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Al Parco


di Sonia_so
15.04.2024    |    5.099    |    9 9.7
"Così, senza mollare, inizia ad incalzare gli sconosciuti: “Dai, sborrate addosso a sta troia”, “Non vedete quant’è in calore??”..."
Di nuovo ferma nel parcheggio di un famoso Battuage alle porte della città.
Comodamente seduta nella mia auto mi sto rilassando e godendo la prima sigaretta della serata.
Nonostante la primavera ancora alle porte la serata è mite. Un po’ umida forse, ma con una temperatura gradevole e decisamente sopra la media della stagione.
Da diversi giorni un chiodo fisso mi ronza in testa; il solo pensiero mi fa eccitare e spesso è stato la causa di furiose masturbazioni quanto rapide eiaculazioni.
Come sempre devo vincere un po' la timidezza iniziale e quel pizzico di indecisione che sempre mi contraddistingue.
L’occasione si presenta quando vedo passare Tancredi. Persona solare che qui ho conosciuto tempo fa e con la quale si è stabilito uno splendido rapporto di tromba-amicizia.
Rapida ma sinuosa mi lancio fuori dall’auto per raggiungerlo.
“Tesoro come stai?? E’ un po’ che non ti vedo”.
Mi racconta che non è stato molto bene. Ora si è ripreso e mi confessa che in cuor suo sperava proprio di incrociarmi. Che tesoro.
Sempre quando mi vede, senza farsi troppo notare, mi palpa il culo ed ammiccante mi dice: “Sei sempre una gran troia”. Io lo adoro, rido come un’oca e mi lascio scivolare tra le sue forti braccia.
“Che progetti hai per sta sera?” mi chiede. Non ha idea di quanto sia bellicosa.
Appoggiandomi alle sue spalle gli sussurro all’orecchio: “Non l’ho mai fatto sui tavoli nel parco. Ti va di accompagnarmi?”.
Ormai ci capiamo al volo, basta uno sguardo. “Vieni con me troietta” mentre dolcemente mi prende la mano e si dirige verso degli alberi di cui intravedo solo le sagome scure.
“Non allontanarti troppo, voglio che qualcuno ci veda” gli dico.
“Che Puttana che sei sta sera!”
Rapidi raggiungiamo un tavolino con due panche ai lati. Appoggio la borsa che mi ero presa con tutto il necessaire. Un po’ freneticamente sistemo sul tavolo un lubrificante e dei preservativi. Lui si avvicina da dietro ed inizia a toccarmi i fianchi. Appoggiandosi alla mia schiena inizia a leccarmi dietro l’orecchio: “Mamma mia quanto sei bona”.
Adora toccarmi e palparmi. Le mie gambette esili ma definite lo fanno impazzire. E quando inizia ad alzarmi il vestito e mi scopre le natiche l’esclamazione è sempre la solita: “Che culo che hai!!”. Non è certo la prima volta con lui, ma la nuova location mi sta eccitando non poco.
Incomincio a piegarmi sulle gambe e a strusciarmi sul suo petto. Ormai sono mezza nuda e lui si è tolto la maglia ed ha i calzoni calati.
Riapro gli occhi e noto vicino 2 sagome sconosciute. Entrami mi fissano mentre si masturbano. Con un cenno gli faccio capire che si possono avvicinare; in un attimo mi ritrovo cinta da 3 maschi che strusciano i loro cazzi duri sul mio corpo.
Che meraviglia.
Sono proprio questi gli istanti in cui perdo completamente la ragione.
Incomincio così a palesare pensieri che mai avrei pensato in anni passati di esternare: “Scopatemi come un puttana”.
Nemmeno il tempo di dirlo che Tancredi si era già infilato il preservativo ed ora mi sta ungendo per bene il buchetto. Sa bene come gestirlo.
Gli altri 2 sono appoggiati sul tavolo e a turno ansimano non appena prendo loro il cazzo in bocca.
Tancredi pero’ mi vuole più oscena che mai. Decide cosi di prendermi di peso e di sedermi sul tavolino: “Ora apri le gambe, troia”. Io ubbidisco e subito vengo penetrata. Inarco ed indietreggio la schiena; ai lati mi trovo gli altri cazzi. Mentre pompo uno sego l’altro.
Sento i colpi ben assestati di Tancredi.
I 2 mugolano ansimanti.
Tancredi fortunatamente tiene alto il livello del turpiloquio.
Come mi conosce bene: “Guarda che troia che sei”, “Ti piace il cazzo?!”, “Adesso ti riempiamo di sborra, puttana”.
Sa molto bene che per raggiungere l’orgasmo ho bisogno di ricevere addosso una bella schizzata.
Così, senza mollare, inizia ad incalzare gli sconosciuti: “Dai, sborrate addosso a sta troia”, “Non vedete quant’è in calore??”. Pochi secondi; uno, due, tre schizzate. Dense, copiose, calde. Tutte in faccia, senza ritegno.
Tancredi esce ed io inizio a masturbarmi.
Ora viene anche l’altro; petto, pancia, sento sperma colare dappertutto.
Non reggo più e pure io mi vengo addosso.
Le gambe mi tremano, ansimo, sono sfatta, distrutta, sconvolta.
Tancredi mi guarda e sorride mentre continua a menarselo. La scena lo appaga: “Ora tocca a me!”.
Mi giro di schiena ed inarcandomi gli offro il panorama a lui preferito.
Non resiste, si avvicina e col suo urlo arrapato si svuota sul mio culetto. “Aaaaahhh”.
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