimo sui manichini, o meglio l’idea di lei alle prese con queste intime questioni, era il sottile perno su cui giocava la voluttà d’entrambi. La condivisione di tali pensieri rendeva l’atmosfera eccitante, demolendo sensualmente ogni imbarazzo senza bisogno di parole.
Come attirato da una calamita le sfiorai la mano nel silenzio di quello spazio stretto circondato dalla confusione. Lei la ritrasse d’istinto, ma non si allontanò; anzi poco dopo fu lei a sfiorare la mia continuando a guardare di fronte sorridendo.
Poi si mosse di colpo allontanandosi ed io d’istinto la seguii; si voltava continuamente all’indietro monitorando la mia presenza e regalandomi furbi sorrisi pieni di erotica naturalezza.
Quando entrò nel bagno vidi che potevo raggiungerla senza essere notato e lo feci. Lei mi aspettava e finalmente i nostri occhi si unirono in un solo sguardo. Un bacio che solo la giovane follia puo’ accendere saziò le nostre labbra, mentre le mani esploravano la carne soffice con bramosia.
Continuai a baciarla girandole con dolcezza il collo quando ruotai il suo corpo, appoggiando tra le sue natiche la mia ormai inarrestabile eccitazione. Non disse nulla quando sentì la zip dei miei jeans aprirsi, nè quando le sollevai la gonna scostando il sottile filo del perizoma.
Le sfuggì un “Si...” quando la penetrai, poi sospiri e frasi sussurrate.
Mi baciò in bocca prima di salutarmi sorridente con un “Ciao...” e svanire tra la folla....innocente ragazza dall’aria timida...