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Lui & Lei

una giornata nera finita in.. festa


di passeradisandra
06.05.2014    |    11.392    |    2 8.1
"Buoni dieci minuti di questo sapiente servizio anale, ottengono l’effetto che ormai Dedo ben conosce: perdo totalmente il controllo su me stessa e, iniziando..."
UNA GIORNATA NERA FINITA IN… FESTA
di passeradisandra


Oggi finalmente, con Sebastiano (mio marito), siamo andati davanti al giudice ed abbiamo firmato per la separazione.

Dedo è rimasto ad attendere in casa che lo chiamassi, cosa che ho fatto quasi senza entusiasmo, forse perché avrei voluto che fosse li con me in Tribunale. Ma purtroppo non era il caso.
Al lavoro mi sono presa tutta la giornata di permesso per stare un po’ sola con me stessa.
Nel pomeriggio chiamo Dedo e gli dico: “stasera liberati della tua amica che voglio festeggiare, ti offro la cena”. “ok, passo a prenderti ad un quarto alle otto”
Poco dopo le 19 un suo sms: Se vuoi… niente slip!. Una faccina che strizza l’occhio è la mia risposta! L’incazzatura mi sta passando…
In verità non ho alcuna voglia di scopare, anche perché Dedo, ormai sempre più ossessivamente geloso del mio cuginetto, mi da la sensazione che mi cerchi solo quando ha voglia di scopare. Ma lui sa come prendermi!

Sempre in anticipo sull’ora dell’appuntamento, con buoni quindici minuti di anticipo, mi invia un sms: ho parcheggiato
Finisco di predisporre la cena per i miei figli, vado in bagno a fare un’ultima pipì e… tolgo gli slip. Quindi scendo.
Salgo in auto, mette in moto, e dopo neppure cento metri: “hai tenuto gli slip?”
La mia risposta è tanto silenziosa quanto inequivocabile. Mi slaccio la cintura dei pantaloni, abbasso la cerniera, scendo di una decina di centimetri i pantaloni sulla vita e: “controlla…”
Mi guarda in viso e, complice un lampione che mi illumina mentre siamo fermi già al primo semaforo, mi guarda fra le cosce ed avvicina la sua mano destra sulla mia coscia sinistra nuda. Quindi, dopo una veloce carezza sulla mia pelle vellutata, risale verso la mia fica. Ho un brivido, allargo un po’ le cosce, e consento alle sue dita di verificare che… non indosso gli slip!
Il semaforo diventa verde e, facendo tutto con la mano sinistra, inserisce la prima, riprende lo sterzo, lo controlla col ginocchio, inserisce la seconda e così via la terza e la quarta e… tutto questo senza mai smettere di titillarmi le grandi labbra.
Finalmente si immette sul “raccordo” e non deve più cambiare marcia, potendosi cosi dedicare alla mia fica che, già dopo un minuto dal primo contatto delle sue dita, è completamente lubrificata. Dedo inizia un’inesorabile avanzata dentro la mia fregna, dando vita ad un ditalino che inizia a sconvolgermi.
Mi ordina di non fare nulla, di non toccarlo, di lasciare fare a lui. Per meglio accogliere le sue dita posso soltanto abbassarmi di più i pantaloni, fino alle caviglie, e scivolare in avanti col bacino per meglio accogliere quell’indice e quel medio che mi stanno penetrando come un cazzo. Abbasso un po’ lo schienale del sedile e scivolo ancora più in avanti, per meglio farmi penetrare da quelle dita sapienti, che sanno come prendermi, come darmi il piacere. Nel silenzio, solo lo sciacquettìo dei miei umori urla il piacere che mi sta dando Dedo. Come un’abile contorsionista, senza fare uscire le sue dita dalla mia sorca infuocata, riesco a togliere le scarpe e sfilarmi completamente i pantaloni; l’unico accorgimento che uso è quello di coprire le mie nudità agli sguardi indiscreti di chi riesca a sbirciare nell’auto ai semafori, coprendomi col cappotto dalla cintola in giù.
Con le gambe libere riesco a girarmi verso di lui, verso le sue dita che mi stanno chiavando senza sosta, e senza più trattenermi raggiungo il mio primo orgasmo, oscenamente ostentato da urletti e mugolii che non riesco e non voglio trattenere.
Il respiro di Dedo si accelera insieme ad un intensificarsi masturbatorio che ottiene l’immediato effetto di farmene venire una seconda volta.
“prendimelo in mano!”. Mi avvicino alla cintura dei suoi pantaloni, aprendola, quindi gli abbasso la cerniera e lo aiuto ad abbassarseli leggermente verso il basso. Sposto i suoi slip ed un cazzo imperioso, come una molla svetta verso di me. “masturbami, piano!”, lo afferro con la mano destra e comincio un lento, inesorabile saliscendi che lo fa vibrare di tensione. Sembra voglia esplodere, avvicino la mia bocca e, con la punta della lingua, sfioro il suo glande che, nervosamente, cerca di sfuggirmi.
A questo punto le sue dita sono fuoruscite dalla mia gnocca slabbrata e, mentre gli inizio un magistrale pompino, la sua mano destra mi sistema addosso il cappotto, prima di scivolare, accarezzandole, verso le mie natiche. Il suo dito medio inizia a giocare col contorno del mio buco del culo, alternando lascive carezze a lievi pressioni, stimolandomi il desiderio di essere sodomizzata.
L’intensità del mio pompino aumenta di pari passo all’inturgidimento del cazzo di Dedo ed al desiderio di essere inculata, finché il suo dito medio, finalmente, malgrado l’infelice posizione obbligata dalla guida, riesce ad entrare con due falangi dentro il mio roseo sfintere anale. Cambia il mio respiro, cambia il ritmo di Dedo che accelera la penetrazione del dito medio che, a questo punto, entra tutto. Il suo cazzo mi sbatte in gola, al suo medio si alterna il pollice che in modo più violento riesce ad aumentare il piacere dell’inculata. Pochi minuti, forse uno soltanto di questo ritmo devastatore del mio buco del culo e vengo per l’ennesima volta, non riuscendo a trattenere una piccola ma intensa fuoruscita di piscia. E Dedo mi riversa in bocca una mare di sborra, rischiando di farmi soffocare. Un inevitabile colpo di tosse ed il cazzo di Dedo si sfila dalla mia cavità orale. E mentre il suo pollice continua a devastare il mio culo, ed io mi dimeno per prendere quanto più piacere possibile dal suo incessante sfondamento, riprendo la sua verga in bocca per ripulirgliela accuratamente.
Ci ricomponiamo giusto in tempo per arrivare nel parcheggio del “nostro” ristorante-albergo, e andare a cena.

Cena veloce e leggera, quasi in silenzio. giusto qualche commento sul rito mattutino della separazione, perché le nostre menti ed i nostri corpi sono proiettati al dopo cena. Qualche piedino di Dedo è propedeutico ad un suo:
“prendiamo una stanza, voglio farti il culo come dico io”
“perché, volevi cavartela così? Siamo venuti per scopare!”

La mia tensione di tutta una giornata non è svanita, ma si è trasformata in una voglia incontenibile di sesso, devastatore, appagatore, annientatore.

Saliamo in camera e, senza una parola, Dedo mi bacia, mi toglie i pochi indumenti che indosso, visto che oltre agli slip non porto neppure il reggiseno, e le sue mani si riempiono subito delle mie sode mammelle. Poi scendono lungo i miei fianchi…
Dopo averlo velocemente denudato, le mie mani scorrono sul suo petto e sulle sue spalle fino a scendere sul suo cazzo, nuovamente in tiro.
Una sua mano cerca la mia fica, sempre bagnata, mentre le nostre lingue si attorcigliano in baci voluttuosi che mi tolgono il fiato.
Ma non è serata di molti convenevoli. Io voglio godere! E lui non è da meno.
Mi spinge sul letto quasi con violenza e mi mette supina, mi allarga le cosce, avvicina la sua lingua alla mia fica e comincia a leccarla. Mi inarco gemendo, sollevo il mio bacino verso di lui, verso la sua faccia, la sua bocca, la sua lingua. Mi lecca le cosce, quindi le grandi labbra, arriva al clitoride, lo succhia: me ne vengo subito. Mentre i miei occhi roteano dal piacere, e le mie urla malamente soffocate tradiscono il rilassamento totale del mio corpo all’ondata di piacere che lo sta devastando, una fontanella di pipì investe Dedo in pieno viso, in bocca. E lui non si scansa, come in trance la guarda fuoruscire, la beve, ne lecca i rivoli che colano sulle mie cosce e viene a baciarmi, a condividere con me la mia piscia.
Un lungo bacio di condivisione erotica e: “mettiti a pecora, ora tocca al tuo culo”
Mi metto sulle mie ginocchia, avvicino il cuscino verso di me e vi appoggio la fronte, tenendo libere le mani con cui mi allargo le chiappe per offrire il mio culo, così amato da Dedo, al mio uomo.
Dedo si pone dietro a me e inizia a leccarmi il buco del culo, lo guarda pulsare mentre attende di essere sfondato: “che meraviglia di buco di culo che hai, si apre e si chiude in attesa del mio cazzo”. Vi infila l’indice e comincia a pistonarlo, roteandolo dentro. Poi mi introduce quattro dita in fica per bagnarle ben bene con la mia pipì e, ad una ad una, iniziando dal medio, per poi unirvi prima l’indice, quindi l’anulare ed infine il mignolo, inizia a masturbarmi il culo fino a sfondarlo, slabbrandolo indecentemente.
Un dolore sopraffatto dal piacere mi accompagna in un altro orgasmo devastante che accompagno con un’ennesima lunga e abbondante pisciata.
Dedo porta lentamente a morire il suo lavorìo con le quattro dita, mentre passa ad interessarsi della mia fica allagata: vi infila il suo cazzo rigoglioso che scivola miseramente nella mia piscia. Ad un quarto, vano tentativo, rinunzia a dare una rinfrescata alla mia passera e si prepara finalmente a piazzarmi il suo cazzo in culo. Senza ulteriori preamboli entra prepotentemente nel mio retto, con una forza animalesca. Assesta diverse botte che mi arrivano agli intestini mentre il ritmo del mio respiro accelera per il piacere che mi procurare sempre l’essere inculata. Quindi cambia ritmo entrando piano, affondandolo lentamente nelle mie viscere, fermandovisi dentro a stimolarmi la cacca; lo tira fuori altrettanto piano, accompagnando la fuoruscita con un risucchio rumoroso che porta con se un po’ della mia cacca: “stai cominciando a venire anche di culo, troia!”
“continua, non fermarti, inculami, sfonda il culo alla tua troia!”
Riprende a pomparmelo alternando pistonamenti veloci e violenti, accompagnati dalla prepotente spinta del suo bacino, a penetrazioni dolci con affondi burrosi. In queste lente ma inesorabili perforazioni che mi mandano letteralmente il sangue al cervello, la sua cappella conficcata nel mio intestino stimola inesorabilmente la mia cacca.
Buoni dieci minuti di questo sapiente servizio anale, ottengono l’effetto che ormai Dedo ben conosce: perdo totalmente il controllo su me stessa e, iniziando a gemere sempre più incontrollatamente, raggiungo l’orgasmo più devastante, pisciandomi completamente addosso, ed eruttando un’abbondante cacata che ha la forza di espellere il turgido cazzo di Dedo. Ed a lui non resta che venirsene sulle mie natiche…

Che scopata, senza fronzoli, senza preliminari. Ma era proprio quello di cui avevo bisogno: una scopata e basta!




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