L' inganno

E’ una tarda mattina d’estate, non troppo calda, una di quelle giornate nelle quali gli uccelli cantano e non si avvertono macchine per la strada.
Sono sdraiato su delle lenzuola, candide, che risplendono di luce solare proveniente dallo squarcio fra le tende.

C’è una leggera brezza nell’aria, la finestra è aperta. Un alito di vento sposta dei biondi capelli che nascondono occhioni verdi colmi di passionalità e mistero. Il suo viso abbronzato svetta su di me . . . Non so chi sia. Il suo odore è inebriante.

Delicatamente decido di spostarle i capelli che il vento le aveva fatto finire sulle labbra, lei mi afferra il dito con i denti e comincia a mordicchiarlo, è un dolore sopportabile e piacevole.

Lentamente il suo viso mi si avvicina sempre di più, mi poggia il naso sulla fronte, mi odora i capelli, appoggia la bocca sui miei occhi, mi bacia il lobo e mi sussurra qualcosa nell’orecchio che non riesco a cogliere per la particolarità del momento. Sono già dentro di lei, percepisco la sua eccitazione, la sua intimità sembra incastrarsi perfettamente con la mia.

La sento respirare affannosamente, le mie dita poggiate sui suoi fianchi vanno sopra e sotto per carezzare la morbidezza dei suoi fianchi, dopo di che cominciano a premere e ad addentrarsi nella sua carne. Nel frattempo i suoi denti mi provocano dolore all’orecchio e la mia bocca si contorce in una smorfia di lamento.

Aumentiamo il ritmo, il calore, la sudorazione . . . Sento di essere quasi a quel punto, ma voglio distrarmi per godere di quella fortuna ancora per un po’. Penso: Perché proprio a me, perché lei, perché in quel momento, cos’è successo questa notte?

Poi d’un tratto mi torna in mente l’episodio precedente, e cerco di ricordare cosa mi aveva detto prima, ma proprio non ci riesco. Allora con tutta la disinvoltura necessaria provo a chiederle: “Cosa mi avevi detto?”

Ma come risposta non odo parole, la sento ansimare e soffocare delle urla nel mio collo, i suoi muscoli contrarsi e stringermi ancora di più, vedo la sua testa piegarsi all’indietro, gli occhi chiusi. I miei sensi stanno per godere della massima sensazione di piacere.

Improvvisamente riavvicina la bocca al mio orecchio e cerco di focalizzare l’attenzione su ciò che dirà, questa volta capisco eccome . . . Con le labbra spalancate mi urla:

Driiiiiiiiiiiiiin!!! Sveglia: Sono le 7.