Racconti Erotici > tradimenti > Vanessa, La mia futura suocera - III
tradimenti

Vanessa, La mia futura suocera - III


di echoplex
03.02.2014    |    22.707    |    2 9.5
"Continua" sragionò, prima di raggiungere l'ennesimo orgasmo, mentre afferrava alla cieca le lenzuola, e mentre sentivo di toccare quasi il suo utero..."
I giorni successivi alla notte in farmacia trascorsero più o meno tranquilli. Per alcuni giorni non mi recai a casa di mia suocera perchè impegnato col lavoro. Riuscii a tornarci soltanto il venerdì sera, e l'atmosfera appena entrato fu subito promettente.

- "Amore, ho bisogno di andare al centro commerciale, tuo padre ha già detto che non può venire. Devo fare la spesa, vorrei anche comprare qualche vestito. L'inverno si avvicina e mi sono accorta di non avere nulla di pesante da mettermi, mi devi accompagnare per forza. Ho paura di guidare così tanto da sola" disse la madre.
- "Mamma, io lunedì ho un esame. Non posso venire con te ogni settimana a fare spese, altrimenti quando studio? Poi dopo ti lamenti che non mi laureo" protestò la figlia.
- "Io domani mattina devo andare a salutare un amico lì intorno" approfittai subito, fingendo. "Se vuole può venire con me, e poi la raggiungo quando ho terminato la visita, e le do una mano"
- "Si mamma, vai con lui, è la soluzione migliore, così posso restare a studiare tutta la giornata, e tu puoi restare anche tutta la giornata in quei capannoni, così nessuno ti porta fretta"
- "Va bene, se stanno così le cose, vorrà dire che approfitterò del tuo passaggio" disse la madre, ammiccando lussuriosa.
- "Non c'è problema" risposi al sorriso io.

Presi un bicchiere d'acqua ed invitai la mia ragazza a salire in camera sua, per poter vedere un film, comodamente stesi. Nella pratica, appena saliti, lei mi saltò al collo.

- "Ti voglio, sono giorni che non stiamo da soli insieme" disse lei, infilando le mani sotto la maglia
- "Ma tesoro c'è tua madre al piano di sottoooo" protestai io "Non abbiamo nemmeno chiuso la porta, è ancora mezza aperta".
- "Da quando in qua è un problema? Non ti piaccio più?" provocò, sbottonando la camicetta ed esibendo il suo seno, leggermente più piccolo di quello della madre. Non potei non saltarle addosso, la sua pelle era così delicata e profumata, la scaraventai sul letto. "Pianooo" disse lei "Mi fai male", scherzò, mentre ormai mi ero già tuffato a baciare le sue mammelle, dopo aver sbottonato come un lampo il reggiseno rosso fuoco.
- "Non mi interessa, sei di mia proprietà" risposi avidamente, sfilandole in pochi istanti i leggins e gli slip, portando alla luce il suo dorato e curato Monte di Venere.
Lei si spostò rapidamente, e si mise di sopra, sbottonando velocemente i pantaloni...
- "Chiudi la porta" insistii, infilandomi il preservativo.
- "Ma chi se ne frega della porta" disse, abbassando tutto " Ho troppa voglia, ora". Con un movimento repentino si sedette su di me, impalandosi di colpo. "Aaaaaah, finalmente", gridò, sbarrando gli occhi e cominciando a cavalcare furiosa il cazzo. Le sue tette ballavano di fronte ai miei occhi, mentre il monte di Venere si gonfiava e sgonfiava ritmicamente.
Mentre lo osservavo, mi accorsi che mia suocera, era fuori la porta, con un'aria piuttosto indispettita. Decisi pertanto di mostrarle ciò che la figlia sapeva fare, stringendo forte il suo bacino e cominciando a pomparla io senza sosta. Nel frattempo, cominciai a leccarle i capezzoli.
- "Sei una macchina... una macchina del sesso... quanto sei bravo... non posso farne a meno... Aaaaah" trasalì nel giro di pochi istanti. Mi baciò e mi disse "Ora è il tuo turno, come vuoi divertirti?". La madre era ancora lì fuori, ma lei non poteva vederla, per cui decisi di provocarla. "Voglio arrivarti in faccia". La mia ragazza era abituata a tutto ciò, non fece una piega, mentre la madre sgranò gli occhi ed andò via arrabbiandosi. Missione compiuta, pensai.
Nel frattempo la figlia, si abbassava su di me, incominciando una pompa magistrale, leccando e succhiando senza sosta. Alla fine, si abbassò, e si fece schizzare sul volto, e col dito raccolse e leccò tutto con cupidigia. Si stese accanto a me, e disse all'improvviso "Sai, mi spiace che tra i miei le cose non vadano bene... mia madre si sente di certo sola, ma d'altra parte non compra mai nulla di sexy... se almeno l'avessi accompagnata io lo avrebbe fatto"

- "Si è fatto tardi, è ora che vada" dissi, mentre entrambi ci sistemavamo
- "Tesoro ci ho pensato su, forse è meglio che aspetto, magari puoi darmi un qualche consiglio" disse la madre, sentendoci scendere le scale, mentre stava seduta sul divano, con aria tra l'arrabbiata e l'indifferente.
- "Noo mamma, dai! Devi andare, sono sicuro che lui ti potrà lo stesso consigliare, con me lo fa sempre" protestò la figlia. "Magari nei negozi intimi ci vai mentre lui non c'è, e poi ti raggiunge e ti dà una mano".
- "Ma non so, io..." disse indecisa la madre
- "Signora, non c'è problema" dissi con sguardo malizioso. "Domani passo di qui alle 9, così avrà tutto il tempo di fare ciò che deve" aggiunsi. Lei, non mi degnò nemmeno di uno sguardo.

L'indomani alle 9, preciso come un orologio svizzero, la mia Renault era parcheggiata dinanzi al cancello. Dopo pochi istanti, la vidi uscire di casa, camicetta rossa e gonna lunga nera, e dirigersi a passo svelto verso l'uscita, non sembrava molto felice, e non si era nemmeno truccata.

- "Buongiorno" disse lei, accomodandosi in auto. "Allora, tu mi accompagni e poi ti chiamo io quando sono pronta, non ci metto molto".
- "Beh? nemmeno mi saluti" dissi io. "Io non ho alcun appuntamento, se non con te". Lei rimase senza parole, ad osservarmi. "Beh, nemmeno un bacio?" scherzai.
- "Davanti casa?! Sei matto. E poi non vedo perchè dovrei baciarti." sbuffò lei, contrariata.
- "Stavo scherzando. E comunque, non capisco perchè ti adiri... forse perchè ieri mi hai visto insieme a tua figlia mentre scopavamo?" incalzai io. Lei andò in confusione.
- "Chi? Io? Macché... e poi questi non sono affari miei, io sono solo tua suocera, credo sia normale" disse stizzita.
- "E allora perchè rispondi stizzita?" ribattei, mettendo in moto.
- "Io non rispondo stizzita. E' solo che non è giusto quanto accaduto" dichiarò. "Non deve più succedere".
- "Strano. Eppure mi hai dato appuntamento alla settimana prossima". Nemmeno rispose, distolse lo sguardo, verso l'esterno. Le appoggiai le mani sulle gambe, trasalì. Mi guardò un attimo, poi distolse lo sguardo. "Oggi non andiamo a fare shopping, al solito posto, andiamo più lontano, e resteremo tutta la giornata fuori"
- "... e perchè mai?" esitò, guardandomi negli occhi.
- "Perchè oggi ho intenzione di farti sentire donna", dissi senza degnarla di uno sguardo... lei prese la mia mano, e la strinse.

Arrivammo al grosso outlet. Lei scese dall'auto, e mi attese. La raggiunsi in poco tempo. "Beh... un bacio?" le dissi, guardandola negli occhi
- "Qui? E se ci vedono?" disse, guardandosi intorno
- "Siamo a 100 km da casa" dissi soltanto, avvolgendola in un abbraccio. Prima cercò debolmente di divincolarsi, ma cedette rapidamente, schiudendo le sue labbra, e ricambiando l'abbraccio. Fui tentato da metterle una mano sul culo ma desistii.

Entrammo abbracciati, e la accompagnai in diversi negozi, assistendo a decine di prove abito, consigliandola e coccolandola. Acquistò in due ore quattro maglie, cinque gonne, tre pantaloni, due vestiti eleganti e tre paia di scarpe di cui due col tacco.
- "Ti slanciano molto, ti rendono davvero sensuale. Hai dei bei piedini". Mi abbracciò, senza esagerare.
- "Grazie" sussurrò nel mio orecchio, allungandosi. "Beh, direi che abbiamo finito. Purtroppo è tempo di tornare a casa".
- "... e chi lo ha detto che abbiamo finito? Io devo farti ancora un paio di regalini" dissi con fare misterioso, mentre attendevamo di pagare alle casse. Lei mi guardò perplessa.

La presi per mano e la portai davanti ad un negozio di intimo. "Entra, su..."
- "Qui? E che dobbiamo farci?" disse lei, diventando tutta rossa e guardandosi intorno. La presi per mano ed entrai, mentre lei tentava flebilmente di opporre resistenza. Quando la commessa, una giovane di 20 anni, ci vide entrare strabuzzò gli occhi. Mia suocera invece non proferì parola.

- "Come posso aiutarvi?" mi chiese, imbarazzata, guardando le nostre mani unite.
- "Buongiorno, mi occorrerebbero due completini intimi per la mia donna. Uno lo vorrei viola, ed uno nero, se ce li avete a culotte. Anzi uno a culotte, uno a perizoma. Per il reggiseno è una terza piena, a balconcino e se possibile tutto merlettato" dissi senza esitazione. Vanessa intanto sbiancava sempre più. La commessa si attivò immediatamente.
- "Sei matto! E se ci vedono?!" disse sottovoce, visibilmente nervosa. La commessa tornò con i capi.
- "Perfetto. Ora vorrei una vestina semitrasparente, possibilmente nera. Ed anche delle calze a rete". La commessa senza proferir parola eseguì.
- "Sono sessanta euro". Pagai ed andammo via, seguiti dagli occhi complici della commessa.
- "Tu sei matto, se qualcuno mi vede, cosa dico???" ripetè mia suocera adiratissima
- "Che è era un regalo per tua figlia" ribattei mentre passeggiavo tranquillo. Lei non rispose. Uscimmo dal centro commerciale, ed arrivammo all'auto. Riposi le borse nel bagagliaio, e salimmo.

- "Bene, ora andiamo a casa" disse, indossando la cintura, guardandosi furtivamente intorno
- "E secondo te ti riporto a casa senza aver visto questi gioielli addosso a te?" risposi, mettendo in moto.
- "E certo, ora li indosso nel parcheggio per te" alzò la voce, sbuffando.
- "Nel parcheggio no, ma nell'hotel che c'è a 2 km sì" dissi. "Tanto ho mandato un messaggio a tua figlia dicendo che avremmo tardato, e che già ti avevo raggiunto". Lei rimase senza parole.

Parcheggiammo nell'hotel "La Luna", 30 euro tutta la giornata, sulla superstrada vicino al centro commerciale. Il parcheggio era riparato, nessuno avrebbe visto. Andai alla sua porta con fare galante e la aprii... "No dai, torniamo a casa, ma perchè hai fretta, tra qualche notte in farmacia... con calma..."
- "... e secondo te perchè due completini?" ammiccai io. Lei sbuffò, e scese dall'auto, stringendo la borsa coi regali. Entrammo nella hall. "Una camera per due, grazie". Il receptionist nemmeno ci guardò, ci porse la chiave 101 e prese i documenti ed i trenta euro.

Salimmo le scale, con lei davanti a passo svelto, ed io ad osservare il suo culo. Arrivati alla porta, aprii. Lei si accomodò. Chiusi la porta a chiave, e lei subito mi strinse, baciandomi. Le poggiai una mano sul culo, affondando denti e labbra sul suo collo.
- "Aspettaaaa" disse ridendo. "Altrimenti questi completini che li tengo a fare" sorrise. Andò in bagno a cambiarsi, mentre io mi spogliavo, chiudendo le imposte e spegnendo i telefoni. Mi sedetti sul letto ad aspettare. Uscì dal bagno dopo cinque minuti, vestita solo dei suoi occhiali, del vestitino, del completino nero e delle calze. Rimasi folgorato, a bocca aperta. "Come mi trovi?" ammiccò lei, piazzandosi un dito tra le labbra.
- "Secondo te?" risposi, stendendomi sul letto, schiena appoggiata al muro, vestito di un solo lenzuolo.
- "Non so, mi sento un pochino brutta" finsé lei. "E poi fa caldo..."disse, poggiando una gamba sul letto, ed abbassandosi una calza... "non trovi?" chiese maliziosamente, lanciandomela addosso, e procedendo con l'altra, ripetendo il lancio.
- "Beh se hai caldo, prova a togliere il vestitino... magari se poi hai freddo ti scaldo io", indicando il cazzo che già svettava sotto il lenzuolo. Lei cadere il vestitino a terra, iniziando a gattonare sul letto.
- "Effettivamente inizio ad avere un po' freddo" rispose, sedendosi sul mio cazzo. "E' il caso che mi riscaldi" ammiccò
- "E' ora di pranzo, inizio ad avere fame" sussurrai all'orecchio con sguardo complice. Senza dire una parola, la avvicinai a me, e con una mano calai una bretella ed una delle coppe del reggiseno, iniziando a leccare avidamente un capezzolo, che subito reagì. Lei alzò gli occhi al cielo, poggiando le mani sulle mie spalle. Approfittai per liberare le sue grazie, lanciando via il reggiseno... lei strinse la mia testa tra le tette, iniziando a muovere il bacino, lentamente e profondamente, sul mio cazzo ancora coperto dal lenzuolo... la spinsi all'indietro e mi liberai del lenzuolo, sfilandole rapidamente la culotte, svelando un lago di piacere su cui mi lanciai con fame. "Non hai nemmeno visto come mi stava la culotte.... aaaaah", protestò, mentre intanto godeva della mia lingua che la penetrava a ritmi regolari.
- "Fa nulla" ribattei senza staccarmi dalla sorgente del piacere. "Tanto su questo culo starebbe bene qualsiasi cosa". Lei con scatto felino mi rilanciò all'indietro, e si girò dando vita ad un peccaminoso 69. "E' ora di saziarmi" le dissi, leccandola avidamente.
- "Oh mio Dio, sìììì... aaaaahhh... ma dove hai imparato... sei eccezionale... godo..." gridava senza contenersi, mentre la mia lingua giocava col suo clitoride, regalandole orgasmi multipli, rendendola incapace di abbassare la testa sul mio cazzo... dopo dieci minuti di orgasmi ininterrotti, riuscì a dire rialzandosi "Basta... ora tocca a te... prendimi...sventrami"
Mi alzai inginocchiandomi sul letto, mentre lei ondeggiava il suo culo sodo e pieno come solo quello di una cinquantenne sa essere...le appoggiai la cappella sulla fica, e lei si girò - "Scopami" disse ammiccante. Non me lo lasciai ripetere due volte, la infilzai immediatamente, ancora una volta senza preservativo. "Ormai sono tua, fai di me ciò che vuoi... sborrami dentro" disse, mentre le sue tette ondeggiavano furiose sotto i miei colpi. Con una mano ne afferrai una, senza smettere di stantuffare i miei 25 cm nella sua carne, incurante dei suoi rantoli. I suoi umori le colavano lungo le gambe, lasciando trasparire quanto troia fosse la mia suocera. "Mi sento così troia, a scopare il fidanzato di mia figlia... non posso... non devo... vattene... ma il tuo cazzo mi fa stare così bene... il tuo latte riempie ogni mio vuoto.... ahhh... ahhh... continua" sragionò, prima di raggiungere l'ennesimo orgasmo, mentre afferrava alla cieca le lenzuola, e mentre sentivo di toccare quasi il suo utero... si placò. "Dai, inizia a far male... sborrami dentro...". Non risposi. "Dai... non ti piaccio più?". Feci un affondo punitivo, rispondendo con un secco "Secondo te?", facendole sentire le palle attaccate alle grandi labbra.
- "In verità, ti ho detto già come sarei arrivato oggi..." dissi, uscendo da lei... mia suocera sbiancò.
- "Ma non puoi... non ho come pulirmi per bene... e poi mi sono lavata i capelli stamattina prima di uscire... se mi sporchi..." protestò, mentre mi sedevo a bordo letto, e la facevo inginocchiare...
- "Se ti interessa tanto, c'è la doccia, lì. Ah... usiamole un pò ste tette" dissi, prendendole le tette e appoggiandole sul mio bacino... lei si chinò sul mio cazzo, stringendolo tra le tette, e prendendo il glande tra le labbra, iniziando una spagnola magistrale. Iniziai a giocare con le mani con i suoi capezzoli, mentre lei mi guardava ogni tanto cercando cenni di piacere, leccando e succhiando il glande. "Sei brava" la incoraggiai, poggiandole una mano sulla testa, incitandola ad alzare il ritmo... quando sentì che stavo per arrivare cercò di serrare le labbra per non far uscire il mio cazzo dalla sua bocca. "Non ci provare" le dissi, alzandomi e invitandola a segarmi il cazzo dal basso... lei obbedì, senza aprire bocca, e chiuse gli occhi in attesa.
- "Aaaaah così..." gridai. Tre fiotti prolungati di sborra calda le si stamparono sul viso, partendo dai capelli per arrivare sulle labbra, uno ulteriore le scivolò sulla tetta destra. Aprì gli occhi, e la prima cosa che fece fu quella di leccarsi le labbra, e di raccogliere la sborra dalla tetta per mangiarla. "Sei ancora più eccitante così. Peccato che ho spento i telefoni, altrimenti ti avrei fatto una foto, o un video" dissi io, mentre lei intanto si dedicava alla pulizia della cappella.
- "Non pensarci nemmeno" disse lei, continuando a succhiare via dalla faccia la sborra, usando un dito. "Che ore sono?" chiese.
- "Le quindici"
- "Avrei voluto farmi una doccia, ma tocca andare..." sbuffò lei, piazzandosi il cazzo in mano, e stringendolo. "E' mio e solo mio" disse semplicemente.
- "... e di tua figlia." aggiunsi io, sfottendo.
- "Si, ma sono gelosa" sbuffò lei

Andò in bagno a sistemarsi, e mentre si rivestiva, le stuzzicavo i capezzoli, ancora vogliosi. Poi, andammo via. Rientrammo a casa alle 16.30. Chiamai la mia ragazza preventivamente, per chiedere cosa volesse fare. Preferiva studiare, quindi non entrai per non disturbarla. Salutai la madre direttamente in auto, con un bacio, controllando che non ci fosse nessuno a spiarci.
- "E' stato incredibile. Mio marito non mi ha mai fatto vivere emozioni simili" disse lei, sorridendo, e toccando il cazzo, che subito si rizzò.
- "E' meglio che scendi, altrimenti te lo ficco in gola" dissi. Lei sorrise, e scese sculettando. La seguii con lo sguardo fin quando non entrò in casa. Accesi la macchina e partii... dopo qualche metro mi fermai, e le inviai un sms.

"La prossima volta, ho intenzione di riprenderti. Fatti bella". Tempo due secondi ed arrivò la risposta. Ma questa è un'altra storia.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Vanessa, La mia futura suocera - III:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni