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Lui & Lei

A proposito della cena di Natale


di Membro VIP di Annunci69.it Eloise
25.01.2024    |    580    |    10 9.8
"Ma la cena di Natale, con un buon vino, con lui che mi dice che sto bene con i tacchi e mi ci sento anche molto bene, con le nostre mani intrecciate mentre..."
“Oramai ho imparato a conoscerti”, mi dice lui, “lo sento che sei indecisa se andare o meno. E sai bene che è quello di cui hai bisogno”.
Gli prometto che ci dormirò sopra e lo faccio.

Il pomeriggio successivo, quando imbocco l'autostrada sento già l'adrenalina.
L’ho voluto io questo incontro natalizio, volevo il mio regalo, la mia scopata di Natale, vestirmi elegante, le autoreggenti, nere, velate, che non mettevo da una vita (me l’aveva proposto lui: “perché non metti le autoreggenti la prossima volta”), il tacco, la gonna (si, ok, ammetto che la scelta del tipo di gonna non è stata azzeccata, avrei dovuto sceglierne una più pratica da togliere o per scopare, ma mi piaceva!), il trucco, ma solo sugli occhi.
Prima di partire ho ripassato la matita nera sugli occhi, mi piace molto l’effetto; un trucco estremamente semplice, essenziale, ma mette in evidenza quello che penso sia un mio punto di forza: i miei occhi ed il mio sguardo.
È una delle prime cose che nota appena salgo in macchina, mi dice “sei truccata, stai bene!”.
Mi piace questo complimento.

Mette in modo e ci allontaniamo dal parcheggio del supermercato.
Ho scelto io di vederci li, so già dove sta andando o almeno lo immagino, io andrei nello stesso posto e so che su alcune cose siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
Per me quel posto verso il quale ci stiamo dirigendo ha un significato importante, rappresenta una tappa, un rito di passaggio.

Lui era piuttosto carico, smaniava, aveva molta voglia e quanto lo sento che ha così voglia ci faccio apposta a prendermela con calma a slacciargli i pantaloni; vorrebbe fare da solo, ci metterebbe la metà del tempo, è impaziente ma mi impunto, voglio fare io, mi piace vedere quella sorta di sua sofferenza anzi insofferenza per la mia lentezza perché fatico a capire come si slaccia la cinta, ci sono i bottoni o la zip e poi c’è la cintura dell’auto; ok la tolgo anche io.
Nel frattempo, mentre lui guida, senza cintura e io gliel’ho già preso in bocca, prego sempre di non fare qualche incidente; già me li immagino i titoli dei giornali oltre i casini da gestire!

Raggiungiamo il posto, nota i tacchi, le calze velate, mi dice “ma allora le hai messe veramente!”, è estremamente compiaciuto mentre mi accarezza la coscia velata.
Rimango solo con le autoreggenti e la gonna, salgo sopra di lui, ma la gonna è troppo ingombrante e scomoda, la tolgo, che impresa!
Oggi non voglio cavalcare più di tanto, oggi ho voglia di altro, voglio essere scopata e basta, fino allo sfinimento.
Quindi dopo qualche affondo da parte mia, giusto per fargli capire quanta voglia ho, scendo da sopra di lui e mi giro; lo sento entrare, sento solo, non vedo, lo sento più volte rallentare, uscire, ha troppa voglia di venire, scomodo ma intenso.
Mi sfonda ma è quello di cui quel giorno ho bisogno, sono stati giorni stressanti e quello è l’unico momento di pausa che ho da almeno due settimane, l’unico momento di relax, l’unico momento con del sesso come dio comanda.

Oggi ho bisogno di quel tipo di sesso o meglio di quell’esperienza.
Del sesso in auto, di lui che mi viene sulla schiena, di lui che mi fa venire con le sue dita, di noi che facciamo sesso in quella posizione scomoda, mi piace anche se non posso vederlo ma lo sento, eccome se lo sento, mi riempie completamente, i finestrini appannati, sudiamo mentre fuori è freddissimo; di noi che finito il sesso ci abbracciamo e rimaniamo a parlare, discorsi allucinanti, confessioni, mentre ci accarezziamo, mentre con la sua mano accarezza la mia gamba con le autoreggenti ancora su, mentre lui di nuovo diventa duro, io salgo sopra di lui mentre è seduto sul sedile di guida, lo cavalco con calma, con tutta la calma del mondo, come se stessi assaporando qualcosa di assolutamente delizioso, in effetti è quello che sto facendo, assaporare, poi mi fermo, scendo, ci riabbracciamo, è tardi, dobbiamo rivestirci ed andare, che natale è senza una cena!
Gli prometto un pompino post.

Ma la cena di Natale, con un buon vino, con lui che mi dice che sto bene con i tacchi e mi ci sento anche molto bene, con le nostre mani intrecciate mentre continuiamo con le nostre confessioni, finisce prima del previsto, ricevo una chiamata, devo fuggire, prima del dolce, prima di fargli quel pompino in auto come promesso.

Tutto quello che abbiamo fatto in quella serata, oltre a farmi stare bene, mi ha fatto sentire molto più donna, una sensazione meravigliosa, non è da tutti riuscirci, è il risultato di tanti fattori.

E mentre corro in auto con ancora il suo odore tra le narici, con ancora la sensazione delle sue labbra morbide, metto il rossetto, in auto, mentre vado a 140 in autostrada.
È stato un bel regalo di Natale che mi sono fatta ma gli devo un pompino! Segno!
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