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Il caro cognatino


di violettaselvaggia
23.07.2010    |    30.599    |    2 8.0
"Non mi va di sprofondarmi sul divano dinanzi la tivù..."
Serata di caldo asfissiante. Sono solo in casa. I miei se la spassano in crociera. E’ andato a buca l’appuntamento con mia cugina Adele. Quando abbiamo l’occasione passiamo qualche momento di intimità. All’ultimo momento ha preferito raggiungere i suoi a mare. Solo come un cane. Mi spoglio. Mi piace stare completamente nudo in casa. Ho il culto del mio corpo. Un bel fighetto. Mi piace soprattutto mettermi dinanzi allo specchio e ammirarmi, massaggiarmi, toccarmi con sensualità. Accarezzare il bel cazzo che mi ritrovo. Giro per casa. Non mi va di sprofondarmi sul divano dinanzi la tivù. Vorrei mordere un panino. Istintivamente mi accarezzo l’uccello. Un piccolo tocco di mano e lo sento arrittarsi. Mi viene subito voglia di tirarmi una bella sega. Avverto il bisogno fisiologico di sborrare. Ne devo avere tanto in serbatoio. Le palle mi pesano. Il cazzo è diventato grosso, la capocchia inumidita. La libidine aumenta. Mi mordicchio il labro inferiore e con le dita della mano sinistra “torturo” provando anche piacere il capezzolo sinistro. Son cotto. Me ne vado nella mia stanza. Continuerò la masturbazione fino all’orgasmo davanti allo specchio. Mi piace fare tante cosine prima di godere: far schizzare la sborra sullo specchio. Poi pulisco con la lingua. Mi gusta il sapore e l’odore del mio sperme.
Luci soffuse. Sono nudo davanti lo specchio, scapocchio il cazzo, accarezzo il capocchione. Vorrei poterlo prendere in bocca, leccarlo. Apro un cassettino dove conservo il vasetto di vasellina. Ci tuffo dentro il medio sinistro. Torno dinanzi lo specchio. Impugno nuovamente il cazzo che si è fatto grosso. Su e giù lentamente. Con il dito medio sinistro stuzzico l’orifizio del mio culetto. Non sono vergine. L’ho dato una sola volta. Ho preso dentro una stanga meravigliosa di un compagno di collegio. Ricordo sempre quella notte. Stuzzicarmi il culo mentre mi faccio una sega è la fine del mondo. Il piacere è doppio. Accelero la pugnetta. Sento di essere vicino alla goduria. Mi scuote dall’isolamento in cui la libidine mi aveva fatto precipitare una lunga scampanellata al citofono.
Chi cazzo sarà mai che viene a rompermi le palle. Sono ancora piene. Aziono il videocitofono prima di rispondere. Vedo la sagoma di Marco. Marco è il fidanzato di mia sorella. Mi chiedo cosa fa a quell’ora sotto casa mia. E’ un fustone. Rispondo: - Marco, dimmi? La risposta è perentoria: - salgo e ci facciamo un wiskino.
Non posso dirgli di no. Apro, decido di restare nudo. Il cazzo si è ammosciato. Appena resterò nuovamente solo penserò alla sega. La sborra oramai la sento proprio sulla punta della mia mazza.
Faccio entrare Marco. Resta di stucco nel vedermi nudo. Bonfonchio: - stavo per andare a letto.
Marco non mi toglie gli occhi da dosso. Mi scruta veramente dalla testa ai piedi. Percepisco che tutto sommato è contento di vedermi nudo.
Lo invito a stare comodo sul divano. Guardo Marco in maniera strana. E lui non toglie gli occhi dal mio cazzetto moscio. Penso: se lo avesse visto qualche minuto fa come era grosso cosa avrebbe detto? O fatto? Ho la sensazione che vedermi nudo gli abbia fatto piacere. Chissà! Dal mio uccello scende qualche gocciolina di umore. Penso: se invece di Marco fosse arrivata mia cugina. Allora si che avrei rinunziato alla sega per un pompino. Adele quando è in vena lo prende in bocca che è una meraviglia. Ed io non potendola scopare – questi sono i patti per i nostri rapporti – la faccio godere con la lingua o con lunghi ditalini. Penso: come me lo farebbe Marco un pompino?
Vado in cucina prendo due bicchieri. Torno e trovo Marco sdraiato sul divano completamente nudo.
Ci guardiamo negli occhi. Le parole non servono. Accendo un abatjour e spengo la luce. Mi siedo accanto a Marco. Era quello che volevamo da tempo ma avevamo timore di rivelarcelo. Ci piaciamo. E’ giunto il momento di farlo. E’ lui che prende l’iniziativa. Lo lascio fare. Voglio capire dove vuole arrivare. I ruoli quali saranno? Si avvicina. Cerca la mia bocca. Gli e la dò. Ci baciamo. Le nostre lingue sono spade. Penso: sarà meraviglioso quando invece della lingua gli darò in bocca il mio cazzo fattosi grande e duro. Penso: prenderò il suo nella mia bocca? Meraviglioso.
Ci baciamo ancora. Le nostre labbra sembrano incollate. Sento una mano di Marco che mi afferra il cazzo. Lo accarezza, lo gioca, lo impugna e fa su e giù. Faccio lo stesso. Gli prendo il cazzo in mano. E’ grande. Marco stacca la sua bocca dalla mia e mi sdraia supino sul divano. Provo a dirgli: andiamo sul letto? Marco è eccitatissimo, non mi risponde. La sua bocca è sul mio cazzo. Il mio cazzo è fra le sue labbra. Me lo lecca con forti colpi di lingua. Gli dico: fai piano, sento che sto per venire. Gli avessi detto fai forte e fammi godere. Accelera le slinguacciate e zaf. Grido dal piacere mentre gli inondo la bocca di caldo sperme. Se lo succhia tutto prima di togliersi il mio uccello dalla bocca. Mi sento un verme. Io ho goduto e lui no. Debbo sdebitarmi. Gli dico: - voglio vederti godere.
Non gli do tempo per la risposta. D’istinto gli porgo il culo e gli sussurro: - dai Marco mettimelo dentro il tuo animale.
Non se lo fa dire una seconda volta. Le sue mani passano sotto la mia pancia ed il suo cazzo mi penetra. Stupendo. Si muove con grazia. Vorrei che mi facesse male ed invece è leggero. Mi infila il cazzo, si muove, lo toglie fuori lo rimette dentro. Anche il mio stantuffo ridiventa grande. Penso: dopo che mi avrà sborrato in culo gli chiederò di andarcene sul letto. Lo voglio giocare tutto leccandolo, mettergli la lingua sulle palle, succhiarle.
Sono diventato una porca. Lo incito a godere: - dai Marco, insisti, dai resta dentro, spingi, godi, godi.
Marco mi sborra nel culo. Caldo liquido che a sentirlo mi arrapa di più.
Gli domando: - sei stanco?
- No, ti voglio ancora. Fai l’uomo.
Cerca con le mani il mio uccello, è ancora grosso.
- Andiamo sul letto?
Mi scappa ma sentivo di dirlo: - si, ti voglio ancora amore mio. Ci prendiamo per mano. Siamo sul mio letto. Sentiamo di dover riposarci un pò. Restiamo in silenzio ma le nostre mani cercano i cazzi. Gli accarezzo i peli del pube, lui stritola i miei capezzoli.
Mi chiede: - ti faccio male?
No! Impugno il suo cazzo non è duro. Gli dico: - mi hai inculato meravigliosamente. Sono felice di averti dato il culo.
Per tutta risposta Marco si gira su un fianco voltandomi le spalle. Capisco al volo. Mi avvicino al suo corpo, Gli bacio il collo, gli lecco la schiena, gli metto la punta della lingua in un orecchio, gli succhio un lobo, gli accarezzo il culo, E’ mascolino. Provo a solleticarlo con un dito. Marco sussurra: - è lui che voglio. Appena sei pronto infila.
Il mio cazzo è duro. Lo scapocchio. Provo ad infilarglielo piano. Marco mi sollecita: infilalo forte. Fammi male. Godo di più.
Gli ribatto - godiamo insieme nello stesso momento.
Gira il collo, mi porge la bocca. Lo inculo e ci baciamo. Gli prendo il cazzo con una mano. Spingo il mio nel suo culo peloso ed un pò ruvido gli faccio una sega. Gli sborro nel culo, lui mi sborra nelle mani. Gridiamo dal piacere: - si si siii.
Siamo stanchi. Ci rimettiamo supini, vicini, i nostri corpi sudati si toccano. Marco trova la forza di dire: - è il nostro segreto.
Gli rispondo: - è il nostro segreto.
Ci addormentiamo pensando a cosa faremo al risveglio.
Ci svegliamo. E’ l’alba di un nuovo giorno. Diverso per due che sanno di stare bene insieme diversamente. Sotto la doccia. Nudi. Il cazzo di Marco alla luce del giorno è bellissimo, grande, colorito. Gli insapono la schiena, lo giro verso di me, mi inginocchio prendo il cazzo di Marco in bocca e gli sparo un pompino. Lui gode e con le mani mi spinge la testa. Vuole sborrarmi in bocca. Sborra. Mi piace quel nettare.
Il sapone scivola nel piatto della doccia. Lui si piega, alla pecorina. Il suo culo è alla portato del mio cazzo fattosi grosso. Lui lo vuole. Gli e lo dò, dentro tutto. Fammi male. Gli faccio male. Godo. Gode pure lui, il mio Marco.
Ci vestiamo, un bel caffè e la vita continua.
Io e Marco ci vediamo di nascosto ancora. Lui è sempre fidanzato con mia sorella. Da quella sera ho trascurato Adele. Bocca, cazzo e culo di Marco mi appartengono. La mia bocca, il mio culo ed il mio cazzo appartengono a Marco. Se qualcuno si accorgerà di noi, della nostra relazione andremo a vivere lontani insieme. Alla faccia di chi si priva di certi piaceri.


violetta selvaggia
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