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Inaspettato Campeggio cap. 2


di MagnusD
30.01.2017    |    14.508    |    2 8.8
"Il mio cazzo eretto era ad un millimetro dalla sua fica calda e aperta..."
Senza dire una parola ci incamminammo verso il nostro bungalow. Durante il tragitto lei mi lancio’ delle strane occhiate, che non riuscivo ad interpretare. Più volte ebbi l’impressione che stesse per dirmi qualcosa ma ogni volta pareva cambiare idea all’improvviso, e girava lo sguardo.
Quando finalmente arrivammo a destinazione, nella nostra stanza, si sedette sul letto e, con un gesto, mi invitò a sedermi accanto a lei. Mi fissava ora con un’espressione di sofferenza, quasi colpevole:
-Amore- disse – non hai ancora detto una parola, sei arrabbiato? –
Abbassai la testa, rimanendo in silenzio.
-Amore – insistette – ti prego parlami! Se sei arrabbiato lo capisco, ho fatto una cosa orribile! Ma non voglio perderti per questo, ti prego dì qualcosa! –
A quel punto alzai lo sguardo e, fissandola negli occhi, mi avvicinai al suo viso. Con delicatezza la baciai. Dopo un istante di esitazione lei rispose al tocco delle mie labbra. In un attimo l’iniziale tenerezza si tramutò in un bacio umido e passionale. Dopo diversi secondi lei si staccò e disse, con evidente sollievo e quasi sorridendo:
-Credo che questo significhi che mi perdoni, vero? –
-Non ne sono ancora sicuro – dissi poco convinto, rispondendo al suo sorriso.
– Per adesso so solo che ti amo da impazzire - conclusi.
Il suo sorriso parve allargarsi ancora, a divenire quasi luminoso
-Oh Amore… – disse abbracciandomi di slancio.
Rotolammo sul letto e mi trovai disteso di schiena, con lei sopra di me. Riprendemmo a baciarci con passione. Le mie mani le accarezzavano i capelli, la schiena, poi giù fino al sedere.
Ad un certo punto lei accostò le labbra al mio orecchi destro:
-Ma la sai una cosa … – disse con voce maliziosa, palesemente eccitata.
-Cosa… – risposi
-Da quando siamo rientrati ancora non mi sono lavata i denti –
Per un momento rimasi perplesso, il primo pensiero fu “eccheccazzo me ne frega”. Poi improvvisamente, con un brivido gelido dalla nuca fin lungo la schiena, realizzai. Non si era lavata i denti! Stavo baciando le labbra di mia moglie, che sapevano del cazzo di un altro. Stavo succhiando la lingua di mia moglie, che sapeva della sborra di un altro!
-Se vuoi che smetta basta che me lo dici – disse leccandomi l’orecchio con una passione tale da farmi quasi venire nei pantaloni all’istante.
-Lo senti il suo sapore, vero? Dimmi ti piace? –
Non risposi.
Mi afferro’ il mento con una mano, tenendolo con forza, e cominciò a leccarmi le labbra, le guance:
-E’ il sapore del suo cazzone amore, dimmi se ti piace dai! -
Continuavo a rimanere in silenzio e lei mi diede uno schiaffetto.
-Dai, dimmelo, voglio saperlo! –
Un altro schiaffo, questa volta un poco più forte.
-S..sì – riuscii a biascicare
Lei parve estasiata.
-Bravo il mio amore, vieni, ora te lo faccio sentire meglio – disse, e mi bloccò di nuovo il mento con la mano. Con studiata lentezza fece colare della saliva dalle sue labbra sin dentro la mia bocca.
-Ecco amore, assapora bene, senti il sapore … della sua sborra, mmh… -
Ingoiai. Poi, preso dall’eccitazione la strinsi e ripresi a baciarla con foga. Sulle labbra, sul viso, poi sul collo e da li cominciai a scendere verso i seni.
-Oh si amore così – diceva lei – baciami tutta, leccami! Ripulisci tutti i residui della sua sborra, mi fa impazzire –
Eravamo in preda ad un’eccitazione indescrivibile, non credo di averlo mai avuto cosi duro come in quel momento. Mia moglie se ne accorse e comincio’ a massaggiarmelo da sopra i pantaloni.
Cominciammo a spogliarci e in pochi istanti fummo entrambi nudi. Lei impugnò il mio cazzo e, cominciando a segarmi disse sorridendo:
-Wow, dovrei farteli piu’ spesso questi spettacolini, senti come sei duro –
-Ti piacerebbe amore? Ti piacerebbe vedermi di nuovo succhiare quel cazzone? – continuo’, sedendosi ora sopra di me. Sentivo distintamente il calore della sua fica, umida ed eccitata, a pochi centimetri dal mio cazzo.
Con la mano sinistra mi aveva afferrato i capelli mentre con la destra, sporgendosi lievemente all’indietro, mi massaggiava i testicoli.
-Dai, voglio sentirtelo dire, ti piacerebbe vedermi succhiare ancora il cazzone di Davide? –
- Non lo so amore – risposi – magari non proprio il suo, è troppo uno stronzo! –
Mi strizzo le palle cosi improvvisamente che potei solo esclamare un soffocato: “Ouch!”
-Risposta sbagliata amore! – disse – E’ vero che è un stronzo, ma ha un gran cazzo! Ti ho sempre detto che per me le dimensioni non contano, che tu mi bastavi. Chiamavo cazzone il tuo, ricordi? – disse a mezza bocca, quasi deridendomi.
-Beh – continuo’ – stasera ho capito che forse non è cosi’. Mi è bastato impugnarlo e sentirlo crescere nella mia mano. Quando poi mi sono avvicinata e ho sentito il suo profumo, l’odore di un vero maschio! Non è servito che mi toccasse tra le gambe, ero già bagnata! –
Non la capivo piu’, non capivo piu’ nulla. Pochi minuti prima mi guardava quasi sconvolta, preoccupata per il nostro amore ed ora, tenendomi letteralmente per le palle, cantava le lodi del cazzone di un semisconosciuto.
E poi, in un istante, realizzai distintamente che l’unico artefice di quel momento era in realtà il sottoscritto. Avevo sempre voluto vederla più…”troia”. Avevo sempre cercato, maldestramente, di spingerla a osare di piu’, e lei questo lo sapeva bene. Non avevo mai trovato la leva giusta ma, evidentemente, la situazione che si era creata aveva fatto crollare una diga da tempo logora e scalfita.
La mia inerzia, per lei, era stata solo la conferma finale.
Certo non avrei mai pensato che sarebbe potuta andare in questa maniera, che sarebbe stato cosi doloroso, sconvolgente, devastante. Ma al tempo stesso eccitante in maniera indescrivibile.
Un eccitazione nera, perversa. Come se ne volessi ancora ma al tempo stesso lo temessi.
Era un percorso a senso unico, me ne rendevo conto. Quando hai rotto le catene non si torna indietro.
Quando tua moglie tocca il cazzo di un altro, quando acquisisci lo stato di cornuto, lo sei per sempre.
Non si puo’ riparare, non si puo’ cancellare. Puoi solo sperare di trovare un nuovo equilibrio, come cornuto.
-Avanti amore – disse lei interrompendo il corso dei miei pensieri.
-Ho bisogno di sentirtelo dire, dimmi che lo vuoi, anzi – aggiunse quasi con perfidia - dimmi: “lo voglio!” come il giorno che mi hai sposata –
Sollevo’ lievemente il bacino, e si mosse all’indietro. Il mio cazzo eretto era ad un millimetro dalla sua fica calda e aperta. Non ne potevo piu’, era troppo! Avevo bisogno di averla.
Le misi le mani sui fianchi e tentai di spingerla verso il basso, ma lei oppose resistenza.
-Dillo! – insistette, ed io crollai.
-Lo voglio – esclamai e, questa volta con tutta la mia forza, la spinsi sul mio cazzo. Lei finalmente mi lascio’ fare. Iniziammo una cavalcata furiosa.
-Oh si, amore! Sì, sì…bravo - gemeva lei –Faro’ come vuoi tu, glielo succhierò ancora…oh si! E tu sarai li a guardarmi! Te la farai una sega per me vero? Sai quanto mi eccita –
-Si amore – risposi affannato – tutto quello che vuoi -
-Bravo il mio maritino, che si fa una sega guardando la moglie succhiare un cazzo piu’ grosso del suo! Il solo pensiero mi fa impazzire –
Aumento’ il ritmo della cavalcata.
-Vengo, amore! Vengo – urlo’, ed io venni insieme a lei, riempiendola con il mio seme.
Infine esausta si accascio’ sul mio petto e teneramente disse:
-Ti amo –
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