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storia di Simone raccontata da Andrea da da


di Superperv
16.02.2024    |    814    |    3 9.6
"Venendo all'aspetto, debbo dire che Simone, all’ apparenza, era una sorta di angelo..."
Avevo iniziato a seguire Simone, come un lupo farebbe con un agnello e cioè con astuta circospezione poiché sapevo già dove sarebbe andata a finire la mia preda, o meglio, in questo caso dove sarebbe andato a finire il bel Simone. .
Il ragazzo io l' avevo visto crescere, bello e decisamente propenso a farsi del male da solo e a mettersi nei guai fin da giovanissimo.
Era il nipote di una mia ex domestica, lei si chiamava Leonarda ed era una donna, instupidita da un marito violento che fino a che era stato vivo l'aveva battuta come un tappeto, e da tre figli di cui uno, Antonio, che era il padre di di Simone, si era fatto di nebbia, abbandonando moglie e figlio,
Antonio, dopo la fuga ai tropici non si era più fatto vivo, se non tramite lettere, e qualche bonifico. Non era tornato neanche , dopo il decesso dell' ex compagna, cioè la mamma di Simone, avvenuto per overdose quando il figlio aveva 9 anni.
Meglio così, perché io avevo un conto aperto con Antonio; lui aveva del tutto rovinato la vita di Sara, la mia migliore amica dai tempi dell'infanzia , l’aveva introdotta all’eroina quando era una ragazzina, e lei ragazza di famiglia ricca per lui era una preda da spolpare.
Sara io l'avevo vista rubare in casa, mentire, ingannare anche me, pur di farsi dare denaro, poi scappare, essere buttata fuori e quindi finire a battere il marciapiede, fino a che morì di mala morte.
A quel tempo Simone era un bambino appena nato ed io un ragazzo, giurai che mi sarei vendicato
Così, quando qualche anno dopo Antonio sparì per evitare la galera, portandosi via anche i soldi dei fratelli, decisi che Simone, la sua cosa più cara, avrebbe pagato le sue colpe, visto che il vero colpevole era fuori portata.
I due zii di Simone, rimasti in Italia a vivere con loro madre ed il nipotino, erano due colli da forca che, dopo la morte di loro padre, iniziarono loro a far volare sberle alla madre che aveva sempre qualche livido, o il braccio al collo.
I due energumeni, in più, trovavano divertente picchiare di brutto il piccolo Simone, lo malmenavano per ogni marachella, o disubbidienza, ancorché minima.
Gli davano ordini che nessun bambino poteva rispettare per poi castigarlo, per il puro divertimento di umiliarlo e punirlo..
Insomma era una famiglia disfunzionale e violenta quella in cui cresceva il bel Simone.
A mia volta anche io ero cresciuto, in tutti i sensi, ormai ero quarantenne, ed avevo ereditato un’immensa fortuna dal fratello di nonno, sicché vivevo sostanzialmente di rendita.
E proprio grazie ai soldi potevo dedicarmi a ciò che mi piaceva di più, e quindi arte, viaggi, nonché cura del mio fisico, ero alto 198 cm e pesavo 110 kg di puri muscoli possenti, moro, viso da duro, peloso e superdotato.
E poi mi dedicavo con molto fervore alla mia attività prediletta, cioè il sesso e lì ero un sadico, senza morale e spietato.
Io non avevo mai nascosto nulla della mia vita, non vedevo la ragione di farlo, sicché la nonna di Simone, che aveva pulito casa mia ogni giorno per qualche annetto, ben sapeva cosa accadeva fra me e le mie schiave e schiavetti.
La vecchia dopo aver lavorato per me, , aveva trovato lavoro in un negozio di alimentari e aveva continuato a vivere coi dei due figli, ed il nipotino, che cresceva bello come la madre e col fisico perfetto, naturalmente perfetto, del padre.
E non era stupido, ma visto il contesto familiare, il ragazzo smise di studiare a 16 anni perché era stanco di essere il più maturo della classe, e al tempo stesso il più straccione e sfigato.
Venendo all'aspetto, debbo dire che Simone, all’ apparenza, era una sorta di angelo.
Non era alto, ma ben proporzionato, cioè non tozzo, era alto. 160 cm, circa, magro, ma con tutti i muscoli naturalmente e perfettamente disegnati, poi migliorati da un poco di sport e di nuoto..
Addominali, dorsali, fasce laterali, bicipiti e deltoidi, tutto, assolutamente tutto in lui era marcato e scolpito, come in una statua greca, o in certi modelli anatomici. Il culo di Simone era, poi, da sballo. Piccolo, sodo, mascolino, perfetto.
Su tanta armonia era montato un viso regolarissimo con gli zigomi appena spruzzati di efelidi e ornato da labbra carnose e da un naso diritto e sottile. Gli occhi erano grandi, allungati e di un bel verde brillante, con ciglia lunghe e folte. Per concludere tanta angelica perfezione era ultimata da una massa di capelli ramati folti e mossi, che allungandosi formavano dei ricci larghi e morbidi.
Simone abitava coi suoi in un caseggiato fatiscente del centro, vicino al palazzotto ristrutturato di cui io ero unico proprietario, ed unico abitante.
Avevo incrociato spesso il ragazzo, dopo che aveva lasciato la scuola, e corrispondeva a quanto avevo già pianificato per lui : Simone era naturalmente perdente, abituato a ubbidire, e bello da far girare i muri, stava a me ultimare l’opera e renderlo uno schiavo totale.
D’altro canto, per portare avanti il mio piano, da otre tre anni pagavo debiti dei suoi zii, i quali, in cambio , rendevano a Simone la vita ancor più un vero inferno fatto di insulti, botte, umiliazioni, ovunque e comunque, qualsiasi cosa facesse, o dicesse era sbagliata e stupida. S e gli facevano un complimento era per dire a Simone che la bocca l’aveva solo per fare pompini come sua madre, e che come lei era destinato ad essere solo troia e tossico, o che era uno buono solo a far marchette e così via.
Da come mi sorrideva quando ci incontravamo avevo capito che sua nonna gli aveva ben detto quali erano i miei gusti, e lui si aspettava da me la prima mossa si capiva che era pronto a fare di tutto per scappare da quella casa ed io ero la via più veloce.
Il ragazzo , pur essendo etero aveva una testolina da puttana, ma io volevo vederlo strisciare, per poi ultimare l’opera e farne uno schiavo, vederlo soffrire, corpo e anima, vederlo scendere verso il suo abisso.
Sapevo che ultimamente per denaro ha fato qualche pompino, ma anche che aveva detto a uno che il culo lo riserva per una persona apposta, insomma i maschi non gli dispiacciono….
E infatti una sera verso le 22 me lo trovo sotto casa,e da come era vestito era evidente che mi stesse aspettando.
Addosso aveva un vecchio paio di pantaloncini corti da corsa, sopra una camiciola striminzita completamente aperta sul
torace, è seduto su una bici e, dallo scroto che occhieggia dai pantaloncini, si vede che non ha mutande.
Mi ammicca e mi chiede se gli offro qualcosa da bere, su a casa.
Gli dico di sì, che si può fare, ma a condizione che si spogli nudo e faccia il giro dell’isolato, arrossisce, ma lo fa,
Il ragazzo nudo è bellissimo, muscoletti apposto, viso magnifico, culetto perfetto, pelle liscia e bianca, un bel pene e un paio di palle ben pendenti, sopra un ciuffo di pelo ramato, come i capelli., già lo vedo coperto dalle frustate pronto ad ubbidire ad ogni ordine.
Saliamo, e, senza attendere alcunché, Simone, nudo, con addosso solo le scarpe da ginnastica, senza mezzi termini mi dice che se gli permetto di venire a stare con me mi da culo, bocca e vita, nessun limite, pur di andare via da casa degli zii.
Perfetto, a quel punto sono io che non metto in mezzo parole e lo spingo in ginocchio, lui mi slaccia i pantaloni, resta evidentemente sbalordito dalla taglia del mio cazzo eretto, ma, senza fiatare, apre la bocca e si mette a succhiare.
Il ragazzotto ha talento da vendere, succhia con dedizione, come se non avesse altro scopo nella vita.
Mi godo la sua bocca, entro a fondo, lo sento soffocare, sbava, succhia, sbava, soffoca, lo prendo a sberle quando sbaglia e urta coi denti, gli sputo in faccia mentre lui succhia e ingoia centimetro dopo centimetro. Da come si da da fare e dall'avidità con cui si prende in gola il mio cazzo, si capisce che la situazione gli piace.
Dopo un poco lo spingo sul tappeto, faccia in su, gli monto sopra, vedo che si spaventa e cerca di tirarsi indietro, lo tengo sotto, lui mi prega di non farlo, di fermarmi, capisco che ha paura, e io me la godo ancor di più, gli dico che lui è carne da cazzo, che non vale nulla e che è lui che lo ha voluto, lui che si è proposto, che si lamenti solo con sé stesso se è nato marchettaro e culo da fottere.
Mentre lo insulto, gli spingo dentro tutto il mio palo, gli spacco il culo, letteralmente, lui caccia un grido, ma la mia mano sulla bocca lo smorza, forzo la mia mazza a fondo e gli apro l’anello interno, lo svango e lo apro come una fica, lo fotto con violenza, dentro e fuori.
I suoi lamenti, le sue lacrime, mi eccitano, entro ed esco da quel culetto, lo sento cedere ad ogni colpo, lo apro a fondo, e mentre lo svergino nel modo più brutale possibile sento che anche a lui si sta alzando il cazzo, lo sento che geme e mugola, adeso mischia male e godimento, io mi eccito a mille, lo scopo ancora più forte, lui mi avvolge fra le gambe, mi spinge dentro, lo sento venire, mentre mi prega di farlo piangere e di punirlo per quello che è.
Continuo a trombarlo, gli sputo in bocca, lui è in estasi, lo chiamo finocchio, culattone, frocio per soldi, carne da cazzo, gli do qualche sberla, non troppo forte, ma neanche leggera.
Lui viene di nuovo, questa volta dal culo, ha un profondo orgasmo anale, lungo, potente, svuota non so quanto sperma dal cazzo semi duro, io a quel punto gli vengo dentro.
Lo guardo, col mio cazzo ancora dentro al suo culo, ha un viso così bello, è tutto bello e la bellezza è la sola cosa che abbia e che lui non sa ancora di avere..
Ci laviamo, andiamo in cucina, gli chiedo se ha mangiato, mentre tiro fuori una birra dal frigorifero, lui mi fa cenno di no, gli preparo un paio di panini, li mangia voracemente.
Guardo l’orologio, sono quasi le 2 del mattino, gli scompiglio i ricci e lo guido in camera da letto.
E inizio a dirgli quali saranno le regole, se viene a vivere con me.
Su letto lui dice che accetta, lo spingo a succhiare, perché lo ho di nuovo duro come il marmo.
Vorrei incularlo, ma so che ha il culo troppo dolente per un secondo assalto così ravvicinato. E poi succhia alla perfezione, con passione, si vede che gli piace far godere gli altri e che il suo piacere è proprio quello.
Gli vengo in bocca e lo tengo giù, lo forzo ad ingoiare tutto e lui lo fa, si mangia la mia sborra.
Ci addormentiamo abbracciati, lo faccio sentire sicuro, voglio farlo innamorare di me e ci sto riuscendo.
To be continued……
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