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Storia della mia vita 22


di Moltoesigente1
06.04.2024    |    1.763    |    3 8.0
"Ramona rimase in silenzio per vari minuti..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 21

CAPITOLO 22 - LA COMPRAVENDITA

Qualcuno bussò alla porta del camper.

Ingrid indossava un costume completo bianco un po’ sgambato e sandaletti con tacco alto elegante e strisce sottili di pelle che le racchiudevano i piedi e le caviglie. Non era solo bella: era proprio una donna di gran classe. Si sistemò un attimo i capelli e aprì.

Era Ramona.

“Vieni. Ti aspettavo.” Disse Ingrid niente affatto sorpresa.

Ramona entrò e rimase immobile guardandosi intorno. Indossava un bikini verde e anche lei sandali con il tacco alto, ma un po’ meno fini di quelli di Ingrid. Era avvolta da un pareo verde chiaro che le lasciava scoperta una spalla. Si era anche fatta una bella pettinatura nel salone di acconciatura del campeggio e si era profumata.

Ramona non era bellissima, ma abbastanza provocante e cercava di valorizzare questa sua dote. Questa volta aveva provato ad esserlo ancora di più, perché anche per lei incontrare Ingrid era una cosa speciale, sebbene non fosse venuta con intenti amichevoli.

Mi vide, nudo, incatenato in un angolo e prostrato a terra, come Ingrid mi aveva ordinato di stare in sua presenza.

Ingrid, molto cortese, la invitò a sedersi e le chiese se voleva qualcosa da bere. Poi si sedette a sua volta.

Ramona iniziò:
“Non hai fatto una cosa molto bella, sai? Non è stato assolutamente un bel gesto.”

“Certo, lo riconosco. Non è stato un comportamento corretto.” Rispose Ingrid senza mostrare alcun pentimento.

“Non è stato neppure bello approfittare della debolezza di Manola che si era innamorata di te.”

Ingrid sorrise un po’ beffardamente. “Beh… Faresti bene a non colorare troppo la realtà. Manola aveva uno scopo ben preciso da raggiungere. Non avrebbe guardato in faccia a nessuno pur di conseguirlo.”

“Ora, però, cessiamo con le recriminazioni.” proseguì con tono reciso: “Sono disposta a un risarcimento.”

Non aveva affatto l’atteggiamento di chi si sente colpevole, anzi. Parlava con un tono quasi di sfida e guardava Ramona negli occhi.

Gli intenti bellicosi di Ramona si stavano spegnendo di fronte alla sicurezza di sé di Ingrid. Però il desiderio di sapere era molto forte.

“L’hai frustato?” Chiese.

“No. Non ancora.” Rispose Ingrid con calma.

“L’hai torturato?”

“Non esattamente.”

“Mmmmhhh… per averlo soggiogato in questo modo, non ti sono certo state sufficienti le parole….. Sicuramente hai adottato le maniere forti….. Spero, però, che tu non gli abbia fatto troppo male. Io stessa ho sempre evitato di esagerare.”

“Non temere” la rassicurò Ingrid, “Anche a me non piacciono affatto gli eccessi.”

“Comunque, l’hai certamente usato. L’hai fatto come quando l’hai catturato vicino alle cabine?”

“Perché mi fai tutte queste domande?” Chiese Ingrid con un pizzico di irritazione.

“Semplice curiosità.” Rispose Ramona.

Ingrid tacque per qualche minuto.
“Ho usato anche la sua bocca.” Lo disse con il sottile proposito di solleticare il ghiotto interesse che Ramona aveva per i particolari piccanti dei miei incontri con altri transessuali.

Ramona fece un risolino. “Ti sarà piaciuto molto: è la sua specialità!”

Al di là di tutto, comunque, Ramona voleva risolvere la situazione.
“Adesso che intenzioni hai? Me lo restituisci?”

“Veramente, ho intenzione di farti una proposta.”

“Sarebbe?”

“Voglio comprarlo.”

Ramona rimase senza parole: “Come? Non capisco: cosa intendi dire?”

“Lo compro. Ti pago e da quel momento è solo mio.”

Ramona era interdetta. Ingrid era disposta a darle dei soldi per avermi?

“E come pagheresti?” Le chiese.

“Come vuoi tu. In contanti. Oppure in qualunque altro modo.”

Ingrid era assolutamente decisa a possedermi in esclusiva ed era disposta a tutto per raggiungere il suo scopo. Poiché era palesemente piuttosto benestante, si poteva permettere di allettare Ramona con il denaro.

Ramona rimase in silenzio per vari minuti. Era sorpresa, ma anche intrigata. In fin dei conti, questo le avrebbe permesso di risolvere alcuni problemi economici che le si stavano presentando.

“Ma poi… se te lo vendo…. Vuol dire che non lo posso vedere più?” Chiese.

“Può far parte delle trattative e dell’accordo finale. Si potrebbe prevedere che, per esempio, una volta al mese potrei consentirvi di tenerlo per un giorno e una notte. Ovviamente, questo varrebbe per un tempo limitato, tipo sei mesi o poco più.”

Si interruppe per qualche secondo, pensierosa. “Per carattere non sono possessiva, ma con lui lo sarei moltissimo. Non permetterei a nessuno di toccarlo, perché lo voglio solo mio….. Con voi farei un’eccezione, ma con una scadenza.”

“Ma, allora, come procediamo?” Chiese Ramona.

“Trattiamo il prezzo e le modalità.” Rispose Ingrid.

Poi prese un foglio e una penna e descrisse la sua offerta. Ramona rimase sorpresa degli importi e delle condizioni indicate da Ingrid e chiese solo se si poteva modificare qualche dettaglio, ma non ebbe alcuna difficoltà ad accettare. La proposta era di quelle che non si potevano rifiutare. Come aveva detto, Ingrid mi voleva fortemente e quella offerta faceva capire quanto valesse per lei il possedermi in esclusiva.

“Beh…. Abbiamo concluso un affare” Disse Ramona ridendo.

“Non ancora.” Rispose Ingrid seria.

“Voglio tutto nero su bianco. Ora ti do carta e penna e tu scrivi il testo del contratto. Io ti detto ciò che devi scrivere. Poi lo firmiamo noi. Ma prima di fare pagamenti, voglio la firma anche delle altre due.”

Ingrid prese un blocco di carta e lo mise davanti a Ramona con una penna.

Ramona, obbediente, si accinse a scrivere. Subiva anche lei la forte personalità di Ingrid. La mia padrona Ramona aveva un atteggiamento decisamente subordinato, non solo perché Ingrid aveva un carattere più risoluto del suo, ma anche perché era molto determinata e sembrava avere le idee piuttosto chiare.

Quando Ramona ebbe finito di scrivere, Ingrid le chiese di rileggere il tutto, poi firmarono. Ramona sembrava molto contenta e anche stuzzicata dalla situazione. Aveva un colorito più acceso e rideva spesso: pareva eccitata dal temperamento volitivo di Ingrid.

Cominciò a farle qualche domanda con fare insinuante da vecchia amica:
“Ma, tu non hai un uomo?”

“No.” Si limitò a rispondere Ingrid.

“Come è possibile che una splendida donna come te non abbia un uomo?”

“Se mi interessasse, potrei avere tutti gli uomini che vorrei, come puoi intuire. Il fatto è che io non mi accontento. Per me è difficilissimo trovare una persona in linea con i miei gusti e le mie aspettative e, ammesso che la trovi, riesco ad accorgermi che non lo è solo dopo un po’ di tempo, quando la persona si rivela per ciò che è realmente.... Quindi preferisco rimanere sola…. finché non capiterà qualcuno di speciale..….forse.”

“Ma…. Non ti prende il desiderio, a volte? La voglia di….?”

“Ovviamente. Sono fatta di carne anch’io. Ma tu sai bene cosa vuol dire cercare un uomo per questo. Significa infilarsi in un ginepraio. E diventa faticoso poi liberarsene. E, comunque, dovrei trovarne uno che mi piace….eventualità sempre più remota….”

“Sei davvero una donna particolare, Ingrid e…. assolutamente affascinante. Non solo per il tuo corpo, ma anche per la tua testa…”

Non avrei mai immaginato che Ramona fosse persona da indulgere in corteggiamenti per un’altra donna. Invece ora stava proprio facendo il cascamorto.

“Immagino che i tuoi sabati e domeniche fossero molto tristi, senza nessuna compagnia. Ora, invece, avrai qualcuno con cui divertirti….” Disse Ramona ammiccando e riferendosi, ovviamente, a me.

Nel mentre aveva cominciato ad accarezzare la mano e il braccio di Ingrid, che lasciò fare, ma senza coinvolgimento.

Ramona, però, era sempre più eccitata.
“Beh, potremmo anche…. suggellare il nostro contratto in modo carino…” disse Ramona con tono provocante.

Ingrid rimaneva fredda, ma Ramona non si fermò. Prese la mano di Ingrid con la destra e cominciò a baciarle le dita con fare voluttuoso, mentre con la sinistra sotto al tavolo le accarezzava la coscia. La mano di Ramona risalì gustando la morbidezza della pelle di Ingrid e andò a sfiorare sfrontatamente il davanti del suo costume.

Mi aspettavo che Ingrid si ritraesse, perché non mostrava partecipazione. Non lo fece, ma ebbi l’impressione che assecondasse Ramona solo perché quella doveva essere la prima ma anche l’ultima volta. Io, intanto, disubbidendo agli ordini, avevo sollevato un po’ la testa per poter vedere.

“Ci possiamo sedere lì?” Chiese Ramona con la lingua un po’ impastata indicando il divano.

Ingrid si accomodò e Ramona le si sedette accanto continuando ad accarezzarle le cosce, ma con le dita che si muovevano sempre più verso l’inguine alla ricerca del cazzo di Ingrid.

Facilissimo trovarlo, visto che si era già bello ingrossato sotto il body. Ramona baciò Ingrid sul collo e cominciò a stringerle il cazzo con la mano destra. Ingrid lasciava fare. E non si scompose neppure quando Ramona le si inginocchiò davanti e cominciò a leccare e addentare delicatamente il rigonfiamento del costume.

Non avevo mai visto la mia padrona Ramona così infoiata. Normalmente era lei che si faceva leccare e che usava il corpo delle sue partner. Era infatti tendenzialmente molto attiva, non solo con me e le altre due ragazze (solo a Eleonora concedeva a volte il suo culo quando le veniva voglia di cazzo; io e Manola, invece, con lei, eravamo solo femmine).

Infatti, anche quando decideva di godersi un’avventura con un uomo che la stuzzicava, era sempre dominante e, se ne trovava uno che le piaceva, lo portava a letto per possederlo.

Ramona era completamente incurante del fatto che io la stessi guardando. Non riuscivo a capire se si stava lasciando andare, abbandonando completamente il ruolo di padrona che aveva sempre tenuto con me dal momento che ormai mi aveva venduto, oppure, forse, perché la eccitava ancora di più fare la cagna in calore davanti ai miei occhi.

Qualunque fosse la ragione, si rialzò e si spogliò con grande rapidità. E quando anche Ingrid si spogliò e si sedette sul letto, impazzita dalla voglia si inginocchiò di nuovo e cominciò a leccare con libidinosa passione il magnifico cazzo di Ingrid.

Dopo il mio racconto e quello di Manola - ero certo che Ramona l’avesse costretta a entrare nei dettagli della sua avventura con Ingrid, e, in particolare, a descrivere le caratteristiche del suo cazzo -, non stava più nella pelle dalla bramosia di provare lei stessa quell’arnese tanto osannato.

La larga bocca di Ramona diventò una specie di idrovora mentre succhiava il cazzo di Ingrid con una libidine che non avevo mai visto. Sembrava volerlo ingoiare tutto, gustandolo e suggendolo come un enorme bastone di liquirizia. Mentre succhiava emetteva mugolii e versi che tradivano quanto fosse arrapata: “mmmmhhhh… mmmmhhh…”.

Mi parve che Ingrid avesse raggiunto l’erezione massima e Ramona lo prese fino in gola, perché le sue labbra arrivarono quasi vicino alla base del membro, nonostante le sue dimensioni ragguardevoli.

Ingrid continuava a non lasciarsi troppo andare. Guardava Ramona che senza alcun ritegno andava in su e in giù con la testa riempiendosi la bocca con il suo cazzo; solo a tratti socchiudeva gli occhi perché il piacere si faceva più intenso. Certo, quel pompino lussurioso non le dispiaceva. Ma non era travolta dalla passione.

Ramona sollevò la bocca e guardando Ingrid con un velo davanti agli occhi disse con voce roca: “Ne ho voglia. Tanta. Posso prenderlo?”

Ingrid non parlò e per tutta risposta si stese di schiena, si accomodò due cuscini sotto la testa e spingendo con le dita la base del cazzo lo fece rimanere dritto come un obelisco davanti agli occhi della mia ormai ex padrona.

Ramona prese il lubrificante sempre presente sulla mensolina vicina al letto e se lo spalmò bene fra le natiche. Poi si mise a cavalcioni di Ingrid, afferrò con le dita il cazzo di lei, passando con la mano dietro alla sua schiena e lo diresse verso il proprio buco del culo. Lo affondò piano piano mentre chiudeva gli occhi e con la bocca semiaperta emetteva gemiti e sospiri di godimento.

Il cazzo di Ramona, che conoscevo molto bene, era anch’esso alla sua massima erezione e svettava sopra il ventre di Ingrid.

I testicoli di Ramona, invece, stavano quasi per appoggiarsi al pube di Ingrid, tanto il membro di questa era affondato nel suo culo. Ramona cominciò lentamente a sollevarsi facendo leva sulle ginocchia e sulle mani appoggiate al lenzuolo e poi tornando giù. Emetteva rantoli di goduria ad ogni movimento.

Ingrid le afferrò lo scroto e le palle con la mano sinistra, stringendo quanto necessario per dare a Ramona la sensazione che il suo intero membro fosse prigioniero; con l’altra mano, invece, serrò le dita intorno al fusto del cazzo e iniziò un movimento ritmico in su e in giù coordinato con quello che Ramona compiva sul suo membro mentre si impalava.

Fu veramente troppo per Ramona che non resistette molto. Accelerò il ritmo a candela e con una serie di grida rauche proruppe in un orgasmo veemente, spruzzando abbondanti fiotti di sperma sul viso, sui seni e sul ventre di Ingrid, che continuò a masturbarla più lentamente con movimenti più ampi, ricoprendo dapprima il glande con il prepuzio e poi di nuovo giù scoprendolo un po’, in modo da far uscire tutto lo sperma rimasto.

Ramona si sfilò il cazzo ancora durissimo di Ingrid dal culo e si abbandonò pesantemente sul lenzuolo, letteralmente svuotata. Ingrid rimase in silenzio per un po’, poi le disse:
“Ti lascio riposare, mentre vado a farmi una doccia.”

Ramona, tenendo gli occhi chiusi nel suo completo rilassamento, chiese, più per necessità di reciprocità che altro: “ma non vuoi che ti faccia godere? Tu non hai avuto un orgasmo.”

“No.” Rispose Ingrid. “Mi sono già spremuta molto fra ieri e oggi.” Alludeva, ovviamente, agli intensi orgasmi raggiunti con me. “Ho bisogno di recuperare un po’.”

Ramona si era praticamente addormentata nel letto di Ingrid e si svegliò di soprassalto quando questa uscì dalla doccia.

Attese seduta che Ingrid si rimettesse il costume intero e i sandali, poi si alzò per accomiatarsi.

Si profuse in profondi ringraziamenti e in ampie lodi per le meravigliose doti di Ingrid…. in tutti i sensi. Le chiese di potermi salutare e, avvicinatasi, mi alzò di peso dalla mia posizione e mi baciò sulla bocca. Mi disse:
“Mi raccomando: sii bravo con questa splendida signora. Vedrai che starai bene, forse meglio che con noi. Però avremo modo di rivederci, perché questi sono gli accordi con lei.”

Mi baciò di nuovo sulla bocca con passione e, salutata Ingrid con un abbraccio e un bacio anche a lei, se ne andò.


Seguirà: CAPITOLO 23 - LE FERREE LEGGI DELLA NUOVA PADRONA

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 23
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