tradimenti

Pulizie


di Ciclistabo
17.08.2023    |    22.932    |    12 9.9
"- "Tutto apposto?", le disse vedendola pensierosa mentre sorseggiava il caffè..."
Lisa per fare la mamma aveva lasciato il lavoro che faceva prima. Dopo anni ora si era rimessa in cerca di lavoro, facendo diversi colloqui nella speranza di trovarne uno che le piacesse. Nel frattempo, per arrotondare, si dava da fare facendo da babysitter o pulizie a casa di persone che conosceva. Una di queste era quella di una sua amica che aveva in casa anche la sua mamma ormai anziana. C'era già andata diverse volte, oltre a sistemare spesso si intratteneva con l'anziana signora a chiacchierare e farle compagnia. Nell'ultimo periodo però la signora fu costretta ad andare più volte in ospedale e rimanere là ricoverata. Viste le condizioni non buone della mamma, l'amica aveva ospitato dei parenti, venuti apposta da lontano per andare a trovare l'ammalata. Di tutto ciò aveva avvisato Lisa, che per venirle incontro decise di spostare l'orario pattuito e invece di andare nel pomeriggio, andò la mattina. Arrivò alle 8 a casa dell'amica e la trovò, insieme ai parenti, pronti ad uscire.
- "Senti Lisa, limitati magari a fare solo i bagni, sala e cucina. Non ti preoccupare delle camere. Anzi, c'è mio nipote che dorme, piuttosto che farlo venire di primo mattino abbiamo preferito lasciarlo a casa, ma tanto quello prima di mezzogiorno non si sveglia", le disse l'amica.
- "E non preoccuparti che tanto non lo svegliano nemmeno le bombe, specialmente che ieri è rientrato pure tardi. Quindi fai tutto il rumore che vuoi", le disse la madre, sorella dell'amica.
Rimasta sola iniziò il suo lavoro, senza nemmeno considerare il ragazzo che dormiva. Tra l'altro non sapeva nemmeno quanti anni aveva, diede per scontato che si trattasse di un ragazzino, magari 14enne. A quell'età ti annoi di tutto, specialmente di startene in una sala d'aspetto in un ospedale. Passò circa un'ora, passando dalle stanze le sembrò di sentire delle voci, la TV accesa probabilmente. Da vicino però più che voci le sembrò di sentire dei versi, gemiti di donna. Nonostante la porta chiusa capì benissimo di cosa si trattasse, il ragazzino si stava divertendo a guardare qualche video porno. "Chissà che starà combinando", pensò, "sicuramente si starà masturbando, d'altronde la giovane età, gli ormoni a mille". Decise di allontanarsi, si mise a pulire quel corridoio facendo anche un po' di rumore, almeno per fargli sentire la sua presenza. Ma i versi delle donne goduriose non smisero, piuttosto aumentarono di intensità. Le veniva da sorridere, immaginava la scena di quel ragazzino con una mano che teneva il cellulare e l'altra sotto le mutande. Finì di fare il corridoio e si dedicò al bagno. Poco dopo sentì una porta aprirsi e rumore di ciabatte che si avvicinavano. Si girò e vide quella presenza davanti a lei che nel vederla si bloccò.
- "E tu chi sei?", disse la voce di quello che doveva essere un 14enne.
- "Io…io sono un'amica di tua zia. La aiuto nelle pulizie di casa", rispose Lisa sorpresa, quasi balbettando.
Altro che 14enne, di anni ne aveva di più ed era un tronco di un metro e ottanta e se ne stava nudo, con quel cazzo ancora duro e dritto, impalato davanti la porta del bagno.
- "Ah! Non sapevo ci fosse qualcuno. Pensavo di essere solo", si giustificò lui.
- "Beh, probabilmente non ti hanno avvisato. Ma non sarebbe il caso che ti vai a rivestire", le disse lei ancora sorpresa.
- "Ah, si già", rispose il ragazzo ancora mezzo addormentato. "Ma a me serve il bagno", continuò come niente fosse.
- "E ho capito. Ma lo sto lavando. Non puoi aspettare".
- "Veramente no. Devo pisciare".
A quelle parole Lisa diventò rossa di rabbia. Se solo avesse potuto gli avrebbe dato un colpo col manico del mocho che teneva in mano. L'avrebbe insultato e picchiato volentieri, se non lo fece era solo perché comunque era il nipote della sua amica e lei era già indaffarata all'ospedale con una persona. Non voleva fargliene assistere due.
- "Prego, è tutto tuo", le disse uscendo dal bagno.
- "Grazie. Se vuole può sistemare la stanza nel frattempo. Intanto mi faccio una doccia".
La stanza? Ma dove pensava di essere, in albergo? Voleva rispondergli, ma ancora una volta contò fino a 10 e lasciò andare. Rimase fuori ferma per qualche istante, ancora scossa per quelle frasi. Aveva già finito quel piano, mancava solo quel bagno appunto e il piano di sotto. Di prendere tutto ed andare giù per poi risalire su per terminare solo quel bagno non ne aveva voglia. Vide l'orologio, era ancora piuttosto presto e così decise di aspettare che finisse.
Nel frattempo i gemiti continuavano a sentirsi nel corridoio, ora che la porta della camera era aperta si sentivano ancora meglio. Passeggiò nervosamente per il corridoio, poi sentendo l'acqua della doccia aperta si avvicinò alla camera ed entrò. A terra c'era di tutto, vestiti, scarpe, mutande. Sul letto un computer con lo schermo aperto che trasmetteva quel film porno. Non volle vedere quelle scene, però il suo istinto da madre le disse di mettere a posto. Raccolse i vestiti mettendoli sulla sedia e sistemò le scarpe sotto la scrivania. La stanza dava già un'altro aspetto. Il letto era da sistemare ma solo al pensiero di ciò che aveva probabilmente fatto poco prima, non le andava di toccare quelle lenzuola. Certo non era una cosa normale dover sistemare una stanza avendo come sottofondo dei versi di godimento, avendo lei figli piccoli e non avendo mai visto film porno, quella situazione le sembrò molto surreale. Spostò con un piede quelle mutande che stavano a terra, mentre lo fece le tornò in mente la scena di poco prima, cioè di quel ragazzo a cui adesso dava almeno 20 anni, magro, glabro e con quel cazzo dritto che spiccava notevolmente davanti a quel corpo senza peli. Probabilmente aveva interrotto quella masturbazione, era fin troppo duro e dritto per essere venuto poco prima. E poi non c'erano segni e nemmeno fazzoletti usati. Spostandosi verso il comodino lanciò per la prima volta uno sguardo verso lo schermo del PC. Di fronte a lei la scena di una donna, messa a pecora sopra un letto, intenta a succhiare un bel cazzo mentre un'altro era appena uscito dalla sua figa. E proprio in quel momento stava puntando altro, ovvero il buchetto del suo culo. Rimase impalata nel vedere quella scena, di come quell'uomo la stava preparando a ricevere quel grosso cazzo dentro il culo, quindi tutta la preparazione, la lubrificazione del buco con la lingua, sputi e quella grossa cappella che piano piano, spingendo, si intrufolava dentro quel culo. Il verso di lei, l'immagine di quel grosso pezzo di carne che la allargava, l'altro cazzo che avidamente succhiava. Quella scena la tenne lì impalata, a bocca aperta, mordendosi le labbra.
- "Bella scena vero?".
La voce che arrivò alle sue spalle da quel ragazzo la fece sobbalzare per lo spavento. Per un attimo era entrata in un mondo tutto suo dimenticandosi dove si trovava. Si girò spaventata ma al tempo stesso arrossì per l'imbarazzo, per essersi fatta beccare. E lui invece se ne stava lì tranquillo, ancora bagnato nella parte superiore e con l'asciugamano che gli copriva quella sotto. Almeno aveva avuto la decenza di coprirsi stavolta, visto che poco prima non lo aveva fatto.
- "Se ti piace te lo passo. Così te lo vedi con calma", continuò con quello spirito odioso, ridendo.
- "Ma come ti permetti. Non sono mica tua sorella che mi parli così", le rispose Lisa.
- "Ah beh guarda. A lei le dico anche peggio. Quella stronza".
- "Lei stronza? O forse sei te che fai troppo lo sbruffone".
- "Io? E che ho detto? Ho solo visto che eri interessata al film e te l'ho proposto. Sembrava che ti piacesse".
- "Ma..ma, ancora? Mica sono come te che me ne sto chiuso in una stanza a menarmelo. Ho un marito io, non ho bisogno di questi film per eccitarmi".
- "Però potrebbe aiutarvi. Fate cose nuove, ti fai una cultura. O hai già provato?".
- "Ma che cazzo dici? Ma stai scherzando? Questa è bella, lascia che torna tua madre e vediamo se fai ancora lo sbruffone", disse uscendo dalla stanza.
- "Lascia che torna tua madre…", ripeté sfottendola, "guarda che sono maggiorenne. Posso fare ciò che mi pare. Volevo solo esserti d'aiuto", disse ancora prendendola in giro e ridendo.
Lisa era incazzata nera, rossa di rabbia andò in quel bagno. Aveva solo voglia di finire in fretta e dirgliene 4 a sua madre non appena l'avrebbe rivista. Non si faceva mica trattare così da un ragazzino, lei che di anni ne aveva il doppio di lui.
Finito finalmente con il piano di sopra non le rimaneva che completare cucina e soggiorno. Non appena scese sentì dei passi sotto, provenire dalla cucina, si affacciò e trovò di nuovo lui, ancora con l'asciugamano avvolto in vita.
- "Eccoti. Ti ho preparato una merenda", disse lui facendole vedere la tavola apparecchiata con delle fette biscottate e marmellata. "Faccio partire il caffè?", chiese ancora.
-"Cos'è? Mi vuoi comprare con un caffè?", rispose sarcastica lei.
- "Ma dai, che sei malpensante. Volevo solo farti fare una pausa", rispose lui.
Sembrò sincero, non aveva quell'aria spocchiosa di poco prima, ma di certo questo non le avrebbe fatto cambiare idea sul raccontare tutto a sua madre.
- "Dai, ormai la macchinetta è partita. Non puoi rifiutare il caffè".
Alla fine accettò, si accomodò aspettando che lui le portasse la tazzina.
- "Tiè, guarda che gentiluomo. Pure la sotto tazzina".
- "E certo, che ti frega. Tanto dopo lavo io".
- "Vedi come sei superflua. Quello è un dettaglio di poco conto. Guarda il gesto. E poi vuoi mettere bere un caffè in mia compagnia".
- "Ah beh guarda, ne avrei fatto volentieri a meno..dopo quello che hai detto su".
- "Ancora ci pensi. E poi che ho detto di male?".
- "Ancora? Smettila che è meglio per te".
- "Che fai, mi picchi. Fallo e poi lo dico a mia madre".
Lo guardò e dopo poco scoppiarono a ridere. Tutto sommato passò 5 minuti chiacchierando piacevolmente con lui, ebbe modo di scoprire che aveva 19 anni, che aveva finito la scuola da poco e stava ancora pensando a cosa fare della sua vita.
- "E la ragazza cosa vorrebbe che facessi?", le chiese.
- "Quale ragazza? Quella di qua o quella di giù?", rispose lui.
- "Pure due ne hai? Ma scusa, da quanto tempo è che sei qua?".
- "Con oggi 5 giorni".
- "E hai già la ragazza? Veloce".
- "Beh in realtà è lei che dice di esserlo. Solo perché sono 4 giorni che me la faccio".
- "Detto così non è bello. Che ci fai l'amore semmai".
- "No no, che amore. Che scopiamo proprio. È dalla prima sera che ci siamo visti che non mi molla un attimo. Mi sta sempre attaccata addosso".
- "Avrà avuto un colpo di fulmine".
- "Si, il colpo le è preso quando mi ha visto nudo".
Era molto spigliato il ragazzo, non si faceva problemi a parlarle in quel modo, lei che in fondo era una sconosciuta per lui. Probabilmente faceva così con tutte. Nel sentirgli dire quelle parole, la mente andò immediatamente a quella scena vista in bagno. Beh che il ragazzo fosse messo bene sotto non poteva negarlo, tutto sommato a quella ragazza che era rimasta sorpresa nel vederlo nudo non poteva che darle ragione.
- "Tutto apposto?", le disse vedendola pensierosa mentre sorseggiava il caffè. "Stai pensando pure te a me nudo?".
- "Ma che cazzo dici?", rispose lei rialzandosi in piedi. Forse è meglio che torno a lavorare.
- "Guarda che non c'è niente di male. Non penso che hai già chiuso i battenti", continuò a dirle mentre lei usciva dalla stanza.
Sentendo quella frase si fermò sul ciglio della porta, avrebbe voluto girarsi e rispondergli ma decise che era meglio lasciar perdere e se ne andò.
Si dedicò alla pulizia del salotto, spolverando la libreria. Lo sentì sedersi pesantemente sul divano e accendere la TV. Si girò, non si era ancora vestito, sempre con quell'asciugamano addosso e quel fare strafottente. Si affrettò a spolverare la libreria, poi si dedicò alla cucina. Finita con quella non rimaneva che pulire a terra e lavare il salotto. Tornò in sala, lo vide preso nel guardare un programma culturale di quelli che fanno al mattino.
- "Ah beh allora non ti interessano solo i porno".
- "Ah ah ah. Per chi mi hai preso? E poi non ce ne sono in TV a quest'ora del mattino", continuò sorridendo.
- "Ah ecco perché".
Lo vide talmente preso da quella discussione in tv che per fargli un dispetto accese l'aspirapolvere.
"Eh no cazzo!", lo sentì protestare per il rumore dell'aspirapolvere, ma siccome ormai voleva fargli un dispetto non la spense e continuò a passarla anzi avvicinandosi al divano, così che il rumore fosse più forte. Le disse qualcos'altro ma non se ne curò e continuò a passare l'aspirapolvere passandogli anche davanti e soffermandosi più tempo proprio davanti la TV, così da non dargli la possibilità nemmeno di vederla. Continuò più del solito, ormai lo faceva apposta per fargli un dispetto, fino a quando non sentì più le sue proteste, anzi girandosi di scatto lo vide che la fissava, o meglio, le fissava il culo. Lo beccò sul fatto, lo sguardo fisso e una mano appoggiata proprio lì, sopra l'asciugamano. Alzò lo sguardo anche lui quando si vide colto sul fatto ma non fece una piega. Si guardarono poco, forse due o tre secondi, ma furono secondi interminabili. Rigirò lei lo sguardo per prima, decise che era meglio spostarsi dalla TV e dargli modo di tornare a guardarla. Era strano, ma fu lei a sentirsi in imbarazzo, più di lui che era stato colto sul fatto. Continuava a dargli le spalle, ma ormai distante dalla tv, ancora una volta quando si girò lo vide che la guardava e la mano sempre lì, in quel punto che si era rialzato. Ancora una volta si girò imbarazzata, col pensiero a quel ragazzo che si stava toccando pensando a lei. Fu strano ma non provò rabbia, piuttosto sapere di provocare una certa reazione le piacque. Le venne voglia di giocare e così rimase lì davanti a lui più del solito, azzardando delle pieghe degne della miglior provocatrice. Non faceva quelle cose da chissà quanto tempo, provocare col suo fisico, lei che nonostante era da poco entrata nei 40 ma che fisicamente poteva dare filo da torcere a qualsiasi ventenne. Magra, sportiva, un culo che non passava inosservato, suo punto di forza a detta del marito. Giocò un po', poi decise di smetterla, stava pur sempre giocando con un ragazzino, uno che tra l'altro poteva essere suo figlio. Finì di passare l'aspirapolvere, non prima di essere passata davanti al divano, costringendolo ad alzare le gambe e proprio in quel breve passaggio notò ancora meglio quel rialzamento dell'asciugamano. Doveva averlo eccitato per bene, ripensando alla scena del mattino lo immaginò lì sotto, duro e dritto, nel ripensarci le venne da sorridere.
- "Perché ridi?", chiese lui accorgendosi di quella risata.
- "Cosa?", chiese lei facendo finta di non aver sentito per il rumore dell'aspirapolvere.
- "Ti faccio ridere?", disse ancora dopo aver aspettato che lei spegnesse l'aspirapolvere.
- "No no. Tranquillo", rispose facendo finta di nulla.
- "Ridi per questo? Ti fa ridere?", disse ancora indicando il rialzamento.
- "Forse è meglio se chiami la tua ragazza. Mi sa che hai bisogno di aiuto", le rispose ridendo.
- "Perché non mi aiuti tu", rispose diretto il ragazzo. "O non ne hai il coraggio", continuò.
Lisa si bloccò per un attimo. Non sopportava quel suo modo di parlarle, quel suo essere così diretto e sbruffone. Non rispose, prese il secchio con il mocho e iniziò a lavare a terra, era l'ultima cosa che le era rimasto di fare prima di tornare a casa. Iniziò dalla parte più lontana per poi concludere di nuovo davanti alla TV e divano. Ritornando davanti la TV si ripeté la scena di poco prima.
- "Se ti metti così peggiori la situazione", le disse continuando a toccarsi.
Lisa non si girò, continuò come nulla fosse, fino a quando non fu il momento di fare davanti al divano. Ogni tanto alzava lo sguardo e riusciva a vedere il suo sguardo ormai fisso su di lei. Passò il mocho sotto i suoi piedi, poi lo appoggiò al divano. Salì sopra al divano in piedi, ogni punto del pavimento era bagnato e forse quello non era l'unica cosa ad essere bagnato. Si mise in ginocchio sopra la seduta del divano, laterale a lui. Con una mano aprì con forza quell'asciugamano liberando quel membro fin troppo dritto. Lo impugnò con forza, così forte che lui fece un verso di dolore. Lo strinse, lo aveva in pugno. Lo guardò in viso, la sua espressione era un misto di stupore, timore ed eccitazione allo stesso tempo. Aveva forse paura che lei potesse farle del male visto quello che le aveva detto fino a poco prima. Invece Lisa dopo avergli stretto quel cazzo che le riempiva la mano iniziò a masturbarlo. Partì piano per poi accelerare quasi subito il movimento. Il ragazzo non era messo male, lo aveva già notato prima, muovere la sua mano su quel coso era piacevole perché era ben lungo. Non era di certo il primo che toccava ma non poteva negare che era ben dotato e duro. Un peccato non poterne usufruire a dovere, ma non voleva dargliela vinta. Così quando lui provò ad allungare una mano su di lei, lo bloccò.
- "Qui comando io!", rispose con tono secco e deciso.
E lui non obiettò, la lasciò fare seppur lei anche nel suo movimento era decisa e non era per nulla delicata tanto da provocargli anche un po' di dolore. Mentre continuava a masturbarlo non smetteva di guardarlo negli occhi, voleva vedere la sua espressione mentre godeva per quella sega. Continuò per alcuni minuti, quello che pensava dovesse risolversi in pochi minuti in realtà si stava prolungando più del dovuto. Il ragazzo non era di facile venuta, era ormai abituata male col marito e quei rapporti che duravano fin troppo poco lasciandola spesso ancora eccitata e vogliosa. Più continuava e più la cosa le piaceva, avrebbe voluto buttarsi sopra quel meraviglioso pezzo di carne, goderne in altro modo ma l'orgoglio la fece da padrone. Non voleva cedere a quella tentazione, gli aveva bloccato le mani poco prima anche per quello, perché sapeva che la situazione le sarebbe sfuggita di mano altrimenti. Era pur sempre un ragazzo, troppo giovane per lei, non poteva certo fare certe cose con uno di quell'età, no, non poteva, lei aveva bisogno di uomini più maturi, di altra esperienza. Continuava a ripetersi queste cose in testa, quelle che dovevano essere delle certezze per lei, la stavano pian piano abbandonando.
- "Forse la sola mano non basta", disse lui ad un tratto allungando una mano dietro la testa di lei.
Si guardarono a lungo, alla fine dovette cedere facendosi accompagnare verso quel membro fino a trovarsi con le sue labbra a pochi centimetri da lui. E lì non riuscì a resistere più, se lo fece entrare tra le labbra e iniziò a gustarlo, succhiarlo, leccarlo. Era stupendo, così liscio, dritto, lungo. La cappella tutta da leccare, da succhiare, era proprio buono. Dai versi di lui, Lisa capì che la sua bocca stava facendo più effetto di una semplice mano. Se lo gustò con calma, aumentando il ritmo di tanto in tanto per poi tornare a leccarlo dolcemente in punta.
"Cazzo se sei brava", le disse lui godendo.
Le bastarono pochi minuti per farlo esplodere e lo fece dentro la sua bocca, a sua insaputa. Lisa seppur sorpresa da quella venuta improvvisa non si staccò, facendosi riempire dalla sua voglia. E ne aveva davvero tanta, non smetteva più di venire, dovette ingoiare più volte, non riusciva a tenerla più dentro. Quando finalmente finì si staccò e si rialzò. Lui era appoggiato con la testa sul divano, esausto, sfinito.
- "È questo che immaginavi prima?", le chiese lei sorridendo orgogliosa del lavoro fatto.
Il ragazzo non rispose subito, prese fiato per qualche altro secondo prima di staccarsi la testa dal divano e guardarla.
- "No, in realtà è altro che immaginavo", rispose lui.
- "E cosa?", chiese lei curiosa e sorpresa.
- "Immaginavo di prenderti, strapparti i vestiti e farti male, farti sentire il mio cazzo dentro di te e farti capire che il ragazzino che tu pensi che io sia in realtà è capace di farti urlare e godere come non mai".
A quelle parole ci fu silenzio. Lisa non si aspettava quella frase e tanto coraggio nel dirle soprattutto. Il ragazzino in fondo tanto ragazzino non era, aveva del coraggio e lo dimostrò anche nei fatti, prendendola da dietro e facendola urlare mentre la scopava con decisione e forza che mai si sarebbe aspettata di poter ricevere. Inaspettato fu anche il tempo che ci mise a tornare duro dopo quella venuta, gli bastarono quei pochi secondi che ci mise nel girarla, abbassarle i vestiti di sotto e metterla china con il viso verso la spalliera del divano, per poi penetrarla e farle sentire dentro quel cazzo che tornò a indurirsi man mano che la scopava e spingeva con forza verso di lei, tenendola ferma per i fianchi per farle sentire meglio i colpi che le infliggeva. Lisa che poco prima si sentiva di padroneggiare su di lui, si ritrovò a fare e farsi mettere come lui meglio voleva. La scopò prima così, poi la sdraiò con la schiena sul divano mentre lui le teneva le gambe sulle sue spalle e poi la fece sedere su su se stesso, di spalle. Terminò inculandola con lei piegata sul bracciolo del divano e lui in piedi dietro di lei, per meglio usufruire di quel meraviglioso culo dove depositare altra parte della sua venuta.
Esausta, sfinita ma pienamente soddisfatta come non lo era da anni, dopo essere rimasta a lungo lì ferma in attesa di riprendere le forze, si ricompose e finalmente tornò a casa.
- "Ciao Lisa, grazie ancora per il lavoro che hai fatto stamattina. Ti ha dato fastidio mio nipote?", chiese l'amica di Lisa in serata inviandole un messaggio.
- "Ciao, figurati. Comunque no, tutto bene. Si è comportato bene", rispose lei.
- "Immaginavo. È un po' scorbutico il ragazzino ma si sa comportare davvero molto bene. Peccato che domani riparte, gli ho già detto di venirci a trovare presto 😉".
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