La vicina

Questo episodio risale a molti anni fa, quando questo mondo era a me ignoto.

Come di consueto ogni estate passavo una settimana nella villetta al mare di mio nonno.
Avevo appena 18 anni e la cosa non mi entusiasmava particolarmente anche se era sempre meglio che rimanere a Milano.
Avevo appena scoperto la mia sessualità e le giornate scorrevano tranquille tra mare, compiti, commissioni e fugaci ma frequenti masturbazioni.
Bastava poco per arraparmi, qualche foto più o meno esplicita su GQ, un film erotico su una tv locale, ma anche qualche bikini visto in spiaggia su cui mi sarei concentrato una volta a casa.

Un pomeriggio ero in giardino e stavo giocando a basket come spesso mi capitava dopo pranzo mente mio nonno sonnecchiava in casa.
Palleggiando e tirando, la palla schizzo nella sottile siepe che separava la nostra villetta da quella dei vicini.
Quando andai a recuperarla notai che nel giardino adiacente stava prendendo il sole la vicina ed era completamente nuda...

I vicini erano una bella e distinta coppia sulla 50ina, in forma e sempre abbronzati come quelli che vivono al mare.
La vicina era una giunonica signora dai capelli lunghi e lisci, con un seno prosperoso e mezzo cadente, un culone tondo ma sodo ed un corpo completamente depilato, abbronzato quasi brasato ed oliato da qualche crema solare.
Rimasi imbambolato di fronte a quella visione ma con il terrore di esser scoperto da lei o da mio nonno.
Il cuore andava a mille mentre mi avvicinavo sempre più alla grata che, dentro alla siepe, divideva i giardini.
Ad un tratto lei si giro verso di me ed io scappati fulminio.
Mi aveva visto? Ero stato scoperto?
Corsi in casa ansimante e con il cuore in gola e per tutto il giorno non uscii più.

La sera a mente fredda ripensai all'episodio e non potei fare a meno di segarmi.
Avevo visto il paradiso e volevo scoprire di più.
Passai i giorni seguenti in giardino scrutando in continuazione l'adiacente villetta.
Finalmente, dopo un pranzo, notai la vicina uscire in giardino con una vestaglia e coricarsi sulla sdraio sotto al sole.
Mi posizionai alla cancellata nascosto dalla siepe e la osservai mentre si spogliava e spalmava la crema.
Il mio cazzetto era già duro e sporgeva dai pantaloncini come avessi una banana nelle mutande.
Ero troppo eccitato e questa volta non avevo paura...
Rimasi lí, non so neanche per quanto tempo fantasticando su quel corpo fantastico.
Quanto avrei voluto scavalcare, avvicinarmi, toccarla...
Poi d'un tratto lei si giro e i nostri sguardi si incrociarono.

Sentii il sangue gelare e mi impietrii.
Lei mi sorrise, affatto disturbata dalla mia presenza guardona, prese la crema ed iniziò a massaggiare il seno.
Ero in paradiso, io cazzetto spingeva i pantaloncini come volesse bucarli.
Ad un certo punto si alzò, prese la crema, si girò e se la spalmò sulle chiappe, sollevandole, aprendole e poi facendole ricadere.
Aveva un bel culone pieno ma tutto sommato molto sodo.
Io senza pensare infilai una mano dentro ai pantaloncini come se lei non fosse lí, come se stessi guardando uno di quei B movie con Pierino o Lino Banfi.
Lei mi sorrise con lo sguardo come se avesse capito e si avvicinò...
Era lí ad un metro da me, divisi solo da una cancellata di ferro e da una siepe spelucchiata in cui ero completamente entrato.
Allungai la mano e lei mi porse il suo seno...
Lo afferrai ed iniziai a palparlo, come se fosse la prima volta...
Ero duro, eccitato, ma al tempo stesso impacciato, non sapevo cosa fare.
Lei, forse consapevole di questo mi prese la mano e dal seno la portò in mezzo alle sue gambe...
La sua fica era umida, rasata e pungente per la ricrescita dei peli ma tutto sommato morbida.
Non era come le (poche) fighette delle coetanee che avevo toccato.
Era una figa slabbrata, usata, larga e sporgente e le mie dita ne erano in esplorazione.
Non potevo fate altro, ero impacciato. Sarei rimasto così per sempre ma lei mi appoggiò, la mano sul pacco, me lo afferrò ed iniziò un vigoroso massaggio.
Quasi immediatamente mi abbassò pantaloncini e mutande in un sol colpo e liberò il mio cazzetto da adolescente, glabro ma duro e dritto.
Iniziò a segarlo mentre chissà quale espressione da ebete stavo facendo.
Io mi attaccai alla staccionata di ferro con le mani ed avvicinai il bacino, ero appiccicato.
Lei si inginocchiò e con le mani mi prese le natiche per spingermi a sé contro il cancello.
Il mio pisello era suo, lo prese in bocca ed iniziò a succhiarlo, stavo per venire.
Mi fece una breve succhiata e poi tornò a segarlo, anzi a mungerlo, come volesse il nettare.
Non ci volle molto prima di sentire il mio giovane e liquido sperma salire dalle palle lungo il fusto del mio pisello e poi esplodere nella sua mano...
Gli schizzi finirono ovunque, non potevo controllarmi, lei continuò a segarmi dolcemente per mungere anche le ultime gocce...
Poi mi guardò, con un sorriso furbo ed esperto e si leccò il dorso della mano carico di sborra.
Ripose il mio cazzetto ormai esausto e appiccicoso nei pantaloncini, si alzò, si girò e se ne tornò in casa sculettando...

Sono passati 15 anni da quell'esperienza ma quando ci penso ancora sento il mio cazzone ormai maturo ed esperto vibrare.
Grazie vicina, chissà se mai mi leggerai...