Racconti Erotici > trans > Un giorno di mare...o quasi
trans

Un giorno di mare...o quasi


di Membro VIP di Annunci69.it Belfigo1988
05.05.2020    |    880    |    4 9.6
"Avevo ancora le gambe dolenti e il culo rosso..."
Non avrei mai immaginato che mi sarei ritrovato in quelle condizioni, un pomeriggio di agosto, in costume, in auto. Avevo ancora le gambe dolenti e il culo rosso. Non avrei mai immaginato che quel giorno, tutto avrei fatto, tranne che il bagno. Ero partito verso le sette del mattino da casa. Mi aspettavano due ore e mezzo, tre ore di auto per raggiungere la costa ligure. Avevo voglia di fare il bagno nel mare cristallino della liguria, e colsi l’occasione per prendere un appuntamento con una bella trans solo attiva, come piaceva a me, da vedere nel primo pomeriggio, verso le 15, ospitale a due passi dal mare. Dalle foto era una bella trans mora, atletica, muscolosa. Era olandese credo, normodotata, cazzo liscio, che sapeva usare da Dio. Per lo meno questo avevo visto dai suoi video, su un suo sito personale, o almeno così pensavo io, perché in realtà non l’avrei mai incontrata… Mi ero fatto due settimane di seghe mentali prima di incontrarla. Mi ero persino violato il culo la notte pensando a quando ci saremmo incontrati. Mi ero depilato il buchetto, così da renderlo piacevole da usare e da leccare. Sarebbe bastato anche solo un po di caldo per trasformarlo in una fregna umida e calda che non aveva bisogno di altro che un po’di saliva per essere violata con forza, come piace a me. Arrivai alle 10 al mare, vicino casa sua. Cercai un parcheggio all’ombra, ma dopo 45 minuti che giravo, lasciai l’auto in uno spiazzo sterrato dietro una fila di scogli. Sapevo che avrei dovuto camminare un bel po’ per raggiungere la spiaggia, ma non sapevo onestamente dove era meglio che andassi. Cercavo il mare più pulito e una spiaggia più appartata, dove avrei potuto prendere il sole nudo e magari conoscere qualcuno di interessante. Mi diressi verso una spiaggia più piccola. Da lontano si vedevano vecchie barche di pescatori lasciate marcire al sole cocente. Incrociai una donna tornare da quella spiaggia, o per lo meno quella che sembrava una donna. Man mano che mi avvicinavo era sempre più evidente che dietro quegli occhiali da sole scuri ci fosse un viso longilineo e a tratti androgino. Era un trans. Non sapevo se chiedergli se stessi andando nella direzione giusta o meno. Dopotutto, erano quasi le 11. Cosa poteva mai farci un trans su una strada sterrata dietro un filare di scogli. Pensai ingenuamente che stesse battendo o che stesse aspettando qualcuno. Si avvicinava sempre più. Aveva un pareo nero che copriva tutto il seno prosperoso fino alle ginocchia. “Scusi, sa per caso se la spiaggia li in fondo è pulita, la vedo un po isolata, senza nessuno” chiesi io. “Guarda – fece lei- sto venendo ora da li. C’ero solo io fino a poco fa. Se vai trovi solo la mia asciugamano. Vado a controllare un attimo la macchina che passano i vigili e non vorrei mi facessero la multa, non si può stare nel piazzale li in fondo.”. “Come non si può stare? L’ho lasciata poco fa e non c’era nessun divieto?” “eh lo so, guarda. Io ti consiglio di spostarla, fa come credi, ma fa in fretta.” “vabbe –pensai- lascio la roba un attimo in spiaggia e poi torno a spostarla”.

Trovai la sua asciugamano sparsa sulla sabbia, la borsa da mare per evitare che volasse via,e un costume due pezzi lasciato sull’asciugamano. La tentazione fu troppo forte, mi guardai intorno, ero solo, presi il perizoma e l’odorai. L’odore del cazzo mi pervase. Si, era un trans. Ma no, non poteva essere. Era senza costume che andava a spostare la macchina, solo con un pareo? Ma quale macchina che c’era solo la mia nel piazzale? Decisi che non potevo stare li ad aspettare. Dovevo andare a controllare... La trovai seduta sul cofano della mia macchina. Mi sforzai di non sembrare maleducato. “Scusa questa è la mia macchina, fa attenzione che è ancora calda e non vorrei che ti scottassi…” Ero di fronte a lei ormai, alle mie spalle gli scogli, lei sul cofano seduta con il pareo nero che ormai non serviva più a nulla. Le gambe allargate in modo invitante. Un erezione evidente sotto il pareo lasciava poco all’immaginazione. “Finalmente! Ce ne hai messo di tempo per arrivare! scusa ma quando ti ho visto non ho saputo resistere. Quella della macchina era solo una scusa. Volevo solo incuriosirti e vederti da vicino in un posto più appartato. Mi piace come ti muovi quando cammini. Hai un bel culo e dal costume già umido ho capito subito che c’hai il buchetto liscio. È il mio preferito.” Non sapevo cosa rispondere, cominciai a balbettare. Cominciai a dire timidamente qualche parola scomposta: “ma guarda… non volevo essere maleducato. Io sono etero, nulla di personale, non voglio disturbare nessun…Ahh!” Aprì le gambe ancora di più, scoprendo un cazzo di 20 cm abbronzato e marrone come quello di un mulatto. Due coglioni gonfi come quelli di chi non sborra da una settimana… Era così bello che non riuscii a dire nulla. Riuscii solo a bagnarmi appena le labbra e a non smettere di fissarlo. “Sei etero e hai annusato il mio costume? Guarda che ti ho visto che ti piaceva dall’odore. Dimmi, di che cosa profumava??? Lo sai che potrei denunciarti per tentato furto???”

“Ma no, scusami, non è vero, non mi sarei mai permesso… Guarda non volevo, era solo che ho visto il costume li e ho pensato che ci fosse qualcun altro li nudo che facesse il bagno…” Lei mi sorrise. Stava a un paio di metri da me e chiaramente eccitata mi chiese ingenuamente “uhm, scusa? per cosa scusa?Dovrai farmi contenta perché altrimenti vado alla polizia e ti denuncio per tentato furto e stupro” Cominciò a menarsi il cazzo già bagnato dalla saliva. Mi venne incontro e forzandomi con la mano mi stampò un bacio in bocca. Fu una lunga slinguata. Non riuscii a trattenermi. Sapevo di stare nel torto. Non mi sarei dovuto permettere di annusarle le mutande. Mi palpava forte il culo. Mi sculacciava e mentre mi baciava mi abbassò il costume. Mi violò il culo con un dito. “Lo sapevo che era liscio come quello di una troia! - e infilò nuovamente un dito in culo. “Apri la macchina che ti voglio scopare!!!” Io titubai: “ma veramente ero venuto qui per far…” mi arrivò un ceffone sul culo così forte che smisi di parlare.

“forse non mi sono spiegato troia. Tu ora ti fai aprire come una puttana in calore come se non ci fosse un domani, e se ti azzardi a urlare ti vado a denunciare alla polizia. Ti ho filmato col cellulare mentre mettevi le mani nelle mie cose. “ Fortuna volle che mi feci un clistere prima di partire, di quelli a pompetta da farmacia. Rimaneva pulito anche 7-8 ore, ma non glielo dissi, anzi balbettai “Aspetta un attimo, se andassimo un attimo a casa tua? Ci sistemiamo meglio, più comodi, sul letto, mi do una schiacq…” Un altro ceffone ancora più forte sul culo… “ho ancora la roba sulla spiaggia e ho paura che te ne scappi...Apri dietro!!!” Mi spinse a forza dietro nel vano passeggeri. Si tolse il pareo che ancora copriva i seni e mi spinse con la testa fuori dal finestrino. Mi apri le gambe per bene. Ormai ero già a 4 zampe. Non sapevo quando sarebbe entrata o quanto a lungo mi avrebbe violentato. Non volevo che pensasse che ci stessi a questa sua violenza, ma la realtà ormai era evidente: il mio cazzo pulsava come non mai, colava... Ormai ero la sua puttana. “Apri il culo stronzo, aprilo con le mani, fammi vedere sto bel culo aperto. Cazzo quanto è aperto! Ci è passato un treno. Meno male! infoiata come sono ti sfondo ancora di più stronzo… ho solo voglia di sfondarti x bene sto bel culo da troia, ma non t vedo abbastanza troia… forse ti pizzica il culo che ti sei depilato??? Viè qua che ti bagno per bene troia” così facendo si bagnò il cazzo con la saliva mista ai suoi stessi umori che ormai colavano copiosamente dal suo cazzone… Non servì a nulla fare resistenza… tre secondi dopo averlo appoggiato al buchetto era già entrato con violenza “Minchia quanto sei liscio dentro! Sei meglio di una figa. Lo sapevo che ti piaceva in culo! Troia di merda, stringi ‘sto buco, si bravo così!!!” Andò avanti così per 10 minuti. In silenzio gemevo col culo spanato e come una cagna in calore stavo godendo più che soffrendo. “Bravo… cosi… uhm, ora preparati che te la do tutta in gola” Stantuffava così forte che non vedevo l’ora che la finisse. Continuò ancora con una decina di colpi. “Uhm, ehm, ahhhh!” Capìì subito che quelli erano gli ultimi gemiti di piacere. Non mi sarebbe venuto affatto in gola… “Sei così liscio dentro che non sono riuscito a trattenermi, sei la mia troia!”. Così dicendo lo tirò solo allora fuori, ancora colante e pulsante. Col culo spanato stavo cacciando fuori il suo seme. Ma continuava a penetrarmi. A entrare e a uscire. Mi aveva ingravidato... Dopo un po si staccò, mi fece pulire tutto con la lingua e mi lasciò in auto… “Ci vediamo in Spiaggia troia!” mi disse. Non sapevo se e come ci sarei ritornato e cosa mi sarebbe aspettato da li in avanti… Solo allora mi ricordai dell’appuntamento alle 15. Non volevo concedermi nuovamente a qualcuno dopo quella violenza, ma mi feci coraggio e con forza e coraggio rimisi il costume… Avrei dovuto recuperare le mie cose…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Un giorno di mare...o quasi:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni