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incesto

Patty porcellina in erba 04


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
04.05.2018    |    47.007    |    6 9.4
"Frugava nella mia figa, cercò il clitoride e lo prese tra due dita - che troietta che sei, è gonfio di piacere – Lo strinsi - Marcooo, basta – Strinsi..."
Arrivammo al parcheggio prima del molo, Gianfi chiuse la moto
- Sono pochi minuti a piedi Patty, Marco dovrebbe essere già li –
- Dove ha trovato la barca? –
- E’ il motoscafo di un suo amico, niente di particolare, una piccola cabina e spazio per prendere il sole –
- C’è qualcun altro oltre a noi? –
- Credo suo fratello, dovrebbe avere più o meno la tua età –
- Non credo di conoscerlo –
- Neanche io –
Intanto che camminavamo mi aveva posto una mano sotto al vestito sul culo nudo
- Toglila, non ho niente sotto –
- Penseranno tu porti il tanga, cuginetta; comunque ha proprio un bel culetto….-
- Grazie! –
- Lo zio di Marco, oltre a scoparti, cosa ti ha detto? –
- Che finchè non ho finito la prima scatola non sono coperta, la pillola è sicura dal secondo ciclo -
- Lui però ti ha presa lo stesso! –
- Mi ha detto che è sterile –
- Lo sarà diventato, Marco ha due cugini, ti ha presa in giro –
- Comunque è un maiale –
- E tu? –
Mentre me lo diceva mi palpava il culo
- Mi ha costretta! –
- Come ti costringo io adesso a farti palpare. Patty sei una porcellina, una porcellina obbediente –
Eravamo arrivati all’ormeggio, Marco e un ragazzo ci aspettavano seduti a prua del motoscafo; il ragazzo dimostrava 16 anni, moro, fisico un po’ minuto, bene abbronzato.
- Salite; lui è Enrico, mio fratello, loro sono Patrizia e suo cugino Gianfi –
Marco liberò il motoscafo e uscì agevolmente dal porto
- Mettetevi in libertà
- Marco, Patty non ha niente sotto, ha lasciato tutto da tuo zio –
- La solita….; vai sotto probabilmente ci sarà un costume da qualche parte –
- Si Marco –

Entrai nella piccola cabina cercando un costume; in un cassetto trovai qualcosa, ma non andava bene. Uscii.
- Marco, non c’è niente che mi vada. Resto così –
- Allora resterai nuda –
Tornai in cabina e mi misi quello che c’era

Sapevo cosa c’era in cabina e quando Patty salì un po’ mi immaginavo come sarebbe stata. Ma era ancor meglio e l’espressione di mio fratello era di per sé esplicita. Patty aveva un corpo splendido, non alta, ma tutta curve. La parte superiore del bikini, in realtà poco più di due triangoli, non riusciva che a coprire molto parzialmente le tettone, una quarta sicura. La pelle candida strabordava da tutti i lati e i capezzoli spuntavano decisamente sotto il tessuto. La parte di sotto le copriva appena la passerina, i peli biondi uscivano di lato e sopra. Il culo rimaneva sostanzialmente scoperto
- bel costume Patty, anche se penso non ti servirà a molto oggi – le disse con un sorrisino ironico dandole contemporaneamente una pacca sul culo
Si stese a pancia sotto sull’ampio spazio a prua a prendere il sole
- se non ti metti un po’ di crema ti scotterai, tra il vecchio e il nuovo costume c’è una bella differenza di copertura –
- non ho niente con me –
- Enrico, vai sotto c’è un flacone da qualche parte –
Enrico tornò poco dopo con il flacone in mano
- Ti dispiace se Enrico ti mette la crema? –
- no, dietro non ci arrivo –
- spalmale la crema soprattutto dove la pelle è bianca, senza risparmio –
Enrico si inginocchiò a cavalcioni delle gambe, all’altezza delle cosce
- slacciale il reggiseno, sennò resta la riga bianca, poi parti dalle spalle e scendi –

Patty era distesa sotto di me, praticamente nuda.
Le misi un po’ di crema sulle spalle ed iniziai a spalmargliela. Per fare questo mi spostai un po’ in avanti, tra il mio cazzo e le chiappe di Patrizia c’era solo il mio costume.
Mi stava venendo duro. Mi appoggiai un po’ di più.

Enrico aveva cominciato a mettermi la crema, sentivo l’emozione e la timidezza delle sue mani. Il suo bacino era contro il mio fondo schiena, avvertivo che si stava eccitando, si era appoggiato a me con il cazzo duro.

Il cazzo mi era fuoriuscito dal costume, non sapevo cosa fare. Scesi con la crema velocemente sulla schiena, già abbronzata, ora toccava al culetto. Misi un po’ di crema sulle mani ed iniziai a spalmargliela lentamente. Non avevo mai palpato così il culo ad una ragazza. Il mio cazzo semiscoperto scivolava libero tra i glutei rotondi e sodi di Patrizia. Vidi le sue mani stringere l’asciugamano su cui era distesa.

La barca era ferma. Mi stavano certamente guardando. Ero li’ distesa con Enrico che mi stava palpando il culo a piena mani. Sentivo il suo cazzo tra le chiappe, si stava praticamente masturbando contro di me.
Spinsi il bacino verso di lui, fu un movimento quasi involontario. Mi stavo bagnando, stavo godendo, strinsi l’asciugamano.

Mi avvicinai ai due ragazzi; dai movimenti del bacino sembrava che mio fratello stesse montando Patrizia, poi vidi il cazzo duro sul culo di lei.
- guarda come hai ridotto il povero Enrico! –
Patty si voltò verso Enrico, dimenticandosi del costume slacciato e mettendo così in bella vista le tettone. Gianfi fu veloce nel sottrarle la parte di sopra del bikini.
- ora dovrai provvedere, non credi? –
- cosa intendi dire? –
- che glielo devi rimettere nel costume –
- ma…. –
Mi ero accucciato di fianco a Patrizia e le avevo preso una tetta in mano, cominciai a stringerla
- sono sicura che sai come fare, credo che mio fratello sia un po’ inesperto -
- ahiii, mi fai male, mollami –
allentai un po’ la presa, mi rivolsi ad Enrico -
- te l’hanno mai preso in bocca? –
- no, Marco –
- Patty è giovane ma è piena di talento, vero Gianfi? –
- Assolutamente –
Vidi Patty avvampare
- ti piacerebbe provare? –
- dici sul serio? – il suo cazzo era marmoreo
- certo, vero Patty? – avevo il suo capezzolo in mano, bastò una lieve pressione
- si -
- siediti li – dissi a mio fratello indicandogli il basso sedile che contornava lo spazio prendisole
- Patty, per un po’ voglio che lavori solo con la lingua; raggiungi Enrico a quattro zampe da brava cagnetta obbediente – le diedi una bella pacca sul culo

Mi sedetti come mi aveva detto Marco; Patty venne verso di me, le tette nude che si muovevano appena. Le mie esperienze sessuali si riducevano a qualche sega e qualche palpata strappate alla mia ragazza. Mi tolsi il costume. Patty era in ginocchio di fronte a me.
- mi vuoi? –
- s-si-
- vuoi toccarmi le tette? -
Aveva due bocce perfette con i capezzoli grossi ed eretti, le aoreole ampie scure che risaltavano sulla pelle candida, gliele accarezzavo sentendo i capezzoli duri contro il palmo della mano. Gliele strinsi un po’, erano morbide e sode contemporaneamente.
Intanto che la palpavo mi aveva preso il cazzo in mano, segandolo lentamente. Mi allargò le gambe, si appoggiò con le braccia alle mie cosce
- ora lascia fare a me –
Iniziò a leccarmi, a lingua piena, partendo da sotto lo scroto, si fermò sulle palle, le leccò accuratamente e risalì al pene. Lo passò tutto lentamente dalla radice fino alla punta. Sentivo la sua lingua calda e impaziente che non lasciava niente di inesplorato. Si dedicò alla punta con piccoli colpi alternati a colpi di pennello. Non sarei resistito a lungo.

Ero con Gianfi dietro a Patty; china a leccare il cazzo di Enrico semidisteso, beato ad occhi chiusi. Aveva proprio un bel culo, appena coperto dal costume. Mi avvicinai e le sciolsi il nodo che fermava gli slip, lasciandola così completamente nuda. Potevamo ora vedere lo spacco finale della sua fighetta.
- Mi pare umida –
- Potremmo controllare –
- Fai tu? –
- Ok –

Enrico aveva un bel cazzo. Sentii del movimento dietro a me, una mano sulla schiena e poi una voce, Marco
- ora prendilo in bocca e non mollarlo finchè non ti viene dentro, non durerà molto; bevi tutto, non perdere neanche una goccia –
Avvolsi il cazzo con le labbra, cominciai dalla punta e scesi piano piano fino alla base, risalii e ridiscesi mentre con le mani lo accarezzavo sulle cosce, sui coglioni, sul torace. Gli presi le palle delicatamente tra le labbra, succhiandole dolcemente, e mi ridedicai ancora al cazzo. Sentivo le sue mani sulle mie spalle spingermi verso il basso, lo sentivo spingere il suo bacino verso di me per affondarmi il suo bastone nel profondo della bocca, sentivo la sua voce dirmi che ero brava, che ero una brava puttanella, una grande succhia cazzi, che mi avrebbe riempita con sua sborra calda.

Vedevo la sua testa bionda salire e scendere sempre più velocemente, era in ginocchio le gambe appena divaricate. Misi la mano a cucchiaio sulla sua figa penetrandola con il pollice. Era tutta bagnata, la palpavo a mano piena.
- alla puttanella piace succhiare, non c’è dubbio –

Sentii Enrico irrigidirsi, sollevare il bacino violentemente e ficcarmi il cazzo in gola, riempendomi di sborra calda. Ero giunta anch’io al limite, mugolavo come una cagna in calore venni contemporaneamente a lui. Ingoiai tutto come mi era stato ordinato.

Mi ero alzata. Un sottile filo di sborra mi colava da un lato della bocca. Cercavo il costume.
- resta così, ora devi fare divertire anche noi –
Erano nudi, i cazzi semieretti, vennero verso di me, Marco mi si pose davanti, mio cugino dietro.
- prendilo in mano, e segalo –
Mi aveva preso i capezzoli fra le dita e ci giocava mentre Gianfi mi teneva per le spalle, strusciandosi contro di me. Nei suoi occhi c’era una strana espressione.
- con le mani e con la bocca sei brava, chissà come te la cavi con il resto –
- lo sai cosa ha detto tuo zio, non sono coperta fino alla prossima scatola –
- la tua fighetta la prenderemo più avanti, hai qualcos’altro da offrire … -
- le tette? –
- quelle ce le godiamo ogni volta che ne abbiamo voglia –
- c’è ancora un dono che ci farai, o che ci prenderemo comunque –
Cominciai a capire
- no, Marco, no…. Gianfi dì qualcosa –
- tuo cugino è d’accordo, anzi sarà il suo regalo di compleanno –
Cercai di spostarmi ma Gianfi mi prese per le braccia, bloccandomele dietro alla schiena.
- siamo qui isolati, non ti sente nessuno, sei la nostra puttanella obbediente, sei solo una cagnetta, magari anche in calore…. Fammi sentire –
- allarga le gambe! – uno schiaffo mi colpi il seno sinistro
mi mise la mano destra tra le cosce, con le dita si fece strada tra le labbra vaginali penetrandomi brutalmente
- sei tutta umida, meriteresti una bella scopata qui dentro –
Provavo a liberarmi ma l’unico risultato che ottenevo era di eccitarlo di più, le mie tettone ballavano libere.
Frugava nella mia figa, cercò il clitoride e lo prese tra due dita
- che troietta che sei, è gonfio di piacere –

Lo strinsi
- Marcooo, basta –
Strinsi ancora; era quasi piegata in due, le gambe chiuse sulla mia mano
Le ordinai di inginocchiarsi liberandole la passerina.
- Te lo devo succhiare? –
- Dopo, ora ti metti con la testa tra le braccia, le gambe aperte, culo e figa bene esposti –
- Vi prego.. non voglio, Gianfi ti farò un altro regalo, quello che vuoi –
Questa volta le colpii la tetta destra.
- Muoviti! –
Si mise come le avevo ordinato. Le tettone sfioravano il materassino.
- un bel culo, ancora vergine, pronto per essere rotto; sarà un compleanno che ti ricorderai per sempre –
- È sempre stata la mia cuginetta preferita, generosa…. –
- Gianfi sono tua cugina, sei un porco –
Le mollò un sonoro sculaccione
- Patty, tu sei una puttanella succhia cazzi –
- Siete due, no, anzi tre maiali!!!! –
Le diedi un altro sculaccione
- Ripeti: sono una puttanella succhia cazzi –
Il culo bruciava;
- Si, sono una puttanella succhia cazzi –
- Brava! –

Marco aveva le mani pesanti, mi bruciavano le tette e il culo per gli schiaffi ricevuti. Ero in balia delle loro voglie; uno mi aveva già riempita la bocca del suo sperma e mio cugino era pronto a sverginarmi il culo. E io avevo veramente voglia di cazzo. Il fatto che mi avrebbero presa con o senza il mio consenso mi creava un senso di eccitazione perversa. Ma volevo scegliere io se e a chi darlo. Erano li con i loro cazzi duri, infoiati, pronti a riempirmi.
Qualcuno mi aveva divaricato le natiche, esponendo il mio buchetto; qualcuno, lo stesso?,mi stava leccando; sentivo la lingua scorrere tra le labbra della vagina, frugandola, cercava il clitoride, lo titillava e poi risaliva verso l’alto concentrandosi sul mio culetto inviolato.
Un dito mi entrò in vagina
- La zoccoletta è bagnata – era la voce di Gianfi

Le tolsi dalla fighetta il dito umido dei suoi umori; Marco le teneva le chiappe bene aperte; davanti a me il buchetto bagnato della mia saliva; appoggiai il dito roteandoci intorno,con cerchi sempre più stretti finchè non arrivai al centro ed allora spinsi affondando fino alla nocca. La colsi di sorpresa, era rilassata cercò di sfuggirmi.
- Tenetela ferma! –
Fu una lotta breve, Patty fu immobilizzata da Marco ed Enrico.
- Ti farai del male inutilmente –
Le rimisi il dito nel culo, andavo su e giù lentamente; gemeva più per la vergogna e l’umiliazione che per il dolore. Tolsi il dito, gliene misi due tra le labbra
- Succhiali, sarà meno spiacevole –
Li leccò e li bagnò per bene; entrai ancora dentro di lei. Muoveva il culo cercando di liberarsi delle mie dita ma serviva solo ad eccitarmi e farle entrare meglio. Divaricai le dita e lanciò un urlo. Le tormentai ancora un po’ il culo, le mollai quattro schiaffoni. Vicino a me c’era il flacone della crema solare.. Le tolsi le dita, l’orifizio rimase socchiuso, lo unsi. Mi spalmai un bel po’di crema sul cazzo.
- Ora ti inculo! –
- Noooooooooo –
Le appoggiai la punta del cazzo sul buchetto, non l’avevo mai avuto così duro! Era la prima volta che sverginavo il culo di una ragazza, che nel caso era anche quella gran gnocca di mia cugina.
La presi per i fianchi e spinsi con tutta la forza e la voglia che avevo. Entrai nel culo di Patrizia con un urlo primordiale e mi fermai solo quando i miei coglioni sbatterono contro la sua figa.
Cominciai a pompare, avanti e indietro, prima con movimenti brevi, poi più lunghi, spingevo con forza, con violenza. La sentivo gemere, le lasciavo un fianco e le davo un sculaccione, dovevo domarla, dovevo farla mia. Mi stringeva il cazzo, urlava “porco”, io rispondevo “troia” e “puttana” e la scopavo.

Avevo il cazzo di Gianfi piantato nel culo, non dovevano neanche tenermi. Affondava dentro di me. Le tette ballavano al ritmo dei suoi colpi, cedetti.
- Ti basta? –
- No, riempimi –
Mi diede l’ultimo colpo, sentii il suo cazzo che mi colpiva l’ultima volta, e lo sentii vuotarsi dentro di me. Urlai a mia volta.
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