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Prime Esperienze

La gita scolastica a Parigi - Ultima parte. (Autobiografico)


di nanerottola
11.09.2022    |    20.152    |    65 9.9
"Luigi fu preso in controtempo dal mio improvviso impulso..."
La domenica mattina, mi svegliai alle 9, ed il mio pensiero corse subito a Luigi.
Rimasi a poltrire per un'oretta nel letto.
Guardai la messaggistica, con la speranza di trovare un saluto di Luigi, ma nulla.
Mi levai dal letto, e scesi giù a fare colazione.
Pensai di mandare un messaggio di saluto, ma non lo feci per non apparire sbagliata.
Mentre facevo colazione, il suono della messaggistica mi avvisava di un messaggio in arrivo.
Era Luigi.
"Buongiorno, pupetta e buona domenica", fu il messaggio.
Risposi al messaggio e feci lo stesso, augurandogli la buona domenica.
Durante la giornata, ci scambiammo numerosi messaggi, con l'accordo che in serata ci saremmo sentiti.
La sera ci sentimmo.
Fu una lunga telefonata.
Rimembrammo i momenti vissuti durante il viaggio.
Mi disse, che la domenica succesiva sarebbe stato fuori con i figli, e che se mi andava il week end successivo, avremmo potuto passarlo insieme.
I figli avrebbero passato il weekend dalla nonna materna e che lui sarebbe stato libero da tutti e tutto.
Gli dissi che ne avremmo riparlato.
La sua voce aveva fatto ritornare in mente tutto quello che forzatamente cercavo di allontanare dai miei pensieri, facendo tornare a battere all'impazzata il cuore.
Luigi... Luigi... Luigi.... quel nome, durante la settimana mi ruotò in testa senza mai abbandonarmi.
Ci risentimmo la domenica successiva sul tardi e decidemmo che il week end successivo l'avremmo passato insieme, ospitandomi a casa sua.
Mi sarei dovuta solamente organizzare.
Non ebbi troppe difficoltà.
Mia madre sapeva che sarei scesa da papà.
Papà lo avvisai, dicendogli che avrei passato il week end fuori da un'amica.
Arrivò, il sabato e come da accordi della sera precedente, mi sarei recata da lui.
Arrivai e lui mi venne incontro.
Mi portò in un bar nel centro, dopo una bella camminata a piedi.
Tra una chiacchiera e l'altra, ci gustammo un bell'aperitivo seduti al tavolino.
Uscimmo dal bar, e ci facemmo un'altra bella camminata nel centro della città.
Pranzammo in un piccolo ristorantino caratteristico, ricavato in una grotta di tufo.
Dopo aver pranzato, ci dirigemmo alla macchina per andare verso casa.
Saliti in macchina, girò la chiave e mise in moto.
Nel voltarsi indietro per fare retromarcia, i nostri occhi si incontrarono.
Si fermò, sempre con il motore acceso, mise a folle, tirò il freno a mano e mi abbracciò.
Mi sembrò di essere in paridiso.
Luigi, quell'uomo che non mi tolsi mai dalla testa, mi stava baciando.
La sua lingua entrò nella mia bocca, prima con prudenza, poi esplorò le mie labbra con audacia soddisfazione, per poi rientrare dentro.
Mi abbandonai alla sua passione furtiva, ma decisa.
"Avevo voglia di baciarti, pupetta", esclamo.
Partimmo alla volta di casa.
Giunti a casa, mi mostrò gli ambienti, le foto incorniciate dei suoi figli.
"Mettiti comoda, fai come se fosse casa tua", mi disse.
Sul divano, seduti continuammo a parlare della nostra vita privata.
Non tardò, il mometo in cui iniziammo ad amoreggiare.
"Rilassiamoci in camera", mi sussurrò.
Mi prese per mano e mi condusse in camera.
Abbassò le tapparelle, creando la classica penombra di un tipico pomeriggio primaverile.
Mi sdraiò sul letto e mentre continuava a baciarmi e leccarmi le labbra, cominciò a spogliarmi.
Sentivo le sue calde mani su tutto il mio corpo.
Prese in mano i miei seni accarezzandoli vigorosamente ma senza farmi male e leccò avidamente i capezzoli facendomi gemere.
Continuava a leccarmi tutta, non sembrava mai stanco.
Ogni centimetro della mia pelle vibrava sotto la sua lingua.
Si spostò lentamente sul mio ventre e giù sino al mio monte di venere.
Con le sue mani forti, prese le mie cosce e allargò all’estremo le mie gambe e la mia intimità.
Sentii la sua lingua dapprima leccare avidamente le mie grandi labbra poi immergersi e penetrare la mia fichetta, mai così oscenamente aperta.
Il mio corpo e la mia carne non erano stati mai violati e presi in quel modo.
Ci sapeva fare, eccome!!!!
Ero talmente abbandonata, che poteva fare di me ciò che voleva in quel momento.
L’apice del piacere lo sentii quando la sua lingua si spostò più giù nel buco del mio culetto e alternativamente si immerse nell’uno e nell’altro con spudorata porcaggine.
La sua bocca vorace si spalancò completamente assaggiando i miei due orifizi e i miei umori.
“Che gran pezzo di fichetta che sei!!!.... e come sei 'bbona!!!” esclamò.
Si tolse la maglietta e si aprì i pantaloni per toglierli.
Finalmente potevo constatare la durezza di quel gran pezzo di carne gonfio e duro sotto gli slip, che sembrava quasi scoppiasse.
"Pupetta... mi fai fare un cazzo indecente tu!!!", mi disse guardandomi appassionato.
"Guarda che cazzo mi fai fare!!!!".
Lo tirò fuori dagli slip.
Esterefatta, lo guardai e gli dissi: "Luigi, hai un cazzo che rasenta l'illegalità".
Scoppiò in una risata e si avvicinò per baciarmi e mi sussurrò:"Tranquilla che lui ci sa fare con le belle ragazze".
Si sfilò gli slip.
Io seduta sul bordo del letto e lui in piedi davanti a me, con quel cazzone che svettava davanti al mio viso, mi guardo e mi disse: "Prendilo in mano piccola, fate conoscenza".
Lo presi, tenendolo con tutte e due le mie mani, che non riuscivano a chiudersi tra pollice e indice, e un pezzo del suo membro fuoriusciva, terminando in una grossa cappella lucida e turgida.
Sospirai di piacere e completamente calda e bagnata dalla mia voglia, ardevo dal desiderio di fare sesso con quell'uccellone imperioso e duro come l'acciaio.
Ci distendemmo sul letto e ci abbracciammo nudi a pomiciare.
Sentivo chel cazzone che mi spingeva contro il ventre e la cappella che sfregava il mio ombellico.
La mia fichetta pulsava di piacere e si bagnava al solo pensiero che me lo infilasse.
Me lo avvicinai in prossimità della fichetta, e sentivo la sua grossa cappella alle mie grandi labbra.
Iniziò ad ancheggiare con la cappella, che cercava il buchetto della mia fichetta, mentre mi baciava e leccava voracemente.
Mi sussurrò in modo porco e con parole che non avevo mai proferito: “Dai…piccola, indirizzalo tu nella tua vogliosa fichetta, che ho voglia di scoparti, non ne posso più!!!"
Sentii ogni centimetro di pelle di quel cazzone entrare nella mia carne e la mia fichetta aprirsi oscenamente.
Mai avrei pensato che riuscisse a penetrarmi.
Iniziò una lenta penetrazione.
Gli umori della mia fichetta man mano lubrificavano il suo cazzo, che aumentava di ritmo e forza.
Scopava da dio…con vigore e con dolcezza.
Mi sentivo donna come mai ero stata.
Non riesco nemmeno a descrivere l’uragano di piacere e l’orgasmo che, sconquassarono il mio corpo e mi travolse, aumentato psicologicamente dal suo volgare incitamento, quando stavo per venire.
“Fammi sentire come godi porca, fammelo sentire... gran puttanella che sei…urlamelo in faccia” mi disse.
Urlai il mio piacere e il mio orgasmo di femmina con tutta la forza che avevo dentro.
Non ancora appagato, del mio godimento, si sdraiò sulla schiena e mi fece salire sopra lui.
Mi impalò e mi penetrò a fondo, mentre ci divoravamo le bocche come due forsennati.
Mi sentii riempita come una gran porca.
Poi mi fece girare di schiena, sempre sopra di lui e continuò a impalarmi.
Alzai un attimo la testa e mi ritrovai specchiata sugli specchi delle ante dell'armadio della sua camera.
Che impressione vedere il suo cazzone completamente immerso nella mia morbida e gonfia fichetta.
Guardarmi allo specchio mentre ero sopra di lui che mi impalava, mi fece bagnare ancora di più come una porca senza limiti.
Con un ritmo lento incominciai ad andare su e giù.
"Bravaaa, siii, brava, così brava, prendilo tutto gran puttanella vogliosa che sei", esclamava con indecente volgarità, che mi eccitava da matti.
Iniziai a scbrodare come se non ci fosse una fine, mentre lui con movimenti decisi e costanti, stantufava la mia fichetta che emetteva suoni umidi sotto i suoi colpi.
Ero stremata e mi accasciai sopra di lui, mentre avevo il suo cazzone ancora nella fichetta.
Mi cercò la bocca per baciarmi.
"Se non ce la fai, cambiamo posizione", mi sussurrò.
Ci rimettemmo abbracciati e continuammo a baciarci appasionatamente in un intreccio di lingue.
Luigi ricominciò ad assaporare i miei seni e a leccare i miei capezzoli.
Con la mano destra si spostò nella mia intimità e cominciò una lenta stimolazione della mia clitoride.
"Cazzo pupè... che bella fichetta che hai!!", mi sussurrò.
Io allungai la mia mano sinistra dietro la mia schiena e il mio culo, e cercai il suo cazzo, che appena individuato, toccai e portai alla mia fichetta che lo voleva ancora.
L’intesa sessuale dei nostri corpi era perfetta e complice, benché fosse la prima volta tra noi.
Continuò a scoparmi con passione e delicatezza.
Ormai completamente a mio agio, aumentai piacevolmente il ritmo del mio corpo e le contrazioni del mio sesso, sentendolo dentro di me sino alla fine.
Raggiunsi estasiata nuovamente un magnifico orgasmo , accentuando al massimo la femminilità del mio corpo, mentre lui, con elegante volgarità, mi dava dei colpi di cazzo in figa che mi facevano sobbalzare e bloccare il fiato.
"Così vanno scopate le belle ragazze come te!!", mi sussurrava.
Inaspettatamente, ancora nel pieno della sua vigoria, nel letto ormai disfatto e fradicio dei miei umori e dei nostri sudori, uscì da me e si appostò dietro la mia schiena.
Cominciò, sempre con il suo modo vigoroso ma delicato, a toccare e palpare avidamente i miei rotondi glutei, tenendoli fermamente tra le mani e aprendoli al suo sguardo.
Sentiva che tutto gli era permesso e io non desideravo altro.
“Mamma mia che fantastico culetto che hai”, esclamava.
Godevo solamente nel sentire proferire tali volgarità.
“E' Bello??, ti piace vero?!…”, gli esclamai.
"Siii... piccola sei tutta bella!!", mi rispose con tono famelico.
Sentii dapprima mordermi dolcemente le chiappe, e poi il mio buchetto del culo profanato e penetrato dalla sua lingua, che alternativamente leccava anche la mia fichetta.
Aveva capito che non ero più vergine anche in quel posticino.
Dopo avermi ben salivata e preparata, sentii nuovamente quella grossa cappella appoggiarsi al mio culetto.
"Che buchetto burroso che hai“, esclamò.
"Si Luigi…però ti prego, fai piano... è troppo grande", gli dissi.
Lui completamente arrapato e voglioso del mio culetto, mi fece allungare al massimo sulla mia schiena, come una gattina che fa le fusa.
"Tranquilla, proviamo...se faccio male dimmelo",mi disse.
Iniziai a sentire la cappella che prepotentemente cercava di insinuarsi nelle mie viscere.
Mi aggrappai con le mani alle lenzuola percependo il dolore della penetrazione.
Sentii nuovamente ogni centimetro di quel cazzone entrare dentro nella mia carne, sembrava non finire mai.
Mi aiutai con una mano a farlo scivolare lentamente dentro me e a bloccare le spinte crescenti di un Luigi porcone e stallone.
Adattai il mio corpo e il mio culo a quel gran cazzo, sino a farlo entrare il più possibile.
Il dolore iniziale cedette pian piano alla mia voglia e alla mia libidine e lo soggiogai al mio piacere di piccola donna.
Mi toccai passando una mano sopra al monte di venere, mentre le palle sfioravano la mia fichetta aperta e grondante dal rapporto precedente.
Come mi piaceva da morire.
Spostai la mano sul mio clitoride e cominciai un lento massaggio sentendomi nuovamente bagnata all’inverosimile.
Le contrazioni del mio buchetto aumentarono improvvisamente e mi strinsi come una vitellina impazzita attorno al suo cazzo e con un movimento convulso del mio culetto ebbi un altro lunghissimo orgasmo sino ad impazzire dal piacere.
Luigi fu preso in controtempo dal mio improvviso impulso.
Mi disse “Cazzo piccola, così mi fai impazzire, se continui mi fai venire!!".
In quel momento divenni egoista, pensai a me, al mio piacere.
“Si, vienimi dentro, Luigi, fallo...vienimi dentro”, esclamai.
"Sììì piccola porca che sei... ti sbooorrooo!!!!", esclamò in maniera estenuante e fuori controllo.
Esplose in un orgasmo lungo e poderoso venendomi nel culetto, tirandomi a se e baciandomi con vigore caldo e passionale.
Furono due giorni, pieni di sesso e passione.
Ancora oggi, percepisco la sensazione del sua sborra calda che mi si riversava completamente nelle viscere.
Cademmo esausti e compiaciuti sul letto complice della nostra porca passione.
Nel restante week end, facemmo l'amore oscenamente, assaporando appieno le sue dimensioni e il suo sapore, tanto era la mia ossessione e il desiderio di lui.
Tornai a casa la domenica sera, con una fighetta e un buchetto del culo, stanchi ma soddisfatti da quel cazzone che sapeva il fatto suo.
Continuammo a vederci una volta ogni due-tre settimane, in quanto il suo lavoro spesso lo portava fuori e poi anche perchè aveva due figli a cui dedicarsi.
Luigi mi permise, senza giudicarmi, di vivere la mia acerba maturità e di godere appieno del mio corpo di piccola donna, che non seppe resistere a lui, alla sua mascolinità, ai suoi cosigli di uomo e al suo cazzo.

Fine.

by Nanerottola
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