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I'LL BE YOUR MIRROR - avventura a capitoli (e generi) 3 - Giorno di Consegna


di Autunno
28.01.2022    |    3.095    |    4 9.6
"Quanto ho goduto?! Quanto cazzo ho goduto! Gli uomini si rivestono..."
GIORNO DI CONSEGNA
Le dieci e un quarto. Fresca come una rosa! E ti credo, quante ore ho dormito? Mille?
Oh…ora un bel caffè e poi cerchiamo di ricostruire l’accaduto. Caffè? Quale caffè! Cazzo, non ho niente in casa! Ma che palle! Va beh. Doccia rigenerante e spesa. Anzi: doccia rigenerante, caffè doppio al bar e spesa!
L’acqua bollente rinvigorisce il mio corpo già riposato, ma il caldo chiama caldo e immediatamente torno a pensare al sogno di ieri. Vivido vero. Quegli uomini che mi venivano in bocca, che mi davano tutto il loro piacere. E quello specchio! Perché proprio uno specchio a scatenare questa mia libido? Ma cosa mi sta succedendo? Non sono mai stata così, mi piace l’idea di prendermi cura anche del mio lato sessuale e spingerlo anche un po’ oltre ma arrivare ad andare in una sorta di trance non è eccessivo? Ed era proprio trance o…troppi pensieri, ma quello martellante è il ricordo del sogno. La mia fica pulsa, non è sazia, la sento scaldarsi e bagnarsi leggermente. Sì, devo toccarmi. Sento le mie dita quasi guidate da una forza aliena avvicinarsi alla mia fessura calda. Scivolano dentro con mio grande piacere. Sono già bagnatissima. Ora immagino di avere un uomo sconosciuto sotto la doccia a infilare il suo cazzo lì dove adesso spingono le mie dita. Mi stringo un seno, forte. Strizzo il capezzolo mi scopo più a fondo. Mi muovo forte mentre il palmo spinge contro il clitoride, lo sfrega. L’acqua bollente acuisce il mio piacere. “Oh si, si…siiiii” gemo e vengo in men che non si dica. Una voglia esplosiva da scaricare il prima possibile. Accarezzo il mio corpo bagnato e ancora ansimante. Cosa sto diventando? Devo fare qualcosa o impazzisco davvero, per la voglia…e per la pazzia!
Mi vesto: jeans a vita alta e camicetta bianca. Mi specchio di fronte e poi di profilo facendo scivolare le mani sul ventre. Lo specchio rimanda la mia immagine (del resto è questo che fanno gli specchi, no?) e mi scopro sorridente. Mi piaccio. Tanto. E non c’è nulla di male a piacersi. Prendo i soldi appoggiati sul comodino senza pormi troppe domande sulla loro provenienza e mi dirigo sicura verso la porta.
Esco mentre Milù miagola incazzata. Hai ragione cucciola, adesso ti porto da mangiare!
Davanti a un caffè gigante rifletto su ciò che mi è successo. Che sia la voglia che mi ha preso a farmi cedere la testa? Ma sai che potrebbe essere? Tanta sessualità repressa da troppo tempo, un momento di sbandamento e la mente si rilassa troppo. Quindi probabilmente ho pure prelevato al bancomat senza rendermi conto di cosa stavo facendo. Quando sono rientrata per prendere i soldi la mente era già in viaggio per chissà dove, magari ho preso pure una botta e addio sanità mentale. Chissà cosa altro ho fatto per tutto quel tempo senza rendermene conto. Spiegazione tirata per i capelli, ma direi che la mia testolina è convinta e va bene così. Sono felice e tanto basta. Se ricapiteranno episodi strani farò delle analisi.
Mi dirigo verso il supermercato quando mi chiama Elisa, la mia collega, per dirmi che domani passerà da me a bere un caffè e vedere la casa nuova. Ma certo! Che personaggio Elisa: siamo amiche, ma siamo tipo lo yin e lo yang. Almeno lo eravamo fino all’altro ieri. Lei è tutto ciò che non sono io: sicura di sé, disinibita, aggressiva…Ricorda molto la figura dello specchio. E poi non ha freni, non ha pudore. Una volta mi ha perfino mostrato un video di lei e il suo ragazzo che scopavano. Così, dal nulla, parlando della loro vita intima, se ne esce con sto telefono e mi dice “Guarda, guarda quanta voglia di me che ha”. Non era nulla di strano ma vederla scopare col suo moroso mi ha riempita di invidia e rabbia. Da un lato mi eccitava, dall’altro sembrava un volermi rimarcare la mia pudicizia, timidezza e ritrosia. Credo di averle anche risposto male ma adesso è tutto a posto. Ripeto, siamo amiche e domani la vedrò molto volentieri. Dovrò comprare anche qualcosa per accoglierla degnamente.
Uff..Che fatica tutte ste borse. Mai andare al supermercato con la fame, si finisce col comprare tutto! E poi bisogna portarlo a casa. Se non cado prima di arrivare sarà un miracolo. Mi ritroveranno morta in mezzo alla spesa!
Ma perché quel furgone davanti a casa mia? Come cazzo ha parcheggiato? Mica ci passo io con tutta la sp…ah, cazzo! Il divano! Un uomo e un ragazzo si guardano in giro di fronte al mio portone attaccandosi a intervalli regolari al campanello. Sembrano spazientiti e c’hanno le loro ragioni, poveretti! Appoggio le borse e urlo “ehi!” facendo un cenno con la mano. “sono qui”. Arranco sbuffante verso di loro, fortunatamente il più giovane dei due mi viene incontro e mi aiuta con la spesa. “Lasci tutto qui signorina, dopo gliela porto su io”. Lasci? Penso io. Ragazzino, quanti anni mi dai? Certo ne ho 31 e lui probabilmente non arriva ai venti. O forse sono il volto sbarbato, gli occhi chiari, il viso angelico e il fisico magro a farlo sembrare un bambino. Darà del lei a qualsiasi essere abbia già sviluppato. Va beh, prendiamola sul ridere. “La ringrazio buon uomo” gli sorrido.
Raggiungiamo il suo collega. “Scusate. Mi ero completamente dimenticata. Sono due giorni che non mangio e sono andata a fare la spesa”
“Non preoccuparti – risponde il maggiore dei due decisamente più sicuro del suo collega – tanto oggi è una giornata scarica. Vorrà dire che ci farai il caffè”
Stavolta è lui a superarmi di una decina d’anni anche se portati decisamente bene. Il fisico muscoloso di uno che di divani ne ha sollevati parecchi, non ha un filo di pancia; gli occhi scuri e profondi non hanno una ruga a contornarli, solo una striatura grigia tra i peli della barba curata tradisce la sua vera età. Sicuramente io non gli darò del lei. “Certo! Caffè, biscottini, brioches, cioccolato. In quelle borse c’è un intero bar!” Rispondo garrula. Lui mi guarda senza muovere un muscolo del viso: “Ora apri bene tutte le porte e libera il passaggio che noi saliamo”
“Agli ordini, mon general!”. Eseguo.
Il mio divano è arrivato! Ora troneggia al centro della sala, con la sua struttura in legno e i cuscini rosso fiammante. Sulla parte anteriore si trova incavata anche una mensola sulla quale potrò riporre un sacco di libri, bellissimo! Ma io adoro la seduta: ampia, comoda, da affondarci. Stasera mi piazzo una serie tv sul portatile, mi ci butto sopra e magari mi ci addormento pure, lontana da quello specchio!
“Grazie ragazzi, vi siete guadagnati come minimo un caffè”
“Grazie signorina, io scendo a prendere la spesa e a spostare il furgone, altrimenti ci multano”
“Bravo Mauro. Cammina te che sei giovane!” gli fa eco il collega, che mentre Mauro scende le scale mi chiede: “Posso lavarmi le mani?”
“Certo, ti faccio vedere dov’è il bagno”
Lo accompagno verso il bagno, adiacente alla camera da letto, dalla quale pulsa quella strana luce rossa. Come una forza che dallo specchio irradia direttamente il mio basso ventre. Balbetto un “ecco il bagno” agitata e credo che lui se ne accorga. Pensieri sconci iniziano ad affollare la mia testa sempre più perversa e io mi sento cedere le gambe e scaldare la fica. E se adesso glielo succhiassi? Faremmo in tempo a scopare prima del ritorno dell’altro? O meglio, se me li scopassi entrambi? Dio come sarebbe scoparsi due uomini insieme? Quasi come nel mio sogno/trance o quel diavolo che era. Mi sento bagnare mentre varco la soglia della camera. Lo specchio pulsa, sembra emettere un suono che accompagna la luce rossa che lo avvolge. Dentro ancora lei. Completamente nuda. Mi guarda. Ammicca. Fa segno di sì con la testa. “Ma non posso, come faccio, mi vergogno!” mi trovo a sussurrare. Ancora quella sensazione di vuoto in testa e caldo tra le gambe. Ma davvero sto parlando con uno specchio? Andiamo bene! La cosa nello specchio muove ancora la testa in segno di assenso e mi guarda con quello sguardo che trasmette tutta la sua voglia e me la fa scoppiare in pancia fino a farla colare tra le cosce.
Il fattorino esce: “Scusa, non trovo l’asciugamano”
“Vieni, te lo do pulito”
Entra in stanza. Mi guarda mentre mi specchio. Mi giro verso di lui. Sono sicura di avere lo stesso sguardo della figura nello specchio perché lui mi rivolge un’occhiata ricca di erotismo. Mi avvicino a lui e gli passo la punta dell’indice sulla cerniera dei pantaloni da lavoro. Lentamente. Dal basso verso l’alto. Lo sento indurirsi sotto il mio dito. Mmmhh…ti piace vero? - penso -.
“Sicuro di accontentarti del caffè?” il dito scende, il cazzo si fa più duro
“Ora che ci penso…forse voglio anche il dolce” bisbiglia eccitato. Il dito è diventato la mano intera che adesso massaggia con passione un cazzo durissimo. Mi inginocchio davanti a lui e abbasso la cerniera con un gemito di piacere. Gli faccio caderei calzoni alle caviglie, stringo il culo sodo e lo sfioro con la bocca da sopra i boxer. Lo guardo vogliosa. “Ahhhh” sospiro e abbasso l’intimo; il suo cazzo mi punta. Lo prendo in mano e lo accarezzo; lo lecco con la punta della lingua partendo dalla base su fino al glande gonfio e rosso, poi…scompare nella mia bocca. Inizio a succhiarlo con vigore aiutandomi con la mano per spingerlo tra le mie labbra. Sono inebriata di voglia e piena del suo cazzo quando lui mi prende per i capelli e mi solleva mettendosi alle mie spalle di fronte allo specchio. Mi afferra stretto il seno sinistro strappandomi un verso di dolore e piacere. L’altra mano mi slaccia il jeans e si infila tra le mie mutandine trovandomi fradicia. Guarda lo specchio. Guarda noi. “Ti piace scopare mentre ti guardi, vero? E’ per questo che c’è qui lo specchio”
“scopamiiii…scopamiiii” è la mia unica risposta
Mi abbassa in un colpo solo jeans e mutandine e mi penetra secco con tutta la sua erezione. La sento arrivare diretta fino in fondo e lì si ferma. Immobile ma pulsante di calore dentro di me mi morde il collo e mi afferra entrambi i seni. Sono sicura che appena si muove vengo. Ed ecco! Lo fa. Esce lentamente per poi riaffondare. Si muove piano, sapendo benissimo dove e quando fermarsi, quando rallentare e quando darmi colpi più secchi. Godo, lo inondo del mio piacere, inizio ad ansimare, sempre più forte finché non lascio per un momento quel caldo piacere che mi penetra per girarmi e spingerlo sul letto. Mi spoglio, lui fa lo stesso e gli salgo sopra. Ancora quel cazzo che mi apre e mi riempie; lo cavalco facendolo scivolare in ogni punto che più mi piace. La mano sul suo petto, gli occhi socchiusi, le grida che salgono, gli orgasmi che si susseguono. Dio, spero non finisca mai.
“Eccomi, non trovavo parcheggio” Entra Mauro “Dove siete?”
“Quiiii” gemo senza pensarci. E poi: “Ci serve una mano”
L’uomo di cui nemmeno so il nome mi guarda torvo da sotto. Smette di pompare e muoversi con me. Io rallento e lo guardo cogliendo il suo pensiero. Mi piego su di lui, lo bacio teneramente; assaporo le sue labbra, sfioro la sua lingua con la mia, poi mi sposto e gli mordo forte il collo. “Non ti preoccupare bell’uomo” gli sussurro.
Mauro entra e rimane allibito. Apre la bocca ma non gli esce un suono. Mi alzo da quel cazzo fantastico che mi sta facendo impazzire e mi avvicino al lui. “E lei? Non la vuole la sua ricompensa?” Mi muovo piano verso di lui completamente nuda, come una fiera che si avvicina alla sua preda pronta a sferrare il colpo decisivo. Vedo come mi guarda, se indossassi vestiti si direbbe che mi sta spogliando con gli occhi. Bene, gli ho facilitato il compito. Sono davanti a lui e gli prendo la mano. “Non se la vuole scopare questa bella signorina?” Mi metto la sua mano sulla fica, lo aiuto con la mia a massaggiarmi mentre gemo. “Senta, senta com’è bagnata” sibilo mentre infilo le sue dita spinte dalle mie e mi faccio masturbare. “Ah…ah…ah” Non riesco a smettere di ansimare. Gli spingo la testa per farlo inginocchiare tra le mie gambe. “Lecca ragazzino!” Gli trascino la testa alla mia fica colante e lui inizia a scoparla con la bocca. Ha la foga del giovane; un po’ impacciato ma mi lecca e mi succhia come se non ci fosse un domani. Credo potrebbe andare avanti per giorni e la cosa mi fa godere, mi fa colare, mi fa venire tra le sue labbra. Il collega si è alzato e mi prende ancora da dietro, massaggiandomi i seni e mordendomi il collo. I miei capezzoli duri tra le sue mani, la mia voglia che non si frena. Chissà se avrà un limite!?
“Leccami il clitoride, leccami il clitoride ragazzino!” urlo
L’altro capisce e me lo sbatte in fica mentre il suo collega sfiora ripetutamente con la punta della lingua il mio bottoncino gonfio. Cazzo sono fantastici! Hanno un ritmo perfetto, come se l’avessero sempre fatto e il ragazzino, perso nel mio piacere caldo, non sembra troppo infastidito nell’avere la lingua così vicina al cazzo del collega.
Guardo lo specchio. Mi guardo posseduta da questi due uomini che nemmeno conosco. Lo specchio rimanda la nostra immagine, nulla di strano. Rimanda la mia voglia infinita e la voglia dei miei compagni che mi possiedono. E non vogliamo smettere. Vengo di continuo ma questo non placa il mio desiderio. Sollevo il ragazzo, lo bacio, lo spoglio mentre l’altro non ne vuole sapere di uscire dalla mia fica calda che lo stringe. Spinge forte e ansima sul mio collo. Ogni tanto mi sussurra porcate come “sei una troia” “sei fantastica” “ti scoperei tutto il giorno” “fammi sentire come viene la mia puttana”
Li lascio accarezzandoli e vado sul letto, a quattro zampe. Chiamo a me Mauro a bordo letto e mi infilo il suo cazzo in bocca. Facciamo godere un po’ anche il cucciolo. Gli accarezzo le palle e lo succhio mentre sculetto all’altro uomo che si è messo dietro di me. Si sta sputando sulla mano. Ha capito cosa voglio. Mi massaggia il buchino e lo allarga aiutato dalla sua saliva e dai miei umori bollenti. Sono bagnatissima, non farà fatica ad allargaaaaa…eccolo che entra. Oh si. Si si. “Fottimi il culo!” mi sento urlare mentre succhio più avidamente Mauro. Guardo Mauro godere, ha gli occhi chiusi. Poi sposto lo sguardo verso lo specchio. Non c’è più la nostra immagine. C’è l’essere Martina seduta a gambe larghe sul letto. Si sta masturbando con sguardo sognante e voglioso. Due dita dentro che spingono e una mano a tirare forte il capezzolo. Mamma quanto godo. Tutto ciò mi fa impazzire. Immagino sia Elisa a guardarci e a scoparsi. Elisa! Ma certo! Lascio scivolare il cazzo di Mauro fuori dalla mia bocca, lo guardo, gli sorrido, gli accarezzo il pene duro. “Fai il bravo e fai partire il video del mio telefono!” L’altro si ferma. “Ehi, no. Che fai? Sono sposato!” Gli accarezzo le palle sollevandomi leggermente e stringendo il suo cazzo dentro al mio culo. La mossa mi fa gemere di piacere. “Lo sai che non devi preoccuparti. Non ho alcuna intenzione di fare la stronza. E’ per un’amica”. Poi aggiungo ansimante “Tu pensa a incularmiii che lo stai facendo da Dio”
Mauro torna al suo posto. Non vede l’ora di infilare di nuovo il cazzo nella mia bocca e scoparmi la gola. Lo sego, lo succhio mentre l’altro uomo ha ripreso a incularmi come si deve. Guardo il telefono che ci riprende, mostro il dito medio, sorrido: “questo è per te!”
Sono eccitatissima e se sono matta non me ne frega un cazzo. Voglio che mi riempiano. Voglio che mi riempiano insieme.
“Venite insieme” urlo. “Riempitemi di sborra!” Credo non aspettassero altro. Mauro schizza immediatamente nella mia bocca. L’altro mi viene in culo dopo pochi colpi secchi. Io vengo a mia volta in un orgasmo che pare infinito. Stavolta la sborra è vera, non c’è trance, non c’è possibilità di errore. Mi riempie la bocca, scivola lungo il collo annega nel mio culo da cui il mio scopatore non è ancora uscito. E sono veri e continui anche i miei orgasmi. Oddio, sono stravolta, pazza di piacere, sudata e col respiro corto. Quanto ho goduto?! Quanto cazzo ho goduto!
Gli uomini si rivestono. Mauro se ne va subito imbarazzato e a testa bassa e senza salutare. L’altro sembra meno preoccupato, mi accarezza sorridente: “Comunque sono Alberto, piacere. Se ti serve altro per la casa, chiama pure” schiaccia l’occhio.
Io rimango nuda e ricoperta di sborra sul mio letto, guardando la mia immagine riflessa nello specchio.
Sto bene.


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