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Prime Esperienze

La donna oggetto.


di FleurDamande
23.02.2024    |    8.405    |    11 9.5
"Avevo in programma di presentare Ilaria a un mio amico di università, più grande di me di due anni, e di concedergliela così, su due piedi..."
Nella mia ultima avventura, due scopate inaspettate, vi ho raccontato di come improvvisamente avevo ripreso a scoparmi mia sorella, e di come avessi scoperto che la mia ragazza aveva tendenze da sottomessa e cuckqween (la controparte femminile del cuckhold).
Queste due novità mi portarono al settimo cielo: scoparmi mia sorella mi faceva impazzire, vuoi il fascino del proibito, vuoi la forte chimica che c'era tra noi.
Ilaria invece tirava fuori la mia parte animalesca e dominante, e mi faceva venire a fiumi.
Il mio desiderio era ovviamente quello di farmele tutte e due insieme, ma dovevo essere cauto. Nel frattempo mi divertivo ampiamente. Clara era tornata da me perché col ragazzo ci stava bene, ma dopo i primi tempi, non le bastava più il semplice fidanzamento, aveva bisogno di vivere la trasgressione, e non riusciva più ad accontentarsi di Filippo.
Era una gran troia! A volte lui la chiamava mentre me la stavo scopando, e lei gli rispondeva, continuando a cavalcarmi e baciandomi nelle pause in cui era lui a parlare. La eccitava tantissimo il fatto di godere di nascosto, mentre lui le parlava di tutt'altro. Una volta fece finta di masturbarsi al telefono da sola con lui, raccontandogli idealmente quel che si sarebbe fatta fare se fossero stati insieme, ma intanto mi cavalcava e diceva tutto quello che voleva che le facessi guardandomi negli occhi.
Mi sentivo in colpa con mio cognato, ma ero totalmente ipnotizzato e sedotto dalle fantasie perverse di mi sorella, così ogni volta me la scopavo con ancora più gusto, quasi come fosse sempre la prima volta
Clara non ne aveva mai abbastanza, era capace di farsi scopare da Fabrizio e poi tornare a casa e ricominciare con me, ancora umida di sesso e di voglia. Credo che il quel periodo avesse anche qualche altro amico speciale, e come me stesse vivendo una fase di perenne eccitazione.
In mezzo a tutto questo c'era anche Ilaria, che dopo la nostra prima volta si era rivelata fantasiosa e desiderosa di sperimentare.
Qualche giorno dopo quella magnifica scopata, mi aveva portato in regalo una piccola scatola.
Quando la aprii, la mia sorpresa fu grande, all'interno ci trovai un collarino. Mentre me lo rigiravo tra le mani, Ilaria mi disse che ogni volta che l'avessi desiderato, avrei potuto farglielo indossare: in quei momenti sarei stato pienamente padrone del suo corpo, e avrei potuto decidere di farle fare qualsiasi cosa.
Ero stupito, un po' spaventato, e incredibilmente eccitato dal potere che mi consegnava volontariamente. Nella mia mente si accavallano mille immagini di possibili scenari.
Non tardai a farglielo indossare.
La prima volta, sapendo di avere un pomeriggio tutto per noi a casa dei suoi, le chiesi di accogliermi con addosso il collare, un abito sexy e i tacchi, senza biancheria.
Quando arrivai a casa di Ilaria, lei aveva seguito tutte le mie istruzioni. Indossava un tubino blu, scarpe col tacco a spillo color crema, e il suo tenero collarino in pelle nera. Entrai in casa senza neanche salutarla, e andai a sedermi sul divano.
Le ordinai di inginocchiarsi e di venire da me gattonando; mentre si avvicinava a me camminando sulle mani e le ginocchia, mi tirai fuori il cazzo e cominciai a toccarmi, ma ero già eretto.
Ordinai a Ilaria di stendersi con la schiena sulla seditoia del divano, e di poggiare le gambe sulla spalliera, trovandosi con la faccia rivolta verso il soffitto.
Mi misi a cavalcioni sul suo viso, e le infilai il cazzo in bocca, scopandole la gola con una bella figa violenta.
Non le ero mai arrivato arrivato così in fondo, e infatti Ilaria era in difficoltà. Respirava a fatica, ed emetteva suoni strozzati. Le vene del collo si tendevano, spingendo contro il collarino. Lei non accennava a protestare, ma le sue mani stringevano spasmodicamente l'imbottitura del divano, rivelando una certa difficoltà.
Decisi di continuare, aumentando il ritmo, ma lasciandole ogni tanto il tempo di respirare, e tenendo un ritmo regolare, in modo che si abituasse. Man mano le tenevo il cazzo in gola sempre più a lungo.
La saliva le colava lungo la bocca, ma lei resisteva indomitamente, con la gola allargata, tentando di respirare tra un colpo di tosse e l'altro.
Cominciai a schiaffeggiarle il seno e a chiamarla lurida troia, eccitandomi ancora di più, e sentii che lei gradiva, perché nonostante la posizione scomoda e il deepthroat, cominciò a emettere gemiti selvaggi.
Le scaricai dentro tutto il mio seme tenendola ferma per il collo, con tutto il cazzo ancora dentro.
Staccandomi notai che aveva gli occhi rossi e il viso paonazzo, ma la lasciai così, a riprendere fiato.
Ilaria restò ferma lì, in attesa di altre mie indicazioni, sperando forse di venire scopata.
Io invece la invitai a rivestirsi, e le dissi di prepararsi per uscire, sempre omettendo di indossare la biancheria. Ilaria mi obbedì senza fiatare, senza chiedermi cosa avessimo in mente. Mi chiedi se avesse studiato un po' questa storia dell'essere schiava, o se le veniva naturale essere così ubbidiente e servizievole. Presto avrei scoperto se stava recitando o se era davvero una sua attitudine.
Camminammo per un quarto d'ora, giungendo infine nel quartiere limitrofo al suo.
Avevo in programma di presentare Ilaria a un mio amico di università, più grande di me di due anni, e di concedergliela così, su due piedi. Più che vederla scopare, mi eccitava il fatto che si vedesse ceduta al primo arrivato come un oggetto qualsiasi. E non a caso avevo scelto il mio compagno di studi.
Francesco era il tipico nerd, brillante all'università, ma totalmente imbranato nei rapporti con l'altro sesso. Non era mai riuscito a combinare niente, a causa di un aspetto non propriamente gradevole, e tutti lo chiamavano "il verginello".
Nonostante ciò, Francesco era molto rispettato, perché, quando dopo la partita di calcetto, ci incontravamo negli spogliatoi, ci faceva vedere i sorci verdi mostrandoci l'enorme mazza che aveva tra le gambe.
Solo l'idea di vedere la bocca di Ilaria riempita da quell'enorme palo, mi fece avere un sussulto di piacere, e mi sentii fremere il sangue nelle vene.
Suonammo al campanello, ma sapevo già che avremmo avuto molte probabilità di trovare Francesco, che sicuramente stava passando il pomeriggio a studiare, alternando lo studio con qualche pausa ai videogiochi.
Come previsto, Francesco era in casa, e fu abbastanza stupito di vederci lì quel pomeriggio, ma ci accolse con garbo e gentilezza. Entrammo nel suo salotto incasinato,e sedemmo su un divano che aveva visto tempi migliori.
Francesco fece goffamente gli onori di casa, servendoci due bicchieri di aranciata, e poi sedette davanti a noi con aria interrogativa.
Non sapevo come cominciare, per cui chiesi a Ilaria di togliere il cappotto. Francesco, che era vergine ma non certo stupido, si accorse che non aveva il reggiseno né le calze, e in più indossava un collare da schiava. Non so se avesse capito in che direzione andavano le cose, ma deglutì nervosamente, tenendo gli occhi sbarrati puntati sui capezzoli di Ilaria, che ora si intravvedevano chiaramente sotto la stoffa dell'abito.
Non avevo voglia di mandare il gioco per le lunghe, così dopo il cappotto, fu la volta del vestito. Feci alzare Ilaria in piedi e le ordinai di spogliarsi. Qualche secondo dopo, Francesco osservava sbalordito il suo corpo nudo, mente il viso gli si imperlava di sudore. Gli chiedi se la desiderasse, e lui esitò, chiedendosi se fosse una domanda a trabocchetto, ma lo tranquillizzai, dicendogli che quella sera avrebbe ricevuto il primo pompino della sua vita.
Ilaria attendeva in piedi con un'espressione impassibile, e quando glielo ordinai, si piegò tra le gambe di Francesco; dopo avergli sbottonato i jeans e avergli abbassato le mutande, gli prese l'enorme pene in bocca.
Francesco reclinò il capo all'indietro, ansimando, mentre Ilaria cercava di compiacerlo, leccando e succhiando il suo glande che sembrava sempre incredibilmente grande, da qualsiasi angolazione lo prendesse. Mi eccitava da morire vederla così, e anche lei incredibilmente godeva, mugolando affamata di sesso, e dandosi da fare come una professionista. Mi eccitava vederla così assatanata, vedere il luccicore degli umori che le bagnavano il sesso pulsante.
Ordinai a Ilaria di prendere il cazzo di Francesco tra le mani e di cominciare a segarglielo con entrambe, continuando a lleccarglielo. Ilaria obbedì e si mise di buona lena a scorrere su e giù con le mani lungo la sua asta. Appena cambiò "tecnica", Francesco emise un forte sospiro.
Mentre la mia ragazza stava inginocchiata carponi tra le gambe del mio amico, mi abbassai su di lei, e cominciai a scoparmela, entrando in un colpo solo, e prendendo subito a muovermi con foga, dato che sapevo che non avrei resistito più di tanto.
Con un'improvvisa smorfia e un grido, Francesco venne per il primo pompino della sua vita, inondando la faccia di Ilaria, con un getto che sembrava non finire mai. Vedendo quella scena, venni anch'io, arpionandole i fianchi con le mani e strizzandola fino quasi a farle male, quasi a tenermi per paura che il mio cazzo venisse risucchiato dalle sue grandi labbra bollenti.
Passata la foga del momento, mentre Francesco stava ancora seduto a gambe aperte, e Ilaria attendeva un mio ordine, col suo cazzo ancora tra le mani e il mio che si era appena scaricato dentro di lei, in quel preciso momento, capii che era pronta a fare qualsiasi cosa, e che presto avrei finalmente potuto coronare il mio sogno di vederla insieme a mia sorella.
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