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Prime Esperienze

La primissima volta di Antonella


di AntonellaTrav6
31.01.2024    |    3.808    |    13 9.7
"Al contrario ero esile, minuto e con un’aria fragile impressionante..."
La mia prima volta da trav

Ho cominciato a indossare abiti femminili all'età di otto anni. Provavo piacere a mettere intimo delle mie sorelle o vestiti e scarpe di mia madre. I miei sogni di essere posseduta da un uomo li avevo sempre coltivati nella mia mente bambina: mi piaceva travestirmi da donna  e il desiderio di avere un uomo dentro me era sempre lì presente e non mi lasciava mai. Appena finito le medie il mio corpo rivelava quello che dentro di me sentivo da qualche tempo, il forte desiderio di assomigliare a una donna. Il mio aspetto minuto non lasciava dubbi, gambe e braccia esili, un viso incorniciato in un ovale perfetto che mi donava un’aria da efebo, un corpo che tutto aveva tranne l’aspetto maschile. Al contrario ero esile, minuto e con un’aria fragile impressionante. Tutte le mie attenzioni per il sesso femminile erano incentrate unicamente per ascoltare i loro discorsi, le ragazze parlavano di moda, rossetti, trucchi, scarpe e di come far impazzire i maschi: erano il meglio che potessi ascoltare.Nell'estate dei miei dodici anni capitò che i vicini di casa, nel partire per il Salento, diedero a mia madre l'incarico di occuparsi dei due gattini e delle piante. Ad assolvere il compito nei pomeriggi assolati ero spesso io, e ne approfittavo per giocare a fare la femmina in santa pace. Mi portavo tutta la roba a casa loro, e indossavo intimo femminile, scarpe, tutto, e spessissimo indossavo alcuni capi di intimo della padrona di casa, presi in camera da letto. Un giorno però, mentre ero a casa loro e indossavo autoreggenti nere, un perizoma nero di pizzo, un vestitino sexy e scarpe décolleté nero con tacco, sentii aprirsi la porta di casa. Era il marito, avvocato quarantenne della coppia. Era rientrato da solo per presenziare al funerale della nonna di un suo amico. Mi prese un colpo, quasi collassavo a terra, e lui entrando in camera mi trovò così. In un primo momento rimase sconcertato, ed in silenzio. Io non sapevo cosa fare, ma lui ruppe il silenzio dicendomi: "Porca miseria, che spettacolo". Io sempre più in difficoltà rimasi in silenzio, ma lui si avvicinò e provò a sfiorarmi. Io in testa avevo mille pensieri, ma il più forte di tutti mi diceva che ormai mi aveva scoperta e dovevo trovare il modo per impedirgli di raccontare tutto ai miei. Rimasi senza parole e lui cominciò ad accarezzarmi le braccia mentre mi guardava negli occhi. Tentò di baciarmi sulle labbra, ma io lo evitai. Cominciò ad accarezzarmi i fianchi e tentò ancora di baciarmi sulle labbra, ma io lo evitai ancora. A quel punto mi fece girare, mi spostò i capelli e cominciò a baciarmi il collo e le spalle, mentre mi alzava il vestitino e mi palpava le natiche. Ero eccitatissima, ma non riuscivo a muovermi. Sentivo la sua mano che si intrufolava e le sue dita che di nuovo mi stuzzicavano il forellino. Iniziai a gemere, ma restai ferma. Lui capì che mi piaceva e si abbassò. Sentii le sue labbra che mi baciavano le natiche e mentre le sue mani mi allargavano delicatamente, sentii la sua lingua insinuarsi avidamente. Era meravigliosamente eccitante, mi sentivo una donna baciata dal suo uomo nel più profondo della sua intimità. I miei fianchi si dimenarono, mentre divaricavo le gambe per offrirmi completamente a lui. Ero tutta inzuppata della sua saliva. Sentivo che si abbassava lo zip del pantalone. Ero sicura che da lì a poco mi avrebbe posseduta. Avevo paura che mi facesse male. Ma non ebbi più il tempo, e forse nemmeno la voglia, di dirgli di fermarsi. Sentii il suo membro durissimo strofinarsi sulle mie natiche, mentre continuava ad accarezzarmele, baciandomi sulla schiena. Poi mi prese la mano e mi disse di toccarlo. Cominciai a toccarglielo, e sentivo che era durissimo e caldo. Era anche abbastanza lungo ed aveva la cappella a punta. D'un tratto me lo tolse dalla mano e me lo appoggiò sul forellino dopo avermi allargata con le mani. Ad un certo punto mi ha chiesto, avvicinandosi al mio orecchio: "Lo hai mai preso?" Ed io senza parlare, solo con un sguardo e con il movimento della testa, feci un cenno di No. Ero impaurita. Allora lui mi fece appoggiare ad un tavolino piegata in avanti a 90 gradi, cosce divaricate, schiena inarcata e culetto in bella vista. Si mise dietro di me, spostò il perizoma ed ha cominciato a leccarmi. Io non capivo più nulla, sentivo solo che era favoloso quello che stava accadendo. Mi vedevo riflessa ad uno specchio, combinata come una troia, che facevo la troia. A quel punto gli dissi: - ti prego non prendermi, sono vergine. Non lo ho mai fatto prima". Ma lui non si spostò di un millimetro e cominciò a strofinarmi la punta del suo coso sul forellino, mentre mi sussurrava all'orecchio: "... stai tranquilla, ho esperienza, e so come si svergina una bella femmina puttanella come te ".
Ero eccitata all'inverosimile, quando mi sono girata e ho sussurrato: "Allora dai, mettimelo dentro!". A quel punto non se lo fece dire due volte, si è alzato e ha puntato la sua mazza contro il mio buchino bagnatissimo di saliva. Non ebbe bisogno nemmeno di abbassarmi le mutandine perché il "filo interdentale" del perizoma che indossavo era come inesistente. Cominciò a spingere piano piano, ma con decisione. Io ancheggiavo mugolando e cercavo di rilassare il fiorellino per attenuare il dolore. Il piacere era veramente fortissimo e oramai mi sentivo completamente sua. Continuava a uscire ed entrare delicatamente solo con la punta del suo membro. Di tanto in tanto cercava di forzare per entrare un po' di più. In quegli attimi mi sentivo un poco lacerare, ma il piacere era maggiore del dolore. Continuava ad andare avanti e indietro, dicendomi tante cose del tipo: " sei bellissima", "ti voglio tutta, sei la mia femmina", "stasera devi essere di nuovo completamente mia", "mi devi dare la tua verginità". I movimenti si facevano più frequenti e veloci, usciva ed entrava delicatamente ma con decisione, cercando di forzarmi sempre di più. Continuò per un bel po' ad andare avanti e indietro fino a quando riuscì ad entrare completamente. Sentii un fitta improvvisa e per istinto gridai.
-"sshhhhhhh" ..fece lui e si fermò dentro di me. Ci fu un attimo di silenzio. Si sentivano solo i nostri respiri e mi resi conto che oramai mi aveva posseduta completamente. Mi sentivo al limite dell'orgasmo e avevo paura che anche lui fosse quasi per arrivare. Non volevo assolutamente che mi venisse dentro. Lo pregai di evitare di venirmi dentro. Ma non mi diede ascolto. Ricominciò con il leggero movimento ondulatorio, mentre io tra gridolini e mugolii ebbi il mio primo orgasmo da femmina. Sentii dire: ".. vengooooooo" e poi i fiotti dentro come saette a fulminare le pareti del buchetto. Dopo pochi minuti avvertii tutte le natiche bagnate del suo umore caldo, che mi colava per le gambe, sporcandomi le calze. Mi disse: -non ti muovere - e cominciò a spalmarmi con la sua mano tutto quel liquido appiccicaticcio sulle natiche.
Io non seppi dirgli null'altro che grazie. Non appena ci fummo calmati, tentai di ricompormi, ma mi sentivo come se avessi bevuto un po' troppo e, appena tentai di andarmene, persi l'equilibrio. Lui mi sostenne con le sue braccia forti e poi mi disse di andare giù a pulirlo. Mi abbassai accucciandomi, e ora avevo davanti il suo membro, odorava di maschio e sborra, ed era ancora enorme, se pur rilassato. Mi sono avvicinata e lo ho leccato per tutta la lunghezza, poi piano piano lo ho fatto scivolare dentro la mia bocca. Divino sentirlo dentro, lo avevo sempre sognato, ma ora era vero. Ho cominciato a sentire che tornava ancora una volta duro. Ho cominciato a fare la classica danza avanti e indietro, era ancora durissimo. Lui a questo punto ha preso a stantuffare lentamente la gola, poi sempre più veloce. Era divino. Dopo cinque minuti, che per me sono sembrati interminabili, lo ho proprio sentito pulsare e che stava per scoppiare, lui lo ha tirato fuori, schizzandomi tutta la sborra in faccia e alcuni schizzi in bocca. Un fiume in piena in questa seconda schizzata.
"Lecca tutta quella che hai fatto cadere a terra"- mi intimò.  Poi rivestendosi aggiunse che sarei dovuta tornare quella sera stessa. Da quella sera fino all'estate dei miei diciotto anni e alla partenza per l'università,  il mio vicino è stato il mio amante segreto, il padrone, il toro maschio che mi ha iniziato alla scuola della puttanaggine. In quel pomeriggio assolato dell'estate dei miei dodici anni è nata Antonella.
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