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Il vicino maghrebino


di maialazzo
22.05.2014    |    55.142    |    5 9.6
"Ma non capii se si riferiva alla scopata o al pompino..."
Avevo sentito più volte mia moglie, quando era in disparte con le amiche e pensava che io non sentissi, vantarsi delle dimensioni del mio cazzo. In effetti sono messo bene in quell'ambito, e lo so anche usare molto bene, ma la cosa mi stupiva sempre, perchè fra uomini non si fanno discorsi di questo tipo in genere, si vede che fra donne sarà diverso.... La cosa poteva essere anche simpatica, se non fosse che una volta è finita per metterci nei guai. Ma procediamo con ordine.
Da un annetto abbiamo come vicini una giovane coppia tunisina, con un figlio piccolo e la suocera. Lui è un traduttore in un'azienda importante, mentre lei è casilanga. Molte volte sentivamo urla e litigi arrivare dal loro appartamento, e abbiamo poi scoperto che é la suocera che, non più lucidissima, litiga tutto il giorno con la moglie. Fu proprio questo il motivo iniziale per cui mia moglie divenne amica di Aisha, la vicina appunto, ed anche il motivo per cui la loro amicizia cominciò subito con un certo livello di confidenza. Ogni tanto ospitavamo a cena lei e Ghaalib: il marito è un ragazzone sulla trentina, alto almeno 1,90, colorito scuro, rasato in testa ma con una folta barba nera tipicamente islamica. Lei invece, sempre con almeno un foulard sui capelli, è una ragazza un po' più giovane, carina e discreta, sempre composta e molto educata.
Fu proprio al termine di una di queste cene che, mentre io e Ghaalib stavamo fumando a tavola, sentii nuovamente mia moglie Vittoria sul divano raccontare ad Aisha le mie prestazioni sessuali e decantare le mie generose dimensioni: anche questa volta feci finta di niente, sperando che Ghaalib non avesse sentito. Finito di fumare ci sedemmo anche noi sul divano. Abbiamo uno di quei moderni divani "ad isola" e, mentre le donne erano sedute strette sull'isola appunto, che si estende davanti alla finestra, noi maschietti eravamo comodi sulla seduta principale.
Aisha, di punto in bianco, se ne venne fuori con questa frase
- Ghaalib, Vittoria ha detto me che lui avere grosso cazzo.
(lei non parla bene come il marito, ma se la cava)
Mi si gelò il sangue nelle vene: evidentemente la ragazzina non era pratica della privacy occidentale e non aveva capito che certe confidenze non si possono raccontare, tanto meno alla presenza del diretto interessato
- Ah sì, bene per Vittoria.
Rispose invece Ghaalib, evidentemente più a suo agio con le regole di protocollo.
Anche mia moglie era diventata rossa in volto, neanche lei si aspettava un'uscita del genere. La guardai con uno sguardo di rimprovero, al chè lei si indispettì e mi disse:
- Ebbè? che male c'è se è vero? Non ci credi? (Rivolto ad Aisha) Lo vuoi vedere?
- Ma sei fuori??
Intervenni io.
- No, dai, adesso glielo fai vedere, tanto siamo amici ed adulti, cosa vuoi che succeda?
Protestai ancora accesamente, ma oramai i coniugi tunisini si erano schierati dalla parte di mia moglie e mi incalzavano con le richieste, e avrei fatto la figura del bigotto se non fossi stato al gioco. Così, mal volentieri, mi alzai e andai verso le signore. Sentivo che il mio uccello non rispondeva, chiamato in causa in modo così estemporaneo, e lo feci presente a mia moglie. Lei rispose con aria maliziosa:
- Non ti preoccupare, ci penso io, so come fare...
Sempre seduta sul divano affianco all'amica, incominciò a sbottonarmi i pantaloni, e rimasi in mutande davanti a tutti. Poi mi palpeggiò il pacco da sopra gli slip, mettendo in evidenza per il pubblico come fosse bello gonfio di carne. Iniziavo a sentire qualcosa ma, data la stranezza della situazione, ancora nessun segnale di vita dalla zona. Allora Vittoria mi abbassò le mutande e mi ritrovai con il mio uccello moscio davanti a tutti: Ghaalib fece un commento nella sua lingua alla moglie. Non ne capivamo il senso, ma il tono era chiaramente sarcastico. Così Vittoria, punta nell'orgoglio, disse:
- Aspettate un attimo e vedrete!
Me lo prese in bocca, ancora così piccolo com'era, e cominciò a lavorarlo. Sarà stata la situazione strana o l'umiliazione appena subita, fatto sta che non cresceva. Poi mi accorsi che Aisha stava delicatamente accarezzando la schiena di mia mogli che mi spompinava. Si accorse che la osservavo, e piano piano si fece più audace, arrivando fino a toccarle i seni e a sfiorarle il collo. Questo mi eccitava! Avevo sempre avuto fantasie lesbo, e vedere un'altra donna toccare mia moglie, seppure delicatamente, mi faceva un certo effetto. Poco a poco il mio attrezzo cominciava a crescere: Vittoria, incitata dal risultato, ci mise ancora più foga e Aisha, vedendo che mia moglie non reagiva a suoi tocchi, si fece più intraprendente, massaggiando appieno le tette di Vittoria, che adesso emetteva anche dei piccoli mugolii, soffocati ovviamente dall'ingombro nella sua bocca. Lo estrasse di colpo, lucido di saliva, continuando a menarmelo: ormai era completamente turgido, e lei, con uno sguardo di trionfo nello sguardo, si rivolse verso Aisha:
- Hai visto che cazzo? Grosso vero?
E lo riprese in bocca, pompando con foga lungo l'asta. Avrei voluto fermarla, perchè oramai la dimostrazione era stata fatta, ma lei era troppo presa per fermarsi e io, che oltre a godermi il pompino mi stavo godendo un mezzo spettacolino lesbo, non me la sentivo di interrompere il gioco. Aisha adesso aveva una mano sulla passera di mia moglie, da sopra i pantaloni: Vittoria aveva allargato le cosce, evidentemente piacevolmente colpita dall'abilità dell'amica, e la lasciava fare, con gli occhi semi chiusi.
Aisha si rivolse allora al marito:
- Dai amore, fai vedere che anche te hai bello giocattolo!
Ghaalib non se lo fece ripetere due volte; in un attimo era in piedi affianco a me e si stava slacciando la cintura dei jeans. Si aprì anche la patta e la moglie gli infilò una mano dentro alle mutande. Vedendo però che aveva problemi ad estrarlo, Ghaalib si abbassò insieme pantaloni e mutande, e ad Aisha rimase in mano un pezzo di carne che sembrava uscito dalla macelleria: era già gonfio, anche se chiaramente non era pienamente in tiro. Era di colore più scuro del resto del corpo e si poteva già capire che era decisamente più grosso del mio. Aisha lo lavorava con una mano, senza togliere l'altra dalla passera di Vittoria, cercando di farlo crescere. Anche Vittoria adesso me lo stava menando, senza convinzione, perchè la sua attenzione era attratta dal pezzo di carne che maneggiava la sua amica. Aisha disse a mia moglie;
- Puoi toccarlo se vuoi, anche a lui serve mano per fare più grande.
Mi sarei aspettato più resistenza da parte della mia sposa, invece con la mano libera impugnò il cazzo del tunisino, mentre Aisha spostava il massaggio alle palle del marito, anche quelle degne di nota in quanto a dimensioni.
Di nuovo Aisha a mia moglie, parlandole sottovoce nell'orecchio, come a farle una confidenza:
- Vedi? Se tocca palle cresce prima...
Allora Vittoria lasciò la presa sul mio cazzo per andare a massaggiare le pallone di Ghaalib. Adesso che aveva le mani libera Aisha tornò a dedicarsi appieno al corpo di Vittoria, massaggiandole un seno con la sinistra ed infilandole la destra da sopra le mutandine, arrivando così a contatto con la passerina di mia moglie, che tranne me, nessuno aveva toccato da anni. Per la sorpresa Vittoria si girò verso Aisha, che ne approfittò per darle un leggero bacio sulle labbra. Ancora più sorpresa, Vittoria non reagì, e la tunisina questa volata le si attaccò con le labbra e spinse la lingua nella sua bocca. Nonostante stesse limonando con Aisha (e a me eccitava l'idea che la moglie di un altro stesse sentendo il mio sapore) Vittoria non smise di massaggiare le palle di Ghaalib e di masturbargli la poderosa asta. Quando le due donne staccarono le labbra, Aisha le si avvicinò di nuovo all'orecchio, sussurrandole non so cosa, ma mia moglie poco dopo si chinò verso quel pisellone e lo prese in bocca, assaggiando la sua cappella africana. Iniziò a muovere la testa avanti e indietro, facendo scorrere la mano, come battistrada, davanti alla bocca. Vedere la fede di nozze a contatto con il cazzo di un altro, per di più un cazzo così grosso e scuro, mi fece una certa impressione, ma era anche inebriante, come se non esistessero più regole... Intanto Aisha continuava con il suo lavoro di tocchi e parole su Vittoria, lei aveva preso il ritmo sul cazzo di Ghaalib, e questi se la godeva con una mano su un fianco e l'altra delicatamente appoggiata sulla testa di mia moglie: io ero rimasto escluso dai giochi, con il cazzo in tiro in mano. Mi spostai dall'altro lato per fare in modo di avvicinarmi ad Aisha che, capito il mio desiderio, me lo prese in mano e cominciò a menarmelo senza troppa convinzione. Ogni tanto riuscivo a comprendere qualcuna delle parole sussurrate a mia moglie: ".....tutto grosso cazzo.... brava, bene, così........lecca sue palle...." e in effetti Vittoria era passata a leccare e ciucciare le grosse palle di Ghaalib, ancora più nere del cazzo, molto più nere della pelle, continuando però a menargli l'asta, ormai fradicia, velocemente con la mano. A quel punto Ghaalib prese in mano la situazione: si arrotolò intorno alla mano una ciocca dei capelli biondi di mia moglie, la portò dietro alla nuca di lei, e guidò la sua testa ad imboccare nuovamente il poderoso bastone marrone. Il ritmo del pompino, adesso che lo dettava lui, era notevolmente più veloce, e Vittoria emetteva mugolii e suoni strozzati. Man mano la spingeva anche a prenderne sempre di più, sempre più in profondità, con rivoli di saliva che colavano dai lati della bocca di mia moglie, giù sul collo. Il lavoro di Aisha sulla figa di Vittoria era anch'esso più intenso adesso, potevo capire che le aveva infilato qualche dito dentro. Ghaalib continuava a spingerla incessantemente sul suo palo, fino a farglielo prendere quasi tutto in gola: i suoni che emetteva Vittoria a questo punto erano più rumorosi e decisamente più bagnati. Bolle di saliva le esplodevano ai lati della bocca, oramai aveva anche il petto bagnato dalle colate di saliva mista ad umori magrebini... Fu a quel punto, proprio quando stava provando a farglielo prendere tutto in gola, che la mia sposa cominciò a tossire convulsamente, ma oramai Ghaalib era partito ed iniziò a sborrare. L'azione combinata degli spruzzi di sborra nella bocca di Vittoria e i suoi conati di tosse si risolsero in una sorta di esplosione bianca che andò a spalmarsi sul ventre e sulla pancia del vicino. Non riuscì a fermarsi comunque, anche se iniziò ad imprecare in francese, e spruzzò ancora un paio di getti sui capelli e sulle spalle di Vittoria che si era chinata, piegata in due, per riprendersi. Quando Ghaalib ebbe finito di godere, si rimise il cazzone ancora duro nelle mutande, si rialzò i jeans e disse alla moglie:
- Dai cara, andiamo...
Lei accarezzò un po' la testa di Vittoria, le diede un bacio affettuoso sulla guancia, e si allontanò senza neanche guardarmi. Io, che avevo sperato di rimediare un pompino da una bella ragazza tunisina, avevo invece assistito all'abuso della testa di mia moglie da parte di un africano superdotato...
Appena Vittoria si fu calmata, si alzò, mi buttò sul divano e si infilò il mio cazzo in un sol colpo, a cavalcioni. Entrò senza problemi, la sua figa era bollente e fradicia. Aveva la faccia impiastricciata di umori vari e distinguevo nettamente l'odore pungente di sborra non mia nel suo alito e sulla sua pelle. Era completamente posseduta, non mi aveva mai cavalcato in quella maniera, era una furia! A quel ritmo non resistetti tanto, e le venni dentro, con lei che urlava e io che grugnivo.
Si accasciò con la testa sul mio petto e le chiesi:
- Ti è piaciuto?
E lei:
- Sì, tanto....
Ma non capii se si riferiva alla scopata o al pompino. Nei giorni seguenti però. avrei avuto modo di capirlo benissimo....

Continua...





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