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Prendo Coscienza... Sono Una Porca


di coppiaestero
30.06.2020    |    4.724    |    8 7.6
"Di che sfida parli?”- -“Adesso caccerò fuori il mio cazzo, e mi masturberò davanti a te, tu dovrai solo guardare, è questa l’unica condizione che ti pongo…..."
Ero la confidente di Maria, 35 enne, bella, timida, mai fidanzata; mi confessava le sue paure, i suoi desideri, le sue speranze, le sue ansie, sapeva che di me poteva fidarsi.
Un giorno, fremente mi ha sussurrato –“Ho conosciuto un ragazzo, anzi un uomo”- È subito scappata via ed è tornata a trovarmi all’ora del the'. Su facebook aveva conosciuto un uomo che le piaceva e che la voleva conoscere.
-“Sa scrivere tante cose belle, è fico ed è veramente un bell’uomo. Vuole qualche mia foto intera, e dice che vuole venirmi a trovare. Non so come comportarmi ma non gli manderò nessuna foto, non voglio problemi e mi raccomando, non voglio che qualcuno della mia famiglia lo venga a sapere”-
Finalmente dialogava con un uomo. Le ho detto che faceva bene a non inviare foto e l’ho anche ammonita di stare attenta, perché molte donne hanno avuto delle fregature, conoscendo dei veri e propri delinquenti.
Per mesi, è venuta a confidarsi, a volte raggiante di gioia ed a volte con viso triste, a seconda del colloquio avvenuto con l’uomo dei suoi sogni.

All’inizio di giugno. -“Viene.. viene a conoscermi, dice che è innamorato di me e vuole incontrarmi”- Di rimando le ho raccomandato di incontrarlo in luogo pubblico. -“Non essere ingenua e non andare in posti solitari”-. Stai tranquilla, sarai tu stessa a decidere perché -“Mi devi accompagnare tu”-.
-“Sei pazza? Io non posso accompagnarti, vai tu e stai attenta”- le ho detto.
-“Non ti puoi tirare indietro, devo avere una scusa per uscire, devi venire anche tu con me, sei l’unica amica che ho e soprattutto l’unica di cui mi posso fidare. Dai.. non mi puoi lasciare sola proprio adesso. Vieni a prendermi alle 20.00 e diremo che andiamo ad una riunione per organizzare una festa. Se ci sei tu con me i miei non sospetteranno nulla”-
- “Maria, non mi puoi chiedere questo, dovete parlare di cose private e non posso esserci io di mezzo, e poi cosa dico a Mario?”-
-“Non ti preoccupare, passa a prendermi alle 20.00”-.
Mi aveva messo di fronte al fatto compiuto. Non potevo lasciarla sola. Non mi sono sentita di dire una bugia a mio marito e gli ho detto che dovevo fare da “paravento” a Maria che aveva conosciuto un uomo che voleva conoscerla. Mario conoscendo Maria, mi ha rincuorato dicendomi di andare da lei, per sostenere ed aiutare la nostra amica.

La sera ho conosciuto Valerio, un bell’uomo sui 38 anni, alto circa 180, fisico asciutto ma non magro, labbra carnose ed un bel sorriso. Siamo andati al parco insieme ed hanno incominciato a parlare, ridevano passeggiando. Non potevano parlare di cose intime in mia presenza e per tale motivo camminavano a 20 passi prima o dopo di me ed io mi vergognavo, apparendo ai passanti come una donna sola, ed incominciava a farsi tardi. Finalmente, erano già quasi le 23.00, siamo rientrati a casa. L'ho avvisata che non sarei più andata ai suoi incontri anche perché mio marito poteva non darmi il permesso di uscire.

La sera successiva alle 18.00 mi ha telefonato implorandomi, perché solo di me poteva fidarsi, e mi ha detto di non preoccuparmi di restare da sola, perché un amico di Valerio mi avrebbe tenuto compagnia mentre passeggiavamo. Non ho potuto replicare ed ha chiuso.
La sera abbiamo incontrato Valerio e il suo amico Peppe che ci avevano aspettate nei pressi della gelateria. Peppe, h=170 , un poco in sovrappeso, occhi azzurri e furbi, non era un bell’uomo, ma era allegro, simpatico e di buona compagnia.
Abitava a 15 km, dal nostro paese e, dopo aver preso un gelato, siamo andate verso la loro macchina decidendo di allontanarci per evitare di sentirci addosso gli occhi dei compaesani.

L'imprevisto
Maria e Valerio sui sedili anteriori ed io e Peppe dietro, eravamo nel silenzio imbarazzato che segue la prima conoscenza, quando un improvviso e brusco movimento della macchina mi ha fatto cadere un pezzo di gelato sulla camicetta. -“Accidenti!”- Ho gridato, guardando senza muovermi il gelato sulla camicetta. Peppe, è intervenuto a toglierne il grosso con un fazzoletto pulito, e poi, inserendo una mano nella scollatura, ha cercato, bagnando il fazzoletto con della saliva, di eliminare del tutto la macchia. Il dorso della mano sinistra è venuto a trovarsi a diretto contatto col mio capezzolo, e nonostante la spontaneità e l’istintività del gesto, mi ha dato un violento ed inatteso brivido di piacere. Peppe deve essersene accorto perché il capezzolo ha reagito indurendosi. Mentre cercava di eliminare la macchia di gelato, ha mosso il dorso della mano sul seno accarezzando il capezzolo, facendomi arrossire, conscia della improvvisa e inaspettata eccitazione. Ci siamo messi tutti a ridere, rompendo così il ghiaccio del disagio dei primi momenti di conoscenza. Mi ha aperto lo sportello e siamo entrati in casa senza immaginare minimamente che la mia vita stava per subire una svolta definitiva.
Un bel salone con due divani e nel centro della stanza un tavolo di legno massiccio molto grande. Seduti intorno al tavolo scambiavamo le solite frasi e ad un tratto Maria e Valerio sono spariti in una delle camere dell'appartamento, credo, per avere un poco di privacy e potersi scambiare qualche bacio.
L’ATTACCO
Peppe mi ha guardato negli occhi, si è avvicinato a me mi ha preso per gli omeri, e con tono vibrato, lento, deciso, mi ha detto –“ sei bona, sei bellissima, hai un viso angelico fantastico, ma dentro sei una grande porca e a letto devi essere bollente, ti voglio vedere godere mentre ti muovi sul mio cazzo piantato in figa”-
-“Ma che dici stronzo! Come ti permetti?- Gli ho detto, allontanandolo con decisione da me, con una spinta. Senza scomporsi ha continuato dicendo: -“Ho notato come ti sei infiammata, di eccitazione, quando ti ho sfiorato il seno. Ti ho immaginata mentre seduta sul cazzo te lo frulli in figa e mi hai fatto avere una erezione pazzesca"-

LA SFIDA
Tu sei una bomba sessuale, ed io ti voglio dimostrare che ho ragione e per questo motivo ti chiedo di accettare la sfida”- Mentre diceva queste parole si avvicinava lentamente al mio viso facendomi sentire il suo odore di maschio che mi faceva rimescolare il sangue facendomi avvertire delle contrazioni spontanee della vagina eccitata. Un uomo appena conosciuto, stronzo, rozzo, insignificante, volgare, mi faceva vibrare intimamente e fremere come una foglia alla fredda brezza del mattino. -“Cretino!... Di che sfida parli?”-
-“Adesso caccerò fuori il mio cazzo, e mi masturberò davanti a te, tu dovrai solo guardare, è questa l’unica condizione che ti pongo… devi guardare, devi vedere come il mio cazzo diventa duro e gode del piacere di essere sotto il tuo sguardo, e se non ti verrà la voglia di toccarlo, stringerlo, e accarezzalo, io non insisterò più nel volerti prendere in figa e fartelo annusare, leccare, succhiare e gustare fino in fondo in gola, e poi ficcartelo dentro la figa per farti godere da vera porca, perché a te il cazzo ti farà impazzire di piacere”-

Senza parole.
Detto questo, senza aspettare il mio consenso, con gesti lenti e sicuri ha sganciato la cintura dei pantaloni, ha abbassato la cerniera lampo, e con un solo gesto ha allargato i pantaloni abbassandoli insieme ai boxer, regalandomi la vista di un fantastico, duro e nodoso bastone di carne. Ha incominciato ad accarezzarlo a mano aperta, col centro del palmo della mano, lentamente, partiva dall’apice e giungeva ai coglioni mostrandomeli nella loro volgare bellezza, li alzava come per valutarne il riempimento, ripeteva la stessa carezza esternamente ed internamente alternando il palmo e il dorso della mano. I movimenti erano lenti e il cazzo acquistava dimensioni inimmaginabili pulsando da solo in risposta a quelle carezze. Mi parlava suadente, con voce bassa … –“Guarda, guardalo... vedi come si è alzato ed è diventato duro per te? Tu sei bella. Come puoi trascurarlo? Non vedi come brama e desidera la carezza delle tue splendide dita? Desidera te, tu sola lo puoi soddisfare. Tu lo vuoi, non aspettare oltre, avvicinati a toccalo, senti il suo calore, vuole essere tutto tuo per darti piacere e farti godere, dai vieni a toccarlo, vieni!”-

LA RESA
Volevo fargli vedere che si sbagliava su di me, non volevo dargliela vinta e non volevo perdere la scommessa. Inizialmente l’ho guardato per accettare la sfida e dimostrargli che ero una brava ed onesta donna che rispettava se stessa ed il marito. Questo e’ stato il mio errore. Col passare dei minuti mi sentivo ipnotizzata da quella vista, la bocca lentamente si era riempita di saliva ed il mio corpo vibrava di un tremito indefinito di piacere. Le sue parole, sensuali, complici, dette a bassa voce, hanno fatto effetto e senza rendermene conto ho allungato la mano per sentire la durezza e la sierosità del bastone diabolico, lui mi ha lasciato fare, ha allontanato la sua mano lasciando a me il piacere di trastullare quella splendida creatura. Era la prima volta che toccavo il cazzo di un altro uomo.
Mi appariva viva, invitante, attraente e mi chiedeva di volergli bene, di conoscerlo in ogni minimo particolare, a partire dalle sporgenti venature che lo rendevano un randello vivente, e dalla gocciolina di liquido che si era affacciata dalla sua boccuccia… mi sono avvicinata per gustarne il sapore, era dolce ed asprigno, di sapore piacevole e selvaggio.
Dove era finita la brava ragazza? Per un attimo mi è venuto in mente mio marito. Dove erano finiti i buoni propositi e dove era finito mio marito e mio figlio che adoravo?

La mia è stata una resa completa, mi sono impadronita di quel cazzo, stringendolo duro nella mano, masturbandolo dolcemente a due mani e passandolo dalla bocca alle mani, in tutta la sua lunghezza. Con le labbra e la lingua, ogni volta arrivavo a gustare le goccioline che uscivano dalla boccuccia arrossata e lo lavoravo come avevo visto fare a lui e lo masturbavo istintivamente con le mie labbra carnose, mentre con la bocca cercavo, senza riuscirci di ingoiare i suoi grandi testicoli. Mi ha fatto giocare a lungo con la sua stupenda mazza, in silenzio, senza fare commento, senza fare nessun movimento, eccetto quelli spontanei, dovuti al pulsare naturale del cazzo la cui eccitazione, partendo dai coglioni, arrivava alla cima, fino alla boccuccia rosea. Mi ha detto, rompendo il silenzio, che ero una splendida porca che per troppo tempo aveva represso i suoi istinti e che adesso poteva e doveva liberare la sua vera natura. Mi ha tolto la camicetta macchiata leccandomi le tette con tocchi leggeri, che mi davano brividi di piacere che si diffondevano a tutto il corpo, passandoli da destra a sinistra da sotto a sopra. Mi prendeva dolcemente i capezzoli tra le labbra e con dolcezza li spingeva fuori accarezzandoli con la lingua. Vibravo tutta, ormai ero pronta a dare tutto a quell’uomo che avevo appena conosciuto.

Mi baciava il viso e passando a sfiorarmi il collo, con le labbra e con un pizzico di lingua. Mi ha dato bacetti delicati sulle guance, strisciando verso l’alto con il labbro inferiore, sugli occhi e intorno alle orecchie e poi agli angoli della bocca, infine ha poggiato le sue labbra sulle mie e la bocca che d’incanto si è aperta offrendosi totalmente ad un intreccio di lingue che mai avevo provato con tanta libidine.

Era la mia anima che passava verso quell’uomo, vibravo e sentivo il bisogno di essere presa, posseduta selvaggiamente, ho perso ogni residuo di resistenza e gli ho chiesto senza ritegno di possedermi, di farmi sentire e capire quanto ero zoccola e gli ho anche detto che da quel giorno ero la sua porca e poteva fare di me quello che voleva. Mi ha di fatto strappato le mutandine e, facendomi sedere sul bordo del tavolo a cosce larghe e, abbassatosi, mi ha leccato e baciato l’interno delle cosce dirigendosi verso la vagina infuocata senza raggiungerla, poi aprendomi con le mani, ha raggiunto il mio clitoride e con pochi e decisi tocchi ho raggiunto un orgasmo fantastico, coronato da sensazioni bellissime perché aspirato il clitoride in bocca, lo colpiva con la lingua all’interno della sua bocca dandomi sensazioni indicibili.

Quando mi sono calmata un poco mi ha baciata e poi mi ha ridato il suo duro bastone in mano, ed è tornato ad occuparsi della mia figa e, dopo averla baciata e succhiata direttamente sulla vagina, ha inserito dentro una lingua esperta che ha fatto vibrare di piacere persino il mio utero. La mia libidine era al massimo, gli ho chiesto di prendermi, di farmi sua, mi sono stesa sul tavolo, a gambe larghe offrendogli, senza pudore, la vista della mia figa desiderosa di essere violata. Ha preso il cazzo in mano e lo ha diretto nel centro del fiore, ha allargato dolcemente i due petali, per penetrare in vagina ed occuparla per intero, fino all’utero. L’ho tenuto dentro, entrambi immobili, per gustarne la nodosità e la pulsazione delle vene che deliziava le pareti della vagina infuocata.
Quando il miele già cominciava a colare all’esterno, ha incominciato a muoversi, lentamente, per regalare alle pareti della mia vagina la percezione tattile di tutto il suo cazzo, solo quando io ho incominciato ad emettere un lento e prolungato ululato da lupa in calore ha deciso che dovevo godere e sbattendomi con un movimento sussultorio ondulatorio mi ha fatto esplodere l'orgasmo, partendo dall’interno verso l’esterno portando al cervello uno scintillio multicolore che doveva essere nato direttamente dal bing bang dell’Universo.

Vibravo ancora, lo stringevo a me chiamandolo amore, lo stringevo tra le mie gambe come per non lasciarlo più. Il suo cazzo non mollava, era sempre duro ed è stato quello il momento in cui ho visto sul suo volto un ghigno diabolico, mi ha sollevato e mi ha messo con la pancia sul tavolo ed i glutei ben esposti, mi ha sbattuto il cazzo in figa con colpi magistrali poi lo ha estratto, mi ha aperto con le mani le mezze lune delle natiche ed ha avvicinato la punta del nodoso bastone, strusciandolo sull'anello grinzoso che mai aveva ricevuto un corpo estraneo, poi lo ha frullato sulla mucosa del culo e quindi in un sol colpo ha violato l'oscuro pertugio facendomi emettere un grido sordo perché non potevo urlare il dolore del momento. Mi ha placcato col suo corpo, mi ha accarezzato le spalle, le natiche e la testa e perfino le tette, lasciando il cazzo fermo in profondità, mi ha detto: -“Sei una cagna in calore che non si limiterà a prendere un cazzo alla volta... presto mi chiederai due cazzi per riempirti il culo e la figa”-
Le sue parole aumentavano la mia eccitazione e quando è stato sicuro che mi ero rilassata e abituata all'ingombrante presenza, tutto piegato sul mio corpo, prima con molta delicatezza e poi sempre più energicamente mano a mano che il mio nuovo piacere aumentava, ha incominciato ad incularmi dandomi un piacere contro natura mai provato.

Era un piacere nuovo, diabolico, bellissimo; ho allungato, dietro di me, dietro di lui le mani per tirarlo su di me, per spingerlo più dentro e godermi per intero la lunghezza del bastone del piacere. Mi ripeteva che ero una porca in calore e che mi avrebbe fatto prendere un cazzo in figa ed uno in bocca, ha allungato le mani sul mio clitoride e con quella stimolazione ho incominciato a godere un immenso orgasmo anale, allagandomi mentre anch'egli dava colpi lunghi e profondi e grugnendo come un porco alla monta ha sborrato riempiendomi il culo di sperma caldo che facendomi sentire ancora più troia mi ha dato il piacere finale.
E' rimasto addosso a me, con il cazzo imprigionato dal mio sfintere anale, finché un rumore proveniente da una delle camere ci ha riportati velocemente alla realtà. Ho rapidamente rimesso le mutandine buttate per terra ed ho infilato la camicetta. La mia amica l’avevo completamente dimenticata, mi ero data ad un uomo conosciuto solo poche ore prima, avevo conosciuta la mia vera natura di porca in calore e mentre sentivo lo sperma scendere dal culo bagnandomi le mutandine, è tornata la mia amica che si è scusata per averci lasciati soli. Le ho detto che non era un problema e che noi avevamo parlato di tante cose, nascondendole che ormai non ero più “la brava ragazza” che conosceva fino a qualche ora prima. Ora ero una porca in calore che aveva scoperto la sua vera natura, che certamente non si sarebbe fermata a quell'unica esperienza. Quel giorno ho preso coscienza di essere una vera porca che vuole gustare il cazzo di tutti i colori e di tutte le dimensioni, in tutti i modi possibili ed immaginabili.

cuckold211, Gay Campania
Racconto molto bello nel quale si mettono in evidenza quei momenti in cui una donna, anche se non più libera, si sente intrigata al punto di voler cogliere il momento. Le condizioni narrate sono, a volte, sfruttate dai mariti come strategia per indurre la moglie, dichiaratamente riluttante, a vivere la trasgressione. Per quanto mi riguarda, pur riconoscendo il primato del sesso fatto sotto gli occhi del compagno, sia per il piacere del lui che della lei, non ho mai voluto porre limiti all'autodeterminazione di mia moglie nel cogliere o meno il momento, perché è innegabile che capiti, ma basta rivivere l'avventura estemporanea tra le braccia dell'amato coniuge. 3 anni fa

69codroipo69, Singolo Emilia Romagna
Complimenti ai vostri racconti ho letto i capitoli, tutto d'un fiato e fino al decimo capitolo ad ogni capitolo ho sborrato come un cane.. Scrivete veramente bene e le atmosfere ti si proiettano prepotentemente nel cervello davvero complimenti!
Gli ultimi capitoli non mi piacciono ma per un gusto mio personale, bellissima comunque l'interpretazione dei ruoli e la conclusione del racconto che ci "stava tutto"!
Bravi bravi bravi 1 anno fa
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