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Lui & Lei

Un incontro fortunato ma finito.


di Membro VIP di Annunci69.it civorrebbe1amico
06.04.2021    |    596    |    3 9.3
"Le chiesi se qualcosa non andava ma lei mi disse di pensare a farla stare bene come sempre..."
Avendo esperienza nel settore della ristorazione da moltissimi anni ed essendo conosciuto da parecchi ristoratori, un sabato sera alle 22:00 mi arriva una telefonata. Leggo il nome in rubrica e rispondo. Si scusa per l’orario e dopo i convenevoli del caso, il mio amico mi dice: “ho bisogno di te domani, una cameriera si è fatta male e non so come fare”. Gli rispondo: “tranquillo, sai che non lascio mai gli amici nella merda, a che ora vuoi che venga? “ La risposta fu, alle 11:00 va benissimo, grazie di cuore.
Così preparai la mia divisa da sala e mi misi a dormire. Arrivata la mattina dopo il caffè, doccia e poi pronti a partire. Il locale dista da casa mia quasi cinquanta minuti e non amo arrivare in ritardo.
Arrivato dieci minuti prima, parcheggio ed entro. Ci salutiamo con il mio amico, e dopo due parole mi presenta la capo sala. Ha la mia età, ci presentiamo con una stretta di mano. Lei bionda, capelli sul collo, un corpo sodo, un seno che viene fasciato dalla maglietta nera attillata ma che fa capire di essere ancora sodo. Un viso molto bello dai lineamenti molto fini. Un pantalone a vita bassa e aderente che mettono in risalto delle gambe toniche e ben fatte. Mi dice: “facciamo un giro e ti faccio vedere il locale e dove sono le cose”. Lei avanti io dietro di lei, le guardo quel culo che mi balla davanti e subito mi viene voglia di poggiarle le mani ma non lo faccio.
Mentre facciamo il nostro giro, qualche volta si è dovuta chinare e così, causa i fuseaux a vita bassa riuscii a vederle le mutandine. Un giallo molto chiaro, un lembo sottile di pizzo che si capiva entrava tranquillamente stando comodamente tra quelle chiappe da sballo.
Iniziai a battergliela spudoratamente, le dissi che era molto bella (ma è la verità) che nonostante l’età aveva un corpo favoloso (vero anche questo) che il suo sorriso era molto contagioso. Lei mi ringraziò, mi disse senza scomporsi che anche io ero un bell’uomo e che era contenta di poter lavorare con me. Mi chiese se fossi sposato le dissi di no, se avessi qualche storia e la risposta fu no, poi le girai la domanda e mi rispose che era libera e che non voleva impegni. MOLTO BENE pensai. Andammo nella cantina, eravamo sempre soli e lei spesso si piegava facendo vedere le mutandine che uscivano in maniere spregiudicata dai fuseaux neri.
Arrivò l’ora di cambiarci, mi disse: “abbiamo solo uno spogliatoio e se non ti crea problemi ci cambiamo assieme”. Lo presi come un chiaro segnale e le dissi che per me sarebbe stato un piacere. Lei non si scompose e mi disse di seguirla. Entrammo e così, chiusa la porta ci svestimmo. Il suo corpo era FAVOLOSO DAVVERO, notai che aveva il reggiseno abbinato alle mutandine, un completino giallo chiarissimo di pizzo che metteva in evidenza il culo sodo e quel seno da sballo. Le feci i complimenti, dicendole che, nonostante l’età era davvero una GRAN FEMMINA, lei mi ringraziò e mi disse che anche io ero un bell’uomo, interessante e da conoscere. Le dissi di scambiarci i numeri di cellulare e di conoscerci meglio e lei non fece nessuna piega.
Lavorammo e lei era sempre attaccata a me, la cosa mi intrigava e piaceva. Finimmo la giornata e iniziammo a sistemare il locale. Eravamo ormai alla fine e le dissi: “che fai stasera? Hai impegni?” Lei mi disse di no e chiese perché. Le risposi che, se lo avesse voluto avremmo potuto bere o mangiare qualcosa a casa mia e lei accettò immediatamente.
Mi disse che sarebbe dovuta andare a casa per prepararsi però e le risposi che non c’erano problemi e che non avevo problemi di orario. Concordammo per le 21:30 da me. Arrivò puntualissima. Nel frattempo avevo preparato un aperitivo con degli stuzzichini e qualcosa da mangiare per cena.
Indossava un vestitino nero molto corto che metteva in evidenza quelle gambe che erano sode e muscolose. Caviglia come piace a me. Scarpe nere con tacco e calze nere. Rimasi incantato e non potei trattenermi dal dirle quanto era FIGA. Lei mi disse che era contenta di piacermi e così dopo averle fatto vedere la casa ci accomodammo sul divano per l’aperitivo. Musica adeguata, luci soffuse e i nostri corpi vicini sul divano. Iniziammo a parlare di noi, ma il mio sguardo era sulle sue gambe che accavallava spesso e intravidi il pizzo delle autoreggenti, sul suo seno, sulle sue labbra carnose. Non ce la feci più e le poggiai una mano sul ginocchio, lei non fece una piega, iniziai a farle dei complimenti audaci e lei ricambiava, portai le mie labbra alle sue e lei immediatamente ricambiò con un bacio molto sensuale. Le labbra si incollarono una alle altre, le lingue si cercavano, si avvinghiavano, le nostre mani percorrevano ogni millimetro dei nostri corpi e il contatto con il suo mi provocavano un’eccitazione incredibile. Le nostre carezze si fecero sempre più audaci, le mie mani si insinuarono sotto il vestito tra le cosce e le sue sulla mia patta. Il mio cazzo stava per scoppiare e meno male che mi sbottonò la patta. Le mie dita ormai erano sul suo sesso e stavano carezzandole la figa che era ormai fradicia e bollente.
Me lo menava mentre io la sditalinavo e dopo un poco raggiunse il suo primo orgasmo. Mi guardò negli occhi e mi disse: “mettiti comodo”, mi abbassò i pantaloni e i boxer e iniziò a dedicarsi con la bocca, la lingua, le labbra al mio cazzo che si ergeva davanti a lei duro, gonfio e pulsante. Ci sapeva fare, adoro i pompini e se la donna ci sa fare credo che non ci sia nulla di più godurioso. La sua era un’arte, la lingua scendeva dalla cappella allo scroto, ne disegnava la circonferenza, mi stuzzicava ogni millimetro di pelle con esperienza e saggezza. Non ne potevo più, le staccai la bocca e le presi la mano, la feci poggiare alla spalliera del divano con i gomiti, le alzai il vestitino e il suo culo si presentò superbamente alla mia vista.
Era stupendo, la pelle morbida e vellutata, sodo e ben modellato. Mi inginocchiai e le leccai la figa che era colante dei suoi umori dell’orgasmo avuto. Ogni tanto le leccavo anche il buco del culo, la sentivo gemere e ondulare sulle gambe, poi mi alzai, non ce la facevo più e così, spostato quel piccolissimo lembo delle mutandine nere in pizzo, puntai la mia cappella sulle lebbra della sua figa. Lei inarcò i fianchi e io iniziai lentamente ad entrarle dentro. Era bollente, fradicia, accogliente. Arrivai fino in fondo, glielo tenni un attimo dentro fermo, poi lei iniziò a muoversi e con lei anche io. La presi da dietro tenendole le mani sui fianchi e spesso carezzandole i seni dove i capezzoli erano ormai turgidi e duri come non mai. Le carezzavo anche la figa da dietro e poco dopo arrivò al suo secondo orgasmo. Si girò e mi disse: “mi vuoi morta?” Io risposi che non ci pensavo affatto. Andò a rinfrescarsi in bagno, io le andai dietro e mentre lei si faceva il bidet mi spompava con la sua bocca e lingua sapiente. Cenammo, ma il nostro pensiero era il dopo, il letto. Così appena finito, andammo in camera e riprendemmo le nostre performance. Fu un continuo di baci in bocca (bacia divinamente), di carezze, un turbinio di posizioni e di coinvolgimento cerebrale come se ci si conoscesse da anni. Da quel giorno, non mancammo di vederci spesso. Quasi ogni settimana.
Una sera la sentii strana, un po’ distaccata, distratta. Le chiesi se qualcosa non andava ma lei mi disse di pensare a farla stare bene come sempre. Finito e tutti e due appagati, si poggiò al mio petto e mi disse con un filo di voce: Fine settimana partirò. Mi trasferirò nel Lazio perché i miei sono anziani e la madre si era aggravata moltissimo e in quanto figlia unica non voleva lasciarli soli. Piangeva e le sue lacrime bagnavano il mio petto. La strinsi forte a me. Ci abbracciammo forte. Dormimmo tutta la notte attaccati uno all’altro. Il mattino ci trovò ancora avvinghiati ma per l’ultima volta.
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