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Vanessa, la mia futura suocera. Domenica in famiglia.


di echoplex
03.10.2014    |    5.343    |    1 9.7
"Infilai tra le sue gambe divaricate il mio naso e poi la mia bocca, a raccogliere i suoi umori celestiali..."
La domenica è da sempre il giorno del Signore, ma nel mio caso è ormai il giorno della Signora, e con una signora così riposarsi è peccato mortale.

Arrivai di buon mattino a casa della mia ragazza, i cani erano chiusi nel box, il cancello automatico si aprì ed entrai in auto. Scesi dall'auto e dopo qualche momento con i cani decisi di avviarmi verso casa, bussai al campanello, e dopo un po' venne ad aprirmi lei.

- "Buongiorno" mi disse senza prestare troppa attenzione, restando sulla porta. Aveva un pigiamino azzurrino che faceva trasparire le sue golosissime mammelle lasciate libere, ed una mutandina di pizzo nero davvero niente male. "Mia figlia sta sistemando la sua stanza, e mio marito è rimasto bloccato con la schiena stamattina, sta a letto col busto e non si può muovere. Anzi fammi andare a curarlo..." disse mentre si voltava in fretta.
Le presi il polso, bloccandola e lei si voltò di scatto, con aria interrogativa.
- "Buongiorno" dissi, mentre la stringevo e baciavo sul collo, una mano sul culo ed una sul capezzolo ormai in erezione, iniziai a giocarci. "Comunque anche io non mi sento bene ed ho bisogno di essere curato..." sussurai, fingendomi malato...
- "Cos'hai?" mi chiese preoccupata, divincolandosi dalla morsa che la avvolgeva...
- "Ma nulla... mi si è creato un qualcosa qui, non so cosa sia..." le dissi, portandole la mano sul pene eretto. Ebbe un gesto di stizza per lo scherzetto fatto e si indispettì, tirando via la mano.
- "Oggi non è possibile" mi disse con aria seria, ed iniziò a salire le scale per il piano di sopra. Feci un balzo e la seguii, con la mano sul sedere, e poi tra le gambe... la fica si era già cominciata a bagnare a mezza scala...
la presi per un polso per farla guardare...
- "Oggi cosa si mangia?" chiesi malizioso infilandomi un dito intinto dei suoi umori in bocca...
- "Non so ancora" rispose sorpresa "... mi servirà una mano comunque" soggiunse con malizia. Andammo insieme nella stanza del marito, cui feci un breve saluto dalla soglia, e poi mi diressi nella stanza della mia ragazza.

- "Mamma! Non trovo le mie scarpe beige!" disse la mia ragazza, io stavo in piedi senza fare nulla.


La madre arrivò poco dopo, piuttosto scocciata "Sei disordinata, ecco perchè... ho il ferro da stiro acceso, vedi lì" rispose nervosa e sudaticcia. Si era fermata praticamente accanto a me, la mia ragazza era in ginocchio con la testa nell'armadio... iniziai a toccarle il sedere, provò a scostarsi, poi dopo un pò si rassegnò alla mia supremazia, e scesi con la mano verso le grandi labbra... iniziai a giocarci, spostai anche l'intimo... la mia ragazza sempre con la testa nell'armadio cercava tra gli scatoli, lei impallidiva sempre di più
- "Trovate?" disse con voce tremolante... intanto il mio pollice si era fatto strada tra l'intimo e si era piazzato all'ingresso del paradiso... iniziò ad ansimare, la figlia se ne accorse... tolsi la mano e Vanessa mi guardò indispettita
- "Eccole" disse cacciando la testa fuori. "Ma non ti senti bene? Hai il respiro un pò affannato e sei pure pallida"
- "Non so... forse un calo di glicemia" sussurrò incerta la madre, guardandomi negli occhi...
- "Aeeeh, oggi devo andare a studiare! Papà bloccato con la schiena, tu non ti senti bene... come faccio ad andarmene?" rispose disperata la mia ragazza.
- "... Posso pure restare io qui, tanto devo solo vedere le partite, mi metto in salotto e mi sto qui, non c'è problema..." dissi cogliendo la palla al balzo.
- "Perchè no?" esclamò la mia ragazza "... così stasera sei già qui! Fammi un piacere però, mentre io vado a farmi la doccia, scendi con mia madre a cucinare. E oggi pomeriggio controllale la glicemia e la pressione..." soggiunse.
- "Va bene" dissi, le diedi un bacio, la madre si avviò a scendere e scesi anche io... da subito la mia mano andò a posarsi sul suo sedere, ma il marito la chiamò e la fiamma del peccato si spense prima ancora di accendersi. Mi ritrovai così a cucinare ed apparecchiare da solo.

A tavola eravamo solo io, Vanessa e la mia ragazza. Mio suocero afflitto dai dolori preferì pranzare a letto, per non muoversi e potersi mettere subito a riposo dopo aver terminato... mi sedetti a capotavola tra le mia due donne, e decisi di divertirmi... iniziai a far scorrere lentamente il mio piede lungo la sua gamba sinistra, mentre la mia ragazza mangiava ignara... salii lentamente fino alla coscia e sfidando le resistenze ed il pericolo provai a spingermi anche oltre, mentre Vanessa arrossiva e smetteva di pranzare
- " Ti senti bene mamma?" chiese la mia ragazza. "Hai la fronte imperlata di sudore..."
- "Sarà il caldo..." rispose lei guardandomi negli occhi...
- "Comunque le patatine non sono venute bene... le patate dovevano essere vecchie, dobbiamo buttarle" continuò la mia ragazza, indirizzando lo sguardo verso il Gran Premio...
- "... e perchè? Per alcune cose la patata vecchia è la migliore..." risposi serafico, guardando negli occhi Vanessa, che arrossì e abbassò lo sguardo.
- "Comunque mamma non ti vedo troppo bene... adesso sei accaldata e sudaticcia... per fortuna che lui resta qui e può assisterti... che fortuna ad averlo, il mio uomo!" esclamò, stringendosi a me. "E'ora di andare... dammi un bacio amore!"

Rimasi a guardare il cancello automatico delle auto mentre si chiudeva. La mia dottoressa si era piazzata vicino alla tavola ma faceva solo finta di sparecchiare, ancora sudaticcia ed imbarazzata...Finalmente soli.
- "Dottoressa, a occhio e croce ha la glicemia bassa" sussurrai all'orecchio appoggiando la mia testa sulla sua spalla "... ma io ho gli zuccheri adatti per fargliela salire subito...". Lei neppure si mosse, la sua fronte era imperlata di sudore...
- "Tu sei matto, potrebbero scoprirti... tu passi per un maiale e io per la troia che si scopa il genero dinanzi alla famiglia" proferì nervosamente...
- "Perchè? Sarebbe una falsità?" continuai spostando la mia mano sul suo petto... i suoi capezzoli erano ben visibili sotto il vestitino azzurro... cominciai a giocarci, lentamente... intanto i nostri corpi aderirono, iniziai a mordicchiare e poi baciare il suo collo, e lei con una mano a toccarmi il volto, lanciandosi all'indietro verso il mio petto.
- "Qui potrebbero vederci..." disse fermandosi "...andiamo in cucina, ci sono le tende lì..." Mi prese per mano e mi fece strada, ed io non potei fare a meno di notare ancora il suo intimo castigato eppure sensuale...

Entrammo e chiuse la porta dietro di me... mi ci buttò contro, con forza e si aggrappò, cercando la mia bocca con una foga ed un desiderio persino più violenti di quelli della figlia. Mi morse il collo, alla fine la baciai, stringendola forte, e toccandole il sedere più volte, e poi con l'altra mano la figa bagnata di umori... la staccai da me, e con forza le tolsi la maglietta, e poi il pantalone... mi inginocchiai, e scostai la mutandina nera...
- "Che bell'odore" sussurrai, infilando la mia mano tra le sue gambe. Lei iniziò ad ansimare piano, poi sempre più forte, sudata e sorridente... infilai tra le sue gambe divaricate il mio naso e poi la mia bocca, a raccogliere i suoi umori celestiali...
- "Prendimi" mi disse, spingendo la mia testa forte contro la sua sorgente, e chiudendo gli occhi
- "Non esiste, il piatto forte è per dopo", risposi rialzandomi. "... in compenso noto che sei sudata, hai bisogno di reintegrare sali e zuccheri", soggiunsi sbottonandomi il pantalone... lei senza un attimo di esitazione si inginocchiò a terra, tirò giù con sé il mio jeans e la mia mutanda, lasciando il mio arnese eretto all'aria... Nemmeno il tempo di rendermene conto che me la ritrovai furiosamente attaccata al mio uccello, mentre con una mano mi massaggiava i testicoli e con una si massaggiava le grandi labbra... succhiava avidamente dalla punta alla base, senza smettere di guardarmi negli occhi, a un certo punto sentii che stavo per arrivare e con la mano sul suo capo accompagnai la mia discesa trionfale nella sua bocca senza che lei potesse opporre alcuna obiezione o freno.
Tossì forte. "Così mi affoghi!" si lamentò. "A me piace bere con calma dalla tua fonte" provocò, rimettendosi in bocca il glande e pulendolo attentamente.

Mi staccai da lei, e nudo mi avviai al freezer.
- "Cosa fai? Non mi vuoi più?" mi disse con voce ammiccante. Mi girai e la vidi completamente nuda, appoggiata alla tavola... a terra, il suo completo azzurrino e la sua mutandina fracida di sapori.
- "Cercavo solo gli ingredienti giusti per il mio pomeriggio di divertimento" risposi sorridente, tirando fuori dal freezer del gelato in vaschetta e ponendolo sul tavolo
- "Non basto io?" mi chiese suadente, avvicinandosi sculettando...mi strinse forte, e poi mi diede un bacio sul capezzolo, prendendo in mano il mio arnese, che già cominciava a rispondere alle sollecitazioni.
La presi e la girai con la faccia verso il tavolo, divaricandole le gambe...mi sedetti su una sedia e iniziai a leccarle senza sosta la vagina ormai in fiamme...
- "Ahhh.... hmmm... sì, continua.... hmmm.... sìììì, aaahhhh" iniziò a lamentarsi mentre riempivo indecentemente le sue nudità con lingua e saliva. "Prendimi, non ti piaccio più? La patata vecchia è buona solo per giocare? Che intenzioni hai con me?" dopo qualche minuto ansimò, tra il serio ed il faceto.
Non ci pensai su due volte e la tirai giù di forza su di me, ponendole una mano sulla bocca a strozzare il suo urlo, che pure sentii in sottofondo.
A gambe oscenamente divaricate, seduta su di me, con la schiena sul mio petto e la testa rivolta all'indietro, iniziò a cavalcare furiosamente il mio pene, senza dargli alcuna tregua... dal canto mio non potei fare altro che assecondare i suoi movimenti da cagna in calore e giocare con il suo corpo, una mano sulle tette ed una a stimolare il clitoride. Il suo epilogo la raggiunse in pochi secondi.
- "Mi sfinisci e mi finisci in pochi istanti... il tuo pene è celestiale" sussurrò, ancora unita a me fisicamente... ma tu ancora non sei arrivato..."
La rialzai da me, e la stesi sul tavolo sgombro da oggetti: c'erano solo lei ed il gelato che già si stava liquefacendo.
- "Che cosa vuoi fare?" rise, mentre aprivo la vaschetta di gelato... a gennaio!
Presi un cucchiaino e raccogliendo del gelato risposi semplicemente "Vedrai". Iniziai a spalmare del gelato sul suo corpo, lasciando delle belle cucchiaiate in corrispondenza dei capezzoli e della vagina. Sentivo il gelato friggere sulla sua pelle, e lei ansimare sempre più forte.
- "Perchè mi torturi così?" mi chiese, realmente sofferente... "Ormai sono tua..."
- "Appunto... ora che sei indiscutibilmente mia, ti mostro come posso comportarmi ogni volta... leccai via parte del gelato liquefatto dal suo capezzolo sinistro, scoprendo un vulcano turgido e inscurito dal freddo...
- "Ancora..." chiese pietosamente... "mangiane ancora..." aggiunge arrossendo...

Continuammo questo gioco per quasi un'ora ed il ritorno della mia ragazza ormai si avvicinava.
- "Potrebbe tornare da un momento all'altro..." guardò preoccupata l'orario... "... e potrebbe svegliarsi mio marito, e costringermi a salire e interrompere...", soggiunse. "Non mi va di lasciare dentro te qualche goccia di sperma... è tutto mio, è mio e lo pretendo" continuò, prendendo l'iniziativa ed apprestandosi a scendere dal tavolo.
- "Ferma!" le imposi, e salii a mia volta sul tavolo di granito. Le diedi un bacio, appassionato. "Girati, voglio prenderti a pecora" aggiunsi, senza badare troppo alla forma. Lei si girò all'istante, offrendomi una vista privilegiata sul paradiso. La infilzai senza troppo complimenti, tirandole il busto verso il mio petto, e mantenendola in quella posizione, in modo da poter toccare comodamente tutte le mie conquiste. Le tette ballavano furiosamente, mentre le gambe erano bloccate dalla mia mole.
- "Più forte! Più forte! Più forte! ... regalami il tuo seme, dimmi che è solo mio e di nessun'altra... nemmeno mia figlia deve poterne usufruire" sragionò sotto i colpi del piacere carnale... "Regalami questo palo di carne e ciò che contiene, rendimi felice e soddisfatta" disse, mentre io senza sosta stantuffavo dentro di lei a ritmi altissimi. Dopo trenta minuti di fuoco, decisi di capitolare, lasciandola senza fiato e riempiendo le sue cavità di crema.

Nemmeno il tempo di riposare che sentimmo il cancello delle auto aprirsi.
- "E'tornata" dissi, correndo nel bagno del pianoterra a vestirmi, non prima di aver dato un bacio... mia suocera invece si rivestì direttamente in cucina, per cominciare stavolta davvero a lavare i piatti.
Uscii dal bagno in contemporanea al rientro della mia ragazza, che corse ad abbracciarmi dandomi un bacio
- "Mi sei mancato" disse affettuosamente
- "... anche tu, tantissimo" mentii sapendo di mentire.
Entrammo in cucina e solo in quel momento mi resi conto che mia suocera aveva la parte del pigiama in corrispondenza della vagina completamente bagnata.
- "Mamma! Ma che hai combinato?!" chiese preoccupata la mia ragazza
- "Ah, niente, mi sono rovesciata dell'acqua addosso a causa del rubinetto troppo forte... sarà meglio che vada a cambiarmi" disse guardandomi negli occhi con un sorriso malizioso...
- "E questo gelato?"chiese sorpresa la mia ragazza.
- "Eh avevo fame, ne vuoi un po'?"Sbrogliai la situazione...

La sera tornai a casa, soddisfatto e con il pene svuotato. Proprio mentre chiudevo il cancello arrivò un messaggio.
"Grazie per oggi pomeriggio. Con te mi sento una vera donna. Mercoledì sono di turno e la notte non passa mai... e poi ho voglia di provare quelle cose di cui mi hai detto ;)"
Sorrisi, e risposi immediatamente... ma quella è un'altra storia..
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