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Prime Esperienze

Quell'estate in Grecia (6) - A casa, in terrazza


di Membro VIP di Annunci69.it PaoloSC
09.05.2023    |    3.571    |    3 9.8
"Iniziai a pompare dentro il culo di Francesca con foga..."
A casa, in terrazzo

Francesca, Dede, Adriano ed io iniziammo a camminare verso la piazza mentre Filippo e Federica attendevano il tassì visto che Filippo zoppicava e Federica sbandava.
Convenimmo che avevamo proprio esagerato e che forse sarebbe stato meglio evitare l’alcool per qualche giorno.
Dede però ad un certo punto iniziò a lamentarsi che le scappava la pipì. Cercammo un ristorante aperto, un bar, un qualcosa con la toilette accessibile ma era tutto chiuso. Eravamo ancora vicini al lungoporto e proposi a Dede di tornare verso il mare per accucciarsi dietro uno dei gozzi da pesca tirati in secca.
Era l’unica cosa da fare e la mia proposta venne accettata.
Accompagnammo Dede verso la spiaggia e anche Francesca ne approfittò.
Dede si chinò, si alzò il vestito e si sfilò gli slip davanti a noi porgendoli ad Adriano “Tienimeli se no li bagno”. Poi disse a Francesca “Tu è inutile che te li togli, già li hai tolti!” provocando un’occhiataccia di Francesca nei miei riguardi.
Dopo aver visto la mia fidanzata barcollare e caracollare, decisi di accompagnarla.
Nonostante il suo evidente cattivo umore, mi dette la mano e poi mi affidò la sua borsa.
Poi, dietro il gozzo accanto a quello dove si era accomodata Dede, si accucciò e si liberò con una lunga ed intensa deiezione che si concluse con un “Ah” di liberatorio piacere. Quindi mi chiese un fazzolettino di carta che aveva in borsa per asciugarsi.
“Franci, hai un fazzoletto di carta per me?” chiese cantalenando Dede.
“Si, ora te lo passa Paolo” le rispose, porgendomi il pacchetto dei fazzoletti.
Mi appropinquai verso il gozzo e, dalla parte opposta a quella dietro cui si era accosciata, chiamai “Dede! Eccolo. Prendi!” tendendole il pacchetto aperto.
“Non ci arrivo, me li porti qui?”
“Per favore” aggiunse piagnucolando.
Feci il giro dall’altra parte e mi trovai Dede con il vestito tutto arrotolato fino alla vita, senza slip e con la patata quasi del tutto depilata in bella mostra.
“Che c’è? Non ne hai mai vista una? Ti piace la mia? Non è più bella di quella di Francesca?”
Era decisamente ed indecorosamente ubriaca.
Chiamai a gran voce Adriano intimandogli di raggiungermi subito.
In quel momento Francesca, finito di fare i suoi bisogni, ci raggiunse dall’altro lato e vide la scena.
Mi prese per mano e mi trascinò via “Hai chiamato Adriano? Bene, che sia lui a gestirla. Gliel’hai vista per bene? Gliela vuoi asciugare tu, magari?” sibilò con una voce così tagliente che mi si gelò il sangue. Per fortuna che era alticcia: se fosse stata sobria, probabilmente mi avrebbe ucciso lì sui due piedi ed avrebbe nascosto il mio cadavere sotto al gozzo.
“Adriano, noi ci incamminiamo” gli dissi non appena arrivò a sorreggere la sua ragazza.
Presi sotto braccio Francesca e tornammo lentamente verso casa.
Impiegammo circa venti minuti per arrivare a casa. Salimmo, aprimmo la porta e ci recammo direttamente in camera per finirci di spogliare e per andare in bagno.
“Vado a fumarmi una sigaretta in balcone” dissi a Francesca dopo essermi infilato un paio di pantaloncini molto larghi e comodi.
“Ti raggiungo quando ho finito” mi rispose seccamente.
Uscii passando dalla finestra e mi recai nella parte anteriore del balcone dove c’erano le sdraio, il tavolo da ping pong ed quella sorta di doccia fatta con il tubo per innaffiare.
Mi stesi sulla sedia sdraio con il portacenere accanto ed accesi la sigaretta. Solo allora mi accorsi che le finestre del salone erano spalancate e che Patrizia ed Andrea erano sul letto completamente nudi.
Mi alzai per spostarmi ed evitare di farmi vedere e di vedere e proprio in quel momento arrivò Francesca, praticamente nuda, con un pareo bianco trasparente indossato a pelle senza nulla sotto.
Al buio sembrava ancor più trasparente.
“Perché ti sei alzato? Dove vai” mi chiese?
Le indicai la finestra aperta ed il divano letto.
“Patrizia e Andrea dormono” le dissi.
“Mica tanto” rispose.
“In che senso?”
“Guarda” e mi indicò di nuovo la finestra. Ero di spalle e non avevo visto il movimento.
Mi girai e vidi Patrizia che si inchinava su Andrea e gli faceva un pompino.
“Vabbè, affari loro, no?” le dissi.
Per tutta risposta, mi calò i pantaloncini, si inginocchiò e mi iniziò a massaggiare la cappella con le mani mentre con la lingua mi leccò il frenulo.
“Tanto io sono più brava di lei” disse e iniziò a succhiare.
Tempo trenta secondi ed ero già in piena erezione, godendomi la sua bocca.
Ricambiai le attenzioni puntando al suo clitoride e massaggiandolo. Poi iniziai ad infilarle prima una e poi due dita nella sua vagina che aveva iniziato ad essere bagnata ed accogliente.
Francesca aumentò il ritmo aiutandosi con le mani.
“Ferma, non voglio venire ora!” sussurrai.
“Voglio sentirti in bocca” rispose.
“E io voglio mettertelo dentro!” la girai, la feci piegare a 90 gradi e la penetrai senza fatica per quanto era bagnata.
“Sii... dai... sbattimi!” disse mostrando tutto il suo piacere e la sua eccitazione.
Nonostante l’alcool e l’eccitazione, non volevo saperne di venire. Mi sentivo duro e lontano dall’orgasmo, e avevo voglia di scopare duro Francesca. Chissà, forse una forma di rivalsa per avermi trattato male prima. Sta di fatto che la fottei a lungo. Francesca aveva già avuto un orgasmo, avevo sentito bene le contrazioni della sua fica sul mio cazzo, ma avevo continuato a entrare ed uscire ora lentamente, ora freneticamente.
Poi le chiesi di mettersi sopra di me.
Mi stesi di nuovo sulla sdraio e la feci montare sul mio cazzo da dietro, spalle a me.
Francesca sussultò un momento, poi si distese ed iniziò lei a fare su e giù. Allungai le mani verso il suo clitoride ma lo trovai già occupato dalle sue. Mi dedicai allora a strizzarle i capezzoli quasi con cattiveria.
“Ahi, mi hai fatto male!” disse ad alta voce. Ed in quel momento sentimmo dei rumori.
“SII, DAI; ANCORA, VENGO!!!” sentimmo Patrizia urlare in salone. Ma il rumore che avevamo sentito non era quello.
Sentimmo due voci sussurrare indistintamente dei versi, poi dei mugolii accompagnati dal caratteristico rumore delle palle o di un pube che sbatte sulle chiappe di una donna.
Veniva da lì, praticamente dietro a noi. Francesca girò la testa e li vide.
Erano Dede e Adriano. Dede era a pecorina e si masturbava mentre Adriano la montava da dietro.
Credevo che Francesca avrebbe cacciato un urlo, si sarebbe levata di scatto e scappata via coprendosi alla bell’e meglio, e invece si sollevò e mi disse con voce abbastanza chiara, in modo da farsi sentire: “Voglio che me lo metti nel culo. Ora!”.
Rimasi basito. Avevamo provato più volte a fare sesso anale, una volta c’eravamo quasi riusciti ma Francesca dopo qualche pompata si era serrata dolorosamente per lei e per me, e non ci avevamo più riprovato da allora.
“Amore, sei sicura?” le chiesi.
“Si, lo voglio. Ma se a te non va…” mi rispose con tono sarcastico, della serie “Se non ti va, magari va a qualcun altro!”.
Bagnai la mano con la saliva e inumidii la cappella. Francesca se ne accorse e disse “Ci penso io”. Lo prese e lo infilò in bocca, lo bagnò per bene e poi ci sputò un po’ di saliva. Quindi si mise a pecorina, prese il mio cazzo e lo guidò verso il buco mentre le allargavo con le mani le chiappe.
“Fai piano, per favore” mi chiese.
“Ma non volevi farlo tuo?” le chiesi mentre appoggiavo la cappella sul suo sfintere ancora chiuso.
“Si, ma lui ancora non l’ha capito” rivolto al suo buchetto.
“Aspetta amore, che ti aiuto” le sussurrai.
Mi avvicinai con la lingua e le leccai il buco, poi iniziai a massaggiarla lentamente con un dito che introdussi piano piano fino alla seconda falange. Francesca trasalì un momento, poi si dimenò un poco cercando di accoglierlo al meglio. Lo tirai fuori e provai a divaricare meglio il buco inserendovi due dita. Era ancora un po’ duro, ma dopo qualche movimento circolare e qualche su e giù Francesca si rilassò. Presi la cappella, un altro sputacchio sul buco e piano piano lo appoggiai. Francesca a quel punto tolse la mia mano, lo prese con la sua, lo indirizzò per bene e ZAC!, lo infilò.
Sentii io dolore per lei. In effetti sussultò e si bloccò. I muscoli del suo sfintere mi stavano stritolando la cappella.
“Ahi, mi fai male, esco!” dissi.
“NO! Rimani dentro, ti prego, adesso passa” mi disse con la voce rotta dal dolore.
Rimasi fermo per qualche secondo ed in effetti sentii la morsa venire meno un po’ alla volta.
“Ora entra di più, ma PIANO!” mi disse.
Provai ad applicare una pressione continua ed in effetti lo sfintere e le pareti si allargarono un po’ alla volta. Sentivo tutte le sue rugosità interne, sensazioni molto diverse da quelle a cui ero abituato con lei.
Lentamente entrai fino per sei o sette centimetri, poi mi fermai, tornai indietro e mi fermai. Poi di nuovo dentro per un pezzetto in più, e poi ancora fuori. Francesca nel frattempo si rilassava e si scaldava. Si girò alla sua destra e vide Dede che stava guardandoci, anche lei presa a pecorina. In quel momento Francesca disse “Ora dagli dentro, fammelo sentire tutto nel culo” a voce sufficientemente alta da farsi sentire dai due vicino a noi, ma credo anche da Patrizia e Andrea.
Io non potevo vedere quel che stava succedendo, ero di spalle e la visione laterale era ostruita dalla pianta dietro cui c’era la doccia di fortuna, però sentii dei mugolii e capii che Andrea ci stava dando dentro.
La cosa mi fece arrapare ancora di più. Iniziai a pompare dentro il culo di Francesca con foga. La mia fidanzata, dopo un iniziale momento di fastidio, iniziò a godere e ad accompagnare i miei movimenti spingendo il culo indietro nel momento in cui la penetravo. Ero arrivato a fine corsa in tutti i sensi, il cazzo era dentro fino alla base, ed ero molto vicino alla conclusione.
“France’, sto per venire!” le dissi spingendo forte.
“Voglio sentirti!” rispose. “Dai, sfondami e sborrami dentro!”
MA CHE CAZZO S’ERA BEVUTA?
Non si era mai, ribadisco, mai comportata così. Mai, in due anni che stavamo assieme, aveva detto nulla, nemmeno all’apice dell’orgasmo e dell’eccitazione.
Comunque, quella frase ebbe il suo effetto. Iniziai ad accelerare il ritmo e a sbatterla duramente con le palle che rimbalzavano sulla sua fica. Portai una mano alla vagina per stimolarla e sentii che era completamente bagnata.
“Sii, dai… vengo anch’io... dai…”
Le inflissi gli ultimi colpi cercando quasi di arrivarle in gola da dietro e poi proruppi in una sborrata così lunga ed intensa che sembrava che non finisse mai. Anzi, mi sembrava di averla riempita perché sentii scendere del liquido caldo lungo le mie cosce e per le gambe.
“DAI, NON FERMARTI TI PREGO!” mi supplicò.
Detti gli ultimi colpi e allungai la mano di nuovo cercando di entrare nella sua fica con due dita quando sentii un’esplosione di liquido, uno schizzo intenso che rimbalzò per terra per quanto era forte.
Francesca fu squassata dall’orgasmo e iniziò a tremare talmente forte da non riuscire a stare in piedi.
Uscii dal suo culo grondante e la presi al volo per poggiarla delicatamente a terra, seduta in mezzo alla pozza del suo squirt. Non era una novità, era venuta più volte in quel modo, ma non pensavo che avrebbe goduto col culo in quella maniera.
Subito dopo toccò ai nostri amici accanto a noi. Anche Dede strillò dal piacere mentre Adriano quasi la sollevava da terra ad ogni colpo. Lei venne più volte, senza bagnare per terra, chiedendo al suo ragazzo di fermarsi ma Adriano non ne volle sapere e continuò fino a che non ebbe anche lui l’orgasmo.
La cosa strana fu che Francesca ed io guardammo lo spettacolo come se fosse una cosa normale, ed al termine ci venne spontaneo dire “Siete venuti anche voi…Bella scopata, vero?”
Proprio in quel momento si accese una luce in salone: erano Federica e Filippo, anche loro seminudi e coperti con i soli teli da doccia che, sentendo il casino, erano venuti a vedere di cosa si trattasse.
E rimasero sorpresi a vedere che eravamo tutti nudi, affaticati, sfranti, sudati ed appiccicaticci ma decisamente soddisfatti.
“Qualcuno ha scopato di brutto, stasera, eh?” disse Filippo.
“Loro si, noi no!” rispose Federica, generando una risata generale.
Devo dire che Francesca quella sera mi stupì. Fino ad allora non si era mai manifestata una tigre del materasso, tutt’altro. Si vede che la competizione le faceva bene…
Ma quella vacanza aveva altre sorprese da svelarmi.

[Paolo Sforza Cesarani, 2022/23]
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