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I primi 50 anni


di Kominsky
20.12.2023    |    11.817    |    7 9.9
"“Ecco il mio saluto diverso” disse sorridendomi mentre mi stringeva tra le sue braccia..."
Mancavano due giorni al mio compleanno, 48 ore al giro di boa dei 50 anni e mai come allora mi sentivo
padrona del mondo e della mai vita: un marito che amavo, un meraviglioso figlio e un lavoro che mi rendeva realizzata. Eppure non immaginavo minimamente che di lì a poco sarei stata sconvolta dall’imprevedibilità degli eventi.

Quel giorno non so perché ma l’imminenza del mio 50esimo compleanno mi aveva fatto vestire per andare a lavorare in tenuta “da combattimento”: intimo sensuale composto da reggicalze, abito nero che segna i fianchi, spacco che fa intravvedere la calza nera e decolletè tacco 12 di vernice nera. Effettivamente una mise eccessiva per una che gestisce una profumeria ma quel giorno mi sentivo così, mi volevo gratificare con uno stato d’animo femminile.

Come se me lo fossi sentita, ad un certo momento della giornata entra un cliente che avevo conosciuto qualche giorno prima, aveva richiesto un essenza artistica, di nicchia ma avendolo esaurito l’avevo dovuto riordinare. Subito era nata una particolare empatia con Fulvio, questo era il suo nome, mi aveva colpito la sua informale simpatia. Improvvisamente non saprei dire perché ma sentivo un attrazione fisica insolita mai vissuta prima, una sensazione erotica e stimolante, epidermica.
Sul più bello della nostra conversazione entrò una cliente e Fulvio, per non disturbare mi saluta frettolosamente facendomi cenno che ci saremmo risentiti un'altra volta.
Dopo qualche minuto la cliente se ne andò e mandai un sms scherzoso a Fulvio:”Non si va via senza salutare, avrei sperato in un saluto diverso…” .

Era ormai ora di chiusura e mentre spegnevo le luci del negozio sentii aprire la porta, non feci in tempo a voltarmi che mi avvolse un abbraccio rassicurante, era LUI. “Ecco il mio saluto diverso” disse sorridendomi mentre mi stringeva tra le sue braccia.
In quel momento mi sentii rassicurata e allo stesso tempo eccitata. Lo fissai negli occhi scuri senza riuscire a proferire parola, mi aveva stupito piacevolmente.
“Se non hai impegni particolari vorrei invitarti a cena e festeggiare il tuo compleanno. Ovviamente se i tuoi doveri familiari te lo permettono”
“Mi fa veramente piacere” risposi emozionata “fammi avvisare casa”

Lui uscì per aspettarmi in auto e mentre chiamavo mio marito per avvisarlo del ritardo…beh feci un gesto senza pensare: tolsi il perizoma.

Cavallerescamente Fulvio mi aprì la posta della sua auto e un enorme mazzo di fiori era sul sedile “Questi sono per te” non smetteva di stupirmi.
Poi come posseduta e in preda ad un istinto non voluto, prima che accendesse l’auto gli presi il viso e guardandolo negli occhi avvicinai le mie labbra alle sue e lo guidai in un lussurioso bacio.

Mi sentivo felice mentre le nostre lingue si intrecciavano dolcemente, non stavo pensando a cosa stavo facendo, era la prima volta che tradivo mio marito e sapevo ciò che volevo senza nessun rimorso.

Aspettavo da tempo quel momento e mentre sentivo la sua mano insinuarsi attraverso lo spacco dell’abito, il suo tocco mi provocava una scarica intensa di adrenalina. Desideravo che continuasse la sua risalita per raggiungere la mia intimità ma si fermò improvvisamente, accese la macchina e partì senza proferire parola. Durante il viaggio gli presi la mano e la tenevo stretta come a volere rimanere ancorata al desiderio di essere posseduta, come volere bloccare il tempo in attesa di un erotico e trasgressivo epilogo.

Dopo poche centinaia di metri gli intimai di fermarsi, lui accostò quasi stupito; non fece in tempo a chiedermi spiegazioni che mi alzai mettendomi a cavalcioni sollevando la gonna e lo baciai. Dio quanto avevo voglia di sentire le sue labbra e avvolgere la sua lingua alla mia.
Sentivo la sua mano accarezzarmi l’inguine e con il palmo accarezzarmi dolcemente tra le grandi labbra oramai umide. Muovevo il bacino dondolandomi sulla sua mano eccitante lasciandomi andare ad un orgasmo tanto desiderato.
Il desiderio di averlo mi offuscava la mente e mentre cercavo di abbassargli la cerniera dei pantaloni lui mi prese la mano “Devi avere pazienza e non te ne pentirai, non ora” mi sussurrò nell’orecchio con voce calda e sensuale.

Non ricordo il tragitto ma ci fermammo in mezzo campagna davanti ad un casolare dalle cui finestre usciva una luce calda e rassicurante, entrammo e rimasi senza fiato: una sala meravigliosa con il camino acceso, la tavola elegantemente apparecchiata per due, il cestello con lo Champagne e la cena pronta in tavola.

“Tanti auguri di buon compleanno, questo è il biglietto di auguri prima del tuo regalo”
“Fulvio mi hai veramente stupita, non dovevi. Non oso immaginare cosa sarà il regalo!?”

Mi passò alle spalle e dopo avermi baciato dolcemente il collo mi mise una benda nera sugli occhi. Sentivo le sue mani accarezzarmi e fare scorrere la cerniera lungo la schiena fino a che l’abito cadde a terra.
Le sue mani forti e decise mi presero per i fianchi in una vellutata morsa e mi accompagnarono a sedermi sul divano di velluto, sentivo il suo caldo respiro sfiorarmi l’ombelico mentre scendeva sull’inguine, la sua lingua vellutata mi accarezzava l’interno coscia spostandosi lentamente fino a raggiungere il pube.
Con le mani gli accarezzai i capelli spingendolo a me per istigarlo a leccarmi, ero eccitata e irragionevolmente assetata di quel momento trasgressivo. Lo volevo, lo desideravo dentro di me a tutti i costi. Non mi era mai capitato nulla di simile ma quella situazione con Fulvio mi aveva sconvolto i sensi.

Stavo raggiungendo il culmine del piacere mentre lui mi assaporava il clitoride succhiandolo e passandoci la sua lingua. Non volevo che si fermasse, volevo godere all’infinito.
Adesso il gioco lo volevo condurre io: mi tolsi la benda dagli occhi e alzandomi con forza lo baciai sorridendo con gli occhi, lui capì al volo le mie intenzioni e non si oppose.
Mi misi in ginocchio sul divano appoggiando le mani alla spalliera “Scopami e prendimi per i capelli”, lui non se lo fece ripetere, lo sentivo scivolare dentro di me mentre con una mano mi teneva per i capelli e l’altra mi teneva un seno. Mi muovevo con il bacino mentre i suoi colpi, prima lenti e poi sempre più decisi mi riempivano di erotica lussuria. “Non smettere, fammi godere” non riuscivo più a trattenermi, io che difficilmente lascio trapelare le mie sensazioni, in quel momento stavo liberando tutta la mia voglia, voglia di lui.
Ecco, sentivo che stava raggiungendo l’orgasmo e senza aspettare un attimo mi girai afferrandogli con le mani il pene gonfio e violaceo per accoglierlo tra le labbra e sentire il suo piacere mentre inarcava la schiena appagato e sfinito.
Siamo rimasti in silenzio, uno di fianco all’altra, sentivo il suo profumo e l’ansimare del suo respiro. Gli tenevo la mano mentre con il viso sul suo petto ascoltavo il battito del suo cuore rallentare.
“Ti rendi conto che hai tradito tuo marito, non ti senti in colpa?” mi chiese
“No, non mi sento in colpa. E tu?”
“Siamo entrambi felicemente sposati e non dobbiamo rovinare i nostri matrimoni. Torna a casa e dimentichiamo tutto questo!”

Non l’ho mai dimenticato, fino a quando mio marito lo invitò una sera a cena ma questa è un'altra storia.


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