La mazza del falegname

L’anziano falegname di fiducia sta eseguendo lavori a casa di mia madre. Lo conosco da anni. E’ un bell’uomo dall’aspetto bonario ma anche fisicamente, nonostante l’età non dispiace. Lavora silenziosamente, non si accorge che lo osservo. Ogni tanto si ferma, infila una mano dalla vite dei pantaloni e si aggiusta, evidentemente, il pene. Deve averlo anche abbastanza grosso. Mi piacerebbe vederlo. Siamo soli in casa. Gli chiedo se vuole qualcosa di fresco da bere. Accetta volentieri un succo di frutta.
Gli e lo servo e lui fa una pausa. Per me prendo dal frizzer un minicornetto. Ci sediamo. Lui sorseggia la bevanda con calma. Mi chiede: “quando rientreranno i tuoi genitori?” “Questa sera, molto tardi.” Io lo guardo e mi convinco che è un bel bocconcino maturo. Lecco il cornetto. Mi osserva, poi ridendo: “è troppo piccola quella cappella gelata per la tua boccuccia. ”
“Non ho di meglio, certo che mi piacerebbe leccare qualcosa di più duro.” Stende il braccio e con la mano mi accarezza il volto dicendomi: “lo sai che sei un bel ragazzo”. Gli blocco la mano poggiata sulla guancia: “ti piacerebbe mangiarmi?” Lui di riamando: “e come se mi piacerebbe!” Non ho più freni inibitori e sbotto: “andiamo in camera mia.” Ci alziamo e via a chiuderci nella mia stanza. Mi chiede di potersi rinfrescare un po’. Gli propongo: “facciamo una bella doccia insieme?”. Non risponde ma inizia a spogliarsi. Completa lo spogliarello. E’ nudo. Vado subito al sodo: il suo cazzo. E’ semiarrittato. Gli e lo accarezzo con le mani. E’ umido dell’umore che gli esce dal capocchione. Mi spoglio anche io e via nel box doccia insieme. Mi metto di culo e gli struscio l’uccello. Me lo poggia sulle natiche. Mi giro e lo prendo in bocca mentre l’acqua scivola sui nostri corpi. Lo lecco, me lo poggio sul viso, lo riprendo in bocca. Finalmente si arritta tutto. E’ grosso ma non lungo. Lo spompino e lui si lamenta perché gli piace. Vuole che faccia più in fretta: “sono vicino, fammi venire, si,siii, sto venendo. Ah, ah, ah godo” La sborra mi inonda la bocca, la ingoio. Mi fa alzare e dice “adesso voglio il culo. Devi essere una maialina quando lo prendi dietro.” “Ti farò divertire, vieni asciughiamoci e andiamocene sul letto.” Oramai non ho più pudore sono una checca in calore e voglio quel cazzo nel mio culo. “Promettimi che non dirai a nessuno di questa storia. Altrimenti il mio culetto non lo vedrai più.” “Te lo giuro, sarà un segreto. Sai cosa ti propongo? Ogni qual volta dopo questa esperienza faremo sesso io ti farò scopare con mi moglie. Non è giovane ma è una donna ancora piacente. Ti voglio inculare mentre tu fotti con lei.” L’idea mi piace. Ci stendiamo sul letto. Gli faccio nuovamente grosso il cazzo e il falegname mi mette alla pecorina e mi incula. Prima mi provoca dolore poi comincio a godere. Lui mi mette nel culo sborra io la mia sborra la schizzo sulle lenzuola. Mi resta dentro sino a quando il cazzo non gli ammoscia. E’ finita la scopata. Ne faremo altre, mi promette. Vuole tornare al lavoro. Lo rivedrò nei prossimi giorni ma devo fare molta attenzione che questa tresca non la scopra Paolo. Ma quel cazzo del falegname mi piace molto. Devo comunque ammettere che c’è soltanto attrazione fisica legata al membro e ora che potrò fottere anche con la moglie del falegname la cosa mi intriga molto. E per la prima volta con lui non ho avvertito il desiderio di baciare. Però per come armeggia il cazzo nel culo lo rende appetibile. [email protected]