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Ninotto e la polacca


di Membro VIP di Annunci69.it TheWonderbull
17.12.2012    |    15.200    |    1 9.3
"Dovette ammettere con se stesso che con Geppina non aveva mai condotto una vita sessuale degna di tale nome..."
Alla fine anche queste sono delle serie riflessioni da fare.
Riporto integralmente il racconto dell'amico Domenico. Meditate gente, meditate.......


Ninotto attendeva impaziente l’arrivo di Nadia.
Ormai era diventato un appuntamento quotidiano a cui non avrebbe rinunciato per niente al mondo. Non la considerava una semplice abitudine, era qualcosa di più. Era la riscoperta di un mondo di cui si era completamente dimenticato. E sotto certi aspetti aveva trovato paradisi che prima di Nadia aveva solamente immaginato.
Sua moglie Geppina aveva contribuito, involontariamente, ma decisivamente, affinchè tutto ciò accadesse. Lui certo non se l’era andato a cercare. Di propria iniziativa mai sarebbe andato incontro ad una simile avventura. Insomma Ninotto aveva scoperto che all’età di settantatré anni possedeva ancora un uccello funzionante tra le gambe. Lui che con la moglie aveva smesso da più di dieci anni di avere rapporti intimi.
Da quando quest’ultima era diventata una fanatica bigotta e gli aveva definitivamente serrato le gambe e negato l’accesso alla figa, erano anni che sul sesso ci aveva messo una pietra sopra, prima di incontrare Nadia. Dovette ammettere con se stesso che con Geppina non aveva mai condotto una vita sessuale degna di tale nome.
In quaranta anni di matrimonio e tre figli lei gli aveva concesso solo scopate normali e tradizionali, quasi sempre nella posizione del missionario. Mai che gli avesse fatto un pompino, mai qualcosa di diverso e più stuzzicante, assolutamente niente. Si adagiava sul letto e apriva le gambe e lui glielo metteva dentro. In pochi minuti tutto era già finito lasciandogli solo un senso di impotente frustrazione.
Poi a seguito di una crisi religiosa lei aveva deciso di disertare i doveri coniugali e tutto era finito nel dimenticatoio come se in tanti anni il sesso tra loro non fosse mai esistito. Lui, diversamente dal fratello Romualdo, non era mai andato a puttane e non aveva certo intenzione di cominciare adesso per cui aveva deciso di chiudere definitivamente il discorso.
Improvvisamente come un fulmine a ciel sereno era arrivata Nadia.Era stato proprio grazie ai viaggi di Geppina che, preda di un delirio mistico avendo deciso di dedicare anima e corpo ai frequenti ritiri spirituali, che Nadia aveva cominciato a frequentare la casa di Ninotto. Geppina stessa l’aveva ingaggiata e le aveva dato l’incarico di recarsi in sua assenza a casa per accudire alle faccende domestiche alle quali Ninotto non sarebbe stato in grado di badare, con l’intento di evitargli di affogare nella sporcizia e nell’abbandono. In fondo la premurosa Geppina gli aveva procurato una badante poiché, da vecchio rincoglionito cui credeva che fosse, non era in grado di governare se stesso, figuriamoci la casa.
Nadia, quarantatré anni ottimamente portati, nativa di Riga una fredda cittadina della Lettonia, non era certo una ragazza in fiore ma neanche da buttare nel cesso e per lui che ne aveva trenta di più andava benissimo, e cosa fondamentale, aveva deciso di badargli in modo esclusivo e particolare. Tutto era cominciato per caso. Almeno era quello di cui era convinto Ninotto.
Era il quarto giorno consecutivo che Nadia si recava a casa per le quotidiane pulizie del pomeriggio. Cominciava dalla cucina per poi passare al salone e infine alle camere. Ninotto come al solito era in camera disteso sul letto che guardava la televisione. Era un pomeriggio caldo di fine luglio e nonostante l’aria condizionata sembrava che l’afa volesse attanagliare inesorabilmente gli occupanti della casa. Per l’occasione Ninotto aveva indossato un pantaloncino di cotone e una camicia di lino fresca e leggera. Mentre guardava sonnecchiando un dibattito politico, evidentemente registrato su un canale privato, sentiva il rumore prodotto dall’aspirapolvere e lo sfaccendare di Nadia che si dava da fare nella stanza attigua. Dopo pochi minuti la vide entrare in camera e con un sospiro si preparò ad alzarsi per lasciarle campo libero.
Mentre si sforzava per mettersi seduto sul letto e infilare le pantofole lei lo anticipò informandolo: “Tu non scende, tu non mi dà fastidio io posso lavorare lo stesso”. Prima di ricevere una qualsiasi risposta, Nadia già era al lavoro sfaccendando e passando l’aspirapolvere sotto il letto e per il resto della stanza. Le tette bene in vista, tenute su da un reggiseno a balconcino e una minigonna giro-passera avevano un effetto spettacolare su una donna della sua età e non passarono inosservati. Ninotto nel frattempo era ritornato nella posizione iniziale e col telecomando cominciò una rassegna dei canali a disposizione. Il torpore in cui era avvolto qualche minuto prima era immediatamente sparito e mentre la ragazza si abbassava ritmicamente per insinuare l’aspirapolvere negli angoli della stanza si accorse che i suoi occhi erano irresistibilmente attratti dalla forma tondeggiante del sedere di Nadia che occhieggiava dalla gonna esageratamente succinta.
Quello spettacolo si protrasse per un tempo che a Ninotto sembrò un’eternità. Nadia continuava imperterrita nella manovra con l’aspirapolvere come se ci fossero stati secoli di polvere da risucchiare e la cosa peggiore era che nell’eseguire quell’attività continuava a dare le spalle a Ninotto avvicinandogli sempre di più il sedere alla faccia fino a mostrargli un paio di profumate mutandine che occhieggiavano seducenti da sotto la sottile stoffa della gonna. Ninotto era anziano ma non era certo un imbecille. Nei suoi occhi azzurri un remoto piacere parve accendersi dopo anni di repressione, soffocato da una donna bigotta il cui fascino era pari a quello di un cubetto di ghiaccio con un buco al centro. E mosso forse più da un ricordo antico che da una reale necessità spostò la mano e la posò fra le natiche della donna.
Quando Nadia sentì la mano dell’uomo posarsi tra le sue cosce si girò come se stesse da tempo aspettando un segnale che finalmente era arrivato. Dai suoi occhi un bagliore di invitante lascivia parve sgorgare simile a una lava rovente fino ad investire l’uomo che, paralizzato e incapace di qualsiasi movimento, era completamente dominato dalla sua presenza. Lei cominciò a liberarlo dagli ingombranti pantaloncini che finirono scompostamente ai piedi del letto subito seguiti dalle mutande. Con mani esperte afferrò l’uccello floscio e cominciò a ciucciarlo. Al contatto col calore umido di quella bocca un brivido percorse la schiena di Ninotto ma anni di astinenza commista ad una intensa emozione uniti a quell’esperienza che per lui era a tutti gli effetti una prima volta non gli consentirono di raggiungere una erezione degna di nota. Il suo uccello raggiunse a stento un turgore da “mezza pasta” prima di emettere uno stanco fiotto lattiginoso, frustrando ogni possibilità di approfondire quella inaspettata occasione di piacere.
Nadia sorrise soddisfatta. Il primo passo era compiuto. Ora bisognava rassicurare il paziente e tutto sarebbe filato liscio come l’olio. Aiutò l’uomo a ricomporsi poi avvicinandosi con l’aria di chi è depositario di segreti misteriosi e arcani gli sussurrò: “Tu non ti preoccupa, io te aiuta con pillola miracolosa”. Poi aggiunse: “ Tu dare soldi per comprare. Prossima volta io porta”. Ninotto mise mano al portafoglio e scucì due banconote da cinquanta euro. Da quel momento, senza che nemmeno se ne rendesse conto, ci sarebbero stati una lunga serie di esborsi a scopo terapeutico per aiutare una virilità sopita dal tempo e dalla incuria di una moglie diventata troppo precocemente assente.
Ed era proprio questo che stava pensando Ninotto quel pomeriggio mentre Nadia lo cavalcava. Una moglie precocemente assente. Con l’aiuto di una pilloletta azzurra dagli effetti miracolosi e grazie alle abili mani di Nadia, Ninotto aveva raggiunto erezioni che sfioravano il “duro da culo” che alla sua età, e nelle sue condizioni, rappresentavano un record se non addirittura un miracolo. E mentre Nadia gli ballava sul cazzo a ritmo di samba si accorgeva di esserle entrato talmente in profondità fino a toccarle il fondo. Erano secoli che non provava un simile senso di estasi. Anzi se proprio voleva essere sincero con se stesso era la prima volta in vita sua che si faceva una chiavata degna di tale nome.Dopo quindici minuti di intenso e frenetico pompare, durante i quali Nadia aveva raggiunto già due orgasmi, finalmente esplose in una eiaculazione violenta e abbondante tale da sentirsi sconvolto da un piacere mai prima provato.
E fu, in quel momento, che la porta di ingresso si aprì..............
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