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Area camper


di forcuriosity
24.08.2021    |    22.816    |    24 9.8
"Rovisto tra le mie cose e trovo il suo asciugamano..."
Partire è sempre piacevole e farlo con il proprio camper ti da quel senso di libertà che è difficile da spiegare. In città fa ancora caldissimo, ma prima di sera potrò finalmente godermi un po’ di fresco...torno tra le mie amate montagne! Le mie origini sono di quella zona, da bambina ci trascorrevo gran parte delle mie vacanze estive e, da quando ho acquistato il mio adorato Carthago, posso finalmente tornarvi ogni volta che ne sento nostalgia.
Lassù l’area sosta offre poche comodità, ma il panorama è davvero da fiaba.
L’orario di chiusura è alle 21, se mi sbrigo riuscirò anche a mangiare qualcosa strada facendo.
Carlo mi raggiungerà solo venerdì sera, ed oggi è martedì, tre giorni di escursioni a piedi e pedalate tutti per me. So già dove andare, conosco quei posti come le mie tasche...sono euforica...metto in moto e via, si parte!!!
Il traffico è tutto sommato scorrevole, nessun intoppo fino al primo cantiere in autostrada. Ma perché i cantieri li aprono tutti ad agosto?!
Esco al primo casello utile e imbocco la statale.
Ottimo, tra una ventina di minuti arriverò alla solita trattoria e poi, tempo un’altra mezz’ora raggiungerò la mia meta. Già qui l’aria è più respirabile rispetto a casa, ho proprio fatto bene a partire.
Eccomi finalmente seduta a cena, prima tappa dopo due ore di guida. Un quartino di rosso e un buon piatto di pasta me li sono proprio meritati.
Riparto dopo il caffè ed arrivo all’area di sosta.
Essendo cliente fissa, conosco il gestore ormai da tempo e con Carlo ci fermiamo spesso a chiacchierare insieme, è una bella persona. Lo chiameremo Sandro, tanto per dargli un nome.
Sandro sa già del mio arrivo, gli avevo inviato un sms già stamattina e, come sempre, mi avrà riservato una piazzola “privilegiata”.
Esce dalla guardiola sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi.
“Ben arrivata, ti stavo aspettando! L’area è completamente piena, ma fino a domani pomeriggio ti ho tenuto un posto sul prato...”
“Fa niente” rispondo io “domani è un altro giorno!”
“Ok Rossella, ti accompagno” e di corsa mia fa strada fino allo stallo provvisorio.
Lo saluto e finalmente mi rilasso, un po’ di musica, la mia tisana e poi a letto.
Al mattino davanti a me c’è uno scenario indescrivibile, dal bosco sale un’umidità che forma nubi basse attraverso le quali il sole si fa strada un poco alla volta preannunciando una giornata perfetta.
Faccio colazione all’aperto e sono ad un metro dalla ciclovia. Sono anche poco vestita e gli sguardi di alcuni ciclisti che si posano su di me, mi fanno sentire più bella e desiderabile di quanto non lo sia veramente.
Eppure quello è già passato di qua. Mah, sarà tornato indietro. Un attimo fa andava nell’altra direzione, bel fisico, bella pedalata, abbronzatissimo...nel mentre mi lascio andare ad uno di quegli stiracchiamenti che nemmeno una gatta appena svegliata saprebbe fare, così, tanto per non attirare l’ attenzione. Mi sento osservata dalla testa ai piedi, ma noncurante me ne ritorno in camper. Devo prepararmi per un po’ di trekking, la doccia la farò al ritorno, intanto mi vesto di tutto punto e mi incammino.
Eccomi pronta per uscire.
L’area di sosta è ancora piena e qualche metro più in là scorgo il ciclista di prima. E’ qui col camper anche lui, mi saluta sorridendo ed io proseguo la mia giornata rispondendogli con un cenno di mano.
Imbocco la ciclabile e tra meno di un chilometro so che c’è un sentiero poco conosciuto che porta al rifugio.
Raggiungo il rifugio in poco più di un’ora, ho tenuto un buon passo, e chi mi ritrovo seduto sul prato? Il ciclista.
“Ho fatto prima di te” mi dice.
“Grazie Graziella, hai una bici che costa più del mio camper!”
“Ti aspettavo per una birretta, ma visto che non arrivavi mai, ne ho già bevuta una da solo”
“Hai fatto bene. Ma come sapevi che sarei venuta qui?”
“Ti ho vista imboccare il sentiero dalla ciclabile e così ti ho preceduta facendo il giro largo. Sono sudato in acqua!”
“Faremmo meglio a cambiarci prima che ci venga un accidente” gli dico io “Non ti sei portato un cambio?”
“Sì, ce l’ho. Potremmo andare verso il bosco, che dici?”
“Ok, vai tu per primo, io tengo d’occhio la bici”
“Ma no, la porto con me, anzi la chiudo davanti al rifugio e ci facciamo quattro passi insieme, ti va?”
Annuisco e così, chiusa la bici, imbocchiamo un sentiero che si perde tra la fitta vegetazione.
Appena usciti dal campo visivo dei turisti, Paolo si toglie la maglia. Un fisico davvero notevole, muscoloso senza essere eccessivo...proprio bello! Si passa velocemente un asciugamano, lo butta a terra e poi indossa una maglia asciutta.
“Adesso tocca a te”
Non so se ridere o mandarlo a quel paese…
Ma non faccio una piega, anch’io mi tolgo la maglia, mi asciugo un po’ e mi cambio.
“E il reggiseno non lo cambi? Anche quello è bagnato!”
“Lo dici perché vuoi vedermi nuda, ma posso toglierlo anche con la maglietta addosso, vuoi vedere come si fa?”
E dicendolo mi sfilo il reggiseno senza dovermi per forza spogliare.
“Contento adesso?”
“Ma io non ho ancora finito!”
Io credevo che quel gonfiore davanti ai calzoncini fosse solo l’imbottitura, ma una volta tolti...che spettacolo! Ed è pure mezzo eccitato.
Al posto dell’asciugamano, distrattamente, anche perché sta guardando me negli occhi, raccoglie la mia maglietta sudata, con la quale si strofina il pacco, la appallottola nello zainetto senza nemmeno guardarla e si riveste.
Sentiamo le voci di qualcuno che si avvicina.
“Ci vediamo giù!” mi dice. Raccoglie lo zainetto e se ne va.
Io ridiscendo quasi correndo e nell’arco di pochissimo, sono di nuovo al mio camper.
Mi ci chiudo dentro e mi faccio una doccia ristoratrice.
Sento bussare.
“Sei tornata? Mi apri?”
Era Paolo.
Mi avvolgo in un asciugamano ed apro.
“Questa è tua, l’ho usata prima, ricordi? Io credevo fosse l’asciugamano...scusami.”
“Tranquillo non è un problema!”
“E’ che prima mi ci sono strofinato il...”
E indica il pacco.
“Dammi solo il tempo di indossare qualcosa e ti raggiungo”
“Perché non indossi questa?”
“Ma sei scemo?”
Gli tolgo di mano la maglietta e lo lascio fuori ad aspettare.
Rovisto tra le mie cose e trovo il suo asciugamano. Effettivamente i colori sono simili, chiunque si sarebbe potuto confondere in quella circostanza.
Lo prendo e mi ci strofino per bene la passera, indosso la famosa maglietta e sotto indosso soltanto il perizoma.
Esco.
Per poco a lui non prende un colpo, fortuna che è seduto.
“L’hai messa veramente?”
“Certo, e ti dirò di più” replico io tirandogli in faccia il suo asciugamano “Ho fatto lo stesso con questo, così siamo pari!”
Lui si alza, mi si avvicina lentamente e cinge con le mani i miei fianchi. Ci baciamo avidamente lasciando che le mani di entrambi frughino bramose in ogni dove...e io mi sciolgo come una ragazzina nel sentire il suo cazzo premere contro il mio ventre.
Gli faccio cenno di entrare, ma lui non vuole.
“Rimaniamo qui, ormai è sera, non ci vedrà nessuno”
Mi lascio convincere, lo faccio sedere, lui estrae il suo cazzo dai calzoncini ed io mi ci piazzo sopra.
I nostri respiri si fanno affannosi, lui mi morde i seni facendomi mugolare dal piacere ed io lo sento tutto dentro di me. Il mio primo orgasmo non tarda ad arrivare, poi mi giro dandogli la schiena e riprendo a muovermi su e giù. Paolo ad un certo punto mi solleva leggermente, estrae il suo arnese e mi penetra con le dita di entrambe la mani, prima scivolandoci dentro lentamente, poi dilatandola fino quasi a farmi male. Me la spalanca con forza e poi ci fa scivolare nuovamente il cazzo dentro. Dita e cazzo insieme...e che cazzo!
Allora anch’io raggiungo le sue mani con le mie, mi accarezzo e mi sento letteralmente grondare di piacere. Poi lui estrae una mano, afferra la mia e affonda le mie dita dentro di me...accarezzo la sua asta dall’interno della mia figa, le mie dita si intrecciano alle sue, ora ha ripreso a penetrarmi anche con l’altra mano...le mie dita, le sue e il suo membro che esce completamente dal mio corpo per poi rientrarvi senza quasi toccare le pareti della mia vagina mi procurano un piacere talmente intenso che godo di nuovo.
Ma ora ho voglia di sentire il suo sapore, così mi fermo e mi inginocchio davanti a lui concentrandomi in una fellatio degna della più lasciva pornostar. Lascio che mi venga in faccia mentre continuo a farlo entrare ed uscire dalla mia bocca. Rimaniamo ancora un po’ così, lui mi stringe, mi bacia, ma io non sono il genere di donna che ama certe smancerie se non con il mio compagno, così decido di dargli la buonanotte e mi ritiro a dormire. So che lui ripartirà domattina, ma non credo di aver voglia di svegliarmi presto per salutarlo, quindi lo faccio subito. E’ stata una bella scopata, ma è giusto che tutto rimanga così, senza scambio di numeri o contatti. Sarò anche fatta male, ma intrattenere ulteriori rapporti, sarebbe come tradire la fiducia di Carlo. Lui sa come sono e gli racconterò tutto, anche nei particolari, ma la cosa finisce qui, nonostante Paolo insista per rivederci.
Mi richiudo nella mia tana e mi addormento esausta con ancora il suo sapore in bocca.
E’ di nuovo mattino inoltrato, l’area si è leggermente vuotata, e ovviamente il camper di Paolo non c’è più. Meglio così.
Mentre bevo il mio primo caffè ecco che arriva Sergio, sempre sorridente, che mi indica la piazzola dove rimarrò fino a domenica.
“Mi devo proprio spostare? Qui è così tranquillo che se per te non è un problema...”
“Come vuoi, comunque si è liberato il posto del tuo amico...vedi tu!”
“Quale mio amico?”
“Ieri sera mi siete sembrati anche piuttosto intimi...ma non preoccuparti, rimane tra di noi.”
“Ma non ci avrai mica spiati?”
“Senza volere, ero solo passato a farti un saluto prima di chiudere e...beh, sono affari vostri!”
“Se stai pensando a Carlo, guarda che con lui ho un rapporto speciale, siamo una coppia aperta...non ho intenzione di nascondergli l’accaduto!”
“Ripeto, la cosa non mi riguarda”
“Ma come hai fatto a vederci senza che noi vedessimo te?”
“Vedi lì di fronte?” indicando un punto dall’altra parte della ciclabile “E’ un punto cieco, di notte non è mai illuminato ed io sono passato dal prato, perciò non mi avete visto arrivare”
“Fammi capire, e perché saresti arrivato dal prato?”
“Perché mi ero accorto di quello che stava succedendo quando ho fatto l’ultimo giro dell’area”
“E tu, pur sapendo che ero io, non ti sei fatto i cazzi tuoi?” cominciavo veramente ad innervosirmi “Sei veramente uno stronzo!”
Sandro se ne va dandomi le spalle, saluta gli altri camperisti ed esce dal mio campo visivo. Credo si sia offeso, non avrei voluto, ma quando mi parte l’embolo...sono un’ impulsiva, sia nel bene sia nel male. Trascorrono le ore e, rientrando dal mio giro in bici, credo di fare la cosa giusta fermandomi al chiosco per scusarmi.
Sandro è immerso nel suo lavoro, ma trova comunque il tempo per farmi un sorriso.
“Scuse accettate” mi dice.
“E chi ti dice che sia qui per scusarmi?”
“Il fatto che tu ti sia fermata qui, quando sei qui da sola lo fai così di rado”
“Invece mi sono fermata solo per ribadirti che sei un coglione!”
Ride di gusto e mi allunga una birra.
“Pace?”
“E pace sia, però rimani un coglione”
“Ma perché? E’ stato così bello guardarvi di nascosto”
“Spero che ne sia valsa la pena”
“Certamente, mi sono masturbato come un ragazzino!”
Non ho mai preso in considerazione Sergio come uomo, eppure ha una bella personalità. Non è il figo che ti volti a guardarlo, ma è piacevole, ben curato anche nei modi...chi l’avrebbe mai detto?
Lo saluto.
“Ti devo una birra” gli dico bonariamente.
“Verrò a riscuoterla appena possibile!”
Intanto faccio tutte le operazioni del caso: doccia, acqua per la pasta, tavolino fuori, zampirone, sigarette, birretta…
Ed ecco avvicinarsi Sergio per il suo giro pre chiusura.
“E la birra per me?”
“Siediti, vado a prendertela subito.”
Gli porgo la bottiglietta.
“Lo fai spesso?” mi chiede all’improvviso.
“Cosa?” fingo di non aver capito, ma ho ben chiaro a cosa si sta riferendo.
“Come ieri sera”
“E tu?”
“Se capita, perché no?”
“Ecco, vale lo stesso anche per me. Se capita, perché no?”
Silenzio imbarazzante da parte di entrambi.
Rompo io il ghiaccio…
“Stai per chiedermi di farlo anche con te?”
“No, stai tranquilla. Ma non perché con te non lo farei, è solo che mi piace anche così. Ma se vuoi...”
“Rimaniamo così?”
“Rimaniamo così. Ma se un giorno te lo chiedessi davvero?”
“Avresti buone possibilità...”
“Mi piacerebbe spiarti ancora, credi che succederà?”
“Con Carlo sicuramente, ma a lui non dirò niente di te”
“E da sola?”
“Difficile”
“Comunque ti tengo d’occhio, sappilo!”
E scoppiamo entrambi in una fragorosa risata.
Mi saluta ringraziandomi per la birra e se ne va.
Gli argomenti della conversazione mi hanno fatto tornare alla mente la serata di ieri e anche tante altre serate di pura follia. Sono quasi le 22, la stessa ora in cui Sergio mi spiava ieri, chissà se mi sta guardando anche adesso? Sollevo la maglia stringendomi i seni, poi allargo bene le gambe e comincio a toccarmi, a spingere le dita dentro di me sempre più in profondità, a succhiarle per poi penetrarmi di nuovo...dovrei salire in camper a prendere il mio dildo, ma non mi va di perdere l’attimo. Ci sono ancora le bottigliette della birra sul tavolino, ne afferro una e comincio a simulare un pompino. Poi la strofino sulla figa ormai fradicia e me la faccio scivolare tutta dentro. E’ fredda, ma è comunque perfetta per lo scopo. Aumento il ritmo, vado velocissima poi la tolgo e riprendo con le dita affondando la mano quasi fino al polso e poi esplodo in un orgasmo incredibilmente lungo e intenso.
Non lo so se Sergio fosse davvero lì e nemmeno glielo chiederò. Anche perché, conoscendolo, forse non me lo direbbe mai…

Grazie caro.





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