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Che scopate in quella sauna (parte 1)


di divisanera
10.04.2015    |    14.885    |    4 9.7
"Era proprio una trans vera, capelli lunghi mossi, un seno bello prorompente, con due bei capezzoli turgidi e sotto indossava un perizoma striminzito..."
Era già la terza volta che Giorgio aveva sentito parlare di questa sauna particolare.
“Vedrai che ti diverti, io ormai ci vado una volta a settimana e ogni volta è meglio di quella precedente!” Cosi gli aveva detto Andrea, un suo amico che ormai era un diventato un cliente assiduo.
Decise quindi di farsi coraggio e tentare questa nuova avventura. Di donne ne aveva avute molte ed essendo anche bisex ed era stato più volte con uomini e con trans, ma era da tempo che quelle avventure non gli davano più il gusto di una volta, cercava qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso dai soliti incontri fugaci e clandestini che aveva consumato fino a quel momento.
La sauna era un posto diverso dal solito, secondo Andrea era un paradiso, un posto nel quale si sta tutti insieme, nudi e non, a divertirsi. Tutto misto: donne, uomini, trans e trav. Praticamente un vero “porcaio”; questa era l’unica definizione che gli veniva in mente quando Andrea gliene parlava.
Scelse un sabato pomeriggio piovoso. Andrea era stato chiaro.
“Se ci vai il venerdì e il sabato trovi di tutto e ti diverti molto di più!”
Quando si trovò davanti l’entrata, fece un enorme respiro e quasi in apnea suonò quel piccolo citofono sul quale c’era scritto solo -SAUNA-
L’entrata ricordava molto quella di una piscina e anche l’odore che arrivava sembrava quello di cloro.
Il cancello si aprì automaticamente e scese la piccola rampa, un altro portoncino si aprì ed entrò.
Era eccitato, ma non riusciva a capire se più per l’emozione della novità o più per le idee che aveva in testa.
“Ciao.”
Ad accoglierlo c’era un ragazzo col volto sorridente.
“Buongiorno”. Ricambiò Giorgio.
“E’ la prima volta che vieni? Non mi pare di conoscerti”.
“Si, infatti è la prima volta, potresti dirmi come funziona?”
Le spiegazioni furono brevi e veloci: Ti davano tutto loro, asciugamani, chiavi e lucchetto dell’armadietto, ciabatte e preservativi a volontà.
“Cazzo pure i preservativi, aveva ragione Andrea, qua ci si diverte proprio”.
Arrivò agli spogliatoi, in realtà una stanza abbastanza grande che aveva degli armadietti tutt’intorno. C’erano anche altre persone, qualcuno parlava, qualcuno si stava spogliando. Iniziò a spogliarsi anche Giorgio, lo fece di fretta, era troppo curioso di scoprire cosa avrebbe trovato.
C’era una porta a soffietto vicino il suo armadietto, la porta improvvisamente si aprì e quello che vide lo sorprese subito. Una trav usciva di tutto punto; tacchi alti, lingerie nera, autoreggenti, parrucca bionda e truccatissima, una vera femmina d’assalto.
“Ciao tesoro.”
Gli disse la trav ancheggiando verso l’arco che divideva gli spogliatoi dal locale vero e proprio.
Praticamente era rimasto imbambolato a guardarla allontanarsi da lui, era rimasto con i pantaloni alle caviglie e quasi cadde a terra, quando si girò velocemente verso lo sportello del suo armadietto.
“Ecco, mo faccio la fine di quello della barzelletta del pinguino, non male cominciare con una figura di merda.” Pensò, senza neanche rendersi conto che in realtà ormai era rimasto solo negli spogliatoi.
Si legò l’asciugamano sulla vita, infilò le ciabattine ed entrò. Riusciva a malapena a nascondere la sua erezione, non che si vergognasse, era sempre andato fiero dei suoi venti centimetri, ma non sapeva cosa avrebbe trovato all’interno.
Il posto era tutto in penombra, luci rosse soft, un brusio di voci…
Gli tornavano alla mente sempre le parole e i consigli di Andrea.
“Guarda che come entri, vai alla tua destra che li c’è una specie di labirinto quasi buio, è divertente, e poi ci sono i camerini.”
Quindi girò a destra e iniziò a camminare per questo fantomatico labirinto che in realtà era composto da qualche corridoio quasi al buio e molto stretto. Si scontrava con altri uomini, “vestiti” come lui, che camminavano in cerca di qualcuno da incontrare. Arrivò davanti ad un camerino con la porta semi aperta e la luce rossa dentro accesa, sembrava quasi la camera oscura di un fotografo.
Davanti la porta c’erano quattro uomini che rimanevano in piedi senza far nulla, anzi, qualcosa facevano perché Giorgio poteva vedere bene le mani di quegli uomini muoversi velocemente sotto gli asciugamani. Volle fermarsi a guardare cosa ci fosse di cosi tanto speciale da osservare e vide seduta sulla panchina di legno all’interno del camerino una trans. Era proprio una trans vera, capelli lunghi mossi, un seno bello prorompente, con due bei capezzoli turgidi e sotto indossava un perizoma striminzito. Stava li, seduta, a gambe accavallate, non faceva nulla, guardava e si lasciava ammirare.
La cosa incuriosì molto Giorgio che sperava di vedere qualche amplesso con qualche fortunato, almeno poteva iniziare l’avventura in quel posto solleticando la sua anima di voyeurista.
La cosa andò meglio di quello che aveva immaginato.
La trans, che guardava tutti, incrociò lo sguardo con Giorgio, fu un’occhiata veloce, ma intensa. Lei allungò la mano e fece cenno a Giorgio di entrare da lei. Quasi non ci credeva, in mezzo agli altri, lei aveva scelto proprio lui.
Giorgio entrò e lei chiuse la porta, lasciò la luce accesa, si mise seduto e subito lei tirò via l’asciugamano che lo cingeva. L’eccitazione di Giorgio era alle stelle, il cazzo ormai era durissimo e lei lo strinse forte, lo scappellò completamente e si chinò a succhiarglielo, lo prese tutto in un sol boccone, e lui, da maschio quale si sentiva, le mise un mano in testa per spingerla forte.
Sapeva benissimo che le trans erano delle grandissime pompinare e anche lei non smentiva la categoria. Ad un certo punto, lei si tirò su e si mise in piedi davanti a lui, si sfilò il perizoma, allargò un po’ le cosce e scese penzoloni un bel cazzo, semiduro, tutto scappellato.
“Dai tesoro, succhiamelo anche tu che mi piace tanto.”
Giorgio non se lo fece ripetere e prese subito quel cazzo in bocca e iniziò a spompinarlo con avidità. Sentì la mano della trans che lo accarezzava, quasi con dolcezza, mentre in realtà lui sbavava e insalivava quel bel cazzo che ormai nella sua bocca era diventato bello duro.
Sentì un rumore… La trans aveva aperto la porta e lì fuori c’erano ancora gli stessi uomini di prima che adesso guardavano lui seduto a cosce aperte a segarsi mentre la trans lo stava praticamente scopando in bocca.
La cosa lo eccitò moltissimo, la trans si scostò solo un attimo, si chinò e baciò Giorgio, beh, più che un bacio fu una vera e propria pomiciata, tanta saliva, le lingue intrecciate. Giorgio era in paradiso.
La trans fece cenno ad un altro di entrare, a quel punto erano in tre lì dentro e lei iniziò il suo gioco, prese il comando della situazione, si vedeva che era esperta e che sapeva come godere e far godere.
Mise Giorgio in piedi e riprese a spompinarlo, lei intanto completamente a novanta gradi accolse immediatamente l’altro senza neanche un po’ di preliminari. Venne presa per i fianchi e quello iniziò a sbatterla deciso e con forza, Giorgio pensava che doveva essere molto aperta e sicuramente bagnata per essere scopata in quel modo.
Ad ogni colpo corrispondeva una succhiata più profonda, fino a che la faccia di lei era completamente immersa nel ventre di Giorgio, Gli sguardi dei due maschi si incrociavano, si guardavano e si sorridevano. Poi l’altro venne e grugnì di goduria, invece Giorgio era ancora durissimo, era sempre stato “lungo” nel venire, in realtà voleva proprio godersi quella giornata cercando di rimanere più a lungo possibile con il cazzo bello turgido.
Quello uscì e solo in quel frangente la trans si staccò dal cazzo di Giorgio per far cenno ad un altro fortunato di entrare per godere col suo culo. Entrò il secondo e si ritrovarono ancora in tre in quel piccolo camerino, neanche a dirlo… l’uomo iniziò subito a scoparla, doveva avere un cazzo bello grosso, perché appena le entrò dentro la trans spalancò la bocca in una smorfia e Giorgio ne approfittò immediatamente per spingerle il cazzo ancora di più in gola, lei lo stringeva per le cosce, si aggrappava a lui, cercando di rimanere in equilibrio mentre l’altro letteralmente la montava con decisione.
Anche questo venne, mentre Giorgio incredibilmente era ancora duro e di venire non ce n’era sentore.
A questo punto la trans guardo Giorgio e sospirò.
“Ora scopami tu, te lo sei meritato proprio”.
Si girò e mostrò finalmente quello che Giorgio aveva solamente immaginato fino a quel momento; un buco di culo bello pulsante e aperto, sembrava più una bella fighetta vogliosa che gocciolava un misto di umori anali e di sborra.
Giorgio si afferrò il cazzo, durissimo, la cappella viola e pulsante e tutta insalivata. La prese per i fianchi e la infilò con decisione.
La porta era rimasta aperta e quelli che erano ancora fuori potevano vedere la trans che, appoggiatasi agli stipiti della porta si reggeva mentre Giorgio affondava il cazzo in quel culo di burro, voglioso e accogliente. “Sfondami… si… dai… così… ti prego, dammi la sborra… inondami… riempimi amore… si…”
Erano le uniche parole che farfugliava la trans, mentre godeva sotto i colpi di Giorgio. Lui guardava fiero i volti degli altri uomini che stavano fuori e si toccavano, qualcuno aveva iniziato a masturbarsi, avvicinando il cazzo alla faccia della trans, completamente piegata.
Appena iniziò a vedere che qualcuno si svuotava le palle sul suo viso, diede colpì più profondi e finalmente venne. Si accorse che stava spruzzando tantissimo, fu un orgasmo lungo e intenso, tutto dentro il culo della trans. Dopo qualche secondo che era rimasto dentro di lei, si tirò fuori, lei spruzzò tutta la sborra di fuori, facendosela colare sulle gambe. Giorgio prese dei fazzolettini dal dispencer che era attaccato al muro e glieli porse, lei si pulì le gambe e il viso e guardò Giorgio.
“Amore, voglio venire, sono piena, mi hai fatto godere tanto di culo, ora voglio sborrare anche io”.
Si afferrò il cazzo e si mise davanti a lui, lo aveva proprio grosso e durissimo, lo puntò sul cazzo di Giorgio, intanto ripresero a pomiciare fino a che lei spruzzò tutto addosso a lui e ne fece davvero tanta.
Fece un piccolo urletto, lo sgrullò bene e poi si chinò e si mise a ripulire tutto. Leccò tutta la sua sborra, pulì il cazzo, la cappella, intorno al pube, i peli, le palle… insomma, un servizio proprio completo.
Poi si alzò e si guardarono.
“Grazie amore, è stato bello”.
Aprì la porta, uscì e si allontanò.
Giorgio era un po’ intronato.
“Mamma mia che goduria… cazzo, se questo è il buongiorno, vediamo un po’ come prosegue…”
Si diresse alla ricerca delle docce.
(fine prima parte)
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