Gay & Bisex

La pineta


di marcabru
24.07.2018    |    24.385    |    14 8.4
"Era grosso e la cappella faticava ad entrare..."
Avevo sentito parlare della pineta diverse volte. Non sapevo, però, in quale parte della pineta avvenivano gli incontri, né dove andava parcheggiata l’auto. Qualche giorno fa ho deciso di scoprirlo sul campo e mi sono fatto un giro che, dal mare, riconduceva sulla strada principale percorrendo tutto il perimetro della pineta. In quel modo avrei certamento notato qualcosa. Ero partito da casa piuttosto carico: avevo visto un film porno, mi ero masturbato e avevo giocato un po’ con il vibratore. La voglia di sentire dentro un membro vero, però, era cresciuta talmente che la casa ormai mi stava stretta. Inoltre, il mio ragazzo era fuori per lavoro da più di due settimane e mia moglie si era limitata in quei giorni a farmi qualche sega ogni tanto, perché non aveva voglia di scopare. Il mio pensiero fisso era essere impalato da un uomo.
Finito il giro della pineta, ho notato alcune auto parcheggiate sul ciglio della strada, senza il conducente. Allora ho parcheggiato anche io e mi sono introdotto nel boschetto. Ho immediatamente notato del movimento: due uomini sulla sessantina, alla distanza di una decina di metri uno dall’altro si guardavano intorno, senza parlare. Sembravano cacciatori che stavano facendo la posta ad una preda. Sono passato loro vicino e ho sorriso; loro hanno ricambiato ma niente di più. Mi sono inoltrato nella pineta, facendo fatica, in certi punti, a passare, data la fitta vegetazione di sottobosco e le numerose buche sul terreno. Avevo le scarpe completamente impolverate e la cosa un po’ mi seccava. La terra rossa e secca saliva fino a quasi alla bocca e il caldo rendeva l’ambiente poco agevole. Pertanto decisi di tornarmene indietro per la strada che avevo fatto.
Fu allora che notai due uomini, uno piuttosto anziano, l’altro decisamente più giovane. Avevano assunto una strana posizione: il più anziano era appoggiato con la schiena ad un albero, con lo sguardo in alto vero la chioma e il giovane era inginocchiato su un solo ginocchio, come un soldato che è pronto a sparare, e stava lavorando con la bocca l’uccello dell’anziano. Quest’ultimo godeva a voce alta, come se fosse sul divano di casa. Ogni tanto con la mano prendeva la testa del giovane e se la portava contro il pacco, facendo anche un po’ di forza.le vene del collo gli si ingrossavano e la lingua gli usciva dalla bocca, per il piacere. Io rimasi lì fermo a guardarli, senza dire niente, ma non nascondendo la mia presenza. L’anziano allora diresse lo sguardo vero di me e mi sorrise. Per qualche secondo si voltò anche il giovane, mi guardò senza interesse, e ricominciò il suo lavoro.
Dopo qualche secondo, l’uomo in piedi mi chiamò con la mano, quasi ridendo. Lo fece diverse volte, perché io non mi muovevo. non lo facevo per timore o vergogna, ma perché mi piaceva guardare la scena con un certo distacco. Ad un certo punto, l'uomo in piedi sollevò la bocca del giovane dal suo cazzo, la diresse verso la sua faccia, piegandola in alto, e fece uscire dalla sua bocca un rivolo di saliva, che entrò direttamente nella bocca del giovane, che subito dopo ricominciò il pompino con una nuova energia.
Quel gesto mi piacque parecchio. Fu allora che decisi di avvicinarmi, sempre senza dire nulla; e quando fui praticamente accanto all’uomo in piedi, quest’ultimo, dopo una rapida carezza sul petto, mi mise la sua lingua in bocca. Limonammo per diversi secondi, mentre il giovane non staccava le sue labbra dal cazzo. Di colpo poi si alzò e anche lui partecipò al bacio con la lingua. Sentivo il sapore del cazzo dell’anziano nella mia bocca e cominciai ad eccitarmi davvero, notando che il membro del vecchio, libero dalla bocca del ragazzo, era veramente grande. Il ragazzo allora mi sbottonò i pantaloncini e li calò. Anche io ero pronto ad sentire il calore della sua bocca, ma ne rimasi deluso, perché invece mi girò e mi appoggiò all’albero. Io lasciai fare. Sentii massaggiarmi l'ano da un dito. Poi da due, che entravano e uscivano piano. l'eccitazione montava, e la saliva mi colava dai bordi della bocca. Aspettavo con ansia il proseguimento. Dopo pochi secondi sentii un cazzo tra le cosce e capii subito che era quello dell’anziano. Era grosso e la cappella faticava ad entrare. sentivo ogni centimetro salire nella pancia. Ansimavo forte, mentre ormai mi inculava in maniera sciolta e il giovane mi baciava in bocca. Poi sentii l’anziano fermarsi e contrarsi: stava venendo. Solo allora mi posi il problema se avesse o meno il preservativo. Mi attraversò un attimo di paura, ma per fortuna mi resi conto che ce lo aveva, perché il ragazzo glielo sfilò e ne bevette tutto il contenuto. Dopo si mise a ridere. Anch'io sorrisi e mi rammaricai di non conoscere che mi aveva appena scopato, perché anche a me sarebbe piaciuto berne lo sperma.
Abbiamo continuato a baciarci per un po’ di tempo, senza neppure dire i nostri nomi. Io cominciavo a sentire un po’ male, perché il mio amante mi aveva veramente aperto il buco del culo. Forse sanguinavo anche.
Me ne tornai a casa di volata e mi guardai un altro film porno. Per fortuna a farmi venire, dato che non lo avevo fatto nel bosco, ci pensò mia moglie alla sera, sul divano, con un bel pompino.
Ritornerò in pineta.
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