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Lui & Lei

Imprevisti da cameriera - Cap.2


di AnnaSissy
12.02.2024    |    1.813    |    0 8.0
"Il pensiero di perdere il mio lavoro era devastante, soprattutto dopo aver lottato così duramente per mantenerlo..."
Capitolo 3: La richiesta

Mi fermai, sorpresa dal tono serio nella sua voce. "Cosa c'è, signore?" chiesi, preoccupata.

Max esitò per un istante prima di proseguire: "Sai, Noemi, mi piace molto la tua compagnia. Vorrei che tu rimanessi qui con me per un po' più a lungo. Ti offrirei un compenso adeguato, ovviamente."
Ero sconvolta dalla sua proposta. Avevo bisogno disperatamente di soldi e la sua offerta era allettante. "Cosa vorresti che facessi, signore?" chiesi timidamente.
Max sorrise soddisfatto. "Vorrei che tu rimanessi qui con me e mi fornissi dei massaggi ai piedi. Ti pagherei generosamente per il tuo tempo e la tua compagnia."
Ero riluttante, ma sapevo che avevo bisogno dei soldi. "Va bene, accetto," risposi, cercando di nascondere la mia esitazione.
Max sembrò felice della mia accettazione. "E se aggiungessi un extra al tuo compenso?..." chiese con un sorriso malizioso.
Accettai di fare il massaggio ai piedi di Max, sperando che fosse sufficiente a soddisfare le sue richieste. Mi inginocchiai ai suoi piedi e cominciai a massaggiargli le caviglie con movimenti lenti e delicati. Poi i talloni, la pianta, il dorrso, e poi le dita. Massaggiai in maniera gentile e premurosa, come vorrei fosse fatto a me.
Max sembrava apprezzare il mio servizio, ma a metà del massaggio mi fermò con una richiesta inaspettata: "Noemi, vorrei che usassi anche la tua bocca per il massaggio. Sarei disposto a raddoppiare il tuo compenso."
Ero sconvolta dalla sua richiesta, ma sapevo di non poter rifiutare. Lentamente, mi chinai e cominciai a massaggiargli i piedi con la mia bocca, baciando con dolcezza ogni punto, posando le mie labbra morbide sul punti sensibili, cercando di non lasciare trasparire la mia riluttanza.
Mentre ero inginocchiata ai suoi piedi, massaggiandoli con le mani e cercando di accontentare Max, lui fece una richiesta che mi lasciò sbalordita: "Noemi, credo che il massaggio sarebbe ancora più efficace se usassi anche la tua lingua. Ricorda, il cliente ha sempre ragione."
Di nuovo quel sorriso…
Ero sconcertata dalla sua richiesta, ma sapevo che non potevo permettermi di rifiutare. Con un sorriso forzato, annuii e cominciai a leccare delicatamente la pelle dei suoi piedi, ripercorrendo la strada fatta in precedenza con i baci.
Max sembrava soddisfatto del mio servizio, ma sapevo che la mia dignità ne aveva pagato il prezzo. Quando finalmente finii il massaggio, mi alzai da terra con un senso di sollievo misto a stranezza per l’accaduto.
"Grazie, Noemi," disse Max con un sorriso compiaciuto, "sei stata davvero eccezionale. Ti pagherò il doppio per il tuo servizio."
Accettai il denaro con gratitudine, ma nel mio cuore sapevo che non sarei mai stata in grado di dimenticare quel momento di umiliazione. Con un sorriso teso sulle labbra e comunque gratitudine per la somma ricevuta, lasciai la camera di Max, sperando di dimenticare presto quell'esperienza.

Ma ancora non avevo ben compreso cosa sarebbe successo…

Capitolo 4: La Chiamata dal Direttore

Il giorno dopo il mio incontro con Max, fui chiamata dal direttore in persona. Con fare burbero, mi disse che quella mattina un cliente, il signor Max, suo grande amico ed ospite d'onore dell'hotel, si era lamentato del servizio in camera, descrivendolo come lento ed inefficente.

"Noemi, hai commesso un grave errore," disse il direttore con tono accusatorio. "Il signor Max è un ospite molto importante per noi, e il suo reclamo non può essere ignorato. Se non riuscirai a risolvere questa situazione, mi vedrò costretto a prendere delle misure drastiche."
Il cuore mi si strinse nell'udire quelle parole. Il pensiero di perdere il mio lavoro era devastante, soprattutto dopo aver lottato così duramente per mantenerlo.
Con il cuore pesante e la paura nel cuore, mi recai nella mia camera per indossare il vestito che il direttore aveva scelto per me. Era corto, aderente e decisamente provocante, e mi faceva sentire a disagio nella mia pelle. A completare il tutto, un intimo di pizzo coordinato, e dei tacchi neri molto alti.
Indossandolo, mi guardai allo specchio, ero decisamente bella, ma troppo vulnerabile. Non mi riconoscevo nella donna che vedevo riflessa lì, ma sapevo che non avevo altra scelta se volevo mantenere il mio lavoro e la mia dignità.

Con il cuore che batteva forte nel petto, mi diressi nella camera di Max. Bussai alla porta e, quando mi aprì, mi trovai di fronte a lui con il cuore in gola.
Max mi guardò con un'espressione di apprezzamento sul volto. "Ah, Noemi, finalmente sei qui," disse con un sorriso affabile. "Ho sentito parlare del tuo servizio in camera e sono sicuro che tu possa fare di meglio. Entra."
Con un sospiro, entrai nella camera, pronta ad affrontare il mio destino con coraggio e determinazione.
"Noemi, finalmente sei qui," disse Max con voce calma ma decisa. "Il tuo servizio in camera di questa mattina è stato deludente, ma sono disposto a darti un'altra possibilità. Dimostrami che sei in grado di migliorare e di soddisfare le mie richieste."
Mi guardò negli occhi con un'espressione seria. "Se non riesci a risolvere questa situazione, sarò costretto a prendere delle misure drastiche," mi avvertì, ricordandomi le parole del direttore.

Il mio cuore si riempì di terrore mentre mi rendevo conto della gravità della situazione. Dovevo fare del mio meglio per rimediare all'errore che avevo commesso, altrimenti avrei rischiato di perdere tutto.
Indossando l'abito corto e provocante scelto dal direttore, mi sentivo terribilmente impacciata. Non ero abituata a indossare abiti così succinti e sexy, e i tacchi alti facevano male ai miei piedi. Ma sapevo che non potevo permettermi di sbagliare, quindi mi concentrai sul compito che mi era stato assegnato.
Sotto lo sguardo compiaciuto di Max, mi inginocchiai e iniziai a pulire la stanza a quattro zampe, cercando di non pensare al modo in cui il mio abito corto si alzava, rivelando troppo della mia intimità.
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