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Lui & Lei

La mia storia con G 4: ceduta ad un amico, in doppia con loro


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
17.11.2023    |    4.393    |    8 9.6
"Come sempre più spesso succedeva lui le disse come doveva vestirsi, meglio come non dovevo vestirsi..."
Non era più tornato sulla richiesta di condividerla con uno dei suoi amici, ma, in compenso, lei soddisfaceva ogni suo desiderio. Con il passare del tempo il loro rapporto aveva assunto tinte quasi sadomasochiste; era evidente il piacere di lui nel tormentarla, ma le sue reazioni ai maltrattamenti subiti erano di altrettanto indubbia soddisfazione. O forse, come delle volte pensava, ‘quel cazzo’ le piaceva troppo, e pur di farselo infilare da qualche parte era disposta a subire qualsiasi cosa.
Avevano invitato a cena, come altre volte, una coppia loro amica. Come sempre più spesso succedeva lui le disse come doveva vestirsi, meglio come non dovevo vestirsi. Gli piaceva esibirla, lo eccitava che gli altri uomini la guardassero e la desiderassero. Indossava pertanto una gonna aderente che terminava molto sopra il ginocchio, chiusa su un lato da un laccio a zig zag che attraverso uno spacco di cinque centimetri metteva in bella evidenza la coscia affusolata. Sotto non portava nulla. Una camicetta annodata sotto il seno consentiva di apprezzare le sue splendide tette che non avevano bisogno di alcun sostegno; attraverso il tessuto sottile spuntavano i grossi capezzoli.
Della coppia invitata venne solo l’uomo, la donna ebbe un improvviso impegno di lavoro. Era un bell’uomo di quarant’anni, alto e prestante; la guardò attentamente
‘Sei più bella del solito! Non fossi già impegnata, ti farei la corte’
Per tutta la cena non le tolse gli occhi di dosso. Doveva stare attenta quando serviva in tavola: appena si chinava in avanti la camicia si apriva, e contemporaneamente la gonna si alzava lasciando le cosce scoperte fino quasi all’attaccatura delle natiche. Sapeva di avere un bel culo, e sentiva gli sguardi dei due fissi su di lei
Al termine il suo uomo si trovò senza sigarette ed uscì per comperarle. Le sembrò di cogliere uno strano sguardo tra i due amici, ma non ci fece caso. Si diresse in cucina per gli ultimi lavori. Era davanti all’acquaio che sciacquava i piatti prima di inserirli nella lavastoviglie quando avvertì un movimento dietro di sé.
Sentì una mano estranea infilarsi sotto la gonna cercandole il culo, cercò di divincolarsi, ma l’uomo con la mano libera le entrò nella scollatura, le prese un seno e lo strizzò, finchè smise di opporre resistenza.
‘Sei una bella porcellina che non porta biancheria così sei sempre pronta per una bella scopata; lui mi ha detto che ci saresti stata, ma che ti piacciono le maniere forti’.
‘Smettila, tornerà da un momento all’altro’
‘Non credo farà nulla, anzi mi darà una mano’
Le mise una gamba tra le sue costringendola a divaricarle, sentì che era nudo
Era forte ed esperto. Le sue mani la esplorarono tastandola e pizzicandola.
Le divaricò le natiche tra pollice e medio cercando con l’indice il suo buchetto, e infilandovi la punta.
‘Hai proprio un bel culo, stretto stretto, da aprire’.
Il laccio che sorreggeva la gonna fu rapidamente snodato; la trascinò sul divano, mettendosela di traverso sulle ginocchia.
La sculacciò per il gusto di farlo. Non riusciva a difendersi mentre sentiva il cazzo di lui crescere per l’eccitazione e premere contro il suo addome. La costrinse a girarsi torcendole un braccio dietro la schiena, le aprì la camicetta: la sua quarta misura e i grossi capezzoli eretti erano esposti alle voglie di lui. Le prese un seno per volta, palpandolo energicamente per poi succhiare e mordicchiare il capezzolo. Si divertì ancora con le tette palpandole e schiaffeggiandole, eccitato dalle sue grida e dai tentativi di liberarsi.
‘Hai le tette sode come il culo, il tuo uomo non mente’
‘Anche questo sono duri’ disse, dedicandosi ai capezzoli. Li stringeva tra le dita, li torceva, li tirava.
Spostò la sua mano lungo l’addome scendendo finchè non raggiunse il pube, lo accarezzò, le mise la mano tra le cosce, una lieve pressione sul braccio le fece capire di aprirle.
‘Sei un po’ asciutta, ma non per molto. Lecca’
Le mise due dita in bocca perché gliele bagnasse. La penetrò
‘Bella figa’
‘Porco!’
‘Rigirati, e mettiti in ginocchio’ le ordinò; un attimo di incertezza le costò una dolorosa strizzata al seno.
Aveva il suo cazzo davanti agli occhi, era grosso, molto grosso, molto più grosso di quello cui era abituata
‘Succhialo, dice che sei brava, che ti ha insegnato bene. Fammi sentire solo le tue labbra e la tua lingua, niente mani’
‘Non ci penso neanche”
Le prese le tette, una per mano, iniziando una lenta, progressiva, dolorosa azione di mungitura che si interruppe solo quando sentì la sua lingua lambirgli il cazzo.
In quel momento sentì aprirsi la porta di casa. Iniziò a trarre un sospiro di sollievo che interruppe subito.
‘Vista da qui sei splendida! E’stata brava?’
‘Abbiamo appena iniziato. Avevi ragione su tutta la linea. Tette e culo sono una favola. Convincerla con le maniere forti è piacevole’
Sentì il suo uomo muoversi dietro di lei, capì che si stava spogliando. Le sue mani la accarezzavano, le sue dita cercavano i suoi punti sensibili, sapeva dove cercare: fu quasi un riflesso automatico, quel cazzo che aveva in bocca doveva essere soddisfatto. Lo leccava e lo succhiava, le sue gote si gonfiavano, la stava scopando in bocca. L’altro non ebbe alcuna difficoltà a entrarle nella figa pronta ad accoglierlo; i due uomini non dovevano essere nuovi a queste esperienze perché si sincronizzarono rapidamente andando dentro e fuori di lei a ritmo alternato e sempre più sostenuto. Non resistette molto, sopraggiunse un primo violento orgasmo.
‘Te l’avevo detto che ti sarebbe piaciuto, due fanno godere il doppio di uno’
‘Ma noi siamo ancora all’asciutto, e poi mi hai promesso che posso averla come voglio’
‘Ogni promessa è debito. Inizio a preparartela’
‘Voglio farlo io’
‘Sarà una bella esperienza, Come ti ho detto con lei sembra sia sempre la prima volta’
‘Questa sarà l’ultima’
‘Vado a prendere i campanelli’
”’?’
Erano due pinze a coccodrillo da attaccare ai capezzoli, unite da una catenella cui erano appesi dei campanelli.
‘Porgimi le tette’
Lo fece senza obiezioni, una smorfia di dolore le comparve sul viso quando i morsi delle pinze la strinsero.
‘Facciamola suonare, comincia tu’
La prese per i fianchi, la sua calda vagina accolse subito il nuovo ospite. Le sue poppe generose ondeggiavano al ritmo dei colpi profondi che erano loro trasmesse; i campanelli tintinnavano.
‘Apri bene la bocca, troia!’
Si ritrovò ancora presa tra i due cazzi, con fitte di dolore e piacere che dalla punta delle tette risalivano al cervello.
Quasi non si accorse dei pollici che prima singolarmente e poi insieme le entrarono nell’ano.
Le sfilò il cazzo dalla figa e cominciò a strofinarglielo fra le natiche; con un movimento involontario lei si inchinò in avanti, sollevando così il culo, quasi ad offrirglielo. Ormai erano tre le dita che la frugavano, ruotando e scavando in profondità.
Dalla donna provenivano gemiti che sembravano più di dolore che di piacere
‘Lasciale la bocca libera, voglio sentirla mentre la sfondo. ‘
Le fece sentire la punta pronta a farsi strada
‘A te piace il cazzo, vero? Oggi ne prendi una dose extra, e alla fine mi dirai grazie’
‘Fai piano, è troppo grosso’
‘Hai il più bel culo che abbia visto da molto tempo in qua. Il tuo uomo ha ragione, un tesoro come questo va apprezzato e condiviso con gli amici.’
Lei si girò verso il suo uomo
‘Sei un maiale, sono la tua donna, non la sua’
‘Sei mia e ti do a chi voglio per farci quello che vuole. Vederti sbattere da un altro mi eccita, ma ho visto che non è dispiaciuto neanche a te. Sei venuta facilmente, ma ora viene la parte più bella’
‘Ora glielo rompo’.
La prese per i fianchi e cominciò a spingere, lei non poteva fare nulla, resistere avrebbe peggiorato il dolore.
Emise un unico prolungato urlo, sentì il culo che si apriva indifeso sotto la spinta di quel cazzo che non pareva avere mai fine; le sembrava di essere trafitta da un ferro rovente.
Si fermò un minuto lasciandola impalata e senza fiato, uscì da lei completamente, guardandola; quando vide che lo sfintere cominciava a contrarsi la penetrò ancora, violentemente. Ripetè l’operazione più volte e ogni volta godendo delle sue urla; quando vide che entrava senza fatica fece segno all’altro di rimetterle il cazzo in bocca; iniziarono una doppia scopata con i campanelli che suonavano all’impazzata.
Le sembrava, quando il cazzo le affondava nel culo, di sentirlo arrivare al diaframma, quasi volesse incontrarsi con quello che le veniva infilato in gola. Il suo corpo era puro oggetto di godimento dei due uomini. Era una gara a chi durava di più; lei venne più volte; il suo uomo le riempì la bocca mentre l’altro, solo dopo averle devastato il culo, la inondò con il suo seme.
‘Vai di là, intanto faccio vedere il tuo siparietto su internet. Poi ricominciamo’
L’ordine era partito dal suo uomo, Giorgio; assieme ad un suo amico, Carlo, se l’erano appena scopata riempiendole la bocca e il culo con i loro umori. Era alla sua prima esperienza a tre: aveva avuto conferma della sua indole masochista, scoprendosi inoltre tendente a una buona dose di troiaggine; non avrebbe saputo diversamente spiegarsi come aveva potuto godere tanto con un cazzo estraneo che le aveva sfondato così dolorosamente il culo. Avrebbe dovuto sentirsi offesa ed umiliata: era stata presa con la forza ed usata per dare piacere e divertimento, ed invece era venuta più volte. Aveva ancora le pinzette che le mordevano i capezzoli: collegate con una catenella a cui erano appesi dei campanelli che avevano tintinnato sonoramente sotto le spinte trasmesse dai due uomini. Le rimosse sperando di non dovere subire qualcosa di peggio dopo; quel ‘ricominciamo’ poteva avere molti significati
Giorgio e Carlo entrarono nello studio; accesero il computer e si portarono su di un sito dove donne o coppie esibizioniste potevano pubblicare foto a contenuto libero.
‘Dove c’è ricerca per nome digita Pattytits e dimmi se riconosci la protagonista’
Era una serie di oltre cento immagini di una donna talora sola, talora con un uomo, censurati elettronicamente sul volto.
Lei doveva essere sui trentacinque anni, una bella figura snella, forse un metro e sessantacinque: le prime foto mostravano uno strip tease al termine del quale si potevano ammirare due tettone belle sode, una quarta misura piena, sormontate da capezzoli impertinenti circondati da ampie aureole scure, rilevate.
Il culo, rotondo, provocante, sovrastava due gambe snelle dalle cosce affusolate. Una scritta con il rossetto diceva ‘PRENDILO E’ TUO’
La figa era parzialmente depilata, restava un ciuffettino biondo. Sul pube un’altra scritta ‘IL CAZZO QUI E’ SEMPRE BENVENUTO’
Una seconda serie di immagini era centrata su particolari di quello splendido corpo, era lei ad offrirsi alla fotocamera.
Era lei a prendersi in mano le tette, a giocarci, a tirarsi i capezzoli. Era lei genuflessa che si apriva le natiche per farsi ammirare il culo e la figa. Era lei inginocchiata a gambe aperte che si faceva un ditalino.
Un’ulteriore serie di immagini la faceva vedere mentre giocava o veniva penetrata con ogni genere di oggetti: candele, cazzi finti, zucchine, vibratori, dildi.
Nell’ultimo gruppo di foto compariva un uomo, sempre lo stesso che la scopava liberamente. Lo si notava mentre con le dita la frugava nella passera, oppure la preparava per incularla; nelle aperture libere infilava di tutto.
Sulle natiche si vedevano i segni inconfondibili di robusti pizzicotti, oppure il colore di energiche sculacciate.
I capezzoli venivano tormentati con mollette da bucato, fermacarte di metallo, pinzette a coccodrillo cui talvolta venivano agganciati piccoli pesi.
Molte foto facevano vedere la sborra dell’uomo che colava dalla bocca, dal culo o dalla passerina, oppure schizzata sul viso, tra le tette, sulla schiena.
‘Che te ne pare?’
‘Chiunque sia è una gran figa, oltre ad essere una gran troia’
‘Attento ”
‘Quel culo è inconfondibile; è lei. Vero? ‘
‘Ti piace? Te la vuoi sbattere ancora? Te l’avevo detto che era fantastica. Secondo me è nata così’
‘Così come?’
‘Troia! O, come le dico, carne per cazzo’
‘Chiamala’
La chiamò ed arrivò subito, indossava solo una camicetta sbottonata.
‘Carlo ti vuole’
‘Vieni qui, siediti sulle mie ginocchia’
Se la mise di traverso sulle gambe, e le mostrò il computer
‘Bella porca che sei, quando Giorgio mi raccontava cosa ti faceva non ci credevo’
Mentre parlava le aveva divaricato le cosce, e con due dita aveva iniziato a stuzzicarle la passera
‘Mi ha costretta”
‘Costretta? A vederti non sembri costretta. Guarda ora, basta toccarti è sei già bagnata’
Le dita erano dentro di lei e come al solito i capezzoli eretti la tradivano.
‘Sei porca, e basta’
Giorgio le si avvicinò, le girò la testa così che avesse la bocca davanti al suo cazzo
‘Prendilo’
Lo prese fra le mani, la lingua correva abile dalla punta alla base, lo leccava tutto intorno, soffermandosi sulla cappella, scoprendola.
Quando lo sentì più rigido se lo infilò in bocca usando così sia le labbra che la lingua
‘Mmmmhh, sei una succhiacazzi coi fiocchi!’
‘Falla provare anche me, egoista!’
La misero in ginocchio, un cazzo in ogni mano: mentre ne segava uno succhiava l’altro, alternandosi fra loro. Si erano impadroniti delle sue tette che venivano palpeggiate, schiaffeggiate, munte e strizzate. I capezzoli venivano schiacciati tra le dita, torti e tirati. Le sbattevano i loro uccelli sul viso, eccitati.
La bocca sempre occupata le impediva di emettere altro che inintelleggibili mugolii.
La misero a pecorina: se la scopavano a turno, un po’ per uno, quando stavano per venire si davano il cambio; se ne avevano voglia o bisogno glielo infilavano in bocca.
Il suo uomo si stese supino sotto di lei, il cazzo pronto: la impalò, attirandola poi verso di sé così che il culo fosse ben esposto alle voglie del suo amico.
Questi le divaricò le natiche, si chinò e cominciò a leccarla, infilando la punta della lingua nel buchetto ancora leggermente aperto.
Il cazzo che lavorava la figa e la lingua che titillava il culo non tardarono a provocare i loro effetti sotto forma di un ondeggiamento dei fianchi e di un crescente gemito di piacere
‘Sei già pronta a farti rompere il culo un’altra volta, il cazzo ti piace proprio’
‘Continua con la lingua, ma aspetta, mi fa ancora male, per piacere’
‘Giorgio mi ha offerto il tuo culo e due cazzi insieme non li hai mai presi, te li faremo piacere’.. Sentiamo se sei pronta’
Non le diede neanche tempo di rispondere; si bagnò con la saliva due dita della mano e subito la penetrò fino alla nocche con indice e medio, girando e rigirando la mano, divaricando contemporaneamente le dita. Cercava di divincolarsi ma era bloccata
‘Che bel culo che c’è qui, vuole proprio essere riempito: sei quasi pronta’
Entrò anche un terzo dito mentre con la mano libera la pizzicava e la sculacciava.
‘Ti stai aprendo proprio bene: ora sei pronta’
La divaricò ancora le natiche, appoggiò la punta dell’uccello sul buchetto dischiuso e spinse, affondando dentro di lei, incurante delle sue urla.
Giunti alla seconda scopata potevano durare più a lungo; Giorgio mentre le sfondava la figa si divertiva con le tette: tenendone una per mano; le strizzava, oppure le mordicchiava i capezzoli, tumefatti e dolenti.
Carlo le entrava e le usciva dal culo con un cazzo che sembrava ogni volta più grosso, ogni volta più lungo, ogni volta più duro: lei cedeva progressivamente sotto quei colpi impietosi sempre più aperta e accogliente.
Era alla sua prima doppia penetrazione, i due cazzi separati solamente dalla sottile parete vaginale sembravano quasi fusi in un unico strumento
‘Giorgio..Carlo, bastaaa, vi prego!!’
‘Che culo fantastico, più urla e più mi eccita’
‘Sculacciala’
‘E’ bello sodo ”
‘Un colpo tu, una strizzata io’
Le arrivò una manata piana sul culo nudo, seguita da una violenta strizzata alle tette ; poi ancora sul culo, e ancora sulle tette. Culo e tette, tette e culo.
E i due cazzi dentro di lei
Giorgio la conosceva bene, sapeva che sarebbe esplosa; sentiva le tette inturgidirsi tra le sue mani
‘Ti basta?’
‘Mmmh’.’
‘Troia!’
‘Dai’.ancora’
La accontentarono come chiedeva, aveva perso ogni controllo; si scambiavano fra loro, facevano a gara a chi dava i colpi più forti, a chi la faceva urlare di più.
Venne un’ultima volta, mentre due fiotti caldi la riempivano contemporaneamente nella figa e nel culo.
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