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Le avventure di Carmen : Marcel


di Libertyna
26.11.2023    |    4.719    |    10 9.6
"Marcel si eccita sempre di più..."
Dopo essermi divertita con l'idraulico un altro paio di volte, ho deciso di voltare pagina. Queste avventure rendono la mia voglia di libertà sempre più forte. Un giorno in ufficio, il mio capo mi dice che è stato invitato a un convegno a Milano, ma ha degli impegni e non può andarci. Mi chiede di andare al suo posto. Accetto subito, un paio di giorni fuori città non possono farmi altro che bene. Città nuova, persone nuove e, perché no, una nuova avventura.
Così la mattina prendo l'aereo e arrivo a Linate. Il convegno è subito dopo pranzo, così ho tutto il tempo per riposarmi e prepararmi. Indosso una gonna scura con camicia bianca, giacca e tacchi neri, scollatura visibile al punto giusto. Mentre mi dirigo nella sala convegni dell'hotel, gli uomini che sono lì mi guardano tutti e da tutte le parti. I loro sguardi addosso mi fanno sentire ancora più donna e essere desiderata da loro mi fa impazzire. Noto un ragazzo in particolare, avrà avuto al massimo 25 anni. Lo noto subito perché è l'unico di colore, e non ho mai provato il cioccolato fondente. Anche lui mi guarda passare. C'è un gioco di sguardi. Quei profondi occhi nocciola mi avevano squadrata da cima a fondo. Entro nella sala convegni fantasticando su quel ragazzo.
Come tutti i convegni di lavoro, anche questo è molto noioso. Cerco con lo sguardo quel ragazzo stupendo, ma niente non lo vedo. Finisce il convegno, e un po' delusa mi dirigo al ristorante dell'albergo. Mi siedo, ordino un risotto e aspetto. Dopo quindici minuti, il cameriere mi porta il piatto di riso e un bigliettino.
"Questo è per lei" mi dice il cameriere consegnandomi il foglietto prima di andare via. Sono confusa, ma al tempo stesso incuriosita, così apro piano il biglietto.
"Sei stupenda. Quando prima mi sei passata davanti,non ho potuto fare altro che ammirarti tutta. So che potrebbe essere avventato, ma se sei interessata, potresti raggiungermi nella mia stanza dopo cena. La mia camera è all'ultimo piano, la porta la trovi di fronte appena esci dall'ascensore.
Spero di vederti, Marcel."
Appena finito di leggere, alzo lo sguardo e vedo il ragazzo di colore che mi guarda, mi sorride con i denti più bianchi che abbia mai visto, mi accenna un occhiolino e se ne va.
Sono confusa. L'avrà scritto davvero lui quel messaggio? E se mi presento e non è lui? La cosa mi intriga notevolmente. Se è lui posso realizzare il mio desiderio di cioccolato.
Ancora indecisa, vado prima in camera mia per darmi una sistemata. Entro in ascensore, premo il pulsante 5. Mentre l'ascensore sale, inizio a diventare nervosa, ma allo stesso tempo eccitata. Mi trovo davanti la porta. Busso. Sento dire "Prego, è aperta". Entro
La camera è molto più grande della mia, un letto matrimoniale enorme, tante luci soffuse.
"Speravo tanto che accettassi l'invito"
Mi giro. Quello che vedo mi piace da morire.
Marcel è lì, con addosso una vestaglia di seta blu scura. Dall'apertura centrare noto dei pettorali guizzanti. La vestaglia è così aderente che si vede tutto il corpo statuario.
"Sono Marcel, il proprietario dell'hotel. Ti è piaciuta la camera?"
"Si, molto. È davvero tuo l'hotel?"
"Della mia famiglia. Momentaneamente lo gestisco io."
Marcel si avvicina sempre di più.
"Se il mio look ti mette a disagio, puoi andartene"
Mi eccita sempre di più.
"Sto bene qua. Vediamo cosa c'è sotto.
Mi siedo sul letto pronta a godermi lo spettacolo.
Marcel sfila molto lentamente il nodo in vita e finalmente si toglie la vestaglia.
Inizio a sentire molto caldo.
Come pensavo,Marcel ha un fisico stupendo, una statua di marmo.
Oltre il suo bel fisico, cattura la mia attenzione il suo cazzo. Bello dritto,duro, nero, tutto scappellato, pronto per essere gustato fino in fondo.
"Mamma mia che meraviglia" esclamo.
Marcel compiaciuto si avvicina ancora di più
"Con quella bocca che hai, devi per forza assaggiare."
Il suo cazzo è a pochi centimetri dalla mia bocca. Mi inumidisco le labbra, prendo il suo cazzo duro in mano e inizio a leccare tutta la cappella. Mentre lo guardo negli occhi, lecco prima le palle, e poi l'asta dal basso verso l'alto. Marcel si eccita sempre di più.
"Prendilo tutto in gola."
Mi aggrappo a quel culo marmoreo e mi spingo il cazzo fino in gola. Quel cazzo stupendo mi riempie tutta la bocca. Sotto ormai sono un lago.
Marcel mi prende per i capelli e inizia a scoparmi la gola con colpi decisi.
"Che pompinara mamma mia" e mi schiaffeggia col suo cazzo. Mi stendo sul letto. Lui si butta su di me. Mi apre la camicia con un solo colpo staccando tutti i bottoni, mi strappa via il perizoma, mi spalanca le gambe e mi penetra.
Un' ondata di piacere fortissima inizia ad avvolgermi.
"Oooo siiii cosiiii"
Mi aggrappo di nuovo al suo culo mentre mi scopa.
"Ti piace il cazzo nero eh?
"Mi fa impazzire, mi fa impazzireee"
Ansimo sempre di più.
"Troia, sei la mia troia,dillo"
"Sono la tua troia, la tua troiaaaaa"
Mi scopa sempre più forte. È un animale.
"Aaaaaaaa che bellooo siiii vengooooo"
Godo col suo cazzo dentro.
Ancora estasiata dalla venuta, Marcel mi gira per mettermi a pecora, e riprende a scoparmi.
"Quanto mi ecciti mamma mia"
E spinge il suo cazzo sempre più in fondo. Così lo sento molto meglio il suo cazzo dentro.
"Ooo siii scopamiii scopamiii, che bello il cazzo neroooo"
"VAI PUTTANA VAIII" e mi sculaccia. Una volta, due,tre. Il mio culo è sempre più rosso.
Mi scopa sempre più forte, sto per venire di nuovo
" Aaaa siiii siiii VENGO DI NUOVOOOO"
Marcel toglie il cazzo dalla mia fica giusto in tempo per vedermi squirtare. È una sensazione stupenda. Mi rigira, mi spalanca di nuovo le cosce. Prende le mie tette tra le mani e inizia a strizzarle e leccarle come se fossi una vacca.
"Continua a scoparmi finché non vieni daiiii, daiiiiii"
Non sono mai stata sbattuta così forte come da Marcel.
"Vengo troia, VENGOOOOO"
Litri e litri di sborra nella fica, mentre vengo per la terza volta. Non finiva mai.Pure se mi ha messo incinta, non mi interessa, è stata una delle avventure più belle della mia vita.
Di tutto questo non ho raccontato nulla al mio capo quando sono rientrata in ufficio, anzi, gli ho detto che ha fatto bene a non andarci e che se vuole, posso andare al suo posto anche le prossime volte.

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