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Vanessa, la mia futura suocera. - I


di echoplex
27.01.2014    |    26.266    |    0 9.3
"Era davvero brava, giocava con la lingua lungo tutta l'asta, mentre con una mano teneva le palle..."
Vanessa è una bella farmacista di 50 anni, madre della mia ragazza. Viviamo a Correggio, sperduta cittadina della pianura padana, terra di nebbia e di poco altro. Titolare di farmacia da dieci anni, si è spostata da Reggio verso la periferia, con la figlia ed il marito, rimanendo però l'umile donna che era, senza assumere l'altezzosita' della donna ricca. Il marito, un manager di una grossa ditta di Reggio, la lasciava spesso sola per viaggi di lavoro, ma nonostante le occasioni non mancassero, viste le periodiche avances di qualche brizzolato cliente, gli era totalmente fedele, nonostante lui sembrava non essere più interessato a lei.

Capelli scuri, pelle bianca. I suoi occhioni scuri e una terza piena di tette sodissime le donavano una sensualità fuori dal comune per una donna della sua età e castigata nei modi di fare. Da parte mia, avevo sempre apprezzato silenziosamente le sue forme, ed infatti quando capitava di uscire per shopping nei centri commerciali cercavo sempre di spiare con discrezione dall'angolo scoperto della tenda del camerino. Una volta, riuscii persino a vederle una tetta, ma lei si accorse del buco (ma non di me) e lo coprì pochi istanti dopo. Tutto iniziò a cambiare quando una domenica pomeriggio in partenza verso un centro commerciale la radio annunciò che una donna cinquantenne era stata assassinata dal marito perché questi temeva che la tradisse con un ragazzo più giovane.

- "Poveretta, ma dico io a cinquanta anni che cosa poteva fare ancora? A cinquanta anni si è vecchie..."
- "Mamma, ma a cinquanta anni non si è vecchie! Si ha ancora diritto all'amore, alla passione... sei tu che hai deciso di rinunciare perché papà non c'è. Non ti trucchi più... hai la ricrescita bianca e non fai la tinta quando devi, ti vesti sempre come se avessi 80 anni... altrimenti anche i giovani ti verrebbero dietro".
- "Ha ragione sua figlia... è lei che gira trasandata per sua scelta, altrimenti..." soggiunsi sibillino lasciando aperta la porta al discorso, distrattamente, ma un goal del Milan lo chiuse bruscamente.

Non per lei evidentemente, colpita nell'orgoglio di donna. Appena arrivati, lasciò alla figlia l'onere di fare la spesa e si diresse immediatamente nel beauty center per fare taglio e colore dei capelli.

Ne uscì una donna nuova, almeno nella capigliatura. Ci raggiunse al supermercato dove completammo le spese, per poi tornare a casa. La sera, ero intento a vedere le sintesi delle partite, mentre la mia ragazza studiava in vista di un esame di Letteratura. Dopo poco, mi chiese dal piano di sopra di salire per aiutarla a spostare un pacco pesante sul letto. Salii sbuffando, ma l'incontro fu più piacevole del previsto: le sfuggì il pacco di mano proprio mentre stavamo per appoggiarlo sul letto, fui costretto praticamente a lanciare il pacco per non farlo cadere a terra e mi ritrovai non so come con una mano a palpare una sua tetta, coperta solo da una maglietta abbastanza aderente violetta.

- "Ops. Scusa" dissi imbarazzato.
- "tranquillo, so che non lo hai fatto apposta" disse con aria malinconica, mentre il suo capezzolo si inturgidiva visibilmente sotto la maglia.
- "beh, se la può consolare con questo taglio sta molto bene... ha perso almeno 10 anni di età" soggiunsi. "Forse dovrebbe fare una sorpresa a suo marito, farsi trovare pronta per uscire... non resisterà" sorrisi.
- "Grazie mille" rispose sorridendo, mentre continuavo ad osservare il capezzolo duro che forava la maglia.
- "Io scendo al piano di sotto allora..." dissi. Lei annuì col capo, senza smettere di sorridere.

Era sabato sera, tornò anche il marito, dopo poche ore, dopo una trasferta di due giorni a Roma. Appena bussò lei si precipitò dal piano superiore ad aprire. Rimasi a bocca aperta, si era truccata, con quei capelli neri corti e lisci era davvero uno schianto, invidiando la fortuna di quell'uomo.

- "Hey stasera usciamo?" disse appena aperta la porta.
- "Che hai combinato ai capelli? No, sono stanco, voglio cenare ed andare a mettermi a letto. Poi c'è pure la partita" disse brutalmente l'uomo spegnendo ogni sua iniziativa o possibilità di controbattere. Il marito salì in bagno senza quasi salutare, lasciando la porta aperta.

Il sorriso le si spense in due secondi. Mi dispiacque molto. Approfittai per spezzare il silenzio creatosi per chiedere a sua figlia se volesse uscire a cena, rispondendo affermativamente. Salì quindi a prepararsi, mentre la madre mi fissava malinconica.

Andammo via a cena, ed al ristorante mi accorsi mi aver dimenticato il cellulare a casa. Per questo motivo, terminata la cena non potei fare altro che rientrare in casa, anche se erano le 23 passate. La mia ragazza salì di corsa le scale per andare in bagno, visto che quello di servizio era occupato. Entrai in cucina e trovai a tavola una bottiglia di vino con un bicchiere, senza che vi fosse nessuno. Dopo poco uscì la madre in un abito molto elegante, con il trucco sfatto dal pianto.

- "Che cosa è successo?" chiesi stupito, pensando a quanto era sexy con quell'abito da sera. Lei si buttò tra le mie braccia, ricominciando a piangere. Puzzava anche di vino.
- "Volevo uscire per stare un po' insieme e non ha voluto... allora ho approfittato della vostra uscita per mettermi subito ai fornelli, preparare qualcosa di buono, fare una cena romantica... e non è voluto nemmeno scendere a vedere... quando sono salita sopra per invitarlo a scendere mi ha detto di lasciarlo in pace che c'era la partita, senza nemmeno guardarmi" rispose tra un singhiozzo e l'altro, stringendosi ancora più forte nel mio abbraccio. "... mi viene da ridere... se non mi vuole nemmeno mio marito, un uomo della mia età, come può desiderarmi un ragazzo più giovane... vedi che avevo rag..." disse alzando anche un pò la voce.

La baciai... tentò di divincolarsi, ma le misi una mano sul culo, ad alzarla verso di me, smise di mugugnare e si lasciò andare totalmente. A quel punto, decisi di giocarmi la carta per mandarla su di giri, le abbassai una bretella del vestito, che scoprì un seno. il capezzolo, grande, si inturgidì all'istante. Lei, mi spinse la bocca su di esso, iniziai a giocarci con la lingua, sfiorandolo. Una mano, scese verso la gamba, rialzò il vestito, e si andò ad infilare tra le due gambe. Gli slip erano fradici, ed appena la sfiorai, ansimò, vistosamente, spingendomi con ancora più foga verso la tetta.

Si divincolò, inginocchiandosi ed al contempo aprendomi il jeans...non ebbi nemmeno il tempo di realizzare ciò che stava succedendo che estrasse il cazzo dai boxer...

- "Wow, è il doppio di quello di mio marito" disse, con sincera sorpresa, mentre con rapidità lo scappellava e se lo infilava in gola. Era davvero brava, giocava con la lingua lungo tutta l'asta, mentre con una mano teneva le palle... "aaah" succhiava avidamente. "Dimostrami che anche un giovane ci starebbe con me, che è solo colpa di quell'idiota che dorme sopra" disse maliziosamente, mentre con le labbra baciava inarrestabile il glande, per poi passarselo sulla tetta scoperta... iniziò un bel lavoro di mano, mentre teneva il glande tra le labbra... dopo pochi secondi non potei che accontentarla riempendole la bocca e schizzando anche leggermente occhiali e tetta.

Proprio in quel momento, sentimmo lo scarico del bagno, la porta del bagno aprirsi, doveva essere la mia ragazza. La madre in un sussulto di lucidità si infilò in bagno, io chiusi il jeans e corsi a sciacquarmi la faccia nella paura di avere del trucco sotto al lavandino della cucina... dopo circa un minuto la mia ragazza arrivò, e si strinse a me da dietro...

- "Perchè ti lavi la faccia in cucina?" chiese interrogativa.
- "Non la sto lavando... è solo che fa caldo qui dentro e dovevo rinfrescarmi. Ci hai messo un'ora a scendere!" esagerai.
- "Vabè, ma dov'è mia madre?"
- "E' in bagno, credo" risposi, fingendo di non sapere.

Iniziai ad asciugarmi, con un tovagliolo. Sentii la porta del bagno aprirsi, controllai che il tovagliolo fosse pulito e mi girai, restando appoggiato alla cucina. Si era messa una vestaglia da notte che lasciava poco all'immaginazione, e soprattutto si era struccata.

- "Uuuh! Scusami!!! Non pensavo fossi ancora qui" mentì spudoratamente con un sorriso malizioso, cui fece seguito una leccata di labbro eloquente. "Amore, tutto apposto a cena?"
- "Si mamma, credo solo di aver mangiato troppo"
- "Io ho bevuto un po'... forse non avrei dovuto" forse razionalizzando quanto fatto...
- "Ma no, tanto ora vai a letto" rispose la mia ragazza. "Mamma ma che hai sugli occhiali, sembra sapone" soggiunse con aria interrogativa.
- "Si saranno sporcati ora che li ho poggiati sul lavandino" mentì lei...
- "Vabè, io vado" interruppì la discussione. "Signora, buona serata" aggiunsi.
- "Buonanotte" rispose lei, con un tono di voce strano.

Andai via, con la certezza che non poteva finire così. Ma questa è un'altra storia.
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