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Il compagno di banco (parte 1)


di stellarossa86
09.02.2024    |    5.972    |    9 10.0
"Hai un culo a mandolino e sei pure tutto depilato..."
Avevo sempre saputo di essere attratto dagli uomini. Eppure all'età di 17 anni non ero ancora riuscito ad avere una prima esperienza mentre tutti i miei compagni di classe già si vantavano delle loro prime avventure sessuali con le ragazze. Io a modo mio cercavo di fingere interesse e ad assecondarli inventando qualche finto flirt estivo con turiste di fantasie. Ma da quel giorno, cominciò a diventare sempre più difficile fingere la mia eterosessualità. La professoressa di italiano decise che Gaetano dovesse essere il mio compagno di banco. 19 anni, due volte bocciato, doveva necessariamente superare l'anno e per la professoressa tenerlo vicino a me era il modo migliore per recuperare un ragazzo che di studiare non voleva saperne. Ma Gaetano non era come gli altri miei compagni. Moro, con gli occhi azzurri, aveva già la fisicità di un uomo adulto, con barba folto e petto villoso che amava ostentare. Spalle larghe, alto. Il mio primo vero sogno erotico. Non avevamo mai davvero legato. Ero troppo serio per i suoi gusti ed io lo evitavo per non far trapelare nulla sulla mia sessualità. Ma ora ogni giorno era lì di fianco a me. Seduti accanto all'altro, in un piccolo banco, dove era facile sfiorarsi le mani o le gambe data anche la sua mole. Per me divenne una sorta di tortura. Averlo lì appiccicato a me, dover far finta di niente e allo stesso tempo stare attento alla lezione.
Un giorno durante la pausa decisi di restare seduto al banco per ripetere qualcosa per la lezione successiva mentre tutti gli altri si erano gettati velocemente verso i corridoi fuori l'aula. Gaetano, però, era rimasto lì accanto a me. Eravamo da soli in classe. Sentivo il suo sguardo addosso.
"Che vuoi Gaetà? Non esci? Io devo ripetere per la lezione di dopo", gli feci cercando di capire cosa stesse succedendo.
Lui restò qualche istante in silenzio fissandomi negli occhi.
"Ma tu l'hai mai preso in culo?", disse così improvvisamente facendomi gelare sulla sedia.
"Ma che cazzo stai dicendo?", gli risposi urlando e distogliendo lo sguardo.
"Ma perché ti arrabbi? non sei ricchione?", continuò lui con molta calma.
"La vuoi finire, Gaetà? Vattene fuori, io devo studiare". Ero terrorizzato. Perché mi chiamava così? Lo aveva capito?
"Ma dai, non fare lo scemo. Lo sappiamo tutti che sei ricchione." La cosa mi aveva sconvolto. Io che credevo di nascondermi in realtà ero lo zimbello della classe.
"Non ti arrabbiare! Se ti piace il cazzo, che fa? Poi si vede che sei molto "delicato". Hai pure un bel culo da femmina, sai in quanti se lo vorrebbero scopare".
"Che ne sai del mio culo?"
"Fabrizio ti fa le foto sotto la doccia quando andate in palestra insieme e le manda a tutti per sfotterti. Hai un culo a mandolino e sei pure tutto depilato. Poi ti muovi pure un po’ da femmina. Se ti vedessi da dietro con un perizoma e delle belle calze da troia, ti scoperei" E si mise a ridere forte.
Ero arrabbiato, impaurito, ma quelle parole mi avevano anche fatto eccitare. Gaetano, il mio sogno erotico, mi aveva immaginato come una donna da scoparsi.
"Comunque no. Non ho mai scopato. E, detto tra noi, vorrei tanto provare a farmi scopare da un uomo".
"E provaci! Se io fossi ricchione, ti scoperei. Ma a me piacciono le femmine".
"Però hai detto che mi scoperesti se mi mettessi in intimo femminile"
"L'ho detto tanto per dire. Però è vero che hai un culo perfetto. Se non sapessi che è il culo di un maschio, forse sì, me lo scoperei, ahahah". E continuò a ridere.
"Guarda questa. Te la scoperesti?". Gli feci vedere una foto dal mio cellulare di una ragazza con i capelli lunghi biondi, in perizoma, tacchi, e un vestitino trasparente.
"Mamma mia, sì, chi è sta bona? QUesta sì che me la scoperei".
"Beh....sono io".
"Hahah che dici? La faccia non si vede bene, ma questa è una ragazza".
"No. Quando sono solo a casa, mi piace indossare questi vestitini di mia sorella e truccarmi. Questa è una parruca che lei usa quando fa cosplay."
"Dovresti farmi scopare tua sorella...però....cazzo....che gambe, che culo. Poi quelle labbra rosse...."
Lo vidi confuso. Continuava a fissare quella foto. Notai la lingua che ogni tanto usciva fuori a leccare velocemente le labbra. Inoltre, stava avendo chiaramente un'erezione.
"E dimmi un po’...quand'è che sei solo a casa e ti metti così?"
"Oggi e domani sarò tutto il tempo da solo a casa. Mia sorella è tornata in città, all'università. E i miei sono fuori per un convegno a Milano. Ho già in mente quali vestitini provare....ma perché me lo chiedi?"
"Niente. Curiosità."
"Vuoi vedermi così?", mi diedi coraggio. Lui mi guardò con aria seria. "Sì, dai. Vengo da te stasera e te le faccio io le foto".
(Continua)
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