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Vai a prendere le birre...


di AndreaCork
18.10.2020    |    791    |    2 8.7
"” disse Sonia alzandosi in piedi e prendendo Marcello per mano..."
Vai a prendere le birre…



Sonia stava tra Lucio e Marcello, sul divano. Aveva deciso di farli conoscere e si erano trovati simpatici a vicenda. Aperitivo, pizza, chiacchiere e scherzi. Marcello sapeva che Sonia in qualche modo giocava anche con Lucio e questo triangolo virtuale rendeva l’atmosfera tra loro carica di tensione erotica: lei provocava Lucio sfilando di continuo le scarpe, lo urtava con le gambe e lo guardava. Ma non smetteva di pungolare Marcello con battute e allusioni alle quali lui rispondeva senza alcun imbarazzo. Entrambi gli uomini soffermavano lo sguardo sulla scollatura di lei. E lei avrebbe voluto lasciare il suo rossetto su quei cazzi: li adorava entrambi. Chi dei due avrebbe goduto dei suoi favori, quella sera? Questo sembravano chiedersi i due, guardandosi.
“Andiamo a bere qualcosa a casa?” propose lei, tagliando corto e fugando ogni dubbio su come si sarebbe evoluta la serata.
La accompagnarono. In auto lei stava davanti con i piedi appoggiati sul cruscotto e con la mano appoggiata sulle gambe di Marcello, seduto al posto di guida: di tanto in tanto gli sfiorava il cazzo già duro, strappandogli commenti osceni che eccitavano da impazzire Lucio.
Continuava a provocarli tutti e due.
Quando furono in casa si mise comoda, e Lucio servì del limoncello ghiacciato.
Gli scherzi continuavano. A un certo punto lei tolse le scarpe.
“Dai Lucio, massaggiami i piedi...” disse.
Lui la guardò stranito e un po' irritato: sapeva molto bene che la sua passione per i piedi non doveva venire fuori di fronte ad altri maschi.
“Su!!! Cosa aspetti?” disse ancora. Lui finì il liquore e di malavoglia si mise sul tappeto e iniziò a massaggiarla. Lei aprì le gambe, mostrando l’elastico delle autoreggenti e le mutandine, talmente trasparenti da essere quasi del tutto inutili.
Scherzava con Marcello guardando foto ridicole trovate in internet e rideva; si sfioravano mentre ridevano, si toccavano, lui faceva allusoni sul seno enorme di lei e lei sulle dimensioni di lui, dimenticandosi completamente della presenza di Lucio.
“Sei bravissimo, lo sai… mi piace da matti come tratti i miei piedi...” fece, per dargli un contentino. Lucio si alzò.
“Che fai???” disse lei. “Ti fermi???”
“Sì che mi fermo. Mi fanno male le gambe a stare seduto così, sai? E poi ho voglia di una sigaretta...”: si alzò in piedi e uscì nel terrazzo della cucina. Al suo rientro, vide quello che sapeva avrebbe visto. E che in cuor suo sperava. O temeva. Sonia seduta sul divano, con il seno esposto, succhiava il cazzone di Marcello in piedi di fronte a lei. Tutta impegnata a lavorarsi il suo amico, non lo degnò di uno sguardo. Quando si staccava, la lingua era sempre fuori dalla bocca in maniera volgare. E talvolta un rivolo di saliva le colava sul seno.
Nessuno diceva una parola: si sentiva solo il rumore della bocca di lei e l’ansimare di piacere di Marcello. Lucio si avvicinò per vedere meglio la scena, anche lui con il cazzo durissimo. Avrebbe pagato il mondo in quel momento per avere anche lui un pompino da lei. Lo tirò fuori e glielo mise in faccia, vicino a quello di Marcello. Lei si fermò e lo guardò. Lo prese in mano. Lo masturbò. Lo prese in bocca. Poi, tirando leggermente, mise i due cazzi vicini.
“Scusa sai, ma io con questo cazzino cosa devo farci?” disse. L’umiliazione colpì Lucio come un pugno, ma stranamente lo eccitò da impazzire. Non si ritrasse.
“Non c’è gara… guardalo...” disse, masturbando il suo amico. “Questo qui lavora da Dio e mi riempie… il tuo… scusami sai, lavora solo bene ma non mi riempie… hmmm...” e lo prese ancora in bocca, facendo avanti e indietro con la testa. E pur umiliando Lucio in quel modo, non mollava la presa sul suo cazzo. Lo prendeva in bocca, lo succhiava un po' e poi lo prendeva in giro.
“Cosa ci devo fare? Dimmelo tu… dopo questo cazzone, il tuo lo sento appena… vedi?” diceva, leccando il glande.
“No no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no!!! Dai siediti qua e guarda cos’è un vero cazzo...” disse picchiando col palmo della mano sul divano. E senza dire niente altro, si dedicava a Marcello.
“Hmmm cazzo che buono...” diceva ogni tanto. “Vedi? Faccio quasi fatica a metterlo in bocca...” diceva mentre assaporava la cappella grossa con la lingua. Lucio guardava Sonia con il cazzo durissimo. Non aveva il cazzo piccolo ma di sicuro a livello di dimensioni con Marcello non c’era gara. Lucio baciò il collo di Sonia toccandole i seni. Lei si girò e continuando a tenere in mano il cazzo del suo amico, baciò Lucio. Aveva il viso pieno di saliva e in bocca il gusto del cazzo e toccava simultaneamente i due cazzi duri a sua disposizione.
“Dai, andiamo di là...” disse Sonia alzandosi in piedi e prendendo Marcello per mano. Lucio rimase sul divano.
“E io…?” disse, mascherando col tono scherzoso la delusione per non essere stato contemplato dall’invito di Sonia.
Lei si girò e lo guardò come una cosa di cui si fosse completamente dimenticata.
“Ah… beh tu fai quello che vuoi, se vuoi venire… vieni...” disse, prima di girarsi e andare verso la sua camera mentre Marcello le metteva una mano sul culo.
“Per il cazzo che ha...” la sentì dire a Marcello un attimo prima che socchiudesse la porta.
Avrebbe dovuto incazzarsi come una bestia. Invece l’ennesima umiliazione lo eccitò ancora di più.
Seguì i due e vide che i due non avevano perso tempo: erano messi a sessantanove, del tutto presi a darsi piacere reciproco. E rideva mentre la sua lingua inondava di saliva il cazzo del suo amico.
“Ah sei qui...” disse con fastidio. E continuò a succhiare.
Lucio guardò.
“Dai fai qualcosa… masturbati, almeno...” disse Sonia. Lucio si spogliò, si mise sul letto con loro e avvicinò il suo cazzo al viso di Sonia, iniziando a masturbarsi.
“Oh bravo...” disse lei. E leccò anche lui un pochino, senza smettere di masturbare Marcello. Alternò un po' i due cazzi nella sua bocca, poi cambiò posizione.
“Dai Marcello, fagli vedere come si fa godere una donna...” disse mettendosi a pancia in su. Marcello le fu sopra e iniziò a toccarla con il glande. La penetrò. Lucio guardava la scena mettendo il suo cazzo davanti al viso di lei. E lei… niente. Era troppo presa dai colpi di Marcello. Non prendeva in mano il cazzo di Lucio, non lo baciava, niente. Anzi… si baciava con Marcello.
“Uuuhhh!!! Ahhhhahahahahaha… questo sì che è scopare una donna...” diceva, con le gambe ripiegate all’indietro.
Marcello la scopava affondando il suo cazzone dentro di lei fino alle palle, usciva e lentamente affondava ancora strofinando il pube contro il clitoride dei lei. Lei impazziva. Godeva e urlava di piacere.
“Tu… annusami i piedi, forza!!!” diceva ad Lucio. E lui non poteva fare altro che obbedire a quell’ordine.
Annusava e si toccava mentre Marcello ancora scopava. Stimolata dal cazzone enorme dentro di lei ed eccitata dalla faccia di Lucio sui suoi piedi, esplose in un orgasmo travolgente.
E un altro ancora. Marcello la scopava troppo bene. E le piaceva da morire quel cazzo grosso, ancora si domandava come faceva una bestia simile a procurarle tanto piacere, lei che pensava avrebbe solo potuto far male un cazzo così. Ora Marcello le strofinava ancora il cazzo sul clitoride.
“Certo che se ci fosse quello di Mark… come l’altra settimana, eh...” disse lui.
“Uhhh che meraviglia!!!” rispose lei. “Era fantastico, insieme siete stati supeeer!!!”
Lei a pancia in su, Marcello la scopava lentamente dal fianco, aggrappato alle sue tettone. Lucio smise di annusarla. Voleva anche lui la sua parte. Le mise di nuovo il cazzo in faccia: magari, ora che si era rilassata poteva dedicargli un po' di attenzioni. Lo prese in mano e lo leccò. Gustandosi la sensazione di essere al centro delle attenzioni di due uomini. Al centro delle attenzioni? Nooo!!! Così non andava. Era lei che voleva impazzire di piacere. Erano loro i suoi giocattoli.
“Senti… cazzino...” disse ad Lucio. “Leccami mentre lui mi scopa, ok?” E aprì meglio le gambe per esporre il suo clitoride mentre il cazzo di Marcello continuava a torturarla.
Lucio si mise tra le gambe di lei e iniziò a leccarle il clitoride durissimo; un cazzo dentro e una lingua sul clitoride: Sonia impazzì di nuovo dal piacere, mentre le sue tettone ballavano al ritmo dei colpi di Marcello. Era troppo bello, e godette ancora.
Ora sì, che c’eravamo… era lei a godere di quei due, anche se Marcello era prossimo a venire. La prese da dietro, ora, come piaceva a lei. Adorava essere presa a pecorina.
Obbligò Lucio ad annusarle ancora i piedi. E lui… annusava. Annusava e guardava il cazzo di Marcello entrare e uscire da lei.
“Allora? Puzzano?” chiese Sonia, godendo.
“Eh sì...”
“Annusa, mentre lui mi scopa… dai sfigato… annusa...”: Lucio si masturbava e annusava quei piedi che adorava. Marcello venne dentro di lei. Una sborrata immensa che sembrava non finire più. Fu allora che lei umiliò del tutto Lucio.
“Dai… pulisci… lecca… non deve caderne nemmeno una goccia!!!”
Marcello uscì da lei: un filo di sperma partiva dal suo glande arrivando fino alla vagina di Sonia. Lucio si avvicinò e pulì tutto per bene, portandola con la lingua ancora vicina all’orgasmo, e fu solo allora che lei lei si rilassò, sdraiandosi tra loro due, accarezzando i loro cazzi. Quello di Marcello a riposo, quello di Lucio ancora duro.
“Lucio...” disse lei. Vai giù al bar a prendere qualche birra?”
“Io???” fece lui, scazzato per non avere ancora goduto.
“E non dovrà per caso andarci lui???” fece Sonia stizzita.
“Ma...”
“Scusa, che vuoi? Non vorrai scopare, per caso???” fece lei, come se lui avesse detto la più grave delle empietà, pretendendo di avere la sua parte di divertimento.
Lucio non rispose nemmeno.
“Dai vai vai vai, veloce!!!” fece Sonia.
Lucio si vestì di malavoglia. Scese al bar di sotto e si fece dare tre birre. Era eccitatissimo al pensiero di quanto stava vivendo con lei. Ma anche infastidito dal fatto che lei non lo facesse scopare. Anche lui voleva la sua parte di divertimento. Fanculo. Accese una sigaretta prima di risalire in casa e se la prese comoda. Tanto, si divertivano anche senza di lui.
Un messaggio gli arrivò sul telefono.
“Ti muovi?” disse Sonia.
Lucio pagò le birre e salì in casa. I due erano ancora in camera e avevano ripreso a scopare. Sentiva il cazzo scoppiargli nei pantaloni. Fece per entrare ma la porta era chiusa a chiave. Ridevano di lui. Non sapeva perché lo eccitava così tanto venire umiliato da Sonia. Si sedette sul divano a guardare la tv, cercando di non sentire i gemiti di piacere di Sonia. Questa volta furono veloci, a finire e finalmente lei liquidò Marcello.
“Dai ora, vai a casa ora, voglio dormire...” disse aprendo la porta della stanza. Era avvolta in un asciugamano, e lui già vestito. Sull’uscio di casa la baciò con la lingua.
“E non scopare troppo con quello lì, che la prossima volta vengo con Mark...”
“Vai a casa!!! Dai!!!” disse lei, chiudendogli la porta alle spalle.
“Ufff!!!” disse, sedendosi di peso sul divano, vicino ad Lucio. “Che scopata!!!”
“Già… tu hai scopato...”
“E dillo che ti sei divertito anche tu...”
“Stronza!!!” disse Lucio. Lei in tutta risposta tolse una ciabatta e gli mise un piede in faccia.
“Daiii non arrabbiarti…”
“Vaffanculo...”
“Che permaloso… per uno scherzetto...”
“Chiamalo scherzetto!!!” disse lui. Era un po' arrabbiato ma aveva il cazzo durissimo.
Sonia si alzò dal divano.
“Vado a fare la doccia...”
Lucio la lasciò andare e poi, di istinto, la seguì. La trovò che stava per sedersi per fare pipì.
Si tolse i pantaloni e le mise il cazzo davanti al viso.
“Beh? Che ci fai qui? Nemmeno la pipì in pace posso fare?”
“Falla in doccia...”
“Come…?”
“La pipì. Falla in doccia...”
“E magari la vuoi addosso, eh?”
“Certo...”
Lei lo guardò con aria di sfida. Prese in mano il suo cazzo durissimo e lo succhiò. Con quella faccia da zoccola che faceva sempre quando glielo prendeva in bocca.
“Ok. Vieni con me...” disse. Aprì l’acqua della doccia, si tolse l’asciugamano di dosso e si mise sotto il getto dell’acqua calda, aprendo le gambe.
“Allora? La vuoi o no la mia pipì?”
Lui non se lo fece ripetere. Si spogliò ed entrò in doccia con lei. Si inginocchiò e lasciò che la pipì calda di lei si mischiasse con l’acqua bollente che solleticava i loro corpi. Aprì la bocca e la leccò mentre lo inondava della sua pioggia dorata, con quel gesto giocoso e malizioso mentre lei si divaricava le labbra con le dita.
“Ora da bravo, puliscimi...”: disse quando ebbe finito. Lucio la leccava con foga mentre si masturbava furiosamente. Si mise in piedi e le alzò una gamba. La penetrò baciandola sulla bocca. Stringendole i seni, le pizzicò dolcemente un capezzolo strappandole un gemito.
“Ah… ah… ah… beh… non hai il cazzone ma lo usi maledettamente bene, maledetto...” disse lei mentre sotto i colpi di Lucio iniziava a godere di nuovo. Lucio venne riempiendola di tutto lo sperma che aveva accumulato guardandola scopare con Marcello. Non smetteva più di godere. Si stringevano forte, godendo insieme.
Si lavarono.
“Facciamo così, se succede ancora, e non è detto che succeda, la prossima volta ti lascio partecipare… se...”
“Se…?”
“Se adesso mi lasci dormire...” disse lei.
La lasciò dormire. Accomodandosi ai piedi del suo letto, annusandole ancora i piedi.
"Non rompermi i coglioni!!!" lo ammonì lei. "Fammi dormire, cazzino... che se fai il bravo, forse un giorno..."
"Forse un giorno?"
"Forse un giorno potresti anche essere chiamato cornuto da me..." disse.
"Scusa?"disse lui, senza capire.
"Forse se fai il bravo un giorno mi metto insieme a te, così quando scopo con altri ti posso chiamare cornuto... ti va?"
"Mi va..." disse lui, col cuore che batteva all'impazzata per l'emozione.
"Bravo cazzino..." disse lei, prendendo sonno mentre lui dormiva sul tappeto per non disturbare la sua padrona.
Fine.
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