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Racconto brevissimo


di forcuriosity
13.09.2021    |    18.404    |    16 8.7
"“E’ per te, è Carlo in videochiamata..."
Essere per tanti anni la moglie di un cuckold significa, almeno all’inizio, avere una certa predisposizione al gioco. Con il mio ex marito, al principio, non è stato così facile adattarsi al ruolo.
Le sue prime richieste sono state, ovviamente, mai troppo eccessive. Ha cominciato col chiedermi di essere un po’ esibizionista, cioè di attirare l’attenzione di altri uomini, di mostrarmi più o meno vestita agli sguardi altrui fino a lasciare che altri ci guardassero durante i nostri amplessi. Di solito succedeva quando eravamo al mare e la cosa francamente mi piaceva parecchio. Poi le sue richieste si sono fatte sempre più audaci, dapprima mi chiedeva di lasciare che qualcuno mi toccasse fino poi a chiedermi di lasciare che si masturbassero vicinissimi a me e di guardarli godere. E fin qui i giochi erano all’acqua di rose. Mi piaceva accontentare le sue richieste e, vederlo così eccitato dalle situazioni che riuscivamo a creare, per me era quasi gratificante.
Poi, quando restavamo da soli nella nostra intimità, le nostre fantasie andavano ben oltre a ciò che eravamo stati in grado di realizzare e gli orgasmi che riuscivano a procurarmi erano a dir poco esplosivi.
Paolo, il mio ex marito, ha sempre esercitato un forte ascendente su di me, ne ero assolutamente soggiogata e tuttora, anche se separati da anni (comunque lavoriamo insieme) sa come piegarmi alle sue volontà.
Ricordo ancora quando mi chiese di fare il primo pompino ad uno sconosciuto e del mio slancio nell’obbedirgli senza la minima esitazione.
Poi, più passava il tempo e più le cose presero una piega diversa. Durante le nostre avventure lui era sempre meno attivo e gli avventori diventavano i veri protagonisti.
Ad un certo punto della nostra relazione era lui a prendere appuntamento con i singoli del sito e a chiedermi di presentarmi da sola. Decideva lui anche il mio abbigliamento. Io dovevo documentare gli incontri con foto e video e, a volte, collegarmi direttamente in videochiamata con lui.
Gli piaceva impartirmi ordini...e a me, se devo essere sincera, piaceva moltissimo eseguirli.
Fino a quando, durante una serata organizzata da lui in un parcheggio con più singoli, conobbi Carlo, il mio attuale ed amatissimo compagno, ma questa è un’altra storia.
Come dicevo prima, anche adesso Paolo sa come prendermi, sa piegarmi alle sue volontà esattamente come allora. Per dovere di cronaca devo ammettere che non se n’è quasi mai approfittato e, a parte qualche rara eccezione, ha sempre mantenuto il giusto distacco.
Un paio di mesi fa mi ha chiesto un favore. Siccome lui in quei giorni doveva recarsi in fiera per lavoro, mi ha chiesto se potevo andare a casa sua (ex casa nostra…) all’ora di pranzo perché dovevano consegnargli il televisore nuovo con tanto di impianto dolby surround. Il tutto mi avrebbe portato via poco tempo e quindi accettai volentieri.
Gli operai arrivarono puntualissimi, in pochi attimi piazzarono lo schermo e poi allacciarono l’impianto audio. Ora si trattava solo di verificare se tutto funzionava a dovere.
“Abbiamo qui una chiavetta per fare la prova audio e video, ancora pochi minuti ed abbiamo finito” mi disse il più anziano dei due.
Prendemmo posto sul divano e, non appena avviate le immagini, mi sentii raggelare.
Era una raccolta di video che io avevo fatto anni fa per Paolo!
Avrei voluto sprofondare.
“Ma questa è lei!” esclamò uno dei due.
“E’ vero, è proprio lei!” rispose l’altro “e guarda come si dà da fare la signora...”.
“Basta così!” urlai io “voi non siete dei tecnici e tutta questa messinscena è opera di quello stronzo di Paolo. E’ così?”.
“Effettivamente sì, sapevamo già del contenuto della chiavetta e Paolo le ha organizzato lo scherzo”.
“Uno scherzo? E a voi questo sembra uno scherzo? Prendete le vostre cose e andate fuori di qui!”.
“Un attimo solo” fa quello più giovane “adesso arriva il pezzo che preferisco, quello con i due tipi sul fiume...mi sono già segato una volta a guardarlo!”.
Effettivamente era un video girato da Paolo molto ben fatto dove io davo il meglio di me. Ero quasi per lasciarmi tentare da quei due finti tecnici, ma forse per orgoglio o forse per l’incazzo di essere stata presa in giro dal mio ex, ma mi alzai ed uscii di casa lasciando i due ancora lì seduti sul divano.
Me ne tornai in negozio un po’ frastornata dall’accaduto e forse anche un po’ dispiaciuta dal non aver approfittato dell’occasione. Squillò il telefono, era Paolo.
“Ma cosa ti è venuto in mente di farmi un numero simile, ti sei bevuto il cervello???”.
“Pensavo che avresti gradito, ho sentito i due ragazzi e mi han detto che te ne sei andata via incazzata...”.
“Certo che sono incazzata, sono incazzata nera! Ma come hai potuto?”.
“Dai, torna indietro, loro sono ancora là ad aspettarti”.
“Ma nemmeno per sogno, io da loro non ci torno!”
“Non erano di tuo gradimento?”
“Non è questo il punto, non sono loro il problema, il problema sei tu! In un’altra occasione avrei anche accettato un incontro a tre, ma la cosa che mi manda in bestia è che sei stato tu ad organizzare tutto senza nemmeno chiedermi se la cosa mi avrebbe fatto piacere o meno!”
“Scusami, hai ragione, ho fatto una cazzata. Anzi, abbiamo fatto una cazzata...”
“Abbiamo???”
“Beh, non avrei mai potuto farti una cosa del genere senza il consenso di Carlo”.
“Ah, lui lo sapeva?”
“Sì! Anzi, l’idea è stata più sua che mia...” disse ridacchiando.
Chiusi la telefonata in modo piuttosto brusco, ma non tanto per la cosa in sé, ma piuttosto perché i due si erano coalizzati.
Di nuovo squillò il telefono.
“Ciao amore, ho sentito Paolo, scusami tanto, non volevo farti arrabbiare...mi perdoni?”
“Non ti perdono affatto! E’ vero che sono quella che sono, ma non devi coinvolgere Paolo nel nostro rapporto.”
“Se avessi saputo che avresti reagito così non mi sarei mai permesso, mi dispiace veramente. Torni a casa?”
“Adesso no, sono arrivata in negozio, mangio qualcosa qui prima di riaprire e stasera facciamo i conti!”
“Come vuoi tu amore, a stasera...”
Entrai in negozio, tirai fuori qualcosa da sgranocchiare dalla piccola dispensa che abbiamo sul retro e poi mi chiusi in ufficio.
Squillò il fisso.
“Pronto?”
“Signora, mi scusi, ma lei prima se n’è andata lasciandoci chiusi dentro, ce ne siamo accorti soltanto ora che abbiamo finito di vedere il video...non è che può tornare ad aprirci?”
Cazzo, non mi ero nemmeno accorta di aver chiuso la porta a chiave!
“Datemi una decina di minuti e arrivo!”.
Percorsi la strada a tutta velocità, attraversai il centro e in men che non si dica arrivai sotto casa di Paolo.
Salii le scale velocissima, infilai tutta trafelata la chiave nella serratura e subito mi resi conto che non era affatto chiusa.
Era tutta una scusa per farmi tornare lì.
Sarei anche stata tentata di chiuderla veramente e di lasciare i due tizi blindati all’interno ed esitai a lungo prima di prendere una decisione...però entrai.
I due mi accolsero col sorriso stampato in volto. Erano ancora entrambi seduti sul divano, si spostarono leggermente di lato facendomi cenno di accomodarmi in mezzo a loro.
Richiusi la porta alle mie spalle e il più giovane dei due mi porse il suo cellulare.
“E’ per te, è Carlo in videochiamata...”.



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