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Un viaggio di nozze molto speciale


di cristmass
09.05.2021    |    6.850    |    4 8.3
"Così ci sedemmo ad un tavolino, ci facemmo portare qualcosa e mentre si mangiava, beveva e chiacchierava, mi resi conto che era già parecchio tempo che Sara..."
La nostra fu una cerimonia di matrimonio meravigliosa, esattamente come la mia mogliettina, Sara, sognava da sempre. Lei è stata la Principessa della festa: un vestito bellissimo, tanti amici, magnifico buffet, champagne, musica e balli fino a notte tarda.
La nostra prima notte …….. almeno come marito e moglie …….. fu favolosa. Facemmo di tutto, ripassammo tutto il nostro repertorio del kamasutra, io ero eccitato, ma lei ancora più di me, e si vedeva bene: partecipava con grande passione, non ci facemmo mancare di nulla. Che donna avevo sposato!
Il giorno dopo facemmo fatica ad alzarci per le 11,00 ma era necessario perché ci aspettava il nostro volo per la Turchia, dove avevamo prenotato due settimane in un lussuoso resort sul mare. Sarebbe stata una luna di miele da ricordare per tutta la vita.
Arrivammo al resort prima di cena, che facemmo nel ristorante dell’hotel, per poi passare al piano bar per rilassarci, ascoltare della buona musica e bere un paio di drinks esotici. Fantastico!!
Quando ci ritirammo in camera io ero davvero stanchissimo e mi addormentai istantaneamente. Ma la mia mogliettina non la pensava così e mi risvegliò nel modo che tutti gli uomini sognano: sentii il mio cazzo avvolto dalle sue carnose e calde labbra che facevano sapientemente su e giù provocandomi una immediata erezione- Tutta la mia stanchezza svanì come per incanto. Mi girai su un fianco, la afferrai con forza e mi accinsi a montarle sopra per possederla. Ma lei oppose resistenza, mi tornò a sdraiare supino e mi disse: lascia fare a me ………..
Mi passò lentamente la lingua sulle palle, mi accarezzò l’interno delle cosce, mi aprì le gambe e ci infilò dentro la testa fino ad arrivare con la lingua sul mio ano. Ero in estasi, ma si trattava solo dell’inizio.
Dopo avermi inumidito bene l’ano, ci infilò lentamente dentro un dito e la sua bocca tornò a prendere il mio cazzo, alternando sapientemente il movimento di penetrazione e quello di succhiata. Ero eccitatissimo, ma lei sapeva rallentare al momento giusto per non farmi venire. Era bravissima. Andammo avanti un bel pezzo, finchè lei decise di uscire dalle mie gambe e di mettersi a cavalcioni su di me. Il mio cazzo era così duro che non le fu difficile afferrarlo ed infilarselo nella sua dolce topina, Era bagnatissima e la penetrai al primo colpo fino alle palle. Lei mi afferrò le mani e se le portò sui seni, belli grossi e con i capezzoli ben turgidi. Stringimi, mi disse, non aver paura di farmi male, sono troppo eccitata.
Mi cavalcò con furia, quasi con violenza e non si fermava mai: ebbe 2 violenti orgasmi ed al secondo non potei resistere oltre e le sparai dentro il tutto lo sperma che lei mi aveva accumulato nelle palle.
Lo so che eri stanco, mi disse, ma non potevo non augurarti la buona notte…….. senza farti lavorare troppo. Adesso si che possiamo dormire, maritino mio, mi disse con un amorevole bacio.
Il giorno seguente era una bellissima giornata, calda e solatia. Iniziammo con l’amplesso del buon giorno e quindi scendemmo per fare colazione in piscina. Una spettacolare piscina inserita in un giardino tropicale, adornato di palme, eucalipto e fiori multicolori. Mangiammo qualcosa e quindi ci tuffammo in piscina. Sara vestiva un micro bikini quasi invisibile fra le sue stupende natiche ed i suoi seni erano assai scarsamente protetti dagli sguardi di tutti gli uomini presenti che, nonostante la presenza di molte altre belle ragazze, non avevano occhi che per lei, per il magnetismo animale che la sua figura, il suo incedere e la sua pelle emanava.
Ci stendemmo su due lettini per prendere il sole, e il cameriere turco che ci serviva i drinks non faceva altro che ronzarci attorno. Era gentilissimo e ci riempì (specialmente Sara) di attenzioni, fino ad arrivare più volte a sfiorarle le gambe e le mani, col risultato che la sua erezione dentro i pantaloni bianchi da cameriere divenne così evidente che Sara cominciò a ridaccchiare e a prenderlo in giro con me, facendo scappare dentro lo stabilimento.
Allora Sara prese il comando delle operazioni e fece più volte la spola fra i lettini ed il bar della piscina, per servirmi di tutto punto: frutta, aperitivi e stuzzichini, etc. etc. Io mi sentivo come un re, oltre tutto rinforzato dall’invidia che vedevo chiaramente negli occhi degli ospiti presenti a bordo piscina. Il sole batteva fortissimo, e Sara che ha una pelle molto chiara e delicata cominciò a mostrare i primi segni di una bella bruciatura. Allora, per ricambiare tutte le gentilezze di Sara lasciai la piscina per tornare in camera e prendere della crema solare, già pregustando la scena di Sara sdraiata sul lettino intenta a farsi spalmare la crema sulla schiena, gambe e natiche.
Quando tornai, Sara non era più sul lettino, e così cominciai a cercarla in tutto il giardino. Quando cominciavo a pensare che nel frattempo fosse rientrata in camera vidi del movimento dietro le fronde di un gazebo. Mi avvicinai, e fra una foglia de una frasca vidi Sara che aveva tirato fuori dai pantaloni l’uccello del cameriere turco e lo stava massaggiando con grande maestria. Rimasi di stucco, ma prima che potessi reagire ed entrare nel gazebo, Sara si inginocchiò davanti al cameriere, prese in bocca il suo uccello peloso, e cominciò a praticargli un voluttuoso pompino. Il cameriere, che aveva passato tutta la mattina arrapato come un riccio, venne quasi istantaneamente, e così quando entrai nel gazebo lo vidi sparare in bocca a mia moglie un gran flotto di sperma che rimase in parte in bocca a Sara ed in parte le sgocciolava su labbra e mento.
Io non feci uno scandalo né detti in escandescenze: ero così scioccato che ancora non sapevo che cosa pensare o dire. E mentre il cameriere se lo metteva frettolosamente dentro e si richiudeva lo zip, io presi Sara per mano e la aiutai a rialzarsi, mentre lei, con l’altra mano, si puliva la bocca dallo sperma del cameriere. Senza dirci una parola, ci dirigemmo verso i lettini della piscina, e solo allora Sara mi disse: amore, scusami, ma quel povero cameriere, così gentile e così arrapato mi faceva tanta tenerezza e volevo ringraziarlo. Ma non è successo niente di importante, non mi sono lasciata toccare nemmeno con un dito: è stato solo sesso orale. Mi capisci? Mi perdoni? Vieni, andiamo in camera, che farò in modo che tu mi possa perdonare completamente: ho molta voglia di te.
Andammo in camera, ma io ero talmente stravolto che pregai Sara di lasciarmi dormire in pace, prima di prepararci per scendere per la cena.
Quella sera, la cena consisteva in un party danzante, così che ci vestimmo in maniera elegante, consona ad una festa da hotel 5 stelle. La sala della festa era preparata alla grande, c’era musica dal vivo, un buffet degno di un sultano turco e molte coppie vestite con abiti da sera che già ballavano in grande allegria. Ci unimmo alla festa, e l’ambiente mi fece quai dimenticare quello che era accaduto nel pomeriggio, o almeno dargli diverse giustificazioni. E poi Sara era bellissima ed io la amavo molto.
L’ambiente era davvero cosmopolita, e noi italiani eravamo in minoranza. Gli ospiti erano soprattutto inglesi, francesi, tedeschi, e qualche ricca coppia turca. Purtroppo io non parlo le lingue, mentre Sara parla perfettamente inglese e francese, così mentre io potevo parlare solo con Sara, lei ebbe l’opportunità di conversare con diversi ospiti, ai quali mi presentò ed io mi limitai a stringere la mano e sorridere …… senza capire nulla! Però mi divertivo.
Quando Sara andò in bagno, io trovai una coppia di italiani coi quali, finalmente, potei tenere una piacevole conversazione. Lui era un poco snob, ma lei era davvero bella ed elegantissima. Così ci sedemmo ad un tavolino, ci facemmo portare qualcosa e mentre si mangiava, beveva e chiacchierava, mi resi conto che era già parecchio tempo che Sara era andata in bagno. Allora mi scusai con gli italiani e la andai a recuperare, perché probabilmente non riusciva a trovarci là seduti al tavolino. Se debbo essere completamente sincero, data l’esperienza del pomeriggio, non potevo scacciare qualche pensiero cattivo.
Nella grande sala non riuscii ad individuarla, ed allora andai alle toilette: magari io pensavo male, mentre lei stava poco bene. Entrai nella toilette degli uomini, e là non c’era, bussai alla toilette delle donne, nessuno rispose e così entrai anche lì, ma di Sara nessuna traccia. Che stupido che sono, pensai. Uscendo, passai davanti alla porta della toilette per minusvalidi e mi parve di sentire qualche rumore provenire da là dentro. Allora entrai e mi resi conto che i rumori provenivano proprio da là dento, ed erano inequivocabili. Come girai l’angolo vidi Sara appoggiata con le mani ad un lavandino, la gonna alzata, le mutandine abbassate, e dietro a lei un fustacchione francese con i pantaloni al suolo ed il suo uccello che faceva avanti- indietro nel culo di mia mia moglie. Erano così presi che all’inizio non si accorsero di me: lui parlava in francese e le stringeva le natiche con forza, poi per penetrarla ancora più profondamente decise di afferrarla per le tette e la tirava animalescamente verso di lui. Sara assecondava ogni movimento dell’uomo e gemeva come una cagna in calore, dicendogli in italiano, dai, di più, sfondami, fammi sentire la tua troia, ce lo hai enorme, come mi fai godere ………. Poi alzò gli occhi e mi vide riflesso nello specchio. Si alzò di colpo, spinse via il francese che a sua volta comprese immediatamente la situazione, si rivestì alla meglio e scappò dalla toilette. Rimasi solo con Sara, che allora cominciò a piangere, piangere e piangere. Non aveva nemmeno la forza di tirarsi su le mutandine ed aggiustarsi la gonna. Io la guardavo …… che immagine, era un incubo! Dopo …… non so quanto tempo ….. cominciai a pensare che qualcuno potesse entrare nella toilette e vederci in quella situazione, così che la aiutai a ricomporsi, tirarsi su le mutandine, e la aiutai ad uscire di là per andare in camera nostra.
Lei non smetteva di piangere, ed una volta in camera, fra un singhiozzo e l’altro mi disse: amore, perdonami. Non so che cosa mi sia successo, ero ubriaca e non capivo che cosa facevo. Perdonami, ti prego. Non permettermi più di bere così tanto ………
Il mattino seguente la situazione fra noi era molto tesa. Sara non volle nemmeno alzarsi dal letto, mentre io avevo bisogno di rimanere da solo per meditare sul nostro matrimonio e quello che era accaduto il giorno prima. Prima di sposarla, avevo frequentato Sara per oltre 1 anno: era una ragazza brillante, intelligente, sincera ed affettuosa. Oltre ad essere molto bella. Ed io ero stra-convinto di conoscerla bene, anche se non avevamo mai convissuto prima del matrimonio. Non mi aveva mai mentito, con lei non sapevo che cosa fosse la gelosia. Insomma, mille pensieri mi circolavano per il cervello, ero confuso ed incerto sul da farsi.
Così dopo una lunga passeggiata nel parco del resort, tornai da lei per cercare di fare chiarezza sul nostro rapporto. Salii al piano, aprii la porta e ……….. la trovai nuda, distesa sul letto, a gambe aperte sotto il peso di un atletico addetto alla pulizia delle camere. Era scosciata in modo osceno, per permettere a quel gigante costruito in palestra di entrare fra le sue gambe e muoversi su e giù dentro di lei come facesse flessioni sulle braccia. I muscoli di lui guizzavano resi brillanti dal sudore, mentre la pressione che esercitava sulla fica di Sara per penetrarla in profondità faceva si che lei venisse spinta ritmicamente avanti ed indietro, incurante di farle sbattere la testa contro la spalliera del letto, che emetteva sinistri cigolii che si mischiavano ai mugolii di piacere di Sara. I due non si accorsero della mia presenza e continuarono a scopare fino a che Sara venne squassata da un orgasmo incontrollabile. Allora lui la sollevò come un fuscello e la girò alla pecorina; la scena era molto volgare e lo divenne ancora di più quando lui le mise le mani sulle natiche, le tirò per aprirle, sputò sul buchetto del suo culo e ci appoggiò contro la punta del suo cazzo, grosso come lui e duro come una putrella d’acciaio. E spinse, due volte piano e la terza violentemente, penetrandola fino alle palle. Ma questo evidentemente provocò un notevole dolore a Sara, che urlò fortissimo e si girò verso il suo amante per dirgli qualcosa ……… e così mi vide.
Anche il gigante mi vide, e si alzò lentamente dal letto guardandomi con minacciosa aria di sfida. Evidentemente non mi temeva fisicamente, ma forse aveva paura di perdere il suo lavoro al resort, così che si rivesti, prese i suoi attrezzi per le pulizie, e uscì dalla camera senza mai perdere il contatto visivo con i miei occhi. Mi sentii doppiamente umiliato: come marito e come uomo.
Sara si coprì con le lenzuola, e piangiugghiando mi disse: Tu non mi ami più, nè ieri nè oggi hai voluto fare l’amore con me. Io mi sentivo sola, abbandonata, e sono una donna adulta, che ha le sue esigenze sessuali. Ma ti amo, ti amo con tutto il cuore, e se vuoi ne possiamo parlare con calma e rispetto, sono sicura che insieme potremo trovare una soluzione.
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