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Lui & Lei

Imprevisti da Cameriera Cap.3


di AnnaSissy
13.02.2024    |    1.727    |    0 9.2
""Ecco, signore, ho finito, " dissi con voce quasi tremante..."
Capitolo 5: La Gratitudine di Max

Max osservava con soddisfazione mentre svolgevo i miei compiti, ma la sua gratitudine non tardò a trasformarsi in ingratitudine. Iniziò a usare un linguaggio offensivo ed umiliante mentre mi dava istruzioni su cosa fare, mettendomi a disagio e facendomi sentire piccola e insignificante.
Nonostante le sue parole taglienti, sapevo che dovevo continuare a lavorare con diligenza e dedizione. Il mio lavoro dipendeva da questo, e non potevo permettermi di fallire.
Con un senso di sollievo misto a umiliazione, finii finalmente di pulire la stanza, riodinare il letto e sistemare tutto il disordine trovato. Mi alzai lentamente, cercando di nascondere la mia frustrazione di fronte a Max.

"Ecco, signore, ho finito," dissi con voce quasi tremante.
Prima che potessi lasciare la stanza, Max emerse ancora una volta come una figura perversa e crudele. Con uno sguardo malizioso negli occhi, mi ordinò di pulire il bagno, che aveva deliberatamente lasciato in uno stato pietoso.
Con il cuore pesante, mi diressi verso il bagno e iniziai a pulirlo con diligenza, lucidando ogni angolo della doccia, del pavimento e dei sanitari, cercando di non pensare a quella condizione. Ma la crudeltà di Max non aveva limiti.

Mentre ero ancora intenta nella mia pulizia, sentii Max avvicinarsi al bagno. Con orrore, vidi che si era abbassato i pantaloni e stava urinando nel gabinetto, ignorando completamente la mia presenza.
Una sensazione di disgusto mi pervase mentre gli schizzi d'urina mi colpivano addosso, rendendo ancora più umiliante la mia situazione. La risata sadica di Max risuonava nelle mie orecchie mentre cercavo disperatamente di terminare il mio compito.

“Che fai ferma lì?! Non pretenderai che mi asciughi da solo.” Sogghignò Max. Io scioccata mi apprestai a prendere la carta igenica, ed asciugarlo, tamponando con gentilezza.

Un sonoro schiaffo mi arrivò dal nulla. “Usa la lingua.” tuonò lui.
Ed io, confusa e frastornata dalla violenza, mi apprestai ad accontentarlo.
“Ecco brava.” E così dicendo, si richiuse la patta, e mi lasciò lì a terminare.
Con le lacrime agli occhi e il cuore pieno di rabbia e umiliazione, finii finalmente di pulire il bagno. Sentivo ancora il calore della vergogna sul mio viso mentre fuggivo dal suo sguardo crudelmente soddisfatto.

Prima che potessi sfuggire, la voce rabbiosa di Max mi richiamò indietro nella sua stanza. Con occhi furiosi e un sorriso malevolo, minacciò di fare nuove lamentele al direttore se non avessi rispettato le sue richieste.

Tremante di paura mi avvicinai alla sua stanza, dove mi fece notare un guinzaglio e una coda a plug sul letto. Il mio stomaco si contorse in una palla di angoscia mentre capivo qual era il mio destino.

Con il trucco sbavato dalle lacrime e dagli schizzi d'urina, accettai il mio destino con rassegnazione. Mi sentivo come una marionetta nelle sue crudeli mani, pronta ad accettare qualsiasi umiliazione mi infliggesse.
Indossai a fatica ciò che mi fece trovare, e Max iniziò a darmi ordini e a insultarmi pesantemente, godendo del potere che esercitava su di me. La sua voce rabbiosa echeggiava nella stanza, mentre io, con il cuore infranto e l'anima ferita, obbedivo ai suoi comandi umilianti.

Capitolo 6: la divisa

Mi sentivo come se fossi caduta in un abisso senza fine, circondata dalle tenebre della disperazione e dell'umiliazione. Le sue parole taglienti mi trafiggevano come lame affilate, mentre il suo riso sadico risuonava nelle mie orecchie come un martello sul mio fragile ego.

Con un sorriso malizioso, Max rimase solo in intimo, il suo corpo muscoloso era curato e definito.
Si sedette sulla poltrona massaggiante, a gambe larghe, scostò gli slip, e uscì fuori i suoi enormi testicoli. "Vieni qui, Noemi," disse con voce roca, "voglio che le lecchi e le sbavi come hai fatto ieri con i miei piedi."
Noemi rimase immobile, un misto di disgusto e riluttanza dipinto sul suo viso. Tuttavia, sapeva di non poter rifiutare le richieste di Max, non dopo tutto quello che aveva già subito.

Con un sospiro di rassegnazione, si avvicinò a Max, le cui mani erano già tese. "Prendile con le tue labbra," ordinò Max con voce bassa, "e sii dolce."
Presi a leccarle lentamente, con movimenti sensuali delle labbra. Sentivo la pelle calda sulla lingua mentre guardavo Max con occhi impauriti, cercando di indovinare quale fosse il suo prossimo desiderio.

"Continua così." disse Max con tono brusco, mentre Noemi era china sulle sue palle. "Sbavale un po', voglio vedere come riesci a farlo."

Con il cuore che batteva forte nel petto, Noemi inumidì leggermente le palle con la saliva, osservando con imbarazzo le reazioni di Max.
"E ora," continuò Max, "baciale come se fossero le mie labbra."

Noemi fece come le era stato chiesto, avvicinando lentamente le labbra e lasciando un leggero bacio su ciascuna. Poteva sentire il respiro affannato di Max sul viso mentre eseguiva i suoi comandi, e la sua pelle si copriva di brividi di disgusto e imbarazzo.
"Brava ragazza," disse Max con un sorriso compiaciuto, "sei davvero brava a seguire gli ordini."

Noemi sospirò internamente, desiderando solo di poter fuggire da quella situazione umiliante. Ma sapeva che doveva resistere, almeno fino a quando non avesse trovato il modo di liberarsi da Max e dalla sua malsana influenza.

Sopportai l'umiliazione continua inflittami da Max, mentre le sue parole taglienti mi trafiggevano come lame affilate. "Sei solo una stupida serva, Noemi," mi sibilò, il suo sguardo freddo penetrando nel mio animo ferito.

Le sue richieste umilianti continuavano a piovere su di me come pugni, mentre io mi sentivo sempre più piccola e insignificante. "Sii grata per l'opportunità che ti sto dando," mormorò con disprezzo, il suo sorriso malizioso aumentando il mio senso di orrore.
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