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Patty madre perversa; usata dalla figlia e dal suo ragazzo


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
28.11.2023    |    26.273    |    21 9.5
"Sua figlia era appoggiata al tavolo, la gonnellina sollevata, gli slippini calati; con una mano Simone le teneva la bocca chiusa, col cazzo le devastava il..."
Simone, il ragazzo di sua figlia, le aveva chiesto la cortesia di andare a casa sua alle quattro, aspettava l’idraulico e non poteva esserci; poteva usare le chiavi di Daniela. Abitava in un bilocale. La porta di ingresso immetteva direttamente nel soggiorno-cucina da cui si accedeva al bagno e alla camera da letto che ben conosceva.
Come iniziò ad aprire la porta sentì dei mugolii soffocati, dei quali capì subito il motivo. Sua figlia era appoggiata al tavolo, la gonnellina sollevata, gli slippini calati; con una mano Simone le teneva la bocca chiusa, col cazzo le devastava il culetto.
-Ti aspettavo; sei una troia, ma una troia puntuale. La puttanella di tua figlia ha ancora il culo stretto, ma così mi diverto di più –
Era stata Patrizia, recentemente, ad aiutare Simone a sverginare il culo di sua figlia Daniela ma la ragazza non si era ancora ben adattata ad essere sodomizzata.
Lui godeva molto nel vederla soffrire, entrava dentro di lei con violenza affondando il suo cazzone fino a sentire i coglioni sbattere contro la fighetta calda. Entrava e usciva incurante dei sui gemiti.
-Sei il solito porco senza cuore – gli disse Patrizia
-Hai ragione; e poi per oggi ho altri programmi; spogliatevi tutte e due e spostatevi di là; e tu -disse rivolgendosi a Daniela – ti metti poi in ginocchio di fronte a me, che mi devo svuotare- si teneva il pene in mano, segandosi lentamente per tenerlo duro.
Patrizia provò ad accennare un movimento di ribellione ma lui con la mano libera le afferrò una tetta attraverso il vestito stringendola con forza.
-Obbedisci! –
Finiva sempre così; ma, in fondo, le piaceva.
Simone la usava, come quando e dove voleva. Aveva scoperto sia la sua indole sottomessa che il suo fondo masochista per cui non esitava a maltrattarla; niente di irreparabile, ma tormentarle le tettone sode, con qualche ripassata sul culo rotondo e accogliente o sulla figa morbida e sempre disponibile lo eccitava come raramente gli era successo. Gli piaceva esibirla, farla uscire con le tette più scoperte possibile, incurante del suo disagio.
Daniela si era inginocchiata di fronte a lui, le labbra all’altezza dell’uccello; glielo strofinò su tutto il viso mentre le raccoglieva i lunghi capelli biondi in una coda di cavallo, che strinse poi con una mano.
-Prendilo, prendilo tutto, fino in fondo –
Le teneva la testa ferma, mentre le scopava la bocca; la usava come una figa, calda, umida, profonda. Con il culo era ancora agli inizi, ma in compenso Simone ne aveva fatto una brava succhiacazzi, anche se non ancora all’altezza di Patrizia. La saliva le colava ai lati della bocca scendendo fino al seno. Simone aumentava il ritmo e lei capì che stava per venire; le riempì la bocca.
-Non ingoiare; falla assaggiare alla tua mamma –
Si misero in ginocchio, una di fronte all’altra, le tettine di Daniela sfioravano quelle di sua madre; fu lei a metterle le mani sulle spalle, attirandola verso di sé, inclinando la testa da un lato e avvicinando le labbra alle sue: con la punta della lingua gliele carezzò lentamente finché non le dischiuse ricevendo quel liquido cremoso e un po’salato che tanto piaceva a tutte e due. Giocarono fra loro scambiandoselo fino all’ultima goccia.
Patrizia teneva una mano sulla nuca di sua figlia così da tenere le due bocche incollate e penetrarla con la lingua avida; con la mano libera le palpeggiava il seno piccolo ma sodo; sotto il palmo sentiva i capezzoli eretti e duri per l’eccitazione. Li pizzicava fra le dita, li tirava, godendo dei gemiti che provocava.
-Siete proprio uno spettacolo, madre e figlia, diverse ma complementari -
Simone fece stendere Patrizia, le gambe divaricate e flesse; mise Daniela in ginocchio di fronte a lei, guidandole la testa verso la passera già lucida.
-Fa godere un po’ anche lei, se lo merita- le disse dandole contemporaneamente una manata sul culetto rotondo. Non era la prima volta che usava la lingua nell’intimità di Patrizia; seguì l’odore di sesso, affondò in lei con due dita, facilmente, cominciò a masturbarla, lentamente. Sua madre sporgeva il bacino verso di lei, spingendosi sui piedi, sollevandosi; cercava la sua lingua, che non tardò a trovare.
Era diventata brava con la lingua, le piaceva tormentare sua madre, un po’ si vergognava ma sapeva che lei si sentiva umiliata nel godere così. Daniela in fondo non l’aveva completamente perdonata per quanto aveva fatto e faceva con Simone, soprattutto averlo aiutato nello sverginarle il culo.
Le mordicchiava il clitoride duro, interrompendole così ogni volta l’orgasmo incipiente. Risalì con le mani fermandosi sulle tettone turgide, ne prese una per mano spremendole come arance mature mentre si dedicava con passione alla nocciolina dura.
Patrizia si contorceva presa dal dolore da una parte e dal piacere dall’altra. Cercò di liberare il seno dalla presa di Daniela, ma lei stringeva più forte.
Guaiva come una cagna in calore, le cosce spalancate; spingeva la testa di Daniela contro la sua figa masturbandosi contro il suo viso finché non raggiunse l’orgasmo.
Simone si avvicinò con una benda che pose sugli occhi di Daniela.
-Cosa vuoi fare? – chiese.
-Lo sentirai presto –
Sapeva che l’essere bendata significava che qualcuno che la conosceva si sarebbe divertito con lei. Simone glielo diceva sempre che era la sua puttanella, disponibile ad ogni suo volere.
Non si accorsero, dell’arrivo del nuovo venuto se non quando Simone si rivolse a lui
-Lei la conosci già, oggi conoscerai anche sua figlia-
Aveva fatto venire il suo giovane fratello Danilo, sedicenne e vergine cui Patrizia aveva fatto un pompino pochi giorni prima in occasione di una visita medica.
-Simone, ti prego, lasciala stare, può prendere me-
-Facciamo godere anche la troietta, con un cazzo giovane, tu ne prendi tanti comunque; intanto preparalo –
Danilo le stava guardando, stupito; suo fratello gli aveva promesso che avrebbe rivisto la porcona che già glielo aveva preso in bocca fino a farlo venire, anche se un po’prima di quanto avrebbe voluto. Gli aveva anche preannunciato una sorpresa.
Aveva visto Simone qualche volte con Daniela e sapeva che era la sua ragazza; non avrebbe però mai immaginato di vederla nuda mentre lesbicava con l’infermiera.
-Ho pensato di farti un regalo, spero ti piaccia –
-La porcona? – parlava sussurrando come gli era stato raccomandato per non farsi riconoscere
-L’altra –
-Ma è la tua ragazza! –
-Mi piace condividerla con chi mi è caro, mi piace vederla scopata e mi piace scoparla assieme ad altri; pensare che sia lei la prima donna che ti fai mi inorgoglisce molto –
Daniela non riusciva a capire con chi parlasse Simone; aveva compreso che probabilmente era un ragazzo giovane, che qualcosa aveva combinato con sua mamma, la aveva indicata come “la porcona”, che il ragazzo la conosceva visto che era stata bendata e che sarebbe stata lei a sverginarlo. Altre volte aveva incontrato uomini che l’avevano posseduta; li riconosceva poi dai loro sguardi libidinosi e talvolta dalle palpate che riceveva.
Simone godeva di queste situazioni; talvolta l’aveva anche filmata o fotografata facendole poi vedere il risultato dopo avere nascosto il volto dei suoi amici. Aveva anche postato uno dei film su un noto sito porno, riscuotendo un discreto successo. La si vedeva a pecorina la bocca occupata da un grosso cazzo che all’apparenza apparteneva ad un corpo giovane. Un altro uomo, più anziano, la scopava da dietro, non era chiaro se nella figa o nel culo. Le sue tettine pendevano libere, i grossi capezzoli eretti tradivano il suo piacere.
Verso la fine la si vedeva il culetto dischiuso da cui fuoriusciva crema calda, e poi lei in ginocchio, la bocca aperta e la lingua fuori pronta a ricevere un secondo carico di sborra che poco dopo sarebbe arrivato parte sul viso e parte in gola. La si vedeva ingoiare il carico appena ricevuto. Le tettine erano arrossate segno di una generosa strapazzata.

Simone la guidò verso suo fratello che nel frattempo si era spogliato
-È tutta tua –
Daniela era proprio una bella fighetta, snella, alta due gambe che non finivamo mai con cosce ben tornite e allenate da attività sportiva. Aveva un culetto fantastico, alto e rotondo che Simone voleva tenesse ben in evidenza e scoperto il più possibile. Le faceva indossare leggins aderentissimi, oppure microgonne; sotto una brasiliana ridotta ad un triangolino di tessuto davanti e ad un filo dietro che le lasciava le chiappe nude. Le tette, un po’ piccole, erano sode e non avevano bisogno di alcun sostegno.
Il ragazzo era fremente; le mise le mani sulle spalle, scese rapidamente verso il seno che cominciò a palpeggiare rudemente.
-Piano, mi fai male – gli disse cercando di liberarsi
-Scusami –
Danilo la strinse a sé; lei sentì il suo cazzo duro contro il suo ventre; le mise le mani sul culo, la toccava dappertutto, le baciava il seno. Le cercò la passerina, glabra, cercò di infilarle goffamente un dito dentro mentre provava a baciarle la bocca.
Fu Patrizia a calmarlo; si avvicinò ai due, separandoli; accompagnò sua figlia e la fece stendere; le gambe flesse, bene aperte; si sentì come se stesse preparando una cagna per la monta.
-Mamma, sei una troia! –
-È vero; e tu una puttanella calda a disposizione del porco che ti piace tanto. Verrai scopata anche oggi; il ragazzo è alla sua prima volta, vedrai, non durerà molto, non sarà molto delicato ma te ne darà tanta. –
Mentre le diceva questo, china su di lei, le accarezzava la passerina. Il suo seno generoso pendeva invitante, sfiorando il volto di Daniela; lei lo sentì, lo cercò con le mani trovando i grossi capezzoli che strinse fra le dita, tirando verso il basso, alternativamente.
-Sei solo una vacca da mungere, uno sborratoio per ogni uomo che passa, sei una puttana cazzo dipendente; ora fammi chiavare –
Non l’aveva mai sentita esprimersi così, del resto non poteva darle tutti i torti.
Si diresse verso il ragazzo, lo prese per il cazzo: duro, curvo verso l’alto, la cappella era grossa, quasi sproporzionata. lo fece posizionare tra le cosce aperte di Daniela, lo guidò dentro di lei
-Mamma è proprio necessario? –
-Mia dolce troietta, così vuole Simone, e poi sei come me, alla fine ti piacerà comunque-
Danilo era giovane ed inesperto; era la sua prima volta; come molti ragazzi della sua età aveva visto tanti film porno o ascoltato le esperienze o presunte esperienze dei suoi amici.
Patrizia lo aveva guidato dentro la ragazza di suo fratello, cominciò a a spingere come un disperato, in preda alla frenesia. Usava la vagina di Daniela come fosse la sua mano quando si masturbava, su è giù sempre più velocemente alla ricerca di un orgasmo che non tardò a venire. Uscì da lei e la sua sborra uscì calda e copiosa.
-Puliscila- ordinò Simone a Patrizia –deve ancora godere-
Mentre suo fratello montava, letteralmente, la sua ragazza Simone aveva continuato a palpeggiare Patrizia, dedicandosi soprattutto al culo sodo, penetrandolo poi con due dita, tanto per tenerla, come le diceva, in caldo.
La spinse verso Daniela; le si accucciò fra le gambe raggiungendo la figa socchiusa ripulendola con la lingua. Le piaceva leccare e sapeva come e dove farlo.
-Mamma, fammi venire; dai….dai….-
Non ci mise molto…..
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