Prime Esperienze

CALDO RESPIRO


di Esseci2000
04.07.2023    |    2.655    |    0 9.1
"Testa alta, viso fiero, capezzoli sparati in aria dal contrasto col freddo dopo la tiepida immersione..."
Ricordo ancora quel freddo sferzante sul viso, mentre passeggiavo per le vie già scure a metà giornata, di quella città così a nord da essere impronunciabile.
Era un periodo strano, leggero, in cui i ricordi si rimescolavano continuamente alle fantasie.
Stranamente sola, in un limbo tra un lavoro finito e il successivo, ancora da iniziare, vagavo senza metà e a naso in su.
Sentivo il mio corpo reagire inaspettatamente, alle più insignificanti e impercettibili situazioni.
Mi bastava fare un giro un po' più lungo in bicicletta per suscitare sensazioni e desideri che, chissà come e chissà dove, riuscivo solitamente a celare molto bene.
Incredibile per me, ritrovarsi a correre a casa per dar sfogo al turbinio di desideri...e riuscirci così bene.
Fino a chiedersi perché me ne fossi sempre preclusa, fino a quel dicembre strano.
All'inizio era bellissimo, fare tutte le solite cose della giornata ma avere il pensiero fisso a quei cinque minuti tutti per me, sotto le lenzuola, che mi aspettavano a casa e potevo prendermi in ogni momento.
A un certo punto mi sono anche preoccupata sentendomi, a quarant'anni suonati, col corpo di una ragazzina che sta appena scoprendo il piacere che il mondo le suscita e che lei stessa può procurarsi, senza alcuno sforzo.
Qualsiasi cosa, dall'andare in macchina allo scrivere messaggi a un amico, accendeva i segnali che avrebbero illuminato il momento del caldo respiro.
Ma quel giorno, la situazione sorprese anche me.
La notte era stata foriera di fantasie piuttosto movimentate e mi ero svegliata alle luci dell'alba, scossa dai miei stessi brividi ventrali.
E pensai che, prima che gli impegni tornassero a piombarmi addosso, avrei potuto scappare ancora un poco e farmi avvolgere dal calore soffocante delle terme fuori città.
Era la prima volta che andavo e i primi minuti mi aggiravo impacciata tra i corpi nudi e molto più maturi del mio, con imbarazzo.
Guardavo e non guardavo, cercando di non sembrare invadente o indiscreta e sbirciando di sottecchi, se qualcuno per caso fissasse me.
All'improvviso, penetrando nell'atmosfera buia della prima stanza di caldo relax, realizzai che ero una delle più giovani lì, e questo non lasciava indifferenti tutti gli uomini che ronzavano tra una sala e l'altra.
Immergendomi nella vasca idromassaggio dovetti passare davanti a tutti, dapprima goffamente e con una certa fretta. Poi le bolle intorno al corpo mi dettero coraggio e tirarono fuori dalla pelle una parte di me che neanche sapevo potesse esistere.
Malizia mista a autostima, due sentimenti davvero dimenticati...
Mi alzai e decisi di uscire dall'acqua, solo per vedere che effetto avrei fatto sugli astanti. Testa alta, viso fiero, capezzoli sparati in aria dal contrasto col freddo dopo la tiepida immersione.
Mi sentii irresistibile, per un attimo: come trovarsi un budino al caramello sul piatto davanti a te, proprio quando avevi pensato di poter fare a meno dei dolci per quel giorno.
Mi coprii subito dopo con l'asciugamano, trattenendomi sulla pelle gli sguardi di tutti quelli che generosamente li avevano posati su di me.
E fu la volta della sauna fuori, quella sovraffollata e piena di essenze inebrianti.
Normalmente, mi avrebbe dato fastidio sentirmi strusciare addosso braccia e gambe sconosciute, ritrovandosi tutti accalcati, in uno spazio piuttosto angusto.
Ma chiusi gli occhi, senza farmi troppe domande e solo godendomi il calore cocente della stufa, misto ai respiri di tutti.
Sbirciavo di nascosto, di tanto in tanto, e mi sembrava di cogliere solo espressioni languide, sul viso degli altri presenti: donne che senza farsi accorgere si sfioravano gambe, ventri e collo; uomini che guardandole cambiavano continuamente posizione tentando di non mostrare troppo la propria erezione, ma certi di farla percepire in modo inequivocabile.
Verso la fine della seduta esperienziale, perché di quello si trattava per quella mezz'ora al giorno, notai un ragazzo sull'ultimo gradino, piuttosto chiuso in se stesso e con l'aria di chi frequenta il posto molto spesso, sempre da solo.
Non potevo non lanciare sguardi curiosi: il suo corpo imperlato di sudore, atletico e completamente liscio, mi colpì e mi attrasse violentemente.
Non so se mi notò anche lui o meno, se poté percepire il mio respiro farsi sempre più veloce e quegli impercettibili ondeggiamenti che le donne fanno quando in loro insorge il piacere.
Dondolare per assecondarsi ma anche per aumentare quell'intorpidimento magico che porta al culmine della corsa.
Impossibile muoversi da qua, anche se tutti stavano lasciando la sala. Con un po' più di aria intorno e meno volti a fissarmi, pensai comunque che non fosse il caso di tentare uno spudorato approccio con il tipo e uscii all'esterno.
Fui l'ultima a correre nuda nel prato per gettarmi nel lago innevato. Gli altri stavano già uscendo, tra gridolini di sorpresa e gran voglia di tornare al caldo.
A me l'immersione doveva servire a calmare la mia corsa, ma non funzionò.
Ancora ondeggiante in un limbo fatto di pelle e di cavità umide e calde, mi ritrovai di nuovo a rientrare nella sauna, ormai deserta.
Stesa sul gradino, mi concessi a me.
Alle mie carezze, alla fantasia degli sguardi su di me, tutti in una volta, al film del ragazzo atletico che senza dire una parola, si avvicina a me e inizia a toccarmi.
Sono le mie di mani che scorrono su di me e dentro di me. Mai, prima di allora, avevo pensato potessero sostituirsi così bene a quelle degli altri.
E invece sì, stetti così bene da sola che quando, dopo 10 minuti, mi senti gemere e girare la testa, mi resi conto che quel piacere fortissimo lo avevo creato ed accolto in modo inaspettato e sarebbe stato la conquista della giornata.
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