Il primo tradimento

Ho sempre vissuto il mio matrimonio con assoluta fedeltà, almeno sino a 6 anni fa, poi tra occasioni di avventure perse e conoscenza di colleghe e signore che manifestavano la chiara volontà di fare sesso mi sono deciso ad essere infedele.
Volevo raccontare il primo tradimento, così si chiama comunemente, anche se personalmente dal mio punto di vista maschile non lo considero tale. Credo, infatti, che il tradimento per un uomo sia qualcosa di diverso dalla semplice avventura, infatti, io sto bene con la mia compagna, ma spesso per svariati motivi il sesso tra noi avviene molto sporadicamente e quindi mi resta quella naturale voglia di farlo con più frequenza.
Quel giorno di circa 6 o 7 anni addietro, stavo andando in bici nel pomeriggio di un assolato e caldo giorno di luglio, per prendermi una pausa e gustarmi il fumo di un buon toscano, mi sono seduto su una panchina all’ombra sotto un bel platano ombroso e fresco. Ero lì da circa 10 minuti quando una signora sulla cinquantina molto pienotta e con un seno abbondante, mi chiede se poteva accomodarsi sulla panchina.
La signora telefona ed ovviamente ho modo di sentire quello che lei dice, la discussione verteva sul fatto che lei era stufa dei continui ritardi del marito ed anzi lo insultava in modo assai pesante dandogli del puttaniere perché lei sapeva dei soldi che spendeva in un certo locale. Chiusa la telefonata dopo qualche minuto mi chiede se da uomo frequentavo certi locali di spogliarello e che tipo di soddisfazione si provasse ad essere in quei posti. Preso un po’ alla sprovvista non sapevo cosa rispondere anche perché non avevo mai frequentato quel tipo di luoghi. Comunque si intavola una discussione tra me e lei sul fatto che gli uomini siamo dei porci mentre le donne devono sopportare tutto e non lamentarsi. Ovviamente da uomo cerco di prendere le difese della categoria cominciando a dire che anche le donne hanno i loro difetti e se un uomo diventa un “porco” nel senso che intendeva lei la colpa è certamente anche del comportamento della compagna. Dopo poco entriamo in confidenza e la discussione si sposta verso argomenti decisamente più piccanti, tra il dire ed il dire, mi viene spontaneo toccarle la mano ma non certo per secondi fini, lei non la ritrae, anzi avverto che le piace, e continuo a tenerle la mia mano appoggiata, e continuiamo a parlare quando, mi soffermo con lo sguardo insistentemente sul suo seno prosperoso, ed ora mi viene invece la voglia di toccarlo, lei si rende conto che sono attratto dalle sue tette abbondanti e mi porta la mano sul seno dicendomi che suo marito non lo apprezza che le dice che è grassa. A quel punto comincio ad eccitarmi eccessivamente ed il rigonfio del birillo tradisce questo mio stato, non indugio e tocco ancora di più quelle tette così abbondanti e morbide, mentre lei non si tira affatto indietro, anzi è piacevolmente eccitata dalla situazione creatasi.
Ovviamente non si poteva stare lì a continuare, così decidiamo di spostarci verso un luogo più tranquillo e riservato, chiudo la bici con la catena e con la sua auto ci dirigiamo verso l’interno della zona collinare in un boschetto ben riparato e chiuso.
Lì prendo a toccarle e soppesarle i seni li tiro fuori dalla camicetta e dal reggiseno, sono eccezionali con due bei capezzoli turgidi e rigidi comincio a succhiarli e leccarli con avidità, mentre lei sussulta e mi preme la mano sulla mazza apprezzandone l’erezione e la durezza. Poi la bacio in bocca con voluttà e comincio ad intrufolare la mano sotto la gonna facendomi varco tra le sue cosce che non oppongono alcuna resistenza, riesco ad insinuare un dito e toccarle la vagina umida e bagnata, poi mi porto il dito in bocca per suggere quel nettare delizioso, lei è sconvolta comincia a gemere, le sfilo le mutandine e comincio a leccare quella fregna così enorme e succosa ha due enormi grandi labbra carnose una piacevolezza da succhiare e leccare, sembra un fontana e tra mugolii e rantoli la vedo sussultare di godimento è felice ed estasiata, mi dice che mai suo marito le aveva leccato la topa, il suo sesso era solo la penetrazione solo un atto quasi meccanico. Si certo lei aveva un orgasmo a volte ma spesso restava insoddisfatta. A quel punto tiro fuori il mio membro, lei lo afferra con vera voluttà comincia a menarlo le piace sentirlo così duro in suo possesso, e dopo qualche menata lo prende in bocca e comincia con gusto a spompinarmi, io sono sempre più attratto dalle sue tette e mi diverto a giocarci facendole saltare e titillare i capezzoli, sento che continua a godere e gemere mentre mi spompina, così le chiedo se gli và di farsi penetrare, e cominciamo una cavalcata infuocata. Sembrava inarrestabile non sono riuscito a capire quanti orgasmi ha avuto, io ero ormai stanco, avendola montata per diverso tempo. Smetto di cavalcare e mi riporto alla sua figa con la lingua, mi piace molto leccare la figa, soprattutto quando è umida e pervasa degli umori dell’orgasmo la succhio e bevo con avidità quel miele che la irrora, e lei continua ad avere ancora orgasmi, un fiume in piena senza mai fine. Il tempo trascorre inesorabile, anche se avrei continuato ancora, e quindi bisognava andare, lei ovviamente capisce che io ancora ero con il cazzo duro ed ancora pieno e decide di farmi una sega per farmi venire, lo prende in mano e se lo struscia sulle tette alternando gustosi pompini sino a quando le esplodo sul seno tutto il mio succo caldo e vischioso, lei è estasiata continua a strofinarsi il cazzo sulle tette spalmandosi tutto lo sperma tra i seni e facendo ghirigori con la mia cappella sui suoi capezzoli.
Ogni tanto ci risentiamo ma tra i nostri impegni familiari i nostri rapporti non hanno mai la frequenza che tanto entrambi vorremmo avessero.