tradimenti

Il viale


di forcuriosity
16.09.2021    |    24.424    |    8 9.9
"” “Purtroppo no” dissi io “di solito lavoro fuori provincia!” “Allora quanto ti dobbiamo? Avevi promesso di farci lo sconto”..."
Paolo (il mio ex marito) ed io eravamo piuttosto stanchi dal viaggio di rientro da Lanzarote. L’aereo atterrò a Venezia che era già sera e il bus navetta ci venne a prendere per poi accompagnarci al parcheggio lì vicino.
Quando fu il momento di pagare Paolo porse al titolare del parcheggio la sua carta di credito.
“Purtroppo non funziona, mi dà errore” ci dice il signore con aria dispiaciuta.
“Fa niente” risponde Paolo “paghiamo in contanti”.
Salimmo in macchina e, avendo solo stuzzicato qualcosina a pranzo, ad entrambi venne un certo languorino.
“Però abbiamo solo 20 euro in contanti e la mia prepagata è quasi a secco” gli dissi.
“Niente paura, ci fermiamo a fare un bancomat più avanti. Sicuramente era difettoso il pos del parcheggio, vedrai che sistemiamo tutto”.
Così ci fermammo al primo sportello che incontrammo sulla strada.
Scese solo lui e dopo un paio di minuti lo vidi tornare tutto agitato.
“Mi ha trattenuto la tessera...e adesso?”
“E adesso niente, torniamo a casa e lunedì chiami la banca, non è mica una tragedia!”
“Sì, però volevo mangiare anche qualcosa e fare benzina!”.
“Abbiamo ancora venti euro e per la benzina sono più che sufficienti, mangeremo una volta arrivati a casa...”.
Era proprio incazzato, imprecava e batteva i pugni sul volante come un bambino che fa i capricci.
“Dai, datti una calmata, rimetti in moto e torniamo a casa, non serve a niente mangiarsi il fegato”.
Intanto Paolo continuava con gli improperi e stava mettendo di cattivo umore anche me.
“Senti, non possiamo farci niente, tanto vale darsi una calmata e tornare a casa!”.
“Ma io non voglio tornare subito a casa, volevo restare ancora un po’ in giro!”
“Avevi qualcosa in mente di particolare?”
“Sì, volevo andare a cena e poi farci un giro, dicono che qui la zona sia abbastanza frequentata”.
“Sì, frequentata da puttane, non hai visto quante ce ne sono in giro?”
“Volevo portarti in un privee qui vicino, ho letto le recensioni e ne parlano bene!”
Ecco cos’era, il cornuto voleva farmi sbattere da qualcuno al club e sicuramente era così infuriato perché aveva anche già preso accordi senza dirmi nulla.
“Ok, però non ci possiamo andare, sarà per un’altra volta...”
E giù un’altra fila di bestemmie!
“Senti Paolo, non possiamo farci niente, è inutile continuare a star qui, metti in moto e andiamo!”
Raramente l’avevo visto perdere la pazienza così e sentivo che stavo per perderla anch’io…
Partì sgommando a tutta velocità, sempre imprecando e la cosa mi mandò su tutte le furie.
“Fermati!” gli urlai.
Si fermò dopo una cinquantina di metri, io uscii dall’auto e mi accesi una sigaretta.
“Quando ti sarai calmato ripartiamo, però adesso lasciami fumare in santa pace!”
E cominciai a camminare su e giù fumando nervosamente.
Finita la sigaretta ne accesi subito un’altra, ero agitata come non mai.
Una macchina suonò il clacson e il passeggero mi urlò qualcosa di incomprensibile.
“Dai, torna in macchina, che ti hanno scambiato per una puttana!”.
Per tutta risposta gli mostrai il dito medio.
Un altro clacson e stavolta la macchina rallentò.
“Quanto vuoi bellezza?”.
“Vaffanculo, non sono una puttana!”
E l’auto se ne andò via, ma subito dopo se ne fermò un’altra con a bordo due ragazzi giovanissimi.
“Quanto vuoi? Siamo in due...”
Paolo intanto stava telefonando e a gesti mi faceva cenno di risalire in macchina.
“Non salgo con due, lasciatemi lavorare in pace...”
No so perché risposi così, forse perché erano molto giovani e mi divertiva prenderli in giro.
“Se preferisci uno rimane qui ad aspettare così tu vai via con uno alla volta, quanto vuoi?”
Nel frattempo squillò il mio telefono, era Paolo che mi chiamava dall’auto.
“Allora, sali in macchina o pensi di star qui tutta la notte?”
Il ragazzo che sedeva sul lato del passeggero intanto si stava tirando giù la cerniera dei pantaloni.
“Sto parlando con i due ragazzi che si son fermati adesso, finisco di fumare e poi andiamo”.
“Allora si va?” mi chiese il giovane mentre ravanava dentro le mutande. Doveva aver frainteso le mie parole.
“Non ci hai ancora detto quanto vuoi...” incalzò esibendo un cazzo di tutto rispetto.
Richiamai Paolo.
“Aspettami qui che credo di aver trovato una soluzione...”
“Che soluzione?”
Mi allontanai giusto un attimo per non farmi sentire dai due facendo loro segno di aspettarmi un attimo.
“I ragazzi si sono offerti di darci dei soldi”.
Tornai verso di loro e, mentre osservavo da vicino il giovane che si masturbava, Paolo continuava la parlarmi.
“Come sarebbe a darci dei soldi?”.
“Fidati di me tesoro, saremo di ritorno tra poco...”
Salendo sull’auto dei ragazzi vidi chiaramente Paolo coprirsi il volto con entrambe le mani e scuotere vistosamente il capo.
Aveva capito la situazione, ma non gli diedi il tempo per obiettare.
“Insomma, ci dici quanto vuoi? Non abbiamo molti soldi...” disse quello alla guida mentre ripartiva.
Controllai dietro e vidi che Paolo ci stava seguendo a debita distanza.
“Quanto avete con voi?”
“Arriviamo sì e no a ottanta”.
“Li faremo bastare”.
“Ma tu cosa ci fai, bocca e figa?”
Non conoscevo certo questo tipo di trattative, però la cosa mi divertiva.
“A voi cosa piace di più?”
“Il culo, ma immagino che per quello chiederai di più...ci porti a casa tua?”
A quello non ci avevo proprio pensato, ma improvvisai.
“Eh no ragazzi, in casa costa di più, se volete lo facciamo in macchina”.
“Prima uno e poi l’altro?” mi chiese quello che si stava toccando.
Allungai la mano accarezzandoglielo e sussurrai “Come preferite voi”.
“A noi piacerebbe insieme, ma in macchina come facciamo?”
“Conosco io un posto qui dietro dove non ci vede nessuno!” disse l’altro e quasi istantaneamente mise la freccia e imboccò una strada secondaria.
Alla fine della strada c’era una palazzina in costruzione. Scendemmo dall’auto, oltrepassammo una specie di recinzione e subito ci infilammo all’interno.
I due rimasero a guardarmi mentre cominciavo a spogliarmi.
“Vi piaccio? Chi dei due vuole cominciare?”.
“E i preservativi?” fa uno dei due.
Cazzo, e chi aveva pensato ai preservativi?
“Maledizione! Ragazzi, scusatemi, ma devono essermi caduti dalla borsa nell’auto di un cliente...”
“E adesso come facciamo? Mica possiamo farlo senza!” sembravano proprio spazientiti.
“Cazzo, proprio a noi doveva capitare una puttana che perde i preservativi...”
“Calmatevi” dissi io inginocchiandomi “Una soluzione si trova sempre”.
“Ma noi volevamo scopare, mica un pompino!”
“Vi faccio lo sconto e potete venirmi in bocca, va bene così?”
Intanto anche l’altro ragazzo cominciò a tirarlo fuori ed entrambi mi si avvicinarono con i loro cazzi in mano.
Cazzi giovani, già duri come la pietra e quello alla mia destra era pure molto dotato...peccato non aver avuto i preservativi pensai tra me e me.
“Dai troia allora comincia a succhiare!”
A quelle parole mi sciolsi davvero.
“Volete toccarmi la figa?” chiesi loro.
“Sì, sentiamo come ti bagni, puttana che non sei altro!”
Io avevo già cominciato a succhiare entrambi, lentamente e in profondità, mentre loro mi penetravano con le dita figa e culo.
“Senti com’è bagnata, avevi mai sentito una puttana che si bagna così? A questa piace proprio!”
E non si sbagliavano affatto, ero eccitatissima!
Infatti raggiunsi l’orgasmo con loro che si guardavano increduli mentre mi affondavano a turno il cazzo in gola.
“Uno di voi me la lecchi, voglio godere ancora!” chiesi loro quasi supplicante.
Invitai uno dei due a sdraiarsi e mi accovacciai sulla sua faccia mentre ripresi a sbocchinare l’altro.
Ci sapeva fare con la lingua e, non appena mi penetrò il culo con non so quante dita, venni ancora. Venne pure quello davanti a me e il primo schizzo mi arrivò dritto in faccia.
“Bevi cagna, bevi!” gridò premendo la mia testa contro di lui. Ovviamente non me lo feci ripetere e non ne persi più nemmeno una goccia. Poi mi staccai da lui e, guardandolo dritto negli occhi, deglutii. Nel frattempo anche l’altro ragazzo si alzò e, masturbandosi selvaggiamente, si diresse verso di me. Feci appena in tempo a riaprire la bocca che subito cominciò a schizzare una quantità esagerata di sborra. Mi precipitai avida sul suo giovane cazzo e lo succhiai tutto fino all’ultimo schizzo. Deglutii tutto un’altra volta.
“Siete soddisfatti ragazzi?”
“Cazzo che figata! Ma batti sempre nella stessa zona? Domani sera torniamo...”
“Purtroppo no” dissi io “di solito lavoro fuori provincia!”
“Allora quanto ti dobbiamo? Avevi promesso di farci lo sconto”.
Già, ogni promessa è debito...
“Secondo voi quanto valeva questa marchetta?”
“Sicuramente più di quanto riusciamo a darti, sei stata bravissima!”
“Me li date cinque euro a testa?”
“Come cinque euro? Ci stai prendendo in giro?”
“Cinque euro a testa e mi accompagnate al primo distributore di preservativi...quindi fanno dieci euro più i goldoni”
Si misero a ridere come pazzi, increduli della mia richiesta.
Ci ripulimmo alla buona e risalimmo in auto.
Ancora continuavano a riempirmi di complimenti, di quanto brava fossi a far pompini e che una come me non gli era mai capitata finché non arrivammo alla farmacia. La macchina di Paolo era sempre poco dietro la nostra.
Il ragazzo alla guida scese a prendere una confezione di condom e me li porse insieme ai due euro di resto.
“Ti riaccompagniamo dove ti abbiamo caricata prima?”
“Sì!” risposi io.
Arrivammo esattamente dove mi avevano caricata, ma prima di scendere dall’auto mi sfilai perizoma e reggiseno e glieli lasciai in ricordo del nostro incontro. Erano talmente felici e increduli di così tanta generosità da parte di una puttana da strada, che non dissero nulla. Scesi dalla loro auto, mi diressi verso Paolo e gli chiesi di aspettare ancora un attimo.
Attraversai il viale e cominciai a passeggiare sculettando.
“Quanto?” mi chiese il primo a fermarsi.
“Cinquanta bocca e figa”
“E il culo?”
“Settanta!”
“Ok, andiamo...”.

Continua.











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