Prime Esperienze

Stefania


di RebeccaERomualdo
23.02.2024    |    155    |    3 9.4
"Ho visto sul treno che i tuoi bei piedini non hanno le unghie dipinte..."
- Che ne pensi, Rebecca? Perché Monika non è venuta?
- Non saprei, Stefi. Lei dice che in questo periodo ha troppo da fare, ma secondo me è una scusa.
- Lo penso anch'io. Lei non vuole dircelo ma, secondo me, è suo marito che non vuole.
- Ne dubitavi? Tre professoresse di mezza età in vacanza a Vienna senza i mariti! Potrebbe essere il titolo di un film a luci rosse!
- A dire il vero, Rebecca, tu e Monika siete sposate ma io sono single. - puntualizzò Stefania, con una punta di amarezza. - Ma perché tuo marito invece non ti fa storie?
La domanda di Stefi mi colse impreparata.
-Perché dovrebbe? - mi limitai a risponderle senza troppa convinzione, continuando a guardare fuori dal finestrino, mentre il treno correva.

Già, perché dovrebbe?
In realtà Alberto (mio marito) aveva caldamente appoggiato il nostro progetto di andare a Vienna da sole. Non potevo certo dirlo a Stefania ma Alberto era fortemente attratto da situazioni potenzialmente trasgressive e non era per niente geloso.
- Secondo me Stefi è ancora vergine! - sentenziò appena venne a sapere del viaggio. - Tu e Monika, se siete davvero sue amiche, dovete approfittare di questa occasione per aiutarla a risolvere il problema. E magari, mentre ci siete, divertitevi anche voi! - aggiunse ammiccando. Poi, a scanso di equivoci, fu più esplicito: - Mi piaci un sacco quando ti comporti da zoccola!

E a dirla tutta, è proprio quello che io e Monika ci eravamo proposte di fare. Aiutare Stefania, intendo. Quanto alla possibilità di divertirci anche noi non ne avevamo parlato, ma ammetto che, man mano che si avvicinava il giorno della partenza, io avevo cominciato a fantasticarci sopra, soprattutto di notte. Immancabilmente alla fantasia seguiva una masturbazione notturna appassionata, ma furtiva, durante la quale cercavo di controllare il respiro, perché Alberto non se ne accorgesse.
Una volta però se ne accorse. Lì per li mi vergognai un po', ma ci pensò lui a farmi passare l'imbarazzo. Cominciò a toccarmi, infilandomi le mani dappertutto. Contemporaneamente iniziò a muovere il bacino avanti e indietro premendo sul mio corpo il suo cazzo indurito.
Quando Alberto comincia a fare così, dopo un po' non capisce più niente. Vuole solo ficcarlo dentro uno qualsiasi dei miei buchi e continuare a sbattermi facendo dentro e fuori sempre più in fretta fino a eiaculare dentro di me ululando senza ritegno.
Mi piace quando fa così. Mi piace vedere uno che in genere pensa troppo, spegnere il cervello e scopare come un animale in calore.
Mi aspettavo (e desideravo) che facesse lo stesso anche stavolta, possibilmente ficcandomelo nel buco giusto.
Così allargai le gambe offrendogli la mia patata gonfia e umida che continuavo a masturbare con veemenza in attesa che lui mi penetrasse. Ma stavolta fece qualcosa di inatteso. Smise di palparmi e invece di affondare il suo pene dentro di me, lo prese in mano e cominciò a masturbarsi vigorosamente. Era più gonfio e duro del solito e Alberto stringendolo con la mano faceva movimenti ampi in modo che la cappella fosse stimolata al massimo dalla pelle che alternativamente la copriva e scopriva. Io allora presi a stimolarmi freneticamente il clitoride. Lui venne quasi subito e, mentre eiaculava con abbondanza, inondando di sperma il mio corpo, mi stupì gridando: - Stefaniaaaahhhh! Godoooooo!
Le parole di Alberto mi innescarono una serie di pensieri strani e morbosi (mentre continuavo a masturbarmi con foga) e alla fine fui io a stupire lui (e me stessa) gridando: - Ecco! Ecco! Oooooohhhhh come sei brava Stefaniaaaaahhhhh! Continua ti pregooo! Vengoooooooooooohhh!

Questo succedeva la settimana scorsa.
Io e Monika non ci siamo confidate nulla a questo proposito, ma credo che, col pretesto di far scoprire il sesso a Stefania, si riproponesse di dilettarsi un po' anche lei, all'insaputa del marito. Suo marito però deve essersene accorto e, non essendo come il mio, la cosa non deve essergli piaciuta.
E così quando mancavano pochi giorni alla partenza, accampando improbabili scuse, Monika ci comunicò che purtroppo non poteva venire. Quindi eccoci qua, io e Stefania da sole in viaggio verso Vienna.

Tutto questo mi passava per la mente, mentre il treno continuava a correre e io ero al finestrino con lo sguardo perso. Nel frattempo Stefania si era assopita.
La guardai.
Non aveva lineamenti particolarmente graziosi, il volto era un po' allungato e le sopracciglia un po' folte. Tuttavia Alberto la trovava sexy e imputava la sua difficoltà a relazionarsi con gli uomini essenzialmente a motivi caratteriali.
La riguardai.
Si era vestita come sempre in modo non appariscente (jeans e maglione) evitando ogni eccesso di pelle scoperta. Nonostante ciò Alberto aveva ragione: era decisamente sexy. Il maglione che indossava non teneva lontani gli sguardi degli uomini, ma li attirava, perché era stretto e aderente e avvolgeva il suo corpo evidenziandone il seno grande e la pancia piatta. Anche i jeans attillati mettevano in risalto vita stretta, fianchi larghi e gambe affusolate che terminavano con due piedini deliziosi. Dovevo solo convincerla a dipingerne le unghie di rosso e sarebbero stati perfetti.
Mentre pensavo a tutto questo mi addormentai e feci sogni strani, vagamente erotici, nei quali Monika e Stefania cominciavano dipingendosi le unghie a vicenda e piano piano entravano sempre più in intimità, ignorandomi mentre io facevo da spettatrice.

- Rebecca! Svegliati! Siamo a Vienna. Dobbiamo scendere.
Mi alzai di scatto, un po' rintronata. Per fortuna il nostro albergo era vicino alla stazione e, una volta scese dal treno, ci arrivammo a piedi in pochi minuti.
- Eccoci in camera! Finalmente! Però, Stefi, potevi essere meno brusca con il ragazzo alla reception. In fondo voleva solo essere gentile.
- Gentile un corno! Voleva darci un letto matrimoniale! Ma per chi ci ha prese?
- E allora? Ero tentata di accettare anche solo per farlo arrossire.
- Sicura che stai bene, Rebecca? Mi sembri un tantino euforica.
- Siamo a Vienna, Stefi! Divertiamoci! Non voglio più sentirti dire che tu sei single. Stasera usciamo e conosciamo due bei ragazzi.
- Che stupidaggine! Siamo due cinquantenni! E tu sei sposata!
- Lo faccio per te, Stefi. - dissi in modo serioso, come a farle credere che scherzavo. - Comunque dobbiamo prepararci per uscire. Ho visto sul treno che i tuoi bei piedini non hanno le unghie dipinte. Dobbiamo rimediare! Io mi faccio subito una doccia, poi ti aiuto a dipingerle di rosso.
- Ma...
Non le lasciai il tempo di rispondere ed entrai in bagno per lavarmi.

Venti minuti dopo ero seduta sul letto, asciutta ma ancora con addosso solo l'accappatoio, mentre Stefi aveva appena finito la doccia ed era ancora chiusa in bagno.
- Che fai Stefi? Non esci?
- Mi devo asciugare.
Immediatamente, pensai a Stefania che si asciugava, strofinandosi con l'asciugamano, prima spalle e petto poi giù tra le cosce, risalendo poi al ciuffetto incolto sopra l'inguine dove si soffermava più a lungo. Poi ancora giù tra le cosce dove cominciava a massaggiarsi prima delicatamente, poi con vigore. Mentre immaginavo tutto questo, sentii la porta del bagno aprirsi e Stefi uscì avvolta nell'accappatoio.
- Che fai? Non ti vesti? - mi chiese.
Mi stupii dei miei pensieri. Era la prima volta che mi eccitavo pensando ad una donna! Ma mi stupì ancora di più quello che dissi dopo: - Dai, Stefi, vieni qui che ti dipingo le unghie.
- Se proprio ci tieni... - rispose Stefania, ignara di dove volevo andare a parare.
In silenzio mi alzai, presi lo smalto e tornai a sedermi sul mio letto. Lei, seduta sul suo, proprio di fronte a me, alzò la gamba e appoggiò il suo piedino destro sulla mia, stiracchiandolo e allungandolo, come se avesse un crampo alle dita.
- E' ancora bagnato. - dissi, e presi a strofinarlo con un piccolo asciugamano.
Continuai in silenzio a strofinare dolcemente, massaggiando le dita. Nel frattempo, pensando a quello che avrei provato a fare tra qualche secondo, le tempie presero a pulsarmi come tamburi. Stefania rimaneva in silenzio e mi lasciava fare, ma probabilmente non aveva ancora capito. Continuai ad asciugarle la gamba salendo lentamente lungo il polpaccio, poi arrivai al ginocchio e accennai a salire lungo la coscia.
Sentii Stefania irrigidirsi. Aveva capito.
Mi fermai.
Rimanemmo entrambe immobili per qualche lunghissimo secondo, durante il quale non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo. Temevo e mi aspettavo un rifiuto, con tutte le spiacevoli conseguenze. Poi Stefania si mosse.
Impercettibilmente allargò le cosce. Così poco che non fui sicura che lo avesse fatto. Rimasi ancora immobile.
Un attimo dopo le cosce di Stefania si allargarono con più decisione. Allora io presi coraggio e risalii con la mano lungo la coscia, verso l'inguine. Lei allora, finalmente spalancò del tutto le cosce si distese sulla schiena e alzò il bacino offrendomi la sua patata ed emettendo un gemito: - Oooooooooohhhh, Rebecca!
Da lì in poi rimanemmo zitte, lasciando che fossero i nostri corpi a parlare. Io mi tolsi l'accappatoio. Lei pure e dopo essersi distesa sul fianco sinistro spalancò le gambe e mi fissò.
Capii cosa voleva.
Aprii le gambe e mi infilai a forbice tra le sue, toccando la sua patata con la mia. Cominciai a dimenare i fianchi in modo che le nostre patate si strofinassero l'una con l'altra. Era un movimento scomodo, e noi eravamo inesperte, ma eravamo cosi eccitate che continuammo a dimenarci e strofinare le nostre fiche fino a quando, tutte sudate, arrivò l'orgasmo. In realtà fu Stefania la prima a godere, ma poi fu molto cara perché si concentrò con la bocca sulla mia fica e mi fece godere rovistandomi il clitoride con la lingua.
Dopo l'orgasmo, rimanemmo per un po' nude sul letto, ferme, in silenzio e con gli occhi chiusi. Io mi sono anche addormentata. A un certo punto però mi sveglio perché sento il piedino di Stefania che si muove timidamente tra le mie cosce. Allora mi prende ancora l'eccitazione. Spalanco le cosce e le offro la mia patata. Lei comincia a massaggiarla con il piede. Sono eccitatissima e mi inarco. Lei capisce cosa voglio: mi viene vicina e comincia con la mano a strofinarmi con forza la fica. Prima lentamente, poi aumenta il ritmo. Ha il braccio stanco ma continua a masturbarmi sempre più forte.
L'orgasmo arriva. Io urlo. Ma lei continua come una pazza scatenata. Per farla smettere devo bloccarle il braccio.
La guardo.
E' tutta sudata e spettinata. E ansima. Si stende supina sul letto e comincia a masturbarsi.
Appunto. Io sono venuta, ma lei ancora no.
Capisco cosa vuole. Mi piazzo tra le sue gambe, appoggio la mia bocca come una ventosa sulla sua patata e comincio a rovistarle il clitoride con la lingua. Dopo un po' ho la lingua indolenzita, ma continuo fino a quando la sento gemere.

Abbiamo continuato così per ore, alternando il riposo agli orgasmi che a volte ci procuravamo l'una con l'altra e altre volte ognuna a se stessa. Alla fine è così tardi che decidiamo di non uscire a cena ma di rimanere in camera. Anzi siamo così stanche che decidiamo di andare a dormire, ciascuna nel proprio letto.
- Buona notte, Stefi.
- 'Notte, Rebecca.

In piena notte mi sveglio e sento uno strano rumore. Trattengo il fiato e rimango in ascolto. E' il rumore di qualcuno che sta ansimando, ma cerca di controllare il respiro perché non si senta.
Capisco.
Senza dire una parola mi alzo, mi spoglio completamente e vado ad infilarmi nel letto di Stefania. La trovo già nuda e che si masturba. Prendo la sua mano e la metto tra le mie cosce. Poi comincio a masturbarla. Lei fa lo stesso con me. Dopo 10 minuti abbiamo già goduto e ci siamo riaddormentate.

Al mattino ci alziamo tutte indolenzite. Come se avessimo esagerato in palestra.
Dopo la colazione andiamo subito alla reception e ci facciamo dare una camera con letto matrimoniale.
I rimanenti giorni a Vienna li trascorriamo in modo analogo, introducendo ogni tanto qualche variante (tipo guardare qualche porno su internet o esibirci in video-chat).

Alla fine direi che è stata una vacanza molto intensa. Ma non abbiamo visto Vienna.
Mio marito ha voluto che gli raccontassi tutto. L'ho accontentato ma ho dovuto farlo a rate: dopo 10 minuti di racconto era sempre così eccitato che per calmarsi doveva assolutamente "utilizzarmi". Le nostre scopate più belle ce le siamo fatte proprio grazie ai miei racconti sul viaggio a Vienna.
Stefania è rimasta la mia migliore amica e ogni tanto mi invita a casa sua per divertirci un po'.
Con Monika siamo state un po' evasive, ma non è stupida ed ha capito. Soprattutto perché non siamo riuscite a dirle niente di Vienna. Però abbiamo deciso che prima o poi la coinvolgiamo in un gioco a tre.
Stefania, che dopo questa esperienza è diventata un'altra persona, vorrebbe addirittura coinvolgere i nostri mariti, ma mi sembra una pessima idea.
Il marito di Monika è un tipo geloso e possessivo.
Il mio invece non è né geloso né possessivo ma vuole sempre immischiarsi e aver ragione su tutto quindi, almeno in questa cosa, non vorrei averlo tra i piedi.
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